ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


Inserto
Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

scarica l'inserto 750 Kb
UNIONE DI caserta - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

sessant’anni DI ASSOCIAZIONISMO
LA STORIA DI CONFINDUSTRIA A CASERTA
Grande partecipazione di imprenditori e autorità per la festa della Territoriale

di Antonio Arricale


E' stata una bella festa di compleanno. Per la solennità della sede scelta (il teatro di corte della Reggia di Caserta), per l'indiscusso carisma di Luca Cordero di Montezemolo, leader di Confindustria. Per la qualità degli ospiti. E per la grande partecipazione di imprenditori di ogni generazione all'evento. I 60 anni dell'Unione Industriali di Caserta hanno concesso poco ai ricordi, molto di più alla riflessione: dai problemi locali, legati allo sviluppo di un provincia che reclama grandi infrastrutture, a quelli di ordine generale, che attengono al sistema Paese. Inevitabile, dunque, che l'attenzione si concentrasse soprattutto sulla legge finanziaria (non a caso è stato il tema dominante della tavola rotonda coordinata dall'economista Massimo Lo Cicero con il ministro delle comunicazioni Mario Landolfi, l'assessore regionale alla Ricerca Scientifica e all’Università Teresa Armato e il segretario nazionale della Cisl Savino Pezzotta). Ma il territorio, l'ex Brianza del Sud in cerca di un vero e credibile new deal, non ne è rimasto escluso.

Caserta costantemente al centro dell'attenzione sia nella breve riunione della giunta e del consiglio dell'associazione con Montezemolo nella sala Giunione della Soprintendenza (hanno parlato il presidente dell’Unione Industriali di Caserta Carlo Cicala e il presidente di Confindustria Campania Cristiana Coppola); sia negli indirizzi di saluto del sindaco Luigi Falco «Terra di Lavoro non è lo sversatoio di Napoli ma il capoluogo di una terra ricca di risorse», e del presidente della Provincia Sandro de Franciscis «Bisogna finirla con la logica della reciproca delegittimazione, politici e imprenditori devono lavorare per comuni e realistici obiettivi»; sia ancora nella relazione di Cicala. Una dettagliata analisi, quest'ultima, dello stato dell'arte: dall'investimento sulle cosiddette "due i" (innovazione e internazionalizzazione) all'esigenza di puntare sempre più a un gioco di squadra per rilanciare lo sviluppo.

Ma Caserta e le sue ansie di crescita l'ha messa al centro del suo intervento lo stesso presidente Montezemolo. Quando ha richiamato la politica ad accelerare i tempi per l'aeroporto internazionale di Grazzanise in sinergia e non in condominio con Capodichino, «perché la logistica qui come altrove è indispensabile alla crescita economica»; quando ha scherzosamente invitato i presenti ad acquistare auto italiane, prendendo spunto dal simpatico passaggio tra Punto e 159 esposte in uno dei cortili della Reggia; e quando ha ricordato che il primo dovere degli imprenditori «è sapere rischiare» (monito forse involontario ma decisamente adeguato a uno degli atavici limiti della classe imprenditoriale locale). Alle "due i" di Carlo Cicala, al quale il presidente Montezemolo ha pubblicamente dato atto della riuscita dell'iniziativa (tra gli ospiti anche l'ambasciatore russo in Italia Meshkov), il presidente di Confindustria ne ha aggiunte altre due. Infrastrutture (e logistica) e investimenti: parole chiave per il Sud, ha spiegato, dando ragione a chi lo considera tra i pochi in Italia a occuparsi ancora e concretamente di Mezzogiorno. Non a caso dal numero uno di Fiat e Ferrari è giunto anche l'apprezzamento per le grandi firme dell'imprenditoria "casertana" che hanno investito da queste parti, a cominciare da Ferrarelle e Barilla. «È la strada da seguire, la dimostrazione che qui si può investire», ha detto il leader di Confindustria.

IL PRESIDENTE CICALA:
«UN NEW DEAL PER LO SVILUPPO»

