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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


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Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

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GLI EXCHANGE TRADED FUNDS
MODERNI STRUMENTI D'INVESTIMENTO



strumenti di finanza innovativa per le pmi
l’offerta di unicredit banca d’impresa



GLI EXCHANGE TRADED FUNDS
MODERNI STRUMENTI D'INVESTIMENTO
È possibile diversificare il rischio combinando fondi tra loro alternativi


Sàntolo Cannavale
Esperto di mercati finanziari
s.cannavale@virgilio.it


Gli ETF (Exchange Traded Funds, fondi quotati sul mercato borsistico) sono strumenti innovativi a disposizione dei risparmiatori, assimilabili in parte ai fondi comuni di investimento, con la particolare caratteristica della negoziabilità in borsa in tempo reale delle relative quote. Gli ETF trattati nella Borsa italiana, attualmente 28, sono armonizzati UE, quindi conformi alla normativa europea, la stessa applicata ai titoli azionari. Questo aspetto ha la sua importanza anche ai fini fiscali: i guadagni conseguiti vengono tassati al momento della liquidazione con la ritenuta d'imposta del 12,5%. Per gli ETF quotati su altre piazze è opportuno informarsi volta per volta, con la precisazione che i guadagni rivenienti dalla vendita di ETF non armonizzati UE vanno contabilizzati nell'annuale dichiarazione dei redditi, con conseguente applicazione dell'aliquota fiscale corrispondente allo scaglione di reddito dell'interessato. Gli ETF consentono di prendere posizione su un indice (globale, regionale, settoriale, ecc.) e vengono acquistati e venduti dagli investitori direttamente in borsa, dove vengono quotati giornalmente e continuamente come normali titoli azionari, mediante ordini impartiti a una banca o società d'intermediazione mobiliare (SIM) presso cui è attivato un conto corrente di appoggio. Gli ETF sono fondi esplicitamente "a gestione passiva" che replicano il più fedelmente possibile l'indice azionario o obbligazionario prefissato (cosiddetto "indice benchmark"), verificabile durante la giornata borsistica. I capitali raccolti vengono sistematicamente investiti in un portafoglio di titoli che, per tipologia e quantità, replica l'indice di riferimento. Detto portafoglio viene collocato presso una banca depositaria la cui funzione principale è di garantire l'effettiva esistenza del paniere di titoli che rappresenta l'unica attività patrimoniale da cui deriva il valore delle azioni o quote dell'ETF. Un particolare meccanismo consente di minimizzare la differenza di rendimento, positiva o negativa, tra ETF e "benchmark". La circostanza ha evidenti riflessi in termini di trasparenza ed economicità; i costi di gestione sono limitati e vanno dallo 0,20 allo 0,60% annuo e non prevedono commissioni di entrata, uscita e "performance", a differenza di altri strumenti finanziari i cui costi variano dall'1 al 3% annuo. Per la compravendita l'intermediario addebita una commissione di negoziazione (da 0,20 a 0,35%), come per i titoli azionari. Gli ETF si differenziano dai tradizionali fondi comuni d'investimento che vengono venduti e riacquistati (sovente anche "confezionati") direttamente da banche e intermediari finanziari e gestiti preferibilmente in maniera attiva, con interventi sulla composizione del fondo, sulla rotazione dei titoli in portafoglio, sulla tempistica degli acquisti: per questa attività le banche applicano consistenti commissioni di gestione.
La liquidità del mercato è assicurata dalla presenza di operatori finanziari autorizzati (market maker o specialist) che devono garantire adeguati volumi su ciascuno strumento finanziario durante l'intero arco della seduta di borsa, con liquidabilità immediata dell'investimento. La liquidità del mercato è indipendente dal volume degli scambi ed è assicurata anche in totale assenza di negoziazione e di proposte di terzi. Attualmente sono 9 i "market maker" o "specialist" autorizzati a operare sulla borsa milanese, che hanno l'obbligo di esporre prezzi in acquisto e in vendita in maniera continuativa. Borsa italiana definisce uno "spread" regolamentare tra offerta (bid) e domanda (ask) sulla base delle caratteristiche dell'ETF quotato. Lo "spread" medio registrato dai 24 ETF negoziati nel secondo trimestre 2005 è risultato sempre inferiore a quello stabilito dall'MTF (Mercato telematico dei fondi). La liquidazione dei contratti ETF, come per le azioni, avviene in Monte Titoli dopo tre giorni dalla negoziazione. Nella Borsa Italiana i contratti ETF sono garantiti sia dal "Fondo di garanzia dei contratti" sia dal "Fondo di liquidazione". A differenza dei fondi comuni che ufficializzano il valore della quota con un giorno di ritardo, il NAV (Net asset value, cioè il valore di mercato) degli ETF è disponibile in tempo reale; il NAV ufficiale viene indicato a fine giornata. A fine 2004 erano circa 340 gli ETF quotati in tutto il mondo, con un patrimonio pari a circa 310 miliardi di dollari (+46% rispetto all'anno precedente). Gli ETF sono nati e hanno registrato il loro maggiore sviluppo negli Stati Uniti a partire dal 1993, dove rappresentano ormai un quarto degli scambi del New York Stock Exchange (NISE). In Europa sono arrivati nel 2001.
