UN PIANO PER LAVORARE CON PIACERE
COME VALORIZZARE L'APPORTO DELLE DONNE
MANAGEMENT: LA LEZIONE VIENE
DAL REGNO
IL SUCCESSO È CREARE LA TAVOLA ROTONDA
UN PIANO PER LAVORARE CON PIACERE
COME VALORIZZARE L'APPORTO DELLE DONNE
Il testo propone alcune piste per
cambiare l'organizzazione aziendale
a cura del Denaro Cultura
Lavorare
con piacere. Equilibrio tra vita e azienda
Ornella Casale e Paola Piva, Ediesse, 2005
pagine 130 - euro 8,00
Buon lavoro” è l'augurio che potrebbero scambiarsi
la mattina persone che lavorano nella stessa organizzazione.
Augurio di produrre un buon risultato, cooperare in armonia
e la sera tornare a casa soddisfatti. Purtroppo, la maggior
parte delle persone è scontenta e parla male del proprio
lavoro, creando un sentimento collettivo di disagio rispetto
alle attività da svolgere. Da qui ne deriva che il
lavoro ben organizzato, oltre a produrre reddito, diventa
una componente importante del welfare, in quanto assicura
benessere ai singoli, dando stabilità ai legami sociali
e fiducia nel futuro. Proprio questo è il tema centrale
di "Lavorare con piacere", scritto dalle sociologhe
Ornella Casale e Paola Piva. La guida propone alcune linee
di intervento che attengono al welfare, ponendosi dal lato
delle imprese e guardando soprattutto agli attori impegnati
a creare benessere organizzativo. L'esperimento consiste
nell'adottare un'ottica di genere per aprirsi a una visione
sociale del lavoro, a vantaggio di donne e uomini. Si offrono
chiavi di lettura per scoprire i tratti maschili, falsamente
neutri, della cultura organizzativa, portando esempi di interventi
nel settore pubblico e privato nei quali risalta il ruolo
attivo delle donne. L'attenzione delle autrici si sposta,
poi, sulla qualità del territorio, passando dai miglioramenti
nelle aziende a quelli per la vivibilità fuori del
lavoro. La guida suggerisce come collocare le iniziative
per rendere "gradevole" il lavoro nel contesto
unitario del territorio. Nel primo capitolo vengono illustrate
alcune linee di intersezione tra politiche per le persone
dentro il lavoro e infrastrutture sociali fuori, nel territorio.
Nel secondo, invece, mettendo a fuoco situazioni tipiche
in cui i programmi aziendali di miglioramento incontrano
ostacoli poco chiari, si risale ad alcune strutture mentali
implicite che impediscono di dare il giusto valore al lato
femminile dei ruoli e delle funzioni organizzative. Vengono
tracciate alcune piste per il cambiamento interno alle aziende
e agli enti pubblici, basate su uno schema aperto, democratico;
senza gerarchie tra donne e uomini, giovani e anziani, soggetti
in posizione centrale e ai margini. Si riafferma, quindi,
il principio delle pari opportunità. Il terzo capitolo
poi suggerisce come mettere in pratica questa strategia:
facilitare la conoscenza dell'azienda/ente in tutte le sue
componenti, incoraggiare l'iniziativa dei soggetti innovatori,
dare voce a giovani e lavoratori in transito, promuovere
scambi intersettoriali, orari personalizzati, servizi di
prossimità. Viene messo in risalto il fatto che si
tratta di esperienze in gran parte promosse da dirigenti
e amministratrici donne. Emerge, inoltre, il ruolo protagonista
della Provincia, essenziale nelle politiche di intersezione
tra lavoro e sociale e nel coordinamento di vari strumenti
tesi allo sviluppo sostenibile: patti territoriali, piano
dei tempi e degli orari, Agenda 21, piano regolatore sociale.
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