Riportiamo qui di seguito la relazione svolta dal Presidente Carlo Cicala in occasione dell’evento:
«Signore e Signori, un riconoscente saluto, prima di tutto, alle Autorità qui gentilmente convenute, ai rappresentanti della stampa, nonché ai dirigenti dei vari Enti e Organizzazioni coi quali siamo ormai da numerosi anni alleati, in campi di comune interesse, da rapporti di reciproca stima, comprensione e schietto spirito di collaborazione. La presenza dell'Eccellenza Ministro e delle altre Personalità di Governo, delle Autorità, dei maggiori esponenti degli altri settori economici, di Enti e Istituti, torna a noi sommamente gradita anche perché segno di quel vivo interessamento con il quale l'attività del settore industriale è seguita e, ritengo, anche apprezzata. É - inoltre - per noi tutti motivo di vero piacere vedere qui, in questa celebrazione, i rappresentanti degli Ordini, Collegi e Albi di Professionisti di Caserta che, all'atto della fondazione erano con noi e coi colleghi delle Associazioni dei Commercianti, degli Agricoltori e degli Artigiani, in quel coacervo di forze e più ancora di volontà che costituì il primo nucleo da cui trassero le mosse le prime libere organizzazioni professionali di quella che poi sarebbe stata la Provincia di Caserta. Il nostro saluto va anche ai Colleghi delle altre Organizzazioni sindacali, ai quali ci legano rapporti - oltre che di colleganza - anche di schietta amicizia.

Come ogni relazione che si rispetti, dovrei a questo punto trattare della nostra attività, elencare - come negli interventi di Autorevoli Colleghi - tutte le cose che non vanno, partendo dai disagi che come cittadini quotidianamente sopportiamo in materia di grandi temi sociali come la sanità, la sicurezza, infrastrutture e quant'altro in queste occasioni è d'uopo aggiungere, per scendere poi alle questioni aperte su ogni territorio, quali l'alto costo del denaro, il costo del lavoro gravato da pesanti oneri previdenziali, la pressione fiscale eccessiva, il fabbisogno energetico, e via discorrendo. Questi problemi li ho ritrovati sempre in tutte le relazioni dei grandi Presidenti che mi hanno preceduto, sin dai nostri albori, inclusa quella del nostro primo Presidente, avvocato Antonino Bologna dalla quale ho preso in prestito - come doveroso omaggio - le formule di saluto iniziali in occasione del decennale celebrato nel 1955.
Ma, illustri Autorità, Presidente Montezemolo e Cari Colleghi, l'occasione di oggi è troppo importante per attardarci su grandi temi, sui quali altri meglio di noi ne discutono quotidianamente, o ancor peggio, impiegare questa circostanza per recriminare o addirittura polemizzare su vicende locali. Non è il momento, quello odierno, per parlare di cose che si sarebbero potute fare ma non si sono fatte, di importanti opere strategiche per lo sviluppo che da anni aspettiamo di vedere realizzate come l'interporto Maddaloni-Marcianise e l'aeroporto di Grazzanise, di una politica del Governo che - tranne la recente timida apertura della finanziaria sul cuneo fiscale - non ci ha soddisfatto se non, addirittura spesso dimenticato o peggio ignorato, di un programma di chi si candida a governare altrettanto generico, privo di specifiche proposte per cambiare rotta, tendente più a captare il dissenso che a coagulare energie sane e propositive su proposte chiare ed efficaci. Credo, infatti, che il periodo che la storia industriale ci ha assegnato non può dirsi certo il più felice; tocca quindi a noi, in primo luogo, svolgere un'attività non delegabile ad altri poteri per ritrovare le giuste motivazioni al nostro interno onde rafforzare i valori - tutt'ora altamente nobili e perfettamente attuali - che diedero luogo 60 anni fa all'incontro tra volontà e spirito d'iniziativa con le quali fu costituita la Nostra Associazione e che potranno consentirci ancora di superare la fase di forte stagnazione in cui si trovano le nostre imprese. É con questo spirito che oggi celebriamo i 60 anni: con lo sguardo volto al futuro: "60 anni: l'impresa verso il domani". Ritengo infatti di aver raccolto nelle lunghe consultazioni che hanno preceduto la mia elezione un forte desiderio di cambiamento e di rinnovamento; e su questo ho cercato di portare nel mio programma le aspettative dei numerosi colleghi che oggi fanno parte della nostra famiglia associativa. Un rinnovamento ed un cambiamento che non riguarda necessariamente nomi, cariche, sigle, ma piuttosto cambiamento e rinnovamento del modo di affrontare, pensare e realizzare. É necessario Autorità, Signore e Signori, Amici imprenditori un nuovo approccio, una nuova attenzione a tutto ciò che intorno a noi sta già cambiando. Occorre, dunque, una nuova stagione, una capacità di pensare e agire in maniera non convenzionale, una svolta, un "New Deal". La consapevolezza della crescente evoluzione imposta dai mercati internazionali, unitamente all' interdipendenza esistente fra le economie ed i mercati nazionali stessi, non può che indirizzare il percorso di "noi imprenditori" sui processi di Internazionalizzazione e Innovazione: sono questi, infatti, i principali asset strategici sui quali ho inteso definire le linee programmatiche di questa Presidenza. Il nuovo corso, dunque, si traduce nell'attuazione di una " ambiziosa strategia" che mira a far elevare l'Associazione, incrementando il suo grado di performance, attraverso l'adozione dei più moderni processi decisionali e nuovi obiettivi. Ma alla domanda: è possibile " decollare"? La nostra risposta è sì!