Le piazze finanziarie di Parigi, Francoforte, Londra e Amsterdam hanno sviluppato velocemente uno specifico segmento di mercato sulla scia dell'esperienza maturata negli Stati Uniti. Nel settembre 2002 gli ETF sono approdati in Italia e gli operatori hanno apprezzato il nuovo strumento d'investimento. Milano è oggi la prima borsa in Europa per numero di contratti su ETF, con una quota di mercato superiore al 30%. I primi a utilizzare ETF sono stati gli investitori istituzionali, tra cui banche, assicurazioni e fondi pensionistici. Nei primi sette mesi del 2005 la raccolta italiana del comparto, pari a 1,6 miliardi di euro, ha registrato una crescita del 200% rispetto allo stesso periodo del 2004. La dimensione media dei contratti è scesa a luglio 2005 a 22.000 euro, confermando che anche i piccoli e medi investitori hanno iniziato a conoscere e apprezzare i vantaggi degli ETF, inserendoli nei propri portafogli di investimenti. Il mercato azionario italiano è coperto dal "Lyxor Etf S&P/MIB" emesso dalla francese Societè Generale. Vi sono ETF che fanno riferimento ai principali indici azionari europei: "IShares Dj Euro Stoxx 50" e statunitensi: "IShares S&P 500". "IShares FTSE/Xinhua 25" copre il mercato cinese; "Ishares MSCI Japan" è collegato al mercato azionario giapponese. Vi sono ETF che fanno riferimento ad alcuni settori specifici dell'area euro, come le "mid" e "small cap" (aziende di media e piccola capitalizzazione), il settore tecnologico USA e, più di recente, anche il mercato obbligazionario europeo. Quest'ultimo comparto è coperto da tre strumenti: "Lyxor Etf EuroMTS 10-15Y" investe in titoli di Stato zona euro con scadenza tra 10 e 15 anni; "Lyxor Etf EuroMTS 3-5Y" fa riferimento a titoli di Stato zona euro con vita residua da tre a cinque anni; "Lyxor Etf EuroMTS Global" investe in 120 titoli di Stato dell'area euro con scadenza da uno a trent'anni. "IBoxx Eur Liquid Corporates" comprende 40 obbligazioni di società dell'area euro con alto rating (investment grade). La Societè Generale Group dal 29 settembre ha ampliato la propria offerta con ulteriori tre nuovi ETF. Si avverte la mancanza sul listino di borsa italiana di un ETF riferito a titoli obbligazionari dell'area americana. Mancano anche ETF che coprano specificamente mercati settoriali di grande interesse: tra essi quello energetico e petrolifero in particolare, nonché quello riguardante materie prime e comparto aurifero. Per negoziarli occorre riferirsi alle borse di Parigi, Francoforte o NY, per il tramite di intermediari nazionali attrezzati allo scopo. Le più importanti società emittenti degli ETF quotati alla borsa di Milano risultano, con dati riferiti al 30 giugno 2005: Lyxor I.A.M. (Societè Generale) con 6 ETF (oggi 9) e patrimonio totale (NAV) di 3.913,87 milioni di euro; EETFC Plc con 2 ETF e patrimonio totale di 3.216,82; IShares Plc (Barklays Capital) con 8 ETF e patrimonio totale di 2.052,36 milioni di euro. Il Lyxor ETF EuroMTS Global (investe in titoli di Stato area euro) è in testa alla classifica degli ETF più trattati, seguito dal Lyxor ETF S&P/MIB agganciato al mercato azionario italiano e dall'ETF IShares S&P 500 collegato al mercato azionario americano. Gli ETF azionari perseguono la riduzione del rischio inserendo una pluralità di titoli in portafoglio e una piccola frazione di capitale della singola azienda quotata.
L'ETF risente comunque degli oscillanti valori di mercato delle società e dell'andamento ciclico dell'economia, riproducendo passivamente le variazioni del relativo indice di borsa. Soccorrono, a beneficio dell'investitore, le logiche prudenziali di allocazione del risparmio che, tenendo conto delle personali aspettative di rendimento e dei possibili tempi di attesa, aiutano a diversificare il rischio combinando strumenti tra loro alternativi (azionari, obbligazionari, di liquidità), puntando sulla diversità di mercati, settori, valute, per compensare i difformi andamenti e sfruttare le favorevoli correlazioni. Il tutto con l'eventuale ausilio di consulenti il più possibile "indipendenti".

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