UN FONDO per
L'INNOVAZIONE
FAVORITI GLI INVESTIMENTI IN ICT
AMBIENTE LAVORO
UNA FIERA CHE SI RINNOVA
UN FONDO per L'INNOVAZIONE
FAVORITI GLI INVESTIMENTI IN ICT
Due nuovi strumenti a supporto delle piccole
e medie imprese
Marcella
Villano
Area Economia e Territorio Assindustria Salerno
m.villano@assindustria.sa.it
Roberto Triola
Nucleo Ricerca e Innovazione Confindustria r.triola@confindustria.it
In periodi di bassa crescita produttiva, l'innovazione rappresenta uno
dei principali fattori per una ripresa di medio-lungo periodo, a
livello sia microeconomico, sia macroeconomico. Per questo, Confindustria
sostiene da tempo l'adozione di misure di agevolazione per favorire
gli investimenti in ricerca e innovazione da parte delle imprese. Proprio
in questa direzione vanno due recenti iniziative, una pubblica e l'altra
di tipo "privatistico",
illustrate nel corso di un seminario, organizzato dal Gruppo Terziario
Avanzato dell'Associazione Industriali di Salerno, lo scorso 12 luglio.
Si tratta, da un lato, dell'istituzione di una apposita "sezione tecnologie
digitali" all'interno del Fondo di Garanzia per le PMI (creato dal
Ministero delle Attività Produttive ai sensi dell'art. 2, comma
100, lett. a della Legge 662/96), e, dall'altro, della stipula del
protocollo d'intesa "Diamo credito al Futuro" tra l'Associazione
Bancaria Italiana e Confindustria, con la partecipazione delle Associazioni
del settore ICT, Anie e Federcomin.
La "sezione tecnologie digitali" del Fondo di Garanzia per le
PMI, finanziata dal Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie con uno
stanziamento di 160 milioni di euro per il triennio 2005-2007, punta a
facilitare l'erogazione dei finanziamenti bancari alle piccole e medie
imprese per gli investimenti in ICT. Anche il Protocollo "Diamo credito
al futuro" ha l'obiettivo di semplificare i rapporti tra banche e
imprese con specifico riferimento agli investimenti dedicati all'innovazione
digitale, ma ciò accade attraverso la realizzazione di un meccanismo
del tipo "Sabatini", in cui è il fornitore a garantire
la solvibilità della PMI nei confronti della banca.
Ma vediamo nel dettaglio il meccanismo dei due strumenti.
Come funziona la "sezione tecnologie digitali" del
Fondo di Garanzia per le PMI
Rilascia garanzie su finanziamenti, di durata non inferiore a 36
mesi e non superiore a 10 anni e di importo non superiore a 200 mila euro,
concessi a piccole e medie imprese a fronte di programmi di investimento
in tecnologie digitali. Questi ultimi, sia materiali che immateriali, devono
essere finalizzati all'introduzione di innovazioni di prodotto e/o di servizio,
e all'integrazione dei processi aziendali mediante l'utilizzo di applicazioni
di tecnologie digitali. Rientra nella categoria degli investimenti materiali
qualsiasi intervento "fisso" in ICT (ad es. l'acquisto di hardware,
di elaboratori elettronici e/o apparati di telecomunicazione), mentre tra
le spese immateriali sono incluse quelle per l'acquisizione di: servizi
di consulenza per lo studio e la realizzazione di processi, prodotti e/o
servizi innovativi finalizzati al recupero di competitività; servizi
per la realizzazione di applicazioni informatiche/contenuti innovativi
finalizzati al sostegno dell'azione di reingegnerizzazione di processi
critici aziendali, quali ERP, CRM, SCM, E-Marketplace; servizi finalizzati
alla formazione del personale in materia di innovazione digitale dell'impresa.
La spesa relativa a investimenti immateriali deve rappresentare almeno
il 50% del costo del complessivo programma di investimento.
Tutte le piccole e medie imprese valutate economicamente e finanziariamente
sane possono beneficiare della garanzia della sezione speciale, a eccezione
di quelle iscritte nell'albo delle imprese artigiane e di quelle operanti
nei settori della siderurgia, dell'industria carboniera, della costruzione
navale, delle fibre sintetiche, dell'industria automobilistica, dei trasporti
e dell'agricoltura. La garanzia è concessa a titolo gratuito, senza
alcun costo per l'impresa e copre fino all'80% dell'importo concesso. Un'azienda
che necessiti di un finanziamento a medio/lungo termine per effettuare
un programma di investimento in tecnologie digitali, può esplicitare
alla banca cui intende richiederlo, l'intenzione di beneficiare, a garanzia
del prestito bancario, dell'intervento della "sezione tecnologie digitali" del
Fondo di garanzia per le PMI ex lege 662/96. Sarà poi l'istituto
di credito, effettuata un'analisi preliminare circa l'ammissibilità dell'iniziativa,
a richiedere materialmente la garanzia del Fondo. Il gestore procederà all'istruttoria
delle richieste pervenute e provvederà a comunicare, sia alla banca
che all'impresa, l'ammissione alla garanzia.
Come funziona il Protocollo "Diamo credito al
Futuro"
Il protocollo di intesa tra Confindustria e ABI sugli investimenti
delle PMI in tecnologie digitali prevede che l'azienda acquirente, invece
di recarsi in banca per ottenere il credito necessario, si rivolga direttamente
al fornitore di ICT. Una volta definito il progetto di investimento, sulla
base delle proprie necessità e con la consulenza del fornitore di
tecnologie, la PMI acquirente di tecnologie definisce la pratica di finanziamento,
ed emette gli effetti relativi all'ordine sottoscritto con il venditore,
che a sua volta li sconterà in banca. In tal modo, l'azienda ottiene
la liquidità necessaria per l'acquisto di tecnologie attraverso
il fornitore senza rivolgersi direttamente alla banca e, dunque, senza
essere valutata nel merito creditizio. Sarà, infatti, l'azienda
fornitrice di ICT a gestire tutti i rapporti con la banca, richiedendo
l'apertura di un fido globale di sconto pro-solvendo e presentando la documentazione
necessaria (effetti cambiari, dilazione di pagamento all'impresa acquirente
e quant'altro relativo alla valutazione del proprio merito creditizio).
Il fido globale potrà essere rotativo oppure una tantum. Per il
primo la banca stabilirà l'importo massimo degli effetti scontabili
in un dato periodo (l'importo si riduce con le operazioni di sconto e si
ripristina quando l'acquirente paga gli effetti). L'una tantum prevede,
invece, una somma massima entro una scadenza determinata, ma rinnovabile.
La formula, che garantisce le banche attraverso l'impegno di chi fornisce
le tecnologie alle imprese, inaugura un modello di triangolazione finanziaria
che tutela il sistema del credito e le capacità di investimento
delle PMI. Una formula virtuosa che non intacca la possibilità di
ottenere credito da parte delle imprese acquirenti e formalmente non aumenta
il loro indebitamento bancario. Il meccanismo, peraltro, si integra con
la sezione del Fondo di Garanzia sopra esaminata: in questo caso, infatti,
al posto delle piccole imprese saranno i fornitori a richiedere alla banca
di accedere alla sezione speciale, per finanziarie la dilazione di pagamento
concessa alle aziende clienti. Due strumenti utili, quindi, soprattutto
alle piccole e medie imprese, per raggiungere quegli aumenti di efficienza
e produttività, presupposti fondamentali per il recupero della competitività aziendale
e del Paese.
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