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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


Inserto
Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

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il MARE NON BAGNA NAPOLI
turismo tra sviluppo e professionalitÀ
L'OBR progetta come si può restituire credibilità all’offerta in Campania

Alfredo Loso
Presidente OBR Campania
presidenza@obrcampania.it



Già in precedenza ho parlato della costruzione del sistema regionale delle qualifiche che vede il CREB - Coordinamento degli Enti Bilaterali della Campania - impegnato con altri enti, tra cui IF-ItaliaForma e Memory Consult, al fianco della Regione Campania in un progetto di grande rigore professionale che chiede al sistema tutto della bilateralità campana di esprimere il meglio delle sue competenze. Il progetto è finalmente partito e per prima cosa si è dato un suo piano di lavoro che lo vedrà costruire un prototipo di sistema su di un'area professionale fortemente rappresentativa per la complementarietà e la sinergia con altre. Per le evidenti implicazioni di carattere economico, sociale e territoriale, si è scelto, pertanto, il settore del Turismo (v. Schema). É forse utile ricordare che il turismo italiano si è storicamente rapportato al suo immenso patrimonio storico-culturale, a un ambiente accogliente, a un clima mite, a una archeologia offerta a man bassa, in un contesto pervaso di storia e imbevuto di una cultura millenaria. E questo tesoro è divenuto nel tempo un unicum, un prodotto che si vendeva da solo proprio per la sua unicità. A questo patrimonio si è collegato, via via, il valore dei servizi che lo accompagnavano, tanto cresciuto da far spesso la differenza. Studiare il turismo è estremamente importante perché il settore vive un momento non particolarmente favorevole, determinato, certo, da molteplici cause di cui alcune vengono da lontano. Il terrorismo internazionale ha influito sui flussi del turismo estero e questa flessione si è associata alla riduzione di flussi interni dovuti alla recessione e alla conseguente crisi dei consumi. Vi sono, poi, altri fattori che incidono sulla competitività dei prodotti turistici del nostro Paese e della nostra regione come: la concorrenza di altre destinazioni, un’inadeguata strategia di promozione e comunicazione, l'affermarsi di una domanda sempre più innovativa e personalizzata, meno legata agli standard classici. La complessità del settore viene poi accresciuta dalla diminuzione della permanenza media, dall’aumento dei prezzi non correlato ai servizi, dalla difficoltà degli operatori del settore ad adeguarsi a una domanda più matura e consapevole. I maggiori esperti del settore ritengono che la leva strategica da attivare sia quella della soddisfazione del cliente che tende a immaginare la sua vacanza come risposta personalizzata alle sue esigenze. Il settore ha bisogno, quindi, di una Cultura del Servizio Turistico, fondata sulla Qualità, basata su una attenta politica dei prezzi, che utilizzi Promozione e Comunicazione in modo mirato secondo i differenti target, che valorizzi la cultura locale e ne colga il valore profondo, che guardi a un cliente diverso, per quanti e diversi sono i target del turista, adeguando la sua capacità di accoglienza, sino a costruire una cultura dell'accoglienza. Sapere che sempre di più il turismo è sistema significa che, oltre a quanto sinora si è detto, occorre una forte attenzione al territorio e al suo utilizzo consapevole, all'immagine di sicurezza e fiducia che esso proietta, alle infrastrutture che lo rendono più accessibile e accogliente, più fruibile dai flussi turistici. Ma neanche questo basta: strutture e infrastrutture se non sono vissute e agite bene, degradano fino ad accrescere il disagio territoriale, molto più che se non fossero mai state realizzate.

AREE DI IMPATTO DEL SISTEMA DELLA PORTUALITà TURISTICA



Occorre, dunque, investire sulle persone, intese come cittadini, che devono essere consapevoli della loro identità culturale e del valore del loro territorio, e sugli operatori, intesi come imprenditori e lavoratori, che devono adeguare le proprie competenze alle diverse esigenze dei diversi turismi. Oggi vi sono alcuni strumenti e analisi per leggere i bisogni formativi delle aziende e dei lavoratori, ma si tratta di analisi e letture diversificate e talvolta frammentarie, basate su logiche e linguaggi che spesso non comunicano tra loro. Con la nascita di un sistema regionale delle qualifiche, basato sulle competenze, si riuscirà a dare trasparenza a mestieri e professioni che oggi hanno nomi e significati diversi riguardo alle capacità, abilità e comportamenti associati alle diverse attività lavorative. Trasparenza vuol dire consentire a chiunque di riconoscere il vero contenuto di professionalità associato a una qualifica o a un titolo. Nel turismo questo vuol dire, ad esempio, che le qualifiche rilasciate in Campania hanno un valore aggiunto determinato dal loro legame con la realtà territoriale. L'esempio più facile è quello del pizzaiolo: il suo standard (la sua bandiera) in Campania non può non portare il segno dei protocolli e del saper fare che sono necessari per fare le pizze tipiche di qualità della nostra regione in qualsiasi parte del mondo. Ma i mestieri e le professioni che si formano in Campania devono anche poter essere spendibili altrove, in qualsiasi posto, e in Campania deve essere possibile poter capire cosa sanno fare e in che modo possono integrarsi persone che vengono da sistemi formativi di altre regioni del paese o del mondo. Per fare questo si analizzeranno, professione per professione, mestiere per mestiere - in termini tecnici si parla di figure e profili professionali - i processi produttivi di appartenenza e si definiranno i relativi dizionari di competenze. Esperti del mestiere, i top performer, saranno chiamati a descrivere cosa e come si deve saper fare ogni compito associabile a un profilo professionale. In questa fase sperimentale si prevede che saranno mobilitati oltre cento top performer per descrivere il primo gruppo di figure professionali. Anche così si costruisce una nuova credibilità internazionale dell'offerta turistica della Campania. Per tornare, poi, ancora al turismo, inteso come una delle leve strategiche della nostra economia regionale, ho usato la metafora che la bella espressione della Ortese ci ricorda: "Il mare non bagna Napoli" per ricordare che in una regione che ha uno sviluppo costiero così importante, caratterizzato da luoghi bellissimi, spesso ancora poco conosciuti, e località di grande tradizione turistica, ancora troppo poco si è fatto per costruire attorno a questa immensa ricchezza una vera e qualificante cultura ed economia del mare che è parte dell'identità di questa terra.

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