sessant’anni DI ASSOCIAZIONISMO
LA STORIA DI CONFINDUSTRIA A CASERTA
Grande partecipazione di imprenditori
e autorità per la festa della Territoriale
di Antonio Arricale
E' stata una bella festa di compleanno. Per la solennità della
sede scelta (il teatro di corte della Reggia di Caserta), per l'indiscusso
carisma di Luca Cordero di Montezemolo, leader di Confindustria.
Per la qualità degli ospiti. E per la grande partecipazione di imprenditori
di ogni generazione all'evento. I 60 anni dell'Unione Industriali
di Caserta hanno concesso poco ai ricordi, molto di più alla riflessione:
dai problemi locali, legati allo sviluppo di un provincia che reclama
grandi infrastrutture, a quelli di ordine generale, che attengono
al sistema Paese. Inevitabile, dunque, che l'attenzione si concentrasse
soprattutto sulla legge finanziaria (non a caso è stato il tema
dominante della tavola rotonda coordinata dall'economista Massimo
Lo Cicero con il ministro delle comunicazioni Mario Landolfi, l'assessore
regionale alla Ricerca Scientifica e all’Università Teresa
Armato e il segretario nazionale della Cisl Savino Pezzotta). Ma
il territorio, l'ex Brianza del Sud in cerca di un vero e credibile new
deal, non ne è rimasto
escluso.
Caserta costantemente al centro dell'attenzione sia nella breve riunione
della giunta e del consiglio dell'associazione con Montezemolo nella sala
Giunione della Soprintendenza (hanno parlato il presidente dell’Unione
Industriali di Caserta Carlo Cicala e il presidente di Confindustria Campania
Cristiana Coppola); sia negli indirizzi di saluto del sindaco Luigi Falco «Terra
di Lavoro non è lo sversatoio di Napoli ma il capoluogo di una terra
ricca di risorse», e del presidente della Provincia Sandro de Franciscis «Bisogna
finirla con la logica della reciproca delegittimazione, politici e imprenditori
devono lavorare per comuni e realistici obiettivi»; sia ancora nella
relazione di Cicala. Una dettagliata analisi, quest'ultima, dello stato
dell'arte: dall'investimento sulle cosiddette "due i" (innovazione
e internazionalizzazione) all'esigenza di puntare sempre più a un
gioco di squadra per rilanciare lo sviluppo.
Ma Caserta e le sue ansie
di crescita l'ha messa al centro del suo intervento lo stesso presidente
Montezemolo. Quando ha richiamato la politica ad accelerare i tempi per
l'aeroporto internazionale di Grazzanise in sinergia e non in condominio
con Capodichino, «perché la logistica qui come altrove è indispensabile
alla crescita economica»; quando ha scherzosamente invitato i presenti
ad acquistare auto italiane, prendendo spunto dal simpatico passaggio tra
Punto e 159 esposte in uno dei cortili della Reggia; e quando ha ricordato
che il primo dovere degli imprenditori «è sapere rischiare» (monito
forse involontario ma decisamente adeguato a uno degli atavici limiti della
classe imprenditoriale locale). Alle "due i" di Carlo Cicala,
al quale il presidente Montezemolo ha pubblicamente dato atto della riuscita
dell'iniziativa (tra gli ospiti anche l'ambasciatore russo in Italia Meshkov),
il presidente di Confindustria ne ha aggiunte altre due. Infrastrutture
(e logistica) e investimenti: parole chiave per il Sud, ha spiegato, dando
ragione a chi lo considera tra i pochi in Italia a occuparsi ancora e concretamente
di Mezzogiorno. Non a caso dal numero uno di Fiat e Ferrari è giunto
anche l'apprezzamento per le grandi firme dell'imprenditoria "casertana" che
hanno investito da queste parti, a cominciare da Ferrarelle e Barilla. «È la
strada da seguire, la dimostrazione che qui si può investire»,
ha detto il leader di Confindustria.
IL PRESIDENTE CICALA:
«UN NEW DEAL
PER LO SVILUPPO»
Riportiamo qui di seguito la relazione svolta dal Presidente Carlo Cicala
in occasione dell’evento:
«Signore e Signori, un riconoscente saluto, prima di tutto, alle Autorità qui
gentilmente convenute, ai rappresentanti della stampa, nonché ai dirigenti
dei vari Enti e Organizzazioni coi quali siamo ormai da numerosi anni alleati,
in campi di comune interesse, da rapporti di reciproca stima, comprensione
e schietto spirito di collaborazione. La presenza dell'Eccellenza Ministro
e delle altre Personalità di Governo, delle Autorità, dei maggiori
esponenti degli altri settori economici, di Enti e Istituti, torna a noi
sommamente gradita anche perché segno di quel vivo interessamento
con il quale l'attività del settore industriale è seguita e,
ritengo, anche apprezzata. É - inoltre - per noi tutti motivo di vero
piacere vedere qui, in questa celebrazione, i rappresentanti degli Ordini,
Collegi e Albi di Professionisti di Caserta che, all'atto della fondazione
erano con noi e coi colleghi delle Associazioni dei Commercianti, degli Agricoltori
e degli Artigiani, in quel coacervo di forze e più ancora di volontà che
costituì il primo nucleo da cui trassero le mosse le prime libere
organizzazioni professionali di quella che poi sarebbe stata la Provincia
di Caserta. Il nostro saluto va anche ai Colleghi delle altre Organizzazioni
sindacali, ai quali ci legano rapporti - oltre che di colleganza -
anche di schietta amicizia.