Aggiungendo al motore dell'Associazione un' "Elica Associativa"! (v. Grafico alla pagina successiva). Un volano, insomma, in grado di innescare un circolo virtuoso che coinvolga a differenti livelli il sistema produttivo territoriale, il mondo dell'Associazionismo, il sistema politico, regionale e nazionale; un vortice che, partendo dal posizionamento strategico dell'Associazione stabilito dagli Organi Associativi e passando attraverso progetti collettivi e poi nuovi servizi individuali, porti all'elaborazione di proposte più aderenti ai reali bisogni delle imprese che infine verranno sottoposte ai poteri decisionali competenti. Attraverso questa nuova formula, sinteticamente accennata nelle sue azioni principali, è possibile "affrontare proattivamente le grandi sfide" che attendono le nostre Imprese. Il nostro universo produttivo locale è caratterizzato principalmente da Piccole Imprese, Micro-Imprese, Artigiani, un congruo numero di Medie Imprese e poche Grandi Industrie.
La provincia di Caserta ha 5 aree industriali realizzate dal consorzio ASI e tra queste quella di Marcianise figura, per densità d'imprese e occupazione, tra le prime dell'intero Mezzogiorno. Il comparto industriale, del quale ci onoriamo di essere l'espressione più rappresentativa sul territorio, rappresenta, in base a dati ufficiali, quasi un terzo del prodotto interno lordo provinciale, così come l'industria è la categoria economica con il maggior numero di addetti a livello locale, caratterizzata da una predominanza di piccole e medie imprese. Pertanto, appare chiaro come il binomio Internazionalizzazione/Innovazione affrontato dal singolo operatore comporti notevoli rischi - non per l'incapacità di quest'ultimo - ma per oggettive difficoltà dovute principalmente a mancanza di risorse, adeguato supporto e competenze. I singoli attori per far fronte a tale difficoltà trovano nell'Associazionismo, ovvero nella capacità di condividere problematiche di settore, un importante strumento di supporto strategico e operativo.
É evidente dunque che il miglioramento dei soggetti aggreganti - ovvero in primis della nostra Unione - presenti sul territorio, produrrà effetti positivi sul sistema produttivo ed economico complessivo della provincia casertana. Il sistema politico, infatti, troppo spesso lontano dalle realtà produttive locali e quindi oggettivamente incapace di sostenere relazioni puntuali con i singoli operatori economici, specie le PMI, potrebbe beneficiare dell'azione intermedia dei soggetti aggreganti, qual'è e, più ancora vuole essere, per realizzare l'obiettivo di sostenere la competitività del sistema.
I soggetti aggreganti sono gli intermediari naturali tra il sistema politico regionale, nazionale e comunitario e le realtà produttive locali. L'Associazione,infatti, dal momento che condivide quotidianamente le problematiche delle imprese, si trova nella condizione privilegiata rispetto all'interlocutore politico ed istituzionale.
L'implementazione del New Deal non è altro che lo sviluppo di variegate e diverse azioni coordinate tra loro. Tra queste assume particolare priorità il tavolo delle 2i, un tavolo di lavoro di alto profilo, multilingue, multiculturale e multisettoriale: Strumento quindi di assitenza alla decisione e di supporto tecnico sulle tematiche della Innovazione e dell'Internazionalizzazione: ecco quindi le 2i.
Questo Tavolo, insieme al altre azioni, come quelle in capo al Comitato Tecnico Scientifico, del quale vedo in sala alcuni autorevoli componenti e che ringrazio per averci dedicato la loro attenzione, può produrre interessanti risultati. E proprio da una prima azione del Tavolo delle 2i è nato e sta prendendo corpo il Progetto E.L.M.I. (L'Eccellenza Locale per i Mercati Internazionali) che, in partenariato con una Associazione Artigiana, ha già beneficiato del riconoscimento formale di sostegno e risorse della Regione Campania a valere sui fondi dell'Unione Europea.
