SVILUPPO E NUOVA CLASSE DIRIGENTE
IL PROGETTO DI UN ASSE AVELLINO-TORINO
Le politiche fiscali in
Europa
Pininfarina rafforza le tesi del CSC
LA DIFFICILE SITUAZIONE
DEL SETTORE MANIFATTURIERO
LA CINA AVANZA MA LA CREATIVITÀ PARLA ITALIANO
POLITICA ED ECONOMIA
A COLLOQUIO
UN TAVOLO DI GOVERNO PER LO SVILUPPO
SVILUPPO E NUOVA CLASSE DIRIGENTE
IL PROGETTO DI UN ASSE AVELLINO-TORINO
Per l’Assemblea annuale Sarno
ospita Pininfarina, Artioli e l'imprenditore meridionalista Giustino
di Filomena Labruna
Non sarà un'assemblea che andrà in archivio
quella dell'Unione degli Industriali di Avellino, del cinque ottobre
scorso. Un evento prestigioso per lo spessore degli interventi sull'industria
e il Mezzogiorno di Andrea Pininfarina, Ettore Artioli ed Enzo Giustino.
Innovativo per i temi e le proposte emerse. Perfetto sotto il profilo
organizzativo, con lo staff dell'Unione attento a tutti i dettagli.
Ma a rendere non rituale l'assemblea è stata soprattutto la qualità dell'intervento
del presidente Silvio Sarno. Garbati i toni della sua relazione,
ma determinate le posizioni. Un'analisi "sfrontata" e "disinvolta" della
situazione economica provinciale. Sarno non nasconde nulla, individua
responsabilità e
fornisce indicazioni concrete. E tutto questo gli viene riconosciuto
dagli ospiti che apprezzano soprattutto il carattere non rivendicativo
del suo intervento. Il presidente non chiede, non reclama. Nessuna
lamentela, né sollecitazioni
assistenzialiste. Un aspetto particolarmente apprezzato dai tanti
politici in sala, abituati a richieste continue, ma mai "aiutati" a
riflettere sulle problematiche del mondo industriale. La proposta
dell'asse Avellino-Torino offre speranze e apre nuove prospettive.
Andrea Pininfarina, Vicepresidente di Confindustria, riconosce alle aziende
irpine il merito di contribuire in maniera determinante alla crescita del
gruppo Fiat e afferma: «Valorizzando
la filiera dell'automotive si può sostenere e incrementare l'economia».
Un concetto che Sarno già in altre occasioni aveva esplicitato.
Poi la politica. Pininfarina non usa mezzi termini nel definire inadeguata
l'attuale classe dirigente e sottolinea la necessità di un ricambio
a livello nazionale. Sulla situazione industriale afferma: «Non sono
d'accordo sul fatto che i problemi siano la Cina e l'Euro. Lo trovo
riduttivo. Se fosse così dovremmo capire meglio come mai Francia
e Germania riescono comunque a competere meglio di noi». Secondo
Pininfarina le ragioni che frenano la competitività del territorio
sono riconducibili alle dimensioni delle aziende, ai tipi di produzione,
alla mancanza di tecnologia, di ricerca e innovazione dei prodotti.
Infine indica un percorso: «Bisogna
individuare alcuni soggetti istituzionali locali che pongano al centro
della loro attività lo sviluppo economico e che siano in grado di
attuare progetti innovativi». Ma per fare questo secondo il Vicepresidente
di Confindustria bisogna partire dalla consapevolezza che le istituzioni
non possono essere regolate da leggi generali, ma devono essere rese
autonome e responsabili. Come? «Attraverso un federalismo corretto
che garantisca una maggiore rappresentanza degli enti locali e più controllo
da parte dei cittadini sull'operato degli amministratori, chiamati
a essere trasparenti nella definizione dei bilanci». Due gli obiettivi
da perseguire secondo Pininfarina: la stabilità finanziaria, con
la riduzione del debito pubblico, e la crescita economica. Per Ettore
Artioli «Occorre
recuperare competitività creando le premesse per dare un nuovo slancio
all'economia. In Campania questo significa soprattutto nuove infrastrutture
e lotta all'illegalità». Il giudizio sulla finanziaria è rigoroso: «Non
toglie niente al Sud, ma purtroppo nulla aggiunge. Avevamo grandi
aspettative che sono andate deluse. Il governo non ha recepito il
nostro messaggio».
Artioli si sofferma sul problema del credito e boccia senza appello
la Banca del Sud: «Inattuale e spaiata rispetto alle logiche di mercato.
La Banca del Sud è soltanto uno slogan del governo». Per il
Vicepresidente di Confindustria è auspicabile che gli istituti di
credito abbiano cuore e testa nel Mezzogiorno, ma non basta: «Bisogna
soprattutto creare le condizioni perché le banche trovino conveniente
creare aree di business destinate al Sud. Una strategia che probabilmente
non dà immediate risposte, ma a che medio termine costituirà sicuramente
un'opportunità importante per le esigenze finanziarie del territorio».
Infine, Enzo Giustino, storico imprenditore meridionalista, si sofferma
sulla fiscalità di vantaggio: «É importante - sostiene
- ma deve essere lontana dai centri decisionali. Ritengo che l'unico
elemento indispensabile per la crescita dell'apparato produttivo
sia la sburocratizzazione. Gli attuali meccanismi legati alla P.A.
rendono difficile la vita degli imprenditori. É in questo campo
che bisogna sensibilizzare enti e istituzioni, correggendo questi squilibri
per fare in modo che anche il percorso di internazionalizzazione sia più agevole».
E sui lavori dell'assemblea i politici irpini convergono. L'assessore
regionale della Margherita Enzo De Luca afferma che la relazione
del presidente Sarno offre spunti interessanti. «Ci indica un percorso
da portare avanti a Palazzo Santa Lucia. E lo stiamo facendo, tant'è che
presenteremo il bilancio alla Regione. Sarà uno strumento innovativo
e recepirà il
lavoro che stiamo svolgendo per l'individuazione degli obiettivi
per la finanza di progetto». Anche il consigliere dei Ds Angelo Giusto
condivide il riferimento al rinnovo della classe dirigente. «Ho apprezzato
molto Sarno quando ha esortato la classe dirigente a essere parte
attiva del processo di sviluppo, premiando i talenti, le capacità,
la passione».
Il capogruppo di An alla Regione Francesco D'Ercole parla degli strumenti
di programmazione: «Nella finanziaria sono previste forme di valorizzazione
dei distretti industriali. Un elemento positivo per la nostra provincia
che può contarne due. Un merito che rivendico, in quanto li ho fortemente
voluti io quando ero assessore all'industria». Sulla stessa lunghezza
d'onda anche Cosimo Sibilia di Forza Italia. «In questa finanziaria
c'è grande considerazione per il Sud e le nostre realtà imprenditoriali.
Le aree geografiche interne hanno opportunità notevoli, ma serve
un lavoro di sinergia per raggiungere traguardi importanti». Soddisfatto
il sindacato. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil ribadiscono le
priorità del
Tavolo di governo per le azioni per lo sviluppo: la realizzazione
delle infrastrutture, la politica di sostegno alle infrastrutture
incentrata sull'opzione industriale, l'istituzione della scuola di
alta formazione ad Avellino, la gestione delle utilities e l'assegnazione
ad Avellino del ruolo di traino per l'intero territorio. |