Come ogni relazione che si rispetti, dovrei a questo punto trattare
della nostra attività, elencare - come negli interventi di Autorevoli
Colleghi - tutte le cose che non vanno, partendo dai disagi che come cittadini
quotidianamente sopportiamo in materia di grandi temi sociali come la sanità,
la sicurezza, infrastrutture e quant'altro in queste occasioni è d'uopo
aggiungere, per scendere poi alle questioni aperte su ogni territorio,
quali l'alto costo del denaro, il costo del lavoro gravato da pesanti
oneri previdenziali, la pressione fiscale eccessiva, il fabbisogno
energetico, e via discorrendo. Questi problemi li ho ritrovati sempre in
tutte le relazioni dei grandi Presidenti che mi hanno preceduto, sin dai
nostri albori, inclusa quella del nostro primo Presidente, avvocato Antonino
Bologna dalla quale ho preso in prestito - come doveroso omaggio - le formule
di saluto iniziali in occasione del decennale celebrato nel 1955.
Ma,
illustri Autorità,
Presidente Montezemolo e Cari Colleghi, l'occasione di oggi è troppo
importante per attardarci su grandi temi, sui quali altri meglio
di noi ne discutono quotidianamente, o ancor peggio, impiegare questa
circostanza per recriminare o addirittura polemizzare su vicende locali.
Non è il
momento, quello odierno, per parlare di cose che si sarebbero potute
fare ma non si sono fatte, di importanti opere strategiche per lo
sviluppo che da anni aspettiamo di vedere realizzate come l'interporto
Maddaloni-Marcianise e l'aeroporto di Grazzanise, di una politica del Governo
che - tranne la recente timida apertura della finanziaria sul cuneo fiscale
- non ci ha soddisfatto se non, addirittura spesso dimenticato o peggio
ignorato, di un programma di chi si candida a governare altrettanto generico,
privo di specifiche proposte per cambiare rotta, tendente più a
captare il dissenso che a coagulare energie sane e propositive su proposte
chiare ed efficaci. Credo, infatti, che il periodo che la storia
industriale ci ha assegnato non può dirsi certo il più felice;
tocca quindi a noi, in primo luogo, svolgere un'attività non delegabile
ad altri poteri per ritrovare le giuste motivazioni al nostro interno
onde rafforzare i valori - tutt'ora altamente nobili e perfettamente attuali
- che diedero luogo 60 anni fa all'incontro tra volontà e spirito
d'iniziativa con le quali fu costituita la Nostra Associazione e
che potranno consentirci ancora di superare la fase di forte stagnazione
in cui si trovano le nostre imprese. É con questo spirito che oggi
celebriamo i 60 anni: con lo sguardo volto al futuro: "60 anni: l'impresa
verso il domani".
Ritengo infatti di aver raccolto nelle lunghe consultazioni che hanno
preceduto la mia elezione un forte desiderio di cambiamento e di
rinnovamento; e su questo ho cercato di portare nel mio programma le aspettative
dei numerosi colleghi che oggi fanno parte della nostra famiglia associativa.
Un rinnovamento ed un cambiamento che non riguarda necessariamente
nomi, cariche, sigle, ma piuttosto cambiamento e rinnovamento del modo
di affrontare, pensare e realizzare. É necessario Autorità,
Signore e Signori, Amici imprenditori un nuovo approccio, una nuova attenzione
a tutto ciò che
intorno a noi sta già cambiando. Occorre, dunque, una nuova stagione,
una capacità di pensare e agire in maniera non convenzionale, una
svolta, un "New Deal". La consapevolezza della crescente evoluzione
imposta dai mercati internazionali, unitamente all' interdipendenza
esistente fra le economie ed i mercati nazionali stessi, non può che
indirizzare il percorso di "noi imprenditori" sui processi di
Internazionalizzazione e Innovazione: sono questi, infatti, i principali
asset strategici sui quali ho inteso definire le linee programmatiche
di questa Presidenza. Il nuovo corso, dunque, si traduce nell'attuazione
di una " ambiziosa
strategia" che mira a far elevare l'Associazione, incrementando il
suo grado di performance, attraverso l'adozione dei più moderni
processi decisionali e nuovi obiettivi. Ma alla domanda: è possibile " decollare"?
La nostra risposta è sì!
