BASILEA 2 IN DIRITTURA D'ARRIVO
L'ACCORDO DIVENTA NORMA COMUNITARIA
Rafforzare l’immagine di impresa per superare l'esame dei rating
bancari
Michele
Izzo
Direttore Ga.Fi. Sud s.c.p.a.
info@gafisud.it
Il Parlamento Europeo ha approvato il 28 settembre 2005 le due direttive
volte al recepimento nella legislazione comunitaria (e conseguentemente
dei 25 stati dell'Unione) dell'accordo di Basilea 2 sull'adeguatezza
patrimoniale delle imprese di investimento e degli enti creditizi,
la cui entrata in vigore si conferma all'inizio dell'anno 2007. Lo scopo
generale è conferire
alle disposizioni in materia di adeguatezza patrimoniale degli enti
creditizi un approccio più articolato e sensibile ai rischi per
riflettere meglio la complessità e la diversità dei mercati
finanziari odierni. Ciò dovrebbe tradursi in un quadro legislativo
che sostenga in maniera più adeguata il sistema finanziario e consenta
un uso dei capitali più efficiente. In particolare, il Parlamento
chiarisce che gli Stati membri hanno la facoltà di applicare i
requisiti in materia di capitale su base individuale e consolidata
e, ove lo ritengano opportuno, di non applicare la base individuale. Inoltre,
a determinate condizioni, è possibile consentire un fattore zero
di ponderazione del rischio per le esposizioni infragruppo delle banche
che operano in "un
sistema di tutela istituzionale". Gli enti creditizi, poi, debbono
illustrare le loro decisioni di rating alle PMI e ad altre società che
chiedono prestiti, fornendo su richiesta, una spiegazione scritta.
Se un impegno volontario del settore in tale contesto risulta inadeguato,
vanno allora adottate misure nazionali. Una delle questioni più controverse
riguardava la comitologia (il sistema che attribuisce alla Commissione
il potere di decidere in merito all'attuazione di un atto legislativo).
Il progetto di Costituzione riconosce al Parlamento il diritto di revocare
le decisioni dell'Esecutivo ma, tenuto conto della situazione delle
ratifiche, i deputati intendono garantire che tale diritto sia compreso
in un accordo interistituzionale. Per quanto riguarda la direttiva,
Parlamento, Consiglio e Commissione, sono giunti a un compromesso all'ultimo
momento che, per massimo due anni e non oltre il 1° aprile 2008, prevede
il ricorso al "vecchio" sistema - che esclude ampiamente il
Parlamento - per l'attuazione e l'aggiornamento della direttiva. Dopodiché,
tali poteri saranno aggiornati da un accordo tra le tre Istituzioni.
Allo stesso tempo, sarà rivisto il sistema utilizzato per l'attuazione
di queste disposizioni. Il Direttore Generale dell'ABI , Giuseppe Zadra,
ha così commentato l'approvazione da parte del Parlamento europeo
della direttiva che aggiorna i requisiti di capitale sulla base di
Basilea 2: «Una tappa importante che ci avvicina all'appuntamento
con Basilea 2 e che accogliamo positivamente, con soddisfazione» .
Le banche sono ormai quasi pronte. Anche le imprese, soprattutto quelle
piccole e medie, devono ancora apportare significativi cambiamenti
nella funzione finanziaria al loro interno al fine di quantificare i fabbisogni
di capitale e reperire le fonti di finanziamento più adeguate e
a costo più limitato.
Anche se, a poco più di un anno dall'entrata in vigore dell'Accordo
di Basilea 2 sui requisiti patrimoniali minimi, qualche imprenditore
comincia a subordinare alcune scelte di gestione in funzione dell'impatto
che queste avranno sul rating, emerge che molte imprese non vi hanno
ancora dato il peso adeguato, percependo lontana la data di operatività di
un problema che le riguarda solo indirettamente.
Basilea 2
Il "nuovo schema di regolamentazione per la convergenza internazionale
della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali per le banche
attive a livello internazionale", più noto come "Basilea
2" propone un insieme di norme relative alle esigenze minime in materia
di capitale posseduto da organismi bancari. É stato presentato nel
giugno 2004 dal Comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria, composto da
banche centrali e autorità di vigilanza della banche dei paesi del
G10. L'intenzione è quella di definire un'intesa e quindi una nuova
direttiva comunitaria (quella vecchia risale al 1989) sulla nuova regolamentazione
relativa alla metodologia, cui tutte le banche operanti sul territorio dell'Unione
dovranno attenersi, per l'assunzione del rischio rispetto al capitale posseduto.
Le nuove regole debbono garantire che le banche e le imprese d'investimento
europee siano in grado di reagire con prontezza all'evoluzione del mercato.
Esse dovranno quindi essere più flessibili e garantire una coerenza
e una sorveglianza appropriata. I criteri seguiti sono tre: rischio di credito;
rischio di mercato; rischio operativo (Frodi o altro). Questi tre criteri
sono stati già introdotti nell'accordo precedente, cioè Basilea
1 del luglio 1988, e sono tutt'oggi operativi. Quello su cui il Comitato
di Basilea e quindi la Commissione europea tentano di trovare oggi è un
accordo sulla modifica dei parametri per il calcolo di questi criteri. Inoltre,
poiché la flessibilità risulta essere un elemento maggiore
del dispositivo esso dovrà applicarsi a tutte le banche e imprese
d'investimento, qualsiasi sia la dimensione, la complessità e l'attività.
Il Comitato di Basilea, cosciente dell'importanza della flessibilità nell'attuazione
della riforma, ha proceduto agli aggiustamenti necessari concludendo l'accordo
nel 2003. Da questa data le banche dei Paesi membri della Comunità avranno
tre anni per conformarsi alle nuove disposizioni. É ovvio che questa
complicata regolamentazione verrà applicata agli istituti di credito
e, conseguentemente, si rifletterà indirettamente sulle PMI. Le banche
dovranno classificare i propri clienti in base alla loro rischiosità,
attraverso procedure di rating sempre più sofisticate. Il timore è che
l'applicazione dell'accordo possa tradursi in minor credito alle imprese
più rischiose e a tassi più elevati. Appare quindi evidente
la necessità che le imprese, e in particolare le PMI, pongano in
essere tutte quelle politiche, gestionali e di bilancio, atte a rafforzare
la propria struttura e la propria immagine per affrontare serenamente l'esame
dei rating bancari.
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