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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


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Relazione del presidente Silvio Sarno

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CALCIO: RITENUTE DA RIFORMULARE
L'IPOTESI DELLA SOLIDARIETÀ DI IMPOSTA

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CALCIO: RITENUTE DA RIFORMULARE
L'IPOTESI DELLA SOLIDARIETÀ DI IMPOSTA
Con questo meccanismo si potrebbe esercitare una fruttuosa attività di riscossione

Antonio Annunziata
Consigliere dell'Ordine dei Dottori Commercialisti di Salerno a.annunziata@commercialistisalerno.it

Per il mondo del calcio la scorsa estate è stata forse una delle più tormentate e la definitiva formazione dei calendari ha subito rinvii connessi alla complicata situazione del passivo, nei confronti dell'Erario, da parte di diverse società calcistiche. Tralasciando gli aspetti strettamente sportivi, si intende aprire qui una riflessione proprio sulle modalità di accumulo di pesanti posizioni debitorie per ritenute non versate e su possibili rimedi normativi per evitare la persistenza di simili situazioni di squilibrio. Questo debito, non frutto della sola ultima annata ma derivante da un precedente accumulo, riguarda la ritenuta d'acconto non versata sugli emolumenti corrisposti ai giocatori e agli altri lavoratori prevista obbligatoriamente a carico del datore di lavoro che svolge, in gergo tecnico, la funzione di sostituto d'imposta. Questa figura si rende necessaria per avvicinare il momento della produzione del reddito a quello della sua tassazione, per cui man mano che vengono corrisposti gli emolumenti, il datore di lavoro effettua un prelievo - appunto la ritenuta d'acconto - che entro la metà del mese successivo viene versata allo Stato. Nel mondo del calcio, stando ai recenti drastici provvedimenti adottati dalla FIGC, questo meccanismo non funziona a dovere.

Dimensioni del problema
Il dato quantitativo, facendo riferimento ai soli provvedimenti di esclusione dai campionati, sarebbe circoscritto a un numero limitato di squadre. A queste si aggiungono le altre società che sono riuscite ad ottenere una rateizzazione del debito a seguito di un accordo sottoscritto con l'Agenzia delle Entrate, e globalmente si tratta di importi considerevoli in quanto rappresentati da diverse decine di milioni di euro. Se alle situazioni accertate si aggiungessero quelle non ancora rilevate, il problema diventerebbe talmente esteso da implicare la necessità, o quanto meno l'opportunità, di un aggiustamento del regime normativo finalizzato al contenimento, se non alla definitiva eliminazione, del fenomeno.

Quadro normativo
Dall'esame delle disposizioni vigenti in materia si evince che l'unico soggetto sul quale incombono obblighi è il sostituto d'imposta, cioè il datore di lavoro sia autonomo che subordinato, mentre nessun altro obbligo compete al sostituito, e cioè al prestatore d'opera, per il quale permangono unicamente gli obblighi dichiarativi e di versamento di eventuali conguagli di imposta. Questa situazione è assolutamente identica in tutti i settori economici e rimane uno dei principi saldi del nostro ordinamento. Il pianeta calcio, però, presenta delle specifiche peculiarità per cui una modifica, limitata alle società professionistiche operanti in questo ambito, può essere attuata proprio agendo sulla figura del sostituto d'imposta. Introducendo la solidarietà di imposta tra sostituto e sostituito, infatti, si creerebbe l'interesse a contrastare la tendenza a rinviare sine die il versamento delle ritenute d'acconto, ovvero a ometterne del tutto il versamento.

La solidarietà d’imposta tra società e giocatori
Il meccanismo della solidarietà di imposta, applicato alle ritenute d'acconto operate dalle società di calcio professionistiche, prevedrebbe una corresponsabilità tra società e atleti (ma anche tecnici e altre figure professionali) per l'omesso versamento delle ritenute riguardanti gli emolumenti corrisposti. In questo modo, davanti al fisco sarebbero considerati parimenti responsabili le società di calcio da un lato e i calciatori dall'altro, con oggettivi vantaggi riguardanti diversi aspetti. In primis, la possibilità di esercitare una fruttuosa attività di riscossione. Il patrimonio delle società di calcio, in genere rappresentato quasi esclusivamente dai contratti in corso, rende difficile una vantaggiosa azione di riscossione e addirittura, quando le società vengono escluse dai campionati, il dissolvimento del patrimonio conseguente allo "svincolo" dei giocatori sotto contratto rende praticamente impossibile il recupero degli importi non versati. Sicuramente più agevole, invece, può essere l'azione di riscossione nei confronti dei giocatori il cui patrimonio, più frequentemente, non presenta caratteristiche di "volatilità" analoghe a quelle di alcune società calcistiche. Con questa innovazione non vi sarebbe un ingiusto appesantimento per la categoria dei calciatori, in quanto il carico tributario rimarrebbe invariato, mentre si aggraverebbe solo di un adempimento volto a rimuovere una situazione di squilibrio nei rapporti tra società di calcio e fisco.

Aspetti applicativi dell’introduzione dell’obbligo
Sotto il profilo pratico, l'introduzione dell'adempimento prevederebbe la corresponsabilità di più soggetti in relazione a un medesimo adempimento, e cioè il versamento delle ritenute sugli emolumenti erogati. É da escludere, perché poco agevole, la materiale esecuzione congiunta del versamento da parte dei coobbligati in solido, in quanto porrebbe problemi di attuazione legati alla compresenza delle parti all'atto del pagamento delle ritenute. Una soluzione sicuramente preferibile è quella di mutuare il sistema di riscossione dell'imposta di registro in relazione ai trasferimenti immobiliari, alleggerendo tuttavia gli adempimenti in relazione alla diversa natura del versamento. A ben vedere in alcuni casi l'entità delle somme in gioco non è molto lontana da quelle riguardanti cessioni di beni immobili e, guardando agli esempi più eclatanti, probabilmente le mensilità degli stipendi di Totti o Del Piero valgono l'equivalente di un appartamento in centro. Tuttavia, tornando agli adempimenti di versamento, il livello di formalità può essere ridotto delegando la certificazione dell'avvenuto pagamento a professionisti delle materie giuridiche ed economiche.

La funzione del “Certificatore”
L'intervento di figure professionali all'interno dei rapporti tra società di calcio e giocatori è già frequente per cui questo ulteriore adempimento, volto a eliminare situazioni che, come detto, esplicano effetti anche al di fuori della sfera di rapporti tra società e fisco, può rappresentare un lieve ma indispensabile appesantimento. Il professionista "certificatore" può fungere da garante del corretto adempimento di versamento e rendere così impossibile l'accumulo di debiti nei confronti dell'Erario in quanto le ritenute verrebbero versate contestualmente alla corresponsione degli emolumenti a calciatori, tecnici, e agli altri prestatori d'opera nei riguardi di società di calcio. Restano da rivedere i dettagli applicativi che, naturalmente, sono da definire per rendere quest’ipotesi di riforma pienamente compatibile con l'ordinamento. In un contesto mutevole come quello tributario, dove il continuo variare delle esigenze di finanza pubblica si manifesta in costanti e incisive modificazioni normative, può inserirsi quest’ipotesi di revisione riguardante un aspetto che sta assumendo proporzioni non trascurabili con conseguenze di interesse generale.

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