Aggiungendo al motore dell'Associazione
un' "Elica Associativa"! (v. Grafico alla pagina successiva).
Un volano, insomma, in grado di innescare un circolo virtuoso che
coinvolga a differenti livelli il sistema produttivo territoriale,
il mondo dell'Associazionismo, il sistema politico, regionale e nazionale;
un vortice che, partendo dal posizionamento strategico dell'Associazione
stabilito dagli Organi Associativi e passando attraverso progetti collettivi
e poi nuovi servizi individuali, porti all'elaborazione di proposte più aderenti
ai reali bisogni delle imprese che infine verranno sottoposte ai
poteri decisionali competenti. Attraverso questa nuova formula, sinteticamente
accennata nelle sue azioni principali, è possibile "affrontare
proattivamente le grandi sfide" che attendono le nostre Imprese. Il
nostro universo produttivo locale è caratterizzato principalmente
da Piccole Imprese, Micro-Imprese, Artigiani, un congruo numero di
Medie Imprese e poche Grandi Industrie.
La provincia di Caserta ha 5 aree industriali realizzate dal consorzio
ASI e tra queste quella di Marcianise figura, per densità d'imprese
e occupazione, tra le prime dell'intero Mezzogiorno. Il comparto industriale,
del quale ci onoriamo di essere l'espressione più rappresentativa
sul territorio, rappresenta, in base a dati ufficiali, quasi un terzo del
prodotto interno lordo provinciale, così come l'industria è la
categoria economica con il maggior numero di addetti a livello locale,
caratterizzata da una predominanza di piccole e medie imprese. Pertanto,
appare chiaro come il binomio Internazionalizzazione/Innovazione affrontato
dal singolo operatore comporti notevoli rischi - non per l'incapacità di
quest'ultimo - ma per oggettive difficoltà dovute principalmente
a mancanza di risorse, adeguato supporto e competenze. I singoli attori
per far fronte a tale difficoltà trovano nell'Associazionismo, ovvero
nella capacità di condividere problematiche di settore, un importante
strumento di supporto strategico e operativo.
É evidente dunque che il miglioramento dei soggetti aggreganti - ovvero
in primis della nostra Unione - presenti sul territorio, produrrà effetti
positivi sul sistema produttivo ed economico complessivo della provincia
casertana. Il sistema politico, infatti, troppo spesso lontano dalle realtà produttive
locali e quindi oggettivamente incapace di sostenere relazioni puntuali con
i singoli operatori economici, specie le PMI, potrebbe beneficiare dell'azione
intermedia dei soggetti aggreganti, qual'è e, più ancora vuole
essere, per realizzare l'obiettivo di sostenere la competitività del
sistema.
I soggetti aggreganti sono gli intermediari naturali tra il sistema
politico regionale, nazionale e comunitario e le realtà produttive
locali. L'Associazione,infatti, dal momento che condivide quotidianamente
le problematiche delle imprese, si trova nella condizione privilegiata
rispetto all'interlocutore politico ed istituzionale.
L'implementazione del New Deal non è altro che lo sviluppo di variegate
e diverse azioni coordinate tra loro. Tra queste assume particolare priorità il
tavolo delle 2i, un tavolo di lavoro di alto profilo, multilingue,
multiculturale e multisettoriale: Strumento quindi di assitenza alla
decisione e di supporto tecnico sulle tematiche della Innovazione e dell'Internazionalizzazione:
ecco quindi le 2i.
Questo Tavolo, insieme al altre azioni, come quelle in capo al Comitato
Tecnico Scientifico, del quale vedo in sala alcuni autorevoli componenti
e che ringrazio per averci dedicato la loro attenzione, può produrre
interessanti risultati. E proprio da una prima azione del Tavolo delle
2i è nato e sta prendendo corpo il Progetto E.L.M.I. (L'Eccellenza
Locale per i Mercati Internazionali) che, in partenariato con una Associazione
Artigiana, ha già beneficiato del riconoscimento formale di sostegno
e risorse della Regione Campania a valere sui fondi dell'Unione Europea.
