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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2005
 
UNIONE DI AVELLINO - Home Page
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LO SVILUPPO DELLA FILIERA ”AUTOMOTIVE”
FMA E IRISBUS, ECCELLEnti realtÀ

UNA NUOVA PRODUZIONE DI PRESTIGIO
IL “NEW DOMINO” targato IRPINIA

FMA, IL MOTORE DELL'IRPINIA
LA PRODUZIONE PER LA GRANDE PUNTO

Trasporti, le novità dall’irpinia
Un gioiello in valle ufita

LO SVILUPPO DELLA FILIERA ”AUTOMOTIVE”
FMA E IRISBUS, ECCELLEnti realtÀ
Il Presidente dell'Unione di Avellino indica le strategie utili a innalzare la competitività del territorio

di Filomena Labrunaa

Fma e Irisbus, due realtà di eccellenza della provincia irpina. Il presidente dell'Unione Industriali della Provincia di Avellino, Silvio Sarno, si era già soffermato sull'importanza della filiera "automotive" in un intervento nell'ambito dei sessant'anni in Irpinia delle Acli, sottolineando come l'unità d'intenti da parte degli attori del territorio siano imprescindibili per rilanciare il processo di crescita.

Silvio Sarno
Presidente Unione Industriali della Provincia di Avellino

Le recenti notizie positive riguardanti la Fiat, le nuove produzioni e il ruolo strategico degli stabilimenti irpini, sono successi da lei annunciati. Ritiene che siano il simbolo della ripresa dell'intera economia?
Certamente sono fattori rilevanti per la nostra provincia che evidenziano una vivace propensione all'investimento da parte della casa madre torinese e costituiscono un segnale di riconoscimento per il lavoro del management e degli operai impegnati negli stabilimenti irpini. Come Presidente degli Industriali avevo già affermato che consideravo strategico completare il quadro degli interventi per sostenere la filiera automotive e agroalimentare, che caratterizzano sempre di più l'economia della provincia, insieme al settore dell'informatica, che sta prendendo ogni giorno più consistenza. La qualificazione delle eccellenze è un elemento base da cui partire per individuare percorsi finalizzati a innalzare la competitività del territorio.

Quali sono le altre direttrici da seguire per contribuire alla crescita della provincia?
Bisogna far leva su due cardini della politica dello sviluppo, arricchendo il sistema economico provinciale di nuove dotazioni produttive, di servizio e infrastrutture. Razionalizzando l'esistente e ponendolo in condizioni di esprimersi a maggiori livelli di sviluppo. Il turismo, i servizi e l'agricoltura, ad esempio, sono settori fondamentali che devono integrarsi tra loro. E non si può comunque disperdere l'opzione industriale e manifatturiera perché l'industria riesce a dare quel contributo al valore aggiunto provinciale che crea le condizioni della crescita autopropulsiva.

Dove esistono spazi e possibilità di crescita?
C'è spazio per una più diffusa presenza industriale. Oggi il 30% della ricchezza provinciale dipende dall'industria e dalle costruzioni. Senza, infatti, una consistente presenza industriale renderemo più labile il sistema economico locale.

Da dove provengono le occasioni per intraprendere nuovi percorsi?

Dall'area della Valle Caudina e dall'arianese. Dobbiamo conferire a queste zone l’attrattività necessaria.

Come rafforzare la presenza nei servizi?
è importante insistere sulla scuola di alta formazione da istituire ad Avellino per configurare la città quale sede di eccellenza nel sistema di istruzione e formazione. I tempi ormai sono maturi.

Sono queste le priorità?
Sì, accanto alla necessità di diffondere la cultura d'impresa, di incentivare il trasferimento generazionale nel settore dell'artigianato, di migliorare il rapporto tra mondo produttivo e universitario, tra banche e imprese. Fondamentali anche nuovi investimenti sul fronte dei servizi alle imprese e dell'infrastrutturazione del territorio.

Questa è una nota dolente.
No, perché il disegno organico dei trasporti in Campania è meritevole di attenzione e consenso. Siamo noi a dover rivendicare per tutta l'Irpinia il pieno collegamento con le grandi arterie della mobilità. Maggiore attenzione merita la possibilità di investimenti per riattivare e adeguare la rete ferroviaria Salerno-Avellino e Avellino-Rocchetta, che possono assicurare l'intermodalità dei traffici e il collegamento con i fondamentali assi a lunga percorrenza tirrenica e adriatica. Proprio per quanto riguarda la tratta Avellino-Rocchetta ho espresso la mia piena condivisione alla battaglia avviata dai sindaci della zona per sollecitare interventi di potenziamento. Anche attraverso le ferrovie possiamo sostenere la centralità del territorio interno della regione ed essere partecipi dell'auspicato sviluppo del Mediterraneo.

Per razionalizzare l'esistente, cosa va programmato?
Esistono due strumenti da completare: il contratto d'area indispensabile per chiudere il processo di industrializzazione nelle aree del cratere, e i distretti industriali, Solofra e Calitri, approvati dalla Regione Campania che devono decollare. Sul primo voglio ricordare che, nonostante la stasi dell'economia, al recente bando integrativo sono stati presentati circa 40 progetti industriali di cui oltre la metà fanno capo a imprenditori che già operano in provincia. Segno di una notevole effervescenza imprenditoriale.

Come sciogliere il nodo dei servizi pubblici locali?
è un tema delicato sul quale la posizione convergente deve ancora maturare. Sono convinto che sul campo del rapporto pubblico-privato si giochi la partita della maggiore competitività dei sistemi locali. La gestione dei servizi pubblici al Nord restituisce al territorio ricchezza e tariffe adeguate.

Cosa accade invece al Sud?
Nel Mezzogiorno la gestione delle utilities assorbe risorse, la tariffazione sta assumendo livelli consistenti e gli investimenti per l'ammodernamento della rete sono limitati. Nell'ambito dei servizi, nuovi mercati possono aprirsi per alzare il tenore imprenditoriale della provincia. La gestione dei servizi ci offre la storica occasione di realizzare quel principio di sussidarietà orizzontale introdotto nella nostra Costituzione. Sull'applicazione della sussidiarietà è all'opera l'intero gruppo parlamentare, che pone questo principio al centro delle strategie per ridare fiducia e slancio all'economia. è interessante anche per noi ritrovarci su questa impostazione illustrata dal documento presentato al meeting di Comunione e Liberazione, svoltosi a Rimini.

Cosa si sente di dire ai giovani che vogliano intraprendere l'attività autonoma?
Di non scoraggiarsi, perchè gli ostacoli non sono insormontabili. Disponiamo di immobili industriali non utilizzati. Occorre particolare impegno nella gestione immobiliare delle fabbriche che possono essere reinserite nel circuito economico, e quindi favorire la nascita di microimprenditorialità. Anche in questo caso è necessario l'impegno comune da parte di tutti gli attori del territorio.

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