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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2005
 
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Il mio impegno in confindustria campanIa
Esaltare i valori dell’impresa

Politica e territorio
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LA PAROLA ALLE DONNE

 

Il mio impegno in confindustria campanIa
Esaltare i valori dell’impresa
Uno stile collaborativo per affrontare insieme le sfide che ci attendono

Cristiana Coppola
Presidente Confindustria Campania
presidenza@confindustria.campania.it


Cosa ci fa una giovane donna alla Presidenza della Confindustria Campania? Credo che molti si saranno posti questa domanda, di fronte a una elezione che d'altronde è stata abbastanza imprevista, anche per me stessa. Quando il mio nome è iniziato a circolare, devo dire sinceramente che mi sono sentita contemporaneamente lusingata e spaventata. Lusingata perché, è inutile negarlo, la Presidenza di un'associazione come Confindustria Campania costituisce un traguardo importante e prestigioso per chiunque, ma spaventata perché a questo onore si legano indissolubilmente oneri e responsabilità estremamente pesanti. Le stesse sofferte modalità dei passaggi che hanno portato al mio nome, dopo mesi di impasse, dimostrano che occorre ricostruire nella nostra associazione un clima costruttivo, di fiducia e di corresponsabilizzazione. Nel mio discorso di presentazione di luglio ho così sottolineato quello che sarà il leit motiv dei miei tre anni di mandato: desidero lavorare affinché questa associazione sia percepita non come l'associazione del Presidente, ma del Direttivo e della Giunta. Il mio ruolo, quindi, non dovrà essere quello di chi decide autonomamente, ma piuttosto di una voce autorevole (e spero ascoltata!) che esprime la politica decisa collegialmente all'interno del Direttivo e della Giunta. Ho fatto parte del direttivo per cinque anni, ne conosco bene i meccanismi, ed è per questo che ritengo fondamentale che si inauguri uno stile collaborativo.

Palazzo Partanna, sede di Confindustria Campania (NA)

Tale stile partecipativo, d'altronde, costituisce la soluzione migliore per affrontare le difficoltà all'interno di qualunque azienda, e ci si può quindi lecitamente attendere che permetterà di ottenere risultati positivi anche per la Confindustria Campania. In concreto, per me collaborare significa che le diverse attività saranno proposte e gestite non solo dal Presidente o dai Vice, ma anche dalla Giunta e, di volta in volta, dai vari membri del Direttivo. In questo modo sarà anche trasmessa verso l'esterno una forte immagine unitaria del mondo industriale campano, e chi si impegnerà vedrà riconosciuto il suo apporto e il suo sforzo. Collegialità non significa, infatti, delega delle responsabilità, ma condivisione degli sforzi e degli obiettivi. Tra i punti che ritengo irrinunciabili vi è quello di esaltare i valori propri dell'impresa campana, promuovendone le eccellenze e identificando nel contempo quelli che sono i nostri maggiori elementi di criticità. è inutile che ricordi il delicato momento economico che il nostro Paese sta attraversando e che, come è prevedibile, rischia di colpire maggiormente il nostro Sud. Più volte il Presidente della Repubblica ha chiesto un rinnovato impegno da parte di ciascuna realtà produttiva per ricominciare a camminare e a crescere, e io credo che Confindustria Campania debba far pesare, mettendolo a servizio di tutti, il suo notevole know how e le sue preziose competenze. Dobbiamo partire, dunque, da un'analisi seria e puntuale del tessuto produttivo della nostra regione, identificando quelli che sono i punti di maggiore criticità e debolezza. Emergenza ambientale, energetica, micro e macrociminalità: questi i nomi di alcune delle difficili sfide che ci attendono. Molte di queste, in realtà, non sono proprie della regione Campania, ma è anche vero che qui assumono a volte aspetti sconcertanti, che non esiterei a definire devastanti. La soluzione deve venire da noi perché solo chi vive qui conosce fino in fondo il peso di determinate realtà. è necessario che impariamo a parlarci chiaro, senza nascondere quelle che sono le nostre inefficienze. Non dobbiamo avere paura di dire ciò che deve essere cambiato, anche se ciò ci può costare. Per questo ritengo che l'identificazione delle criticità campane debba partire dal basso, e a tale scopo intendo coinvolgere tutte le associazioni territoriali del sistema.
Una volta fatte emergere e individuate le maggiori criticità, si dovrà passare alla parte costruttiva, identificando possibili soluzioni. Sia ben chiaro: non sto proponendo di raggiungere la Luna a piedi. Sono ben consapevole, avendoli sperimentati anche sulla mia pelle, della drammaticità di alcuni problemi, ed è per questo, per un sano realismo, che ritengo che sarà più proficuo concentrare l'attività del direttivo dei prossimi 3 anni su alcuni punti chiave precisi. In altre parole, invece di disperdere le limitate energie e risorse di cui disponiamo su mille fronti, penso che sarà più proficuo darsi pochi obiettivi. Pochi, ma ben definiti. Al limite, basterà concentrare l'attività anche su un solo problema, ma dimostrare fra circa 1000 giorni di essere riusciti a incidere concretamente tramite le nostre iniziative su quell'argomento. Una concretezza che potrà tradursi anche nella promozione di alcune specifiche leggi regionali, in un colloquio proficuo con l'amministrazione regionale.
L'efficacia sarà garantita solo se riusciremo a mantenere lo stile collegiale del quale parlavo all'inizio del mio intervento. La collegialità dovrebbe essere non solo rivolta verso l'interno della nostra associazione, ma anche verso l'esterno. Dovremo quindi aumentare le occasioni e le modalità di integrazione e interscambio con le diverse strutture del sistema nazionale di Confindustria. In quest'ottica di scambio, dove ciascuno mette a disposizione le sue doti e le sue capacità, un ruolo importante dovrebbe essere giocato dal Centro Studi della Federazione.
La risposta alla domanda sul cosa ci fa una giovane donna alla Presidenza della Confindustria Campania si trova quindi in queste linee programmatiche che mi sono data, sulle quali ho già avuto modo di confrontarmi più volte, tanto a livello di associazione quanto tramite numerosi contatti personali con diverse realtà industriali del nostro territorio, e sulle quali intendo spendere - e spero realizzare - il mio programma. Il lavoro da fare è molto, ma è altrettanto alto l'entusiasmo con il quale sono partita. Ho voglia di lavorare e di offrire il mio contributo per la mia regione. In questi tre anni sicuramente farò diversi sbagli, ma con l'aiuto di tutti spero di aiutare il progresso del mondo industriale campano. La nostra realtà è ricca di potenzialità, e sono sicura che riusciremo a fare molto, tutti insieme, per il benessere del nostro territorio.

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