INNOVAZIONE E AIUTI DI STATO
PRODUTTIVITÀ E R&S NELL'UE
La Commissione lancia una consultazione
rivolta alle PMI
Salvatore Vigliar
Docente di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione - Università della
Basilicata
Esperto di Politiche Comunitarie
studiovigliar@virgilio.com
L'innovazione è connessa con un processo che
consente di combinare la conoscenza e la tecnologia con lo
sfruttamento delle opportunità offerte dal mercato per
prodotti, servizi e processi commerciali nuovi o più avanzati
rispetto a quelli già disponibili sul mercato comune,
e comporta un certo grado di rischio». É questa
la definizione elaborata dalla Commissione europea nell'ambito
del Piano d'Azione predisposto in materia di "aiuti di
Stato", ed è partendo da essa, e in particolare
dalla considerazione che l'innovazione rappresenta un elemento
centrale per stimolare la crescita e l'occupazione nell'Unione
Europea, che la stessa Commissione ha recentemente lanciato
una consultazione volta a "raccogliere" il parere
delle parti interessate circa i miglioramenti specifici da
introdurre nella regolamentazione di settore, compresi i chiarimenti
necessari per rafforzare la certezza del diritto, le nuove
possibilità di finanziamento, la definizione di criteri
per rendere gli aiuti più mirati e la semplificazione
del contesto normativo. Secondo la Commissione, infatti, l'insufficiente
attività innovativa figura tra le cause principali dell'andamento
negativo della produttività in Europa. Nonostante qualche
buon risultato in materia di Ricerca & Sviluppo e la presenza
di leader tecnologici, è opinione comune che l'UE debba
adottare una strategia più efficace. In tale contesto,
la Commissione ha cercato di individuare i problemi che ostacolano
l'innovazione e i contributi positivi che potrebbe dare al
riguardo la politica degli aiuti di Stato. In realtà,
le difficoltà variano considerevolmente a seconda dei
diversi comparti dell'industria europea. In determinati settori,
infatti, l'UE ha registrato notevoli progressi e vanta un certo
numero di leader tecnologici. Ciò vale soprattutto per
i trasporti (Airbus, treni ad alta velocità, sistemi
di segnalazione intelligenti, ecc.) e l'energia (energie rinnovabili,
gasdotti di trasmissione isolati, centrali nucleari, a gas
o idrauliche). Negli altri settori, invece, è necessario
prendere atto di un considerevole ritardo. In particolare,
le principali problematiche individuate dalla Commissione possono
essere sintetizzate come segue:
1. Mancanza di norme e standard comuni: differenze tra i regimi
fiscali e previdenziali, che ostacolano la mobilità di
ricercatori e innovatori; differenze tra le procedure di certificazione,
che rallentano il trasferimento di modelli e idee commerciali
innovativi tra i paesi dell'UE; differenze tra le procedure
di protezione dei brevetti nei singoli Stati membri.
2. Carenze dei mercati finanziari e occupazionali: mancanza
di finanziamenti privati per l'R&S e l'innovazione, specialmente
per le PMI; mercato del capitale di rischio poco sviluppato;
scarsa esperienza in materia di investimenti e incapacità di
valutare le imprese innovative; carenza di manodopera qualificata;
incapacità delle PMI di attirare personale altamente
qualificato.
3. Mercati dei prodotti poco efficienti: ostacoli all'ingresso
delle PMI sul mercato; impossibilità per le PMI di svilupparsi
rapidamente sui mercati nazionali e negli altri Stati membri
(contrariamente a quanto avviene, ad esempio, negli Stati Uniti);
tutela inadeguata dei diritti di proprietà; rapporti
rischio/beneficio poco favorevoli agli investimenti nei prodotti
totalmente innovativi; difficoltà delle PMI per individuare,
sviluppare e promuovere le tecnologie non sperimentate nonché per
creare opportunità di mercato e partenariati.
4. Coordinamento insufficiente delle politiche: l'ubicazione
delle unità operative che si occupano di Ricerca & Sviluppo
e innovazione viene decisa sempre più spesso a livello
globale. Gli Stati Uniti, il Giappone e i nuovi concorrenti
asiatici stanno migliorando la loro capacità di procurarsi
le risorse, le infrastrutture e i finanziamenti necessari per
attirare ricercatori e investimenti a favore dell'innovazione.
Per contro, l'UE sembra essere sempre meno in grado di evitare
la frammentazione tra gli Stati membri e, di conseguenza, si
presenta come una sede poco adatta per impiantare unità operative
di R&S e di innovazione.
5. Inefficienze sistemiche generali: i problemi individuati
riguardano, tra l'altro, la scarsa interazione tra industria
e università; le carenze in termini di collaborazione
e creazione di reti; la lenta adozione delle TIC da parte delle
imprese; l'eccessiva complessità dell'iter burocratico
associato ai finanziamenti pubblici; i ritardi nello sviluppo
e nell'adozione delle tecnologie ambientali; la mancanza di
una cultura. imprenditoriale, l'atteggiamento negativo nei
confronti del fallimento e l'avversione al rischio.
Le problematiche richiamate sono dovute in gran parte a fattori
sistemici e normativi, oltre che alla mancanza di finanziamenti
e all'insufficiente apertura del mercato. Molte criticità,
quindi, non possono essere risolte mediante aiuti di Stato
e richiedono un'impostazione politica più globale. Per
di più, mentre alcuni dei problemi citati sono il risultato
di politiche pubbliche carenti, quelli delle categorie 2),
3) e 5) possono derivare anche da "fallimenti" del
mercato. Basandosi su un'analisi fattuale, la Commissione ha
individuato le seguenti cause dei fallimenti del mercato che
si ripercuotono sull'innovazione: innovazione come bene pubblico
e esternalità; diffusione inadeguata delle informazioni,
inefficienza dei mercati dei capitali; non corrispondenza tra
le qualifiche offerte e quelle richieste dal mercato del lavoro
e problemi di coordinamento. La Commissione ha riscontrato
altresì che l'innovazione tecnologica rappresenta solo
una parte del potenziale innovativo. Nel settore dei servizi,
in particolare, l'innovazione comporta lo sviluppo di nuovi
modelli, metodi e strumenti commerciali. Le prassi del terziario
in materia di innovazione sono diverse da quelle seguite negli
altri settori, poiché maggiormente imperniate sulla
competenza professionale, sulla creatività e sull'innovazione
a livello organizzativo. A quanto pare, molte società di
servizi investono somme considerevoli nelle attività "innovative",
ma ciò non risulta né dalle statistiche nazionali,
né dalle inchieste né dalla contabilità.
Non disponendo di dati attendibili sugli investimenti nelle
forme di innovazione non tecnologiche, è difficile individuare
gli eventuali fallimenti del mercato. La Commissione sta cercando
di migliorare le relazioni finanziarie affinché contengano
informazioni più esaurienti sulle spese di R&S non
connesse alla tecnologia.
.
Per ulteriori informazioni:
il testo completo della consultazione è reperibile sul sito: http://www.europa.eu.int
|