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  Dicembre 2012

Articoli n° 3
APRILE 2005
 
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LA FUSIONE TELECOM ITALIA-TIM
IL FUTURO DELLA TELEFONIA

le regole di BASILEA 2
OPPORTUNITÀ O MINACCIA PER LE PMI?

TERZO BANDO PER LE PMI
TEMPI CERTI CON IL PACCHETTO DI MPS

le regole di BASILEA 2
OPPORTUNITÀ O MINACCIA PER LE PMI?
Un passo importante per garantire la stabilità dei sistemi bancari a livello internazionale

a cura di UniCredit Banca d’Impresa

Basilea 2 è il nuovo accordo di regolamentazione del capitale bancario elaborato dalle Autorità di Vigilanza e Banche Centrali del Gruppo dei Dieci. Con esso si intendono superare i limiti del precedente accordo del 1988 e adeguare la normativa sul capitale di vigilanza a un insieme di best practices nella gestione dei rischi (di credito, di mercato e operativi) che le banche hanno iniziato ad adottare sin dalla seconda metà degli anni '90. Basilea 2 costituisce un passo importante per garantire la stabilità dei sistemi bancari a livello internazionale, con ricadute positive su risparmiatori e imprese. Gli effetti, tuttavia, non saranno limitati a un innalzamento del grado di stabilità del sistema bancario. Attraverso una migliore misurazione e gestione dei rischi e un più stretto legame tra la banca e l'impresa, per alcune aziende i costi associati al processo del credito potranno infatti ridursi. L'