L’ASSESSORE COZZOLINO PROPONE NUOVI INCENTIVI
«BASTA CON I FINANZIAMENTI A PIOGGIA»
I meccanismi dei regimi di aiuto
non rispondono alle specifiche esigenze del territorio campano
di Raffaella Venerando & Gaia
Sigismondi
Andrea
Cozzolino
Assessore alle Attività Produttive
Regione Campania
Migliorare l'attrattività della Campania e con essa la politica
industriale. L'Assessore regionale alle Attività Produttive Andrea
Cozzolino ci ha spiegato in che modo è possibile raggiungere questo
obiettivo.
Capitali esteri e territorio campano. Su cosa è possibile
lavorare per rendere maggiormente appetibile la nostra regione?
Rispetto agli investimenti esteri, in Campania i problemi sono di due
ordini diversi: la scarsa conoscenza all'estero delle potenzialità del
nostro territorio e gli alti costi delle aree d'interesse. Per quel che
riguarda il primo punto, basti citare l'indagine che il dipartimento per
le politiche di sviluppo del Ministero dell'Economia ha svolto tra gli imprenditori
di dodici nazioni per valutare la capacità attrattiva del Mezzogiorno.
Ebbene, siamo percepiti come attrattivi solo per il settore turistico. Sono
pochi quelli che conoscono realmente il nostro territorio e le possibilità che
esso offre. Agli imprenditori che manifestano la propria disponibilità a
investire in Campania, quindi, dobbiamo essere in grado di dire subito quali
sono le aree disponibili, qual è il livello delle infrastrutture
e, soprattutto, dobbiamo offrire loro prezzi competitivi. Come facciamo
a essere competitivi se per le aree industriali si pagano cifre mediamente
superiori che altrove? È per questo che abbiamo pensato di istituire
un fondo immobiliare al quale conferire le aree. In questo modo potremo
rendere più efficiente e velocizzare l'iter per la loro acquisizione,
così come potremo avere un'unica procedura regionale per assegnare
le aree, con standard qualitativi di ingresso per le imprese. Senza contare
che, con la cessione al mercato delle quote del fondo, contribuiremo ad
alleggerire il bilancio regionale. In pratica, il fondo, detenendo la proprietà delle
aree e concedendole in garanzia al sistema finanziario, raccoglierà risorse
per migliorare l'infrastrutturazione delle stesse e ottimizzarne le procedura
di assegnazione.
Come va ripensato il sistema degli incentivi al Mezzogiorno?
Serve una maggiore selettività nell'individuare settori e aziende
su cui puntare: non si può continuare a concedere finanziamenti a
pioggia, senza una strategia precisa alla base, senza puntare su quel che
davvero può permettere al Sud d'Italia di crescere. Ci vogliono scelte
precise e mirate, da parte del Governo nazionale, per far ripartire il Mezzogiorno.
Ma accanto a questo, le Regioni devono fare la propria parte. Vede, la maggior
parte delle leggi che regolano il regime di aiuto sono modellate su meccanismi
nazionali che non rispondono alle nostre specificità territoriali.
Bisogna renderle più aderenti alle esigenze delle imprese campane.
Questo vuol dire avere nuovi parametri legati al territorio, ai settori
che si ritengono strategici, alle aziende che sono in grado di competere,
all'innovazione e alla ricerca. E su questo dobbiamo modellare la nostra
politica industriale. Vogliamo mettere in piedi un regime di aiuto che sia
da guida anche per il prossimo periodo di programmazione comunitaria.
Quali i rischi per la Campania con la programmazione degli aiuti allo
sviluppo da parte dell'UE per il sestennio 2007-2013?
Per il 2007-2013 sono previste minori risorse per la Campania, quindi
occorrerà direzionarle verso progetti sempre più mirati. Le
nostre linee guida saranno tre: selezionare di più e meglio le risorse
a favore delle imprese che sostengono il peso della competizione internazionale;
promuovere, valorizzare, internazionalizzare la nostra economia; e infine,
lavorare sulle infrastrutture per lo sviluppo, da quelle materiali a quelle
immateriali. Queste dovrebbero essere le linee di una seria politica industriale.
Bisogna quindi fare in modo che le politiche ordinarie della Regione si
incrocino e integrino con i Fondi europei. In questo senso stiamo già lavorando
con la predisposizione del documento strategico.
Un suo impegno per la trasparenza delle attività del suo Assessorato
e per la corretta informazione e pubblicazione di quelle dell'intera Regione
Campania.
Stiamo valutando la proposta lanciata dai Giovani Industriali di Confindustria
per la trasparenza degli atti amministrativi. La prima cosa che faremo sarà dotarci
di un portale del nuovo assessorato che dia informazioni ma anche risposte
ai tanti quesiti che spesso rimangono inevasi. Vogliamo utilizzare al meglio
le nuove tecnologie, essere il più possibile interattivi e garantire,
al tempo stesso, oggettività delle scelte e maggiore trasparenza
anche nei rapporti.
A chi devono rivolgersi le aziende di installazione e di servizi, che
hanno lavorato per la Regione Campania e le sue partecipate, cheora non
si vedono riconosciuti i pagamenti per le prestazioni svolte?
Innanzitutto, vanno definiti quali e quanti siano i contenziosi in atto
e verificati i tempi di pagamento per coloro che forniscono installazioni
e servizi. Occorrerà poi una procedura trasparente, attraverso il
sostegno del settore bancario, per poter ridurre ritardi e inefficienze
che certamente danno un duro colpo a chi opera con la Pubblica Amministrazione.
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