Il progetto, tra i primissimi nella graduatoria a livello regionale, ha suscitato già notevole interesse sulla stampa specializzata nazionale ed europea e mira ad agevolare il rapporto di conoscenza tra le produzioni locali di eccellenza realizzate nella nostra provincia ed il variegato panorama di acquisitori europei. I referenti del Progetto mi hanno da pochi giorni informato che la fase centrale dell'iniziativa, consistente in una importante convention di esperti, buyers europei ed extraeuropei, dovrebbe tenersi nel prossimo maggio- grazie alla preziosa collaborazione dell'Amministrazione Comunale di Caserta guidata dal Sindaco Luigi Falco- nell'incantevole cornice del Belvedere di San Leucio, altra gemma incastonata a pochi passi da questo splendido gioiello che è Reggia vanvitelliana, messa a disposizione per la circostanza dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Artistici di Caserta e Benevento, retta dalla nostra conterranea dottoressa Giovanna Petrenga cui va il nostro ringraziamento. Il Tavolo delle 2i, e al quale abbiamo chiamato a partecipare altre Istituzioni locali oltre che una altra Territoriale della Campania che ha affinità con il nostro territorio e dalle quali siamo i attesa di una gradita adesione, non richiede risorse pubbliche aggiuntive, non mira a diventare un ulteriore carrozzone locale e non avrà costi di struttura propri ma si avvarrà delle competenze presenti nei partners dell'iniziativa. Cito inoltre brevemente ma solo per economia di tempo il Progetto IGEPP (Italy Georgia Economic Partnership Programme) in avanzato stato di attuazione realizzato con il supporto del Ministero per le Attività Produttive per l'avvio di partnership industriali e commerciali con la Georgia, uno Stato dotato di uno strategico sbocco sul mare, con caratteristiche climatiche e ambientali spesso molto simili alle nostre.
Proprio oggi, infatti una nostra delegazione - accompagnata ed assistita dall'Ambasciatore Fabrizio Romano - è in visita a Tblisi e sta incontrando Autorità e Imprenditori locali per verificare forme di reciproca collaborazione. Abbiamo già avuto importanti adesioni al tavolo delle 2i che con piacere cito: la Seconda Università di Napoli (a quando ….di Caserta?), nostro partner di eccellenza nella Scuola d'Impresa per l'Alta Formazione di Imprenditori e Manager, con alla testa del Corpo Accademico il Magnifico Rettore Professor Antonio Grella che approfitto per ringraziare per la Sua costante e fervida attenzione, spesso al nostro fianco in moltissime occasioni.
l'Eurispes Campania lo Sportello Sprint per l'internazionalizzazione della Regione Campania ma, soprattutto, dagli esperti di questi e altri Enti che aderiranno, coordinati dal dottor Manuel Gigot, e da altri studiosi che hanno già manifestato interesse, dai quali ci aspettiamo di aver avviato quel network, quella rete, indispensabile per monitorare e cogliere ciò che nel globo ogni giorno è di interesse per il nostro sistema produttivo. Anche il Technodistrict il Distretto Tecnologico della Provincia di Caserta, sempre in stretta collaborazione con la SUN, è ormai pronto per svolgere quel ruolo di cerniera tra il mondo della conoscenza e del sapere e quello della produzione delle piccole e medie imprese, che per la seconda delle due i, ovvero quella dell'innovazione, della ricerca e del trasferimento tecnologico, guardano e attendono con apprensione ma fiduciosamente alla Regione Campania ed ai Ministeri competenti. Approfitto per salutare e ringraziare il Ministro per le Comunicazioni Mario Landolfi e l'Assessore Regionale alla Ricerca e Innovazione Teresa Armato per l'attenzione che questa sera hanno voluto dedicarci. L'auspicio è che Governo Nazionale e Regionale possano indicarci nel breve come riannodare un filo del discorso che porta direttamente al recupero di competitività del nostro sistema produttivo che - Vi assicuro - non teme avversari in termini di impegno imprenditoriale, capacità di intraprendere, flessibilità organizzativa e spirito di sacrificio. Anche l'approfondimento e la conoscenza di aspetti che possono sembrare apparentemente marginali possono aiutare le imprese nella battaglia per la competitività purché si sentano parte del New Deal. A questo proposito cito a titolo esemplificativo una ulteriore iniziativa compresa nelle azioni coerenti con il progetto sin ora descritto: la tutela della proprietà intellettuale. Questo è il tema, infatti, di un apposito Simposio internazionale da tenersi a Caserta ai primi di dicembre e organizzato, con la nostra collaborazione, dal Ministero delle Attività Produttive, dall'Istituto per la Promozione Industriale più noto come IPI, e la Scuola di Ateneo Jean Monnet - oggi Facoltà Universitaria a tutti gli effetti - guidata dal dinamico Preside Professor Gian Maria Piccinelli che saluto e ringrazio.
