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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2005
 
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UN FONDO per L'INNOVAZIONE
FAVORITI GLI INVESTIMENTI IN ICT

AMBIENTE LAVORO
UNA FIERA CHE SI RINNOVA


UN FONDO per L'INNOVAZIONE
FAVORITI GLI INVESTIMENTI IN ICT
Due nuovi strumenti a supporto delle piccole e medie imprese

Marcella Villano
Area Economia e Territorio Assindustria Salerno
m.villano@assindustria.sa.it

Roberto Triola

Nucleo Ricerca e Innovazione Confindustria r.triola@confindustria.it

In periodi di bassa crescita produttiva, l'innovazione rappresenta uno dei principali fattori per una ripresa di medio-lungo periodo, a livello sia microeconomico, sia macroeconomico. Per questo, Confindustria sostiene da tempo l'adozione di misure di agevolazione per favorire gli investimenti in ricerca e innovazione da parte delle imprese. Proprio in questa direzione vanno due recenti iniziative, una pubblica e l'altra di tipo "privatistico", illustrate nel corso di un seminario, organizzato dal Gruppo Terziario Avanzato dell'Associazione Industriali di Salerno, lo scorso 12 luglio. Si tratta, da un lato, dell'istituzione di una apposita "sezione tecnologie digitali" all'interno del Fondo di Garanzia per le PMI (creato dal Ministero delle Attività Produttive ai sensi dell'art. 2, comma 100, lett. a della Legge 662/96), e, dall'altro, della stipula del protocollo d'intesa "Diamo credito al Futuro" tra l'Associazione Bancaria Italiana e Confindustria, con la partecipazione delle Associazioni del settore ICT, Anie e Federcomin.
La "sezione tecnologie digitali" del Fondo di Garanzia per le PMI, finanziata dal Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie con uno stanziamento di 160 milioni di euro per il triennio 2005-2007, punta a facilitare l'erogazione dei finanziamenti bancari alle piccole e medie imprese per gli investimenti in ICT. Anche il Protocollo "Diamo credito al futuro" ha l'obiettivo di semplificare i rapporti tra banche e imprese con specifico riferimento agli investimenti dedicati all'innovazione digitale, ma ciò accade attraverso la realizzazione di un meccanismo del tipo "Sabatini", in cui è il fornitore a garantire la solvibilità della PMI nei confronti della banca.
Ma vediamo nel dettaglio il meccanismo dei due strumenti.

Come funziona la "sezione tecnologie digitali" del Fondo di Garanzia per le PMI
Rilascia garanzie su finanziamenti, di durata non inferiore a 36 mesi e non superiore a 10 anni e di importo non superiore a 200 mila euro, concessi a piccole e medie imprese a fronte di programmi di investimento in tecnologie digitali. Questi ultimi, sia materiali che immateriali, devono essere finalizzati all'introduzione di innovazioni di prodotto e/o di servizio, e all'integrazione dei processi aziendali mediante l'utilizzo di applicazioni di tecnologie digitali. Rientra nella categoria degli investimenti materiali qualsiasi intervento "fisso" in ICT (ad es. l'acquisto di hardware, di elaboratori elettronici e/o apparati di telecomunicazione), mentre tra le spese immateriali sono incluse quelle per l'acquisizione di: servizi di consulenza per lo studio e la realizzazione di processi, prodotti e/o servizi innovativi finalizzati al recupero di competitività; servizi per la realizzazione di applicazioni informatiche/contenuti innovativi finalizzati al sostegno dell'azione di reingegnerizzazione di processi critici aziendali, quali ERP, CRM, SCM, E-Marketplace; servizi finalizzati alla formazione del personale in materia di innovazione digitale dell'impresa. La spesa relativa a investimenti immateriali deve rappresentare almeno il 50% del costo del complessivo programma di investimento.
Tutte le piccole e medie imprese valutate economicamente e finanziariamente sane possono beneficiare della garanzia della sezione speciale, a eccezione di quelle iscritte nell'albo delle imprese artigiane e di quelle operanti nei settori della siderurgia, dell'industria carboniera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dell'industria automobilistica, dei trasporti e dell'agricoltura. La garanzia è concessa a titolo gratuito, senza alcun costo per l'impresa e copre fino all'80% dell'importo concesso. Un'azienda che necessiti di un finanziamento a medio/lungo termine per effettuare un programma di investimento in tecnologie digitali, può esplicitare alla banca cui intende richiederlo, l'intenzione di beneficiare, a garanzia del prestito bancario, dell'intervento della "sezione tecnologie digitali" del Fondo di garanzia per le PMI ex lege 662/96. Sarà poi l'istituto di credito, effettuata un'analisi preliminare circa l'ammissibilità dell'iniziativa, a richiedere materialmente la garanzia del Fondo. Il gestore procederà all'istruttoria delle richieste pervenute e provvederà a comunicare, sia alla banca che all'impresa, l'ammissione alla garanzia.

Come funziona il Protocollo "Diamo credito al Futuro"
Il protocollo di intesa tra Confindustria e ABI sugli investimenti delle PMI in tecnologie digitali prevede che l'azienda acquirente, invece di recarsi in banca per ottenere il credito necessario, si rivolga direttamente al fornitore di ICT. Una volta definito il progetto di investimento, sulla base delle proprie necessità e con la consulenza del fornitore di tecnologie, la PMI acquirente di tecnologie definisce la pratica di finanziamento, ed emette gli effetti relativi all'ordine sottoscritto con il venditore, che a sua volta li sconterà in banca. In tal modo, l'azienda ottiene la liquidità necessaria per l'acquisto di tecnologie attraverso il fornitore senza rivolgersi direttamente alla banca e, dunque, senza essere valutata nel merito creditizio. Sarà, infatti, l'azienda fornitrice di ICT a gestire tutti i rapporti con la banca, richiedendo l'apertura di un fido globale di sconto pro-solvendo e presentando la documentazione necessaria (effetti cambiari, dilazione di pagamento all'impresa acquirente e quant'altro relativo alla valutazione del proprio merito creditizio). Il fido globale potrà essere rotativo oppure una tantum. Per il primo la banca stabilirà l'importo massimo degli effetti scontabili in un dato periodo (l'importo si riduce con le operazioni di sconto e si ripristina quando l'acquirente paga gli effetti). L'una tantum prevede, invece, una somma massima entro una scadenza determinata, ma rinnovabile. La formula, che garantisce le banche attraverso l'impegno di chi fornisce le tecnologie alle imprese, inaugura un modello di triangolazione finanziaria che tutela il sistema del credito e le capacità di investimento delle PMI. Una formula virtuosa che non intacca la possibilità di ottenere credito da parte delle imprese acquirenti e formalmente non aumenta il loro indebitamento bancario. Il meccanismo, peraltro, si integra con la sezione del Fondo di Garanzia sopra esaminata: in questo caso, infatti, al posto delle piccole imprese saranno i fornitori a richiedere alla banca di accedere alla sezione speciale, per finanziarie la dilazione di pagamento concessa alle aziende clienti. Due strumenti utili, quindi, soprattutto alle piccole e medie imprese, per raggiungere quegli aumenti di efficienza e produttività, presupposti fondamentali per il recupero della competitività aziendale e del Paese.

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