Il progetto, tra i primissimi nella graduatoria a livello regionale,
ha suscitato già notevole interesse sulla stampa specializzata nazionale
ed europea e mira ad agevolare il rapporto di conoscenza tra le produzioni
locali di eccellenza realizzate nella nostra provincia ed il variegato
panorama di acquisitori europei. I referenti del Progetto mi hanno da pochi
giorni informato che la fase centrale dell'iniziativa, consistente in una
importante convention di esperti, buyers europei ed extraeuropei, dovrebbe
tenersi nel prossimo maggio- grazie alla preziosa collaborazione dell'Amministrazione
Comunale di Caserta guidata dal Sindaco Luigi Falco- nell'incantevole cornice
del Belvedere di San Leucio, altra gemma incastonata a pochi passi da questo
splendido gioiello che è Reggia vanvitelliana, messa a disposizione
per la circostanza dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Artistici
di Caserta e Benevento, retta dalla nostra conterranea dottoressa Giovanna
Petrenga cui va il nostro ringraziamento. Il Tavolo delle 2i, e al quale
abbiamo chiamato a partecipare altre Istituzioni locali oltre che una altra
Territoriale della Campania che ha affinità con il nostro territorio
e dalle quali siamo i attesa di una gradita adesione, non richiede risorse
pubbliche aggiuntive, non mira a diventare un ulteriore carrozzone locale
e non avrà costi di struttura propri ma si avvarrà delle
competenze presenti nei partners dell'iniziativa. Cito inoltre brevemente
ma solo per economia di tempo il Progetto IGEPP (Italy Georgia Economic
Partnership Programme) in avanzato stato di attuazione realizzato con il
supporto del Ministero per le Attività Produttive per l'avvio di
partnership industriali e commerciali con la Georgia, uno Stato dotato
di uno strategico sbocco sul mare, con caratteristiche climatiche
e ambientali spesso molto simili alle nostre.
Proprio oggi, infatti una nostra delegazione - accompagnata ed assistita
dall'Ambasciatore Fabrizio Romano - è in visita a Tblisi e sta incontrando
Autorità e Imprenditori locali per verificare forme di reciproca
collaborazione. Abbiamo già avuto importanti adesioni al tavolo
delle 2i che con piacere cito: la Seconda Università di Napoli (a
quando ….di Caserta?), nostro partner di eccellenza nella Scuola
d'Impresa per l'Alta Formazione di Imprenditori e Manager, con alla
testa del Corpo Accademico il Magnifico Rettore Professor Antonio
Grella che approfitto per ringraziare per la Sua costante e fervida attenzione,
spesso al nostro fianco in moltissime occasioni.
l'Eurispes Campania lo Sportello Sprint per l'internazionalizzazione
della Regione Campania ma, soprattutto, dagli esperti di questi e
altri Enti che aderiranno, coordinati dal dottor Manuel Gigot, e
da altri studiosi che hanno già manifestato interesse, dai quali ci aspettiamo di
aver avviato quel network, quella rete, indispensabile per monitorare e
cogliere ciò che nel globo ogni giorno è di interesse per
il nostro sistema produttivo. Anche il Technodistrict il Distretto Tecnologico
della Provincia di Caserta, sempre in stretta collaborazione con la SUN, è ormai
pronto per svolgere quel ruolo di cerniera tra il mondo della conoscenza
e del sapere e quello della produzione delle piccole e medie imprese, che
per la seconda delle due i, ovvero quella dell'innovazione, della ricerca
e del trasferimento tecnologico, guardano e attendono con apprensione ma
fiduciosamente alla Regione Campania ed ai Ministeri competenti. Approfitto
per salutare e ringraziare il Ministro per le Comunicazioni Mario Landolfi
e l'Assessore Regionale alla Ricerca e Innovazione Teresa Armato per l'attenzione
che questa sera hanno voluto dedicarci. L'auspicio è che Governo
Nazionale e Regionale possano indicarci nel breve come riannodare un filo
del discorso che porta direttamente al recupero di competitività del
nostro sistema produttivo che - Vi assicuro - non teme avversari in termini
di impegno imprenditoriale, capacità di intraprendere, flessibilità organizzativa
e spirito di sacrificio. Anche l'approfondimento e la conoscenza di aspetti
che possono sembrare apparentemente marginali possono aiutare le imprese
nella battaglia per la competitività purché si sentano parte
del New Deal. A questo proposito cito a titolo esemplificativo una ulteriore
iniziativa compresa nelle azioni coerenti con il progetto sin ora descritto:
la tutela della proprietà intellettuale. Questo è il tema,
infatti, di un apposito Simposio internazionale da tenersi a Caserta ai
primi di dicembre e organizzato, con la nostra collaborazione, dal Ministero
delle Attività Produttive, dall'Istituto per la Promozione Industriale
più noto come IPI, e la Scuola di Ateneo Jean Monnet - oggi Facoltà Universitaria
a tutti gli effetti - guidata dal dinamico Preside Professor Gian
Maria Piccinelli che saluto e ringrazio.
Un sentito augurio porgo, a nome della categoria, al Presidente della
Provincia di Caserta Sandro de Franciscis - che saluto e ringrazio
di cuore per la presenza questa sera - il quale alcuni giorni fa
ha spento le candeline della Provincia di Caserta, risorta anch'essa esattamente
sessanta anni fa. Una nuova, giovane e qualificata squadra di Assessori
provinciali in grado di cogliere il bisogno di rinnovamento delle
nostre genti, le quali guardano con tiepida ma riverente attesa a che possano
spuntare dal terreno nuovi germogli da irrigare e coltivare, insieme
a tutti coloro che sono chiamati alle responsabilità di vertice
di settori fondamentali per l'economia del territorio, comprese a pieno
titolo, le Organizzazioni datoriali e le Organizzazioni sindacali dei lavoratori
- e approfitto per salutare e ringraziare quale rappresentane del
mondo sindacale il Segretario Generale nazionale della CISL Savino Pezzotta.