Un sentito augurio porgo, a nome della categoria, al Presidente della Provincia di Caserta Sandro de Franciscis - che saluto e ringrazio di cuore per la presenza questa sera - il quale alcuni giorni fa ha spento le candeline della Provincia di Caserta, risorta anch'essa esattamente sessanta anni fa. Una nuova, giovane e qualificata squadra di Assessori provinciali in grado di cogliere il bisogno di rinnovamento delle nostre genti, le quali guardano con tiepida ma riverente attesa a che possano spuntare dal terreno nuovi germogli da irrigare e coltivare, insieme a tutti coloro che sono chiamati alle responsabilità di vertice di settori fondamentali per l'economia del territorio, comprese a pieno titolo, le Organizzazioni datoriali e le Organizzazioni sindacali dei lavoratori - e approfitto per salutare e ringraziare quale rappresentane del mondo sindacale il Segretario Generale nazionale della CISL Savino Pezzotta.
É questo senza dubbio ciò che il territorio si aspetta: veder lavorare insieme - scevri da ambizioni personali e nell'esclusivo e supremo interesse collettivo superiore ma nel rispetto dei valori dei quali si è legittimamente portatori - Istituzioni, Enti pubblici, Organizzazioni strutturate in forma stabile e trasparente, rafforzando il dialogo con il Sistema del credito sia centrale che locale, e che questa sera ha risposto con entusiasmo al nostro invito. D'altro canto ha già dimostrato di credere all'utilità della collaborazione, come acclarato in occasione degli interessanti e proficui approfondimenti sull'applicazione del regolamento comunitario noto come Basilea II.
Ritengo, a mio modesto avviso, che oggi questo ruolo autorevole di playmaker - prendendo in prestito un termine della pallacanestro, sport di cui Caserta ne è sincera e fedele interprete - spetti a chi rappresenta gli interessi di tutti: in poche parole, l'interpretazione più autentica delle istanze deve trovare la sua giusta accoglienza nella Provincia dove potremo su molte questioni lavorare insieme, discutere e, perché no confrontarci in modo franco ma schietto e leale, insieme a tutti coloro che chiamati in forma elettiva e con trasparenza, da una reale base associativa, soprintendano alla rappresentanza di valori economico-sociali costituzionalmente riconosciuti, tutti con la consapevolezza che non c'è più tempo da perdere.
Passo dunque a concludere invitandovi a seguire l'interessante tavola rotonda che segue "quattro leve per lo sviluppo locale" con autorevoli e qualificati interventi e in cui spero vengano raccolti gli spunti della nostra relazione in materia di innovazione e trasferimento tecnologico, concertazione territoriale, Stato moderno delle comunicazioni e del trasferimento di dati e notizie, oltre che di merci e persone, mix di fattori indispensabili non solo per la new ma anche per la old economy. E come tutti i villaggi globali non poteva mancare l'animazione che abbiamo affidato - oltre ad ascoltarlo su Mercati e finanza, quarto Asso da giocare - al Professore, economista e giornalista Massimo Lo Cicero, docente dell'Università di Tor Vergata, pregandolo di mantenere il dibattito nei tempi previsti. Consentitemi però per una degna celebrazione di questo anniversario ringraziare a nome di tutti gli Associati i past president: Antonino Bologna, Libero Dimitri, Giuseppe Fiore, Guido Ascione, Giovanni Francesco Maggiò, Carlo Violati, Arcangelo Tedeschi, Gustavo Ascione, Antonio Farina, Antonio Crispino, i quali, insieme ai direttori, compreso l'attuale Lucio Lombardi, e alle validissime persone della struttura susseguitesi nel tempo, hanno guidato con impegno e lungimiranza la nostra Associazione, consentendo così oggi di festeggiare i 60 anni della Unione degli Industriali della Provincia di Caserta e di guardare con speranza e fiducia per le nostre imprese al domani.
Un applauso a Loro!».


