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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


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Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

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SVILUPPO E NUOVA CLASSE DIRIGENTE
IL PROGETTO DI UN ASSE AVELLINO-TORINO

Le politiche fiscali in Europa
Pininfarina rafforza le tesi del CSC

LA DIFFICILE SITUAZIONE DEL SETTORE MANIFATTURIERO
LA CINA AVANZA MA LA CREATIVITÀ PARLA ITALIANO

POLITICA ED ECONOMIA A COLLOQUIO
UN TAVOLO DI GOVERNO PER LO SVILUPPO

Le politiche fiscali in Europa
Pininfarina rafforza le tesi del CSC
Ad Avellino si riapre il dibattito sulla crescita economica del nostro Paese

Tommaso Mauriello
Area Legislativa - Unione Industriali Avellino
economico@confindustria.avellino.it


Andrea Pininfarina, Vice Presidente del Centro Studi di Confindustria, ha riaperto il dibattito sulla crescita economica nel nostro Paese nel corso dell'Assemblea dell'Unione degli Industriali di Avellino del 5 ottobre, focalizzando l'attenzione anche sulle politiche fiscali quale leva per rivitalizzare un sistema economico sofferente. Ne avevano già discusso i vertici di Viale dell'Astronomia nel corso del Seminario del Centro Studi Confindustria, lo scorso 21 settembre, al quale ha partecipato anche Federica Vozzella Delegata del Centro Studi di Avellino interessata ad approfondire le dinamiche congiunturali nazionali e internazionali. «L'unico valore di riferimento è la crescita economica da ottenere in maniera organica e definita dai governi locali e dalle Istituzioni internazionali» - questo il monito di Andrea Pininfarina. In Europa le riforme fiscali sono state al centro dell'attenzione negli ultimi anni. In un contesto economico, dominato dall'impetuosa crescita dell'economia cinese, le leve fiscali rappresentano una delle chiavi per rivitalizzare l'economia. Crescita, sviluppo economico ed equità nel sistema fiscale. Un rapporto difficile da realizzare considerando l'aumento delle materie prime, i mercati emergenti e la crisi strutturale dei comparti produttivi. Non mancano però esperienze particolarmente interessanti, in Europa come in alcuni Paesi dell'Est; in Germania la riduzione delle imposte ha riguardato soprattutto le imprese; in Svezia si sono operati significativi tagli delle spese senza incidere sulle prestazioni sociali; importanti le esperienze dell'Irlanda e di alcuni Paesi dell'Est che hanno sperimentato con successo forme di flat tax. Proprio la flat tax (imposizione fiscale con una unica aliquota) potrebbe rappresentare la metodologia corretta per stimolare lo sviluppo e sostenere una sempre difficile equità fiscale. Tutti i dati a disposizione sembrano indicare che i sistemi ad aliquota unica adottati in Europa orientale creino un vantaggio sia alle autorità pubbliche, sia al settore privato. La crescita economica di tutte le "tigri baltiche" è sostenuta e ha raggiunto il livello medio del 5% annuo. Queste solide prestazioni economiche generano un considerevole gettito fiscale, a tutto vantaggio dell'erario. A misure di efficienza della spesa e di federalismo fiscale, dovrebbero essere aggiunte misure di redistribuzione del carico fiscale dal reddito di lavoro dipendente al reddito immobiliare. Auspicabile un avvicinamento al sistema inglese (più equo) e una riforma dell'IRPEF, allargandone la base e spostando la pressione fiscale dai fattori produttivi ad altri quali le rendite finanziarie, immobiliari e agricole così da mitigare l'eccessiva pressione sulle attività produttive che in Italia è più alta di 10 punti percentuali rispetto alla media Europea. Le previsioni del Centro Studi hanno messo in evidenza che il sostegno alla crescita potrebbe derivare proprio da adeguate politiche fiscali che per il 2004 hanno già contribuito, a livello europeo, per quasi l'1% alla crescita e che continueranno per tutto il biennio 2005-2006.

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