É questo senza dubbio ciò che il territorio si aspetta: veder
lavorare insieme - scevri da ambizioni personali e nell'esclusivo e supremo
interesse collettivo superiore ma nel rispetto dei valori dei quali si è legittimamente
portatori - Istituzioni, Enti pubblici, Organizzazioni strutturate in forma
stabile e trasparente, rafforzando il dialogo con il Sistema del credito
sia centrale che locale, e che questa sera ha risposto con entusiasmo al
nostro invito. D'altro canto ha già dimostrato di credere all'utilità della
collaborazione, come acclarato in occasione degli interessanti e proficui
approfondimenti sull'applicazione del regolamento comunitario noto
come Basilea II.
Ritengo, a mio modesto avviso, che oggi questo ruolo autorevole di
playmaker - prendendo in prestito un termine della pallacanestro,
sport di cui Caserta ne è sincera e fedele interprete - spetti a chi rappresenta
gli interessi di tutti: in poche parole, l'interpretazione più autentica
delle istanze deve trovare la sua giusta accoglienza nella Provincia dove
potremo su molte questioni lavorare insieme, discutere e, perché no
confrontarci in modo franco ma schietto e leale, insieme a tutti coloro
che chiamati in forma elettiva e con trasparenza, da una reale base associativa,
soprintendano alla rappresentanza di valori economico-sociali costituzionalmente
riconosciuti, tutti con la consapevolezza che non c'è più tempo
da perdere.
Passo dunque a concludere invitandovi a seguire l'interessante tavola
rotonda che segue "quattro leve per lo sviluppo locale" con autorevoli
e qualificati interventi e in cui spero vengano raccolti gli spunti della
nostra relazione in materia di innovazione e trasferimento tecnologico,
concertazione territoriale, Stato moderno delle comunicazioni e del trasferimento
di dati e notizie, oltre che di merci e persone, mix di fattori indispensabili
non solo per la new ma anche per la old economy. E come tutti i villaggi
globali non poteva mancare l'animazione che abbiamo affidato - oltre ad
ascoltarlo su Mercati e finanza, quarto Asso da giocare - al Professore,
economista e giornalista Massimo Lo Cicero, docente dell'Università di
Tor Vergata, pregandolo di mantenere il dibattito nei tempi previsti. Consentitemi
però per una degna celebrazione di questo anniversario ringraziare
a nome di tutti gli Associati i past president: Antonino Bologna, Libero
Dimitri, Giuseppe Fiore, Guido Ascione, Giovanni Francesco Maggiò,
Carlo Violati, Arcangelo Tedeschi, Gustavo Ascione, Antonio Farina, Antonio
Crispino, i quali, insieme ai direttori, compreso l'attuale Lucio Lombardi,
e alle validissime persone della struttura susseguitesi nel tempo, hanno
guidato con impegno e lungimiranza la nostra Associazione, consentendo
così oggi di festeggiare i 60 anni della Unione degli Industriali
della Provincia di Caserta e di guardare con speranza e fiducia per
le nostre imprese al domani.
Un applauso a Loro!».
MONTEZEMOLO:«QUESTO È IL SUD
CHE MI PIACE»
Mezzogiorno, industria, turismo, innovazione, internazionalizzazione,
infrastrutture, investimenti: è un discorso a tutto campo quello
che Montezemolo ha tenuto a Caserta, in occasione del 60° anniversario
della fondazione dell'Unione Industriali. «Sono molto contento di
essere qui, questa sera, con voi, innanzitutto per farvi gli auguri a nome
di tutti gli imprenditori italiani», esordisce. «Sessanta anni
sono tanti se li guardiamo da un certo punto di vista, pochi se guardiamo
tutto quello che abbiamo ancora davanti», continua. E va subito al
cuore del problema. Ottima la scelta di puntare su innovazione e internazionalizzazione. «Presidente
Cicala, pur complimentandomi molto, aggiungerei altre 2 i: infrastrutture
e investimenti. Insieme, diventano 4 i importanti che guardando dal doppio
punto di vista, da parte di noi imprenditori e poi da parte di coloro i
quali hanno l'onore e l'onere di governare questo Paese. Innovare - per
Montezemolo - è fondamentale: questo concetto deve essere nel dna
di qualunque imprenditore». Innovare a 360 gradi, «perché paradossalmente
questa globalizzazione rappresenta una grande opportunità per le
nostre merci», ricorda il presidente di Confindustria. Un concetto
che si interseca con la i di infrastrutture. «Io sono molto favorevole
alla realizzazione dell'aeroporto di Grazzanise - dice - perché con
Capodichino può fare un abbinamento importante, perché non
credo né agli aeroporti condominiali, né alle Università condominiali».