MONTEZEMOLO:«QUESTO È IL SUD CHE MI PIACE»

Mezzogiorno, industria, turismo, innovazione, internazionalizzazione, infrastrutture, investimenti: è un discorso a tutto campo quello che Montezemolo ha tenuto a Caserta, in occasione del 60° anniversario della fondazione dell'Unione Industriali. «Sono molto contento di essere qui, questa sera, con voi, innanzitutto per farvi gli auguri a nome di tutti gli imprenditori italiani», esordisce. «Sessanta anni sono tanti se li guardiamo da un certo punto di vista, pochi se guardiamo tutto quello che abbiamo ancora davanti», continua. E va subito al cuore del problema. Ottima la scelta di puntare su innovazione e internazionalizzazione. «Presidente Cicala, pur complimentandomi molto, aggiungerei altre 2 i: infrastrutture e investimenti. Insieme, diventano 4 i importanti che guardando dal doppio punto di vista, da parte di noi imprenditori e poi da parte di coloro i quali hanno l'onore e l'onere di governare questo Paese. Innovare - per Montezemolo - è fondamentale: questo concetto deve essere nel dna di qualunque imprenditore». Innovare a 360 gradi, «perché paradossalmente questa globalizzazione rappresenta una grande opportunità per le nostre merci», ricorda il presidente di Confindustria. Un concetto che si interseca con la i di infrastrutture. «Io sono molto favorevole alla realizzazione dell'aeroporto di Grazzanise - dice - perché con Capodichino può fare un abbinamento importante, perché non credo né agli aeroporti condominiali, né alle Università condominiali». Ci sono troppe facoltà in giro per l'Italia: «meglio qualche facoltà in meno e qualche centro di eccellenza in più collegati al territorio», suggerisce Montezemolo. Il rapporto tra impresa e Università è fondamentale e deve svilupparsi ancora di più, argomenta. «Noi abbiamo un problema nel nostro Paese. Un livello di ricerca troppo basso. Se pensate che le grandi imprese rappresentano l'1% del sistema delle imprese italiane. Ebbene, le grandi imprese da sole coprono il 75% della ricerca privata italiana. Vi rendete conto che il problema vero della ricerca privata sono le dimensioni delle nostre imprese che sono troppo piccole per fare ricerca». Poi c'è il capitolo Mezzogiorno. «Qui - dice Montezemolo, rivolgendosi alla platea - vedo un imprenditore del Sud che non si limita a fare l'elenco dei problemi. Ma noi non dobbiamo farci del male, non dobbiamo fare le copertine dell'Espresso su Napoli solo per mettere in evidenza gli aspetti negativi». Per il leader di Confindustria, «il Sud è un'area strepitosa, di bellezze naturali, potenzialità turistiche, investimenti nel terziario, un certo tipo di industria, attività che possono avere una stagionalità altissima. Il Sud ha due estremi, da un lato il più grande patrimonio archeologico italiano, che a sua volta rappresenta il 50% del patrimonio archeologico del mondo, e dall'altro ha la più scarsa capacità di attrarre investimenti in Europa. Non possiamo continuare ad avere un paese che non è capace di attrarre investimenti. Non è accettabile con tutto il rispetto di paesi che si chiamano Spagna, Francia o anche Grecia, che l'Italia non sia il primo Paese in Europa di attrazione turistica, di industria del turismo. C'è qualcosa, quindi, che non funziona». Il Sud rappresenta la grande frontiera di questo Paese, ricorda. Allora dal Sud viene un messaggio, che noi abbiamo cercato con 17 Associazioni di categoria e i tre maggiori sindacati di portare avanti. Infine, i rapporti con la politica. «Qualcuno dice: Confindustria vuol fare politica. Ma la cosa non mi interessa perché: a) non è vero, b) se fare politica vuol dire richiamare fortemente, come cittadini prima e imprenditori poi, sui veri problemi di questo Paese, rimboccandoci noi le mani per primi e non credendo che i problemi sono solo fuori delle nostre imprese, ebbene Confindustria fa politica. Fa politica e non dà deleghe in bianco a nessuno e vorrà capire con chiarezza, quali sono le risposte che coloro i quali si candidano dopo le elezioni a gestire l'Italia, sono in grado di dare su questi temi di fondo». E rispetto al Governo registra «un segnale importante di attenzione» in funzione del costo del lavoro. «La riduzione di 1% è un segnale emblematico - dice - importante e in ogni caso significa destinare delle risorse alla competitività e alla crescita delle aziende». Per Montezemolo «c'è una grande volontà di reazione, una crescita culturale e professionale». «Da Caserta - aggiunge - con questi temi, con questo dibattito, viene un esempio che vi devo dire la verità mi rende orgoglioso, perché dimostra che anche il Sud è un Sud moderno che guarda avanti, che fa affidamento prima di tutto sulle proprie forze». E tra gli applausi convinti dei presenti, conclude: «Tanti auguri con tutto il cuore».

