Il mio impegno in confindustria campanIa
Esaltare i valori dell’impresa
Politica e territorio
Un forum al femminile
FARE IMPRESA
LA PAROLA ALLE DONNE
Il mio impegno in confindustria campanIa
Esaltare i valori dell’impresa
Uno stile collaborativo per affrontare
insieme le sfide che ci attendono
Cristiana
Coppola
Presidente Confindustria Campania
presidenza@confindustria.campania.it
Cosa ci fa una giovane donna alla Presidenza della
Confindustria Campania? Credo che molti si saranno posti questa domanda,
di fronte a una elezione che d'altronde è stata abbastanza imprevista,
anche per me stessa. Quando il mio nome è iniziato a circolare,
devo dire sinceramente che mi sono sentita contemporaneamente lusingata
e spaventata. Lusingata perché, è inutile negarlo, la Presidenza
di un'associazione come Confindustria Campania costituisce un traguardo
importante e prestigioso per chiunque, ma spaventata perché a questo
onore si legano indissolubilmente oneri e responsabilità estremamente
pesanti. Le stesse sofferte modalità dei passaggi che hanno portato
al mio nome, dopo mesi di impasse, dimostrano che occorre ricostruire
nella nostra associazione un clima costruttivo, di fiducia e di corresponsabilizzazione.
Nel mio discorso di presentazione di luglio ho così sottolineato
quello che sarà il leit motiv dei miei tre anni di mandato: desidero
lavorare affinché questa associazione sia percepita non come l'associazione
del Presidente, ma del Direttivo e della Giunta. Il mio ruolo, quindi,
non dovrà essere quello di chi decide autonomamente, ma piuttosto
di una voce autorevole (e spero ascoltata!) che esprime la politica
decisa collegialmente all'interno del Direttivo e della Giunta. Ho
fatto parte del direttivo per cinque anni, ne conosco bene i meccanismi,
ed è per
questo che ritengo fondamentale che si inauguri uno stile collaborativo.
Palazzo Partanna, sede di Confindustria Campania (NA)
Tale stile partecipativo, d'altronde, costituisce la soluzione migliore
per affrontare le difficoltà all'interno di qualunque azienda, e
ci si può quindi lecitamente attendere che permetterà di
ottenere risultati positivi anche per la Confindustria Campania.
In concreto, per me collaborare significa che le diverse attività saranno
proposte e gestite non solo dal Presidente o dai Vice, ma anche dalla
Giunta e, di volta in volta, dai vari membri del Direttivo. In questo modo
sarà anche
trasmessa verso l'esterno una forte immagine unitaria del mondo industriale
campano, e chi si impegnerà vedrà riconosciuto il suo apporto
e il suo sforzo. Collegialità non significa, infatti, delega delle
responsabilità, ma condivisione degli sforzi e degli obiettivi.
Tra i punti che ritengo irrinunciabili vi è quello di esaltare i
valori propri dell'impresa campana, promuovendone le eccellenze e
identificando nel contempo quelli che sono i nostri maggiori elementi
di criticità. è inutile
che ricordi il delicato momento economico che il nostro Paese sta
attraversando e che, come è prevedibile, rischia di colpire maggiormente
il nostro Sud. Più volte il Presidente della Repubblica ha chiesto
un rinnovato impegno da parte di ciascuna realtà produttiva per
ricominciare a camminare e a crescere, e io credo che Confindustria
Campania debba far pesare, mettendolo a servizio di tutti, il suo notevole
know how e le sue preziose competenze. Dobbiamo partire, dunque, da un'analisi
seria e puntuale del tessuto produttivo della nostra regione, identificando
quelli che sono i punti di maggiore criticità e debolezza. Emergenza
ambientale, energetica, micro e macrociminalità: questi i nomi di
alcune delle difficili sfide che ci attendono. Molte di queste, in
realtà,
non sono proprie della regione Campania, ma è anche vero che qui
assumono a volte aspetti sconcertanti, che non esiterei a definire
devastanti. La soluzione deve venire da noi perché solo chi vive
qui conosce fino in fondo il peso di determinate realtà. è necessario
che impariamo a parlarci chiaro, senza nascondere quelle che sono
le nostre inefficienze. Non dobbiamo avere paura di dire ciò che
deve essere cambiato, anche se ciò ci può costare. Per questo
ritengo che l'identificazione delle criticità campane debba partire
dal basso, e a tale scopo intendo coinvolgere tutte le associazioni territoriali
del sistema.
Una volta fatte emergere e individuate le maggiori criticità, si
dovrà passare alla parte costruttiva, identificando possibili soluzioni.
Sia ben chiaro: non sto proponendo di raggiungere la Luna a piedi. Sono
ben consapevole, avendoli sperimentati anche sulla mia pelle, della drammaticità di
alcuni problemi, ed è per questo, per un sano realismo, che ritengo
che sarà più proficuo concentrare l'attività del direttivo
dei prossimi 3 anni su alcuni punti chiave precisi. In altre parole, invece
di disperdere le limitate energie e risorse di cui disponiamo su mille
fronti, penso che sarà più proficuo darsi pochi obiettivi.
Pochi, ma ben definiti. Al limite, basterà concentrare l'attività anche
su un solo problema, ma dimostrare fra circa 1000 giorni di essere riusciti
a incidere concretamente tramite le nostre iniziative su quell'argomento.
Una concretezza che potrà tradursi anche nella promozione di alcune
specifiche leggi regionali, in un colloquio proficuo con l'amministrazione
regionale.
L'efficacia sarà garantita solo se riusciremo a mantenere lo stile
collegiale del quale parlavo all'inizio del mio intervento. La collegialità dovrebbe
essere non solo rivolta verso l'interno della nostra associazione, ma anche
verso l'esterno. Dovremo quindi aumentare le occasioni e le modalità di
integrazione e interscambio con le diverse strutture del sistema nazionale
di Confindustria. In quest'ottica di scambio, dove ciascuno mette a disposizione
le sue doti e le sue capacità, un ruolo importante dovrebbe essere
giocato dal Centro Studi della Federazione.
La risposta alla domanda sul cosa ci fa una giovane donna alla Presidenza
della Confindustria Campania si trova quindi in queste linee programmatiche
che mi sono data, sulle quali ho già avuto modo di confrontarmi
più volte, tanto a livello di associazione quanto tramite numerosi
contatti personali con diverse realtà industriali del nostro territorio,
e sulle quali intendo spendere - e spero realizzare - il mio programma.
Il lavoro da fare è molto, ma è altrettanto alto l'entusiasmo
con il quale sono partita. Ho voglia di lavorare e di offrire il mio contributo
per la mia regione. In questi tre anni sicuramente farò diversi
sbagli, ma con l'aiuto di tutti spero di aiutare il progresso del mondo
industriale campano. La nostra realtà è ricca di potenzialità,
e sono sicura che riusciremo a fare molto, tutti insieme, per il benessere
del nostro territorio.
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