Ci sono troppe facoltà in giro per l'Italia: «meglio qualche
facoltà in meno e qualche centro di eccellenza in più collegati
al territorio», suggerisce Montezemolo. Il rapporto tra impresa e
Università è fondamentale e deve svilupparsi ancora di più,
argomenta. «Noi abbiamo un problema nel nostro Paese. Un livello
di ricerca troppo basso. Se pensate che le grandi imprese rappresentano
l'1% del sistema delle imprese italiane. Ebbene, le grandi imprese da sole
coprono il 75% della ricerca privata italiana. Vi rendete conto che il
problema vero della ricerca privata sono le dimensioni delle nostre imprese
che sono troppo piccole per fare ricerca». Poi c'è il capitolo
Mezzogiorno. «Qui - dice Montezemolo, rivolgendosi alla platea -
vedo un imprenditore del Sud che non si limita a fare l'elenco dei problemi.
Ma noi non dobbiamo farci del male, non dobbiamo fare le copertine dell'Espresso
su Napoli solo per mettere in evidenza gli aspetti negativi». Per
il leader di Confindustria, «il Sud è un'area strepitosa,
di bellezze naturali, potenzialità turistiche, investimenti nel
terziario, un certo tipo di industria, attività che possono avere
una stagionalità altissima. Il Sud ha due estremi, da un lato il
più grande patrimonio archeologico italiano, che a sua volta rappresenta
il 50% del patrimonio archeologico del mondo, e dall'altro ha la più scarsa
capacità di attrarre investimenti in Europa. Non possiamo continuare
ad avere un paese che non è capace di attrarre investimenti. Non è accettabile
con tutto il rispetto di paesi che si chiamano Spagna, Francia o anche
Grecia, che l'Italia non sia il primo Paese in Europa di attrazione turistica,
di industria del turismo. C'è qualcosa, quindi, che non funziona».
Il Sud rappresenta la grande frontiera di questo Paese, ricorda. Allora
dal Sud viene un messaggio, che noi abbiamo cercato con 17 Associazioni
di categoria e i tre maggiori sindacati di portare avanti. Infine, i rapporti
con la politica. «Qualcuno dice: Confindustria vuol fare politica.
Ma la cosa non mi interessa perché: a) non è vero, b) se
fare politica vuol dire richiamare fortemente, come cittadini prima e imprenditori
poi, sui veri problemi di questo Paese, rimboccandoci noi le mani per primi
e non credendo che i problemi sono solo fuori delle nostre imprese, ebbene
Confindustria fa politica. Fa politica e non dà deleghe in bianco
a nessuno e vorrà capire con chiarezza, quali sono le risposte che
coloro i quali si candidano dopo le elezioni a gestire l'Italia, sono in
grado di dare su questi temi di fondo». E rispetto al Governo registra «un
segnale importante di attenzione» in funzione del costo del lavoro. «La
riduzione di 1% è un segnale emblematico - dice - importante e in
ogni caso significa destinare delle risorse alla competitività e
alla crescita delle aziende». Per Montezemolo «c'è una
grande volontà di reazione, una crescita culturale e professionale». «Da
Caserta - aggiunge - con questi temi, con questo dibattito, viene un esempio
che vi devo dire la verità mi rende orgoglioso, perché dimostra
che anche il Sud è un Sud moderno che guarda avanti, che fa affidamento
prima di tutto sulle proprie forze». E tra gli applausi convinti
dei presenti, conclude: «Tanti auguri con tutto il cuore».
Dall’Apicap all’Associazione
Industriali
L'Associazione Industriali
della Provincia di Caserta nasce nel 1945, il 23 di agosto, dalla
trasformazione dell'Appiac, in origine Apicap, Associazione provinciale
industriali, commercianti, agricoltori e professionisti. Presidente
viene eletto il dottore Antonino Bologna, segretario il dottore
Luigi Testi. A maggio, gli industriali mugnai e pastai della "zona casertana",
presidente Vincenzo Pepe, si erano dimessi dall'Unione Industriali di Napoli
per aderire all'Appiac di Caserta. Con il bilancio di fine anno, il fondo
comune venne suddiviso tra le Associazioni degli industriali, degli agricoltori
e dei commercianti in ragione, rispettivamente, di 139.020, 93.120 e 91.020
lire. Il primo bilancio prevedeva entrate per lire 487.000. A gennaio del
1946, l'Associazione dirama il primo numero del proprio notiziario a stampa.
Inizia così un'avventura ricca di successi che continua ancora oggi.
Il primo significativo atto di riconoscimento del grado di rappresentatività della
categoria arriva nel 1948 quando la C.C.I.A.A. richiede all'Associazione
la segnalazione di una terna di nominativi per la nomina del rappresentante
in seno al Collegio dei revisori dello stesso ente camerale. L'evento viene
salutato con legittima soddisfazione dagli industriali. Il dottore Bologna
viene confermato presidente dell'Associazione e l'avvocato Maione vice
presidente; consiglieri anche il commendatore Leopoldo De Negri, l'ingegnere
Luigi Romano, il cavaliere Virgilio Polito, l'ingegnere Guido Catemario,
il dottore Volpe, il duca G. Battista del Balzo e l'ingegnere Stievano.