Dall’Apicap all’Associazione Industriali

L'Associazione Industriali della Provincia di Caserta nasce nel 1945, il 23 di agosto, dalla trasformazione dell'Appiac, in origine Apicap, Associazione provinciale industriali, commercianti, agricoltori e professionisti. Presidente viene eletto il dottore Antonino Bologna, segretario il dottore Luigi Testi. A maggio, gli industriali mugnai e pastai della "zona casertana", presidente Vincenzo Pepe, si erano dimessi dall'Unione Industriali di Napoli per aderire all'Appiac di Caserta. Con il bilancio di fine anno, il fondo comune venne suddiviso tra le Associazioni degli industriali, degli agricoltori e dei commercianti in ragione, rispettivamente, di 139.020, 93.120 e 91.020 lire. Il primo bilancio prevedeva entrate per lire 487.000. A gennaio del 1946, l'Associazione dirama il primo numero del proprio notiziario a stampa. Inizia così un'avventura ricca di successi che continua ancora oggi. Il primo significativo atto di riconoscimento del grado di rappresentatività della categoria arriva nel 1948 quando la C.C.I.A.A. richiede all'Associazione la segnalazione di una terna di nominativi per la nomina del rappresentante in seno al Collegio dei revisori dello stesso ente camerale. L'evento viene salutato con legittima soddisfazione dagli industriali. Il dottore Bologna viene confermato presidente dell'Associazione e l'avvocato Maione vice presidente; consiglieri anche il commendatore Leopoldo De Negri, l'ingegnere Luigi Romano, il cavaliere Virgilio Polito, l'ingegnere Guido Catemario, il dottore Volpe, il duca G. Battista del Balzo e l'ingegnere Stievano. Il Consiglio direttivo delibera la costituzione del Comitato di presidenza, organo più ristretto dell'Associazione, del quale vengono chiamati a far parte, oltre al dottore Bologna e all'avvocato Maione, l'ingegnere Marco Antonio Fusco, il cavaliere Nicola Anzivino, il ragioniere Vincenzo Russo, il cavaliere Antonio Del Prete, l'ingegnere Luigi Romano, il cavaliere Virgilio Polito e l'ingegnere Carlo Bianchin. A gennaio del 1950 il presidente della Camera dei Deputati, onorevole Giovanni Leone, riceve il Comitato costituitosi per l'allestimento, in Palazzo Reale, di una mostra delle sete di San Leucio organizzata dalla C.C.I.A.A.. Dell'organismo fanno anche parte il presidente dell'Associazione industriali, dottore Antonino Bologna, e il direttore Luigi Testi. La mostra, aperta dal 7 maggio al 9 luglio, evidenzia la qualità del tradizionale prodotto dell'industria manifatturiera casertana. A settembre 1954, viene approvato il progetto di massima per la costruzione dell'edificio sociale dell'Associazione: prevista una spesa complessiva di 70 milioni, 35 dei quali per il solo rustico. Nel 1955 nella sede della C.C.I.A.A. si celebra il decennale della costituzione dell'Associazione e, nella stessa giornata - il 20 febbraio - c'è la posa della prima pietra dell'edificio sociale. L'anno successivo inizia l'industrializzazione del territorio grazie all’intervento di Don Salvatore D'Angelo, amico di Giulio Andreotti e del ministro Giacinto Bosco e sotto la pressione della popolazione che fa del caso Saint Gobain (blocco della costruzione dello stabilimento sul viale Carlo III per intervento della Soprintendenza) un momento di riscatto. Con un accordo sottoscritto all'Unione tra industriali serici e sindacati di categoria, termina, siamo nel 1959, un lungo periodo di agitazione e astensione dal lavoro da parte delle maestranze del settore. All'inizio degli anni '60 c'è ancora fervore di iniziative industriali in provincia, grazie alla felice posizione geografica rispetto alle principali arterie di collegamento e alle agevolazioni legislative previste per insediamenti nel Mezzogiorno. E così all'orizzonte si profila la costruzione degli impianti produttivi della Pozzi a Sparanise, della Face Standard a Maddaloni, della 3M a S. Marco Evangelista, della Autelco (poi Gte Telecomunicazioni) a Marcianise, della Siemens (oggi Italtel) a S. Maria Capua a Vetere, della Precisa a Teano. Si comincia a delineare quel processo di industrializzazione di Terra di Lavoro, dal Censis definito "a macchia di leopardo". Rinnovo delle cariche. Presidente viene confermato il dottore Antonino Bologna; vice presidente l'avvocato Salvatore Maione; il Comitato di presidenza per il triennio 1960/63 è completato dal ragioniere Vittorio Simoncelli, dall'ingegnere Marco Antonio Fusco, dall'ingegnere Carlo Bianchin, dal cavaliere Antonio Del Prete, dal ragioniere Vincenzo Russo, dall'ingegnere Jean Boudin e dal commendatore Gino Fulgeri. La Sezione costruttori edili, che l'aveva a lungo sollecitata per un riferimento ufficiale da parte di tutti gli enti appaltanti, cura la stampa della "Tariffa dei prezzi per i lavori edili" del Genio Civile. L'Unione decide di partecipare all'atto costitutivo del Ciapi, il centro di formazione operai per l'industria e mette a disposizione propri locali per la sede provvisoria. Nascono in seno all'Associazione, il Comitato per la piccola industria (1966) per l'approfondimento di problemi riguardanti le imprese di piccole dimensioni; il Consorzio Garanzia Collettiva Fidi (1968) per l'accesso al credito attraverso il principio della mutualità; il Gruppo Giovani dell'industria (1970) per stimolare negli imprenditori di domani la consapevolezza della loro funzione etico-sociale e lo spirito associativo; e il Centro per la formazione delle maestranze edili che oggi svolge la sua attività a Macerata Campania. Ultime tappe dell'industrializzazione si avviano alla fine degli anni ‘60 e inizio ‘70 con la nascita della Olivetti, e la Indesit di Teverola. Gli anni ‘70 sono cruciali per la trattativa sindacale e la forte spinta operaia per la crescita dei salari. L'Unione degli industriali si trova al centro di forti tensioni su tutto il territorio e la sua mediazione risulterà fondamentale. Nel 1982 inizia la crisi del settore metalmeccanico e la sua trasformazione in elettronica. Fallisce la nascita del polo elettromeccanico e inizia il periodo della deindustrializzazione. Un'operazione di oltre 1200 miliardi viene concordata in un accordo di programma tra Governo e Olivetti per salvare 1200 posti di lavoro, altri accordi si realizzano alla Indesit e al polo delle telecomunicazioni di S. Maria Capua Vetere. Gli anni '80 sono anche quelli della nomina a presidente onorario dell'Unione dell'ingegnere Marco Antonio Fusco, dell'ingresso di moderne tecnologie di comunicazione, del grande dibattito che vede impegnate le Sezioni dei costruttori edili per il piano regolatore generale della città capoluogo (1984) e dei serici per la destinazione del Belvedere di S. Leucio, l'antica borgata manifatturiera patria dell'arte serica (1985). Gli anni recenti, invece, sono segnati dal dibattito sulla necessità di realizzare grandi infrastrutture, quali Interporto di Maddaloni-Marcianise e Aeroporto internazionale di Grazzanise, cui si assegna il ruolo di volano per rilanciare lo sviluppo. Grandi opere di cui ancora si scontano ritardi burocratici e politici.





