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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2005
 
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URAGANO KATRINA E “CICLONE” PUNTO
i sondaggi ci rilevano solidali e ottimisti
I fatti che hanno travolto l’opinione degli italiani

Enrico Russo
Consulente Istituto Piepoli spa - Innovative Research
enricorusso@istitutopiepoli.it

 

C'è un solo grande e tragico evento che ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana nella settimana dal 29 agosto al 5 settembre in ben il 73% dei casi: le notizie, in progressivo crescendo quanto a drammaticità, sulle conseguenze dell’uragano Katrina a New Orleans. Tutto il resto appare nettamente in secondo piano, anche se certamente non irrilevanti sono state le notizie sui circa 1.000 morti in Iraq per l’ondata di panico che ha travolto una folla di pellegrini sciiti (7%), o i ripetuti roghi di case di immigrati a Parigi (6%). Con percentuali più limitate (3%) compaiono due notizie che per diversi aspetti hanno destato interesse: la prima è il divieto di accettare la donazione di sangue opposto a un omosessuale a Milano, la seconda è la notizia sull’allarme lanciato dalla FAO sul virus dei polli, il famigerato H5N1, che potrebbe diventare una vera e propria pandemia, ma su cui per il momento l’opinione pubblica appare ancora poco sensibilizzata. Le notizie provenienti da New Orleans hanno indubbiamente colpito in una sorta di escalation negativa l’opinione pubblica italiana. Che cosa in particolare? Innanzitutto il numero dei morti, saliti dalle poche decine inizialmente dichiarate, alle varie centinaia cui pian piano si è giunti (30% degli intervistati indica questo aspetto come quello da cui è stato colpito di più. Vedi grafico 1). Al secondo posto il ritardo e l’inadeguatezza dei soccorsi (29%), che si stentava a credere potessero verificarsi proprio in una nazione in cui la tecnologia è ai massimi livelli planetari. Ma anche la superficialità iniziale di Bush (19%), i saccheggi e le rapine (16%), le incredibili violenze e gli altrettanto impensabili stupri (15%), la quantità soprattutto dei poveri e degli emarginati che non ha potuto fuggire da New Orleans (15%) e, in definitiva, la disorientante scoperta che “anche l’America è fragile” (14%). La domanda che abbiamo fatto a questo punto è: si ritiene probabile che un disastro ambientale del genere possa succedere anche in Italia? L’opinione pubblica si divide: 4 italiani su 10 considera probabile l’accadimento di un evento del genere in Italia, contro 6 italiani su 10 che non lo ritengono possibile. Un ottimismo di fondo che è dovuto soprattutto all’autoimmagine dello “stellone” d’Italia, che salva sempre tutto e tutti.

Ma quale tipo di disastro ambientale è, eventualmente, ritenuto più probabile in Italia? è interessante notare come rispunti l’atavica paura del terremoto, che domina nettamente le risposte con un 58% di casi. Infine, come potrebbe comportarsi l’Italia se dovesse capitare un disastro ambientale come quello verificatosi negli Stati Uniti? Da un punto di vista di prontezza e adeguatezza dei soccorsi c’è un certo ottimismo: nel 38% dei casi si pensa che in Italia le cose potrebbero andare meglio, e il saldo tra ottimisti e pessimisti è positivo (+17%). Il saldo diventa poi fortemente positivo parlando di reazioni della popolazione: il 39% ritiene che le cose potrebbero andare meglio in Italia e solo il 13% peggio, con un saldo pari +26%. Insomma, comunque sia, sembrerebbe emergere un notevole senso di angoscia partecipativa nei confronti di ciò che è successo, soprattutto fra la popolazione, a New Orleans, ed è forte la speranza che gli italiani, in un caso del genere, potrebbero contare su una più elevata dose di solidarietà e di umanità. La settimana tra il 5 e il 12 settembre, invece, ha compreso un evento che tre anni fa ha sconvolto il mondo: l’attacco di Al Qaeda alle torri gemelle di New York avvenuto l’11 settembre del 2001. Questo evento catastrofico che ha cambiato a tutti la vita si è ancorato profondamente nell’inconscio degli italiani, con conseguente focalizzazione negativa sugli eventi accaduti durante la settimana. Ancora un triste episodio di infanticidio, in una catena che sembra stranamente accumularsi negli ultimi due mesi, scuote l’opinione pubblica italiana nella settimana tra il 5 e il 12 settembre: si tratta della madre di Merano che accoltella il figlio e poi si getta dalla finestra della questura (ben il 43% delle citazioni). Segue un altro evento infausto, e cioè la strage in funivia per un elicottero che ha causato 9 morti in Austria (17% dei casi) e, più distanziati, ancora il caso Fazio e le richieste di dimissioni sempre più pressanti (13%) e il quinto incidente aereo questa volta avvenuto a Sumatra, con un centinaio di morti a bordo e almeno una cinquantina a terra (12%). Un evento diverso dal solito che ha rallegrato il cuore degli italiani è la rinascita dell’immagine della Fiat legata al lancio della “Grande Punto”.

Tale evento è comparso con grande rilievo su tutti i media e, a distanza di poco meno di una settimana, ben il 73% degli italiani ha visto o sentito parlare del nuovo modello Fiat. Il risultato è di gran lunga favorevole: complessivamente il 77% di chi ha visto in Tv o sui giornali la Grande Punto la gradisce “molto” o “abbastanza”, con una punta dell’81% tra i maschi. L’impressione è anche che davvero questo modello possa rappresentare il punto di svolta favorevole della casa madre torinese, impressione condivisa dalla maggioranza dell’opinione pubblica con il 61% (Vedi grafico 2). Non solo, ma, dovendo acquistare un’auto nuova, ben il 54% degli intervistati dichiara che «si sentirebbe invogliato ad acquistare la Grande Punto», di cui un 15% “molto invogliato” (anche qui con una punta del 17% tra gli uomini e in particolare del 19% tra i giovani dai 25 ai 34 anni).
Un’auto dunque che piace anche ai giovani e che sembrerebbe, almeno in termini di sondaggio, lasciar davvero intravedere i prodromi di un riposizionamento della nostra industria automobilistica in netta concorrenza con le case automobilistiche mondiali.

 

 

Il presente articolo è una sintesi del monitoraggio delle opinioni degli italiani che l'Istituto Piepoli effettua con cadenza settimanale per conto de “La Stampa”. I sondaggi sono eseguiti secondo il codice deontologico ESOMAR. I risultati sono pubblicati su www.agcom.it.

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