Il Consiglio direttivo delibera la costituzione del Comitato di presidenza,
organo più ristretto dell'Associazione, del quale vengono chiamati
a far parte, oltre al dottore Bologna e all'avvocato Maione, l'ingegnere
Marco Antonio Fusco, il cavaliere Nicola Anzivino, il ragioniere Vincenzo
Russo, il cavaliere Antonio Del Prete, l'ingegnere Luigi Romano, il cavaliere
Virgilio Polito e l'ingegnere Carlo Bianchin. A gennaio del 1950 il presidente
della Camera dei Deputati, onorevole Giovanni Leone, riceve il Comitato
costituitosi per l'allestimento, in Palazzo Reale, di una mostra delle
sete di San Leucio organizzata dalla C.C.I.A.A.. Dell'organismo fanno anche
parte il presidente dell'Associazione industriali, dottore Antonino Bologna,
e il direttore Luigi Testi. La mostra, aperta dal 7 maggio al 9 luglio,
evidenzia la qualità del tradizionale prodotto dell'industria manifatturiera
casertana. A settembre 1954, viene approvato il progetto di massima per
la costruzione dell'edificio sociale dell'Associazione: prevista una spesa
complessiva di 70 milioni, 35 dei quali per il solo rustico. Nel 1955 nella
sede della C.C.I.A.A. si celebra il decennale della costituzione dell'Associazione
e, nella stessa giornata - il 20 febbraio - c'è la posa della prima
pietra dell'edificio sociale. L'anno successivo inizia l'industrializzazione
del territorio grazie all’intervento di Don Salvatore D'Angelo, amico
di Giulio Andreotti e del ministro Giacinto Bosco e sotto la pressione
della popolazione che fa del caso Saint Gobain (blocco della costruzione
dello stabilimento sul viale Carlo III per intervento della Soprintendenza)
un momento di riscatto. Con un accordo sottoscritto all'Unione tra industriali
serici e sindacati di categoria, termina, siamo nel 1959, un lungo periodo
di agitazione e astensione dal lavoro da parte delle maestranze del settore.
All'inizio degli anni '60 c'è ancora fervore di iniziative industriali
in provincia, grazie alla felice posizione geografica rispetto alle principali
arterie di collegamento e alle agevolazioni legislative previste per insediamenti
nel Mezzogiorno. E così all'orizzonte si profila la costruzione
degli impianti produttivi della Pozzi a Sparanise, della Face Standard
a Maddaloni, della 3M a S. Marco Evangelista, della Autelco (poi Gte Telecomunicazioni)
a Marcianise, della Siemens (oggi Italtel) a S. Maria Capua a Vetere, della
Precisa a Teano. Si comincia a delineare quel processo di industrializzazione
di Terra di Lavoro, dal Censis definito "a macchia di leopardo".
Rinnovo delle cariche. Presidente viene confermato il dottore Antonino
Bologna; vice presidente l'avvocato Salvatore Maione; il Comitato di presidenza
per il triennio 1960/63 è completato dal ragioniere Vittorio Simoncelli,
dall'ingegnere Marco Antonio Fusco, dall'ingegnere Carlo Bianchin, dal
cavaliere Antonio Del Prete, dal ragioniere Vincenzo Russo, dall'ingegnere
Jean Boudin e dal commendatore Gino Fulgeri. La Sezione costruttori edili,
che l'aveva a lungo sollecitata per un riferimento ufficiale da parte di
tutti gli enti appaltanti, cura la stampa della "Tariffa dei prezzi
per i lavori edili" del Genio Civile. L'Unione decide di partecipare
all'atto costitutivo del Ciapi, il centro di formazione operai per l'industria
e mette a disposizione propri locali per la sede provvisoria. Nascono in
seno all'Associazione, il Comitato per la piccola industria (1966) per
l'approfondimento di problemi riguardanti le imprese di piccole dimensioni;
il Consorzio Garanzia Collettiva Fidi (1968) per l'accesso al credito attraverso
il principio della mutualità; il Gruppo Giovani dell'industria (1970)
per stimolare negli imprenditori di domani la consapevolezza della loro
funzione etico-sociale e lo spirito associativo; e il Centro per la formazione
delle maestranze edili che oggi svolge la sua attività a Macerata
Campania. Ultime tappe dell'industrializzazione si avviano alla fine degli
anni ‘60 e inizio ‘70 con la nascita della Olivetti, e la Indesit
di Teverola. Gli anni ‘70 sono cruciali per la trattativa sindacale
e la forte spinta operaia per la crescita dei salari. L'Unione degli industriali
si trova al centro di forti tensioni su tutto il territorio e la sua mediazione
risulterà fondamentale. Nel 1982 inizia la crisi del settore metalmeccanico
e la sua trasformazione in elettronica. Fallisce la nascita del polo elettromeccanico
e inizia il periodo della deindustrializzazione. Un'operazione di oltre
1200 miliardi viene concordata in un accordo di programma tra Governo e
Olivetti per salvare 1200 posti di lavoro, altri accordi si realizzano
alla Indesit e al polo delle telecomunicazioni di S. Maria Capua Vetere.
Gli anni '80 sono anche quelli della nomina a presidente onorario dell'Unione
dell'ingegnere Marco Antonio Fusco, dell'ingresso di moderne tecnologie
di comunicazione, del grande dibattito che vede impegnate le Sezioni dei
costruttori edili per il piano regolatore generale della città capoluogo
(1984) e dei serici per la destinazione del Belvedere di S. Leucio, l'antica
borgata manifatturiera patria dell'arte serica (1985). Gli anni recenti,
invece, sono segnati dal dibattito sulla necessità di realizzare
grandi infrastrutture, quali Interporto di Maddaloni-Marcianise e
Aeroporto internazionale di Grazzanise, cui si assegna il ruolo di
volano per rilanciare lo sviluppo. Grandi opere di cui ancora si
scontano ritardi burocratici e politici.
Albo d'oro dei presidenti |
|
Antonino Bologna |
1987-1991 |
Giuseppe Fiore |
1945-1969 |
Libero Demitri |
1969-1971 |
Guido Ascione |
1971-1977 |
Giovanni Maggiò |
1977-1981 |
Carlo Violati |
1981-1987 |
Arcangelo Tedeschi |
1991-1996 |
Gustavo Ascione |
1996-2000 |
Antonio Crispino |
2000-1° semestre 2004 |
Antonio Farina |
f.f. - 2° semestre 2004 |
Carlo Cicala |
in carica |
Mostra Fotografica - “Frammenti di Storia” -
A cura di Mauro Nemesio Rossi
Raccontare un periodo di storia così lungo per chi ha vissuto in
prima persona gli avvenimenti è cosa facile. Più difficile è il
compito di chi dall'esterno ha dovuto ricostruirli. Nel primo caso l'analisi è condizionata
da emozioni personali, mentre nel secondo il limite è costituito
dalla scarsa disponibilità di atti e documenti.
Con questa premessa si traccia il percorso della mostra. Si parte
dal 1944, la guerra in Italia non è ancora finita e Caserta incomincia
sotto la vigilanza dell'esercito alleato a riassaporare di nuovo i principi
democratici perduti con l'avvento del fascismo. Sono gli uomini della vecchia
Upica, l'associazione che era stata sostituita dall'associazione fascista
degli industriali napoletani, a prendere le redini in mano per ridare vita
a una organizzazione sindacale datoriale. L'avvocato Ciro Vaccaro continuerà il
suo compito di direttore, mentre il posto di Pasquale Amato, noto imprenditore
pastaio e presidente della vecchia Upica, viene assunto da Enrico Catemario
di Quadri.
A convocare industriali, commercianti, artigiani, agricoltori, professionisti
e artisti è l'avvocato Salvatore Formichella, il vice podestà dell'onorevole
Giovanni Tescione che dal 1927 al 1931 aveva retto le sorti della città,
dando un forte impulso all'economia locale. Nasce così l'Apicap
sotto la sorveglianza del generale Hamilton Maior che nella prima convocazione
pretende «No political discussion allowed».
Ma una simile commistione di attività avrà vita breve e già l'anno
successivo ognuno prende la propria strada e gli industriali iniziano il
proprio percosso sotto la presidenza dell'avvocato Antonino Bologna.
Le immagini riguardano periodi significativi della storia dell'industria
casertana e terminano con la progettualità futura. Prima tappa il
decennale che cade negli a metà degli anni cinquanta caratterizzati
da un assestamento della nuova provincia che, durante la ricostruzione,
rimane indietro in molti settori. Troverà negli anni sessanta lo
scatto e l'orgoglio della crescita anche grazie all'apporto di una classe
politica che saprà farsi valere sulla scena nazionale. Caserta sarà chiamata
la "Brianza del sud" e le grandi aziende nasceranno a un ritmo
costante permettendo non solo il cambiamento dell'economia, ma anche una
diversa qualificazione e preparazione dei lavoratori. Gli anni settanta
coincidono con quelli della contestazione, mentre gli anni ottanta si avvia
una nuova fase che porterà alla deindustrializzazione del territorio
e la fuga delle grandi aziende. Il futuro è concentrato sulla nascita
di nuove infrastrutture e su un diverso concetto di fare sinergia: i poli
specialistici e i consorzi che serviranno a evitare la frammentazione e
a rendere competitivi settori che erano composti da un artigianato di qualità. |