Mostra Fotografica - “Frammenti di Storia” - A cura di Mauro Nemesio Rossi
Raccontare un periodo di storia così lungo per chi ha vissuto in prima persona gli avvenimenti è cosa facile. Più difficile è il compito di chi dall'esterno ha dovuto ricostruirli. Nel primo caso l'analisi è condizionata da emozioni personali, mentre nel secondo il limite è costituito dalla scarsa disponibilità di atti e documenti.
Con questa premessa si traccia il percorso della mostra. Si parte dal 1944, la guerra in Italia non è ancora finita e Caserta incomincia sotto la vigilanza dell'esercito alleato a riassaporare di nuovo i principi democratici perduti con l'avvento del fascismo. Sono gli uomini della vecchia Upica, l'associazione che era stata sostituita dall'associazione fascista degli industriali napoletani, a prendere le redini in mano per ridare vita a una organizzazione sindacale datoriale. L'avvocato Ciro Vaccaro continuerà il suo compito di direttore, mentre il posto di Pasquale Amato, noto imprenditore pastaio e presidente della vecchia Upica, viene assunto da Enrico Catemario di Quadri.
A convocare industriali, commercianti, artigiani, agricoltori, professionisti e artisti è l'avvocato Salvatore Formichella, il vice podestà dell'onorevole Giovanni Tescione che dal 1927 al 1931 aveva retto le sorti della città, dando un forte impulso all'economia locale. Nasce così l'Apicap sotto la sorveglianza del generale Hamilton Maior che nella prima convocazione pretende «No political discussion allowed».
Ma una simile commistione di attività avrà vita breve e già l'anno successivo ognuno prende la propria strada e gli industriali iniziano il proprio percosso sotto la presidenza dell'avvocato Antonino Bologna.
Le immagini riguardano periodi significativi della storia dell'industria casertana e terminano con la progettualità futura. Prima tappa il decennale che cade negli a metà degli anni cinquanta caratterizzati da un assestamento della nuova provincia che, durante la ricostruzione, rimane indietro in molti settori. Troverà negli anni sessanta lo scatto e l'orgoglio della crescita anche grazie all'apporto di una classe politica che saprà farsi valere sulla scena nazionale. Caserta sarà chiamata la "Brianza del sud" e le grandi aziende nasceranno a un ritmo costante permettendo non solo il cambiamento dell'economia, ma anche una diversa qualificazione e preparazione dei lavoratori. Gli anni settanta coincidono con quelli della contestazione, mentre gli anni ottanta si avvia una nuova fase che porterà alla deindustrializzazione del territorio e la fuga delle grandi aziende. Il futuro è concentrato sulla nascita di nuove infrastrutture e su un diverso concetto di fare sinergia: i poli specialistici e i consorzi che serviranno a evitare la frammentazione e a rendere competitivi settori che erano composti da un artigianato di qualità.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Novembre - 2.102 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it