SVILUPPO E NUOVA CLASSE DIRIGENTE
IL PROGETTO DI UN ASSE AVELLINO-TORINO
Le politiche fiscali in Europa
Pininfarina rafforza le tesi del CSC
LA DIFFICILE SITUAZIONE
DEL SETTORE MANIFATTURIERO
LA CINA AVANZA MA LA CREATIVITÀ PARLA ITALIANO
POLITICA ED ECONOMIA A
COLLOQUIO
UN TAVOLO DI GOVERNO PER LO SVILUPPO
Le politiche fiscali in Europa
Pininfarina rafforza le tesi del CSC
Ad Avellino si riapre il dibattito
sulla crescita economica del nostro Paese
Tommaso Mauriello
Area Legislativa - Unione Industriali Avellino
economico@confindustria.avellino.it
Andrea Pininfarina, Vice Presidente del Centro Studi
di Confindustria, ha riaperto il dibattito sulla crescita economica
nel nostro Paese nel corso dell'Assemblea dell'Unione degli Industriali
di Avellino del 5 ottobre, focalizzando l'attenzione anche sulle
politiche fiscali quale leva per rivitalizzare un sistema economico sofferente.
Ne avevano già discusso i vertici di Viale dell'Astronomia nel corso
del Seminario del Centro Studi Confindustria, lo scorso 21 settembre,
al quale ha partecipato anche Federica Vozzella Delegata del Centro Studi
di Avellino interessata ad approfondire le dinamiche congiunturali
nazionali e internazionali. «L'unico
valore di riferimento è la crescita economica da ottenere in maniera
organica e definita dai governi locali e dalle Istituzioni internazionali» -
questo il monito di Andrea Pininfarina. In Europa le riforme fiscali
sono state al centro dell'attenzione negli ultimi anni. In un contesto
economico, dominato dall'impetuosa crescita dell'economia cinese,
le leve fiscali rappresentano una delle chiavi per rivitalizzare l'economia.
Crescita, sviluppo economico ed equità nel sistema fiscale. Un rapporto
difficile da realizzare considerando l'aumento delle materie prime, i mercati
emergenti e la crisi strutturale dei comparti produttivi. Non mancano
però esperienze
particolarmente interessanti, in Europa come in alcuni Paesi dell'Est;
in Germania la riduzione delle imposte ha riguardato soprattutto
le imprese; in Svezia si sono operati significativi tagli delle spese
senza incidere sulle prestazioni sociali; importanti le esperienze dell'Irlanda
e di alcuni Paesi dell'Est che hanno sperimentato con successo forme
di flat tax. Proprio la flat tax (imposizione fiscale con una unica aliquota)
potrebbe rappresentare la metodologia corretta per stimolare lo sviluppo
e sostenere una sempre difficile equità fiscale. Tutti i dati a
disposizione sembrano indicare che i sistemi ad aliquota unica adottati
in Europa orientale creino un vantaggio sia alle autorità pubbliche,
sia al settore privato. La crescita economica di tutte le "tigri baltiche" è sostenuta
e ha raggiunto il livello medio del 5% annuo. Queste solide prestazioni
economiche generano un considerevole gettito fiscale, a tutto vantaggio
dell'erario. A misure di efficienza della spesa e di federalismo
fiscale, dovrebbero essere aggiunte misure di redistribuzione del
carico fiscale dal reddito di lavoro dipendente al reddito immobiliare.
Auspicabile un avvicinamento al sistema inglese (più equo) e una
riforma dell'IRPEF, allargandone la base e spostando la pressione fiscale
dai fattori produttivi ad altri quali le rendite finanziarie, immobiliari
e agricole così da
mitigare l'eccessiva pressione sulle attività produttive che in
Italia è più alta di 10 punti percentuali rispetto alla media
Europea. Le previsioni del Centro Studi hanno messo in evidenza che
il sostegno alla crescita potrebbe derivare proprio da adeguate politiche
fiscali che per il 2004 hanno già contribuito, a livello europeo,
per quasi l'1% alla crescita e che continueranno per tutto il biennio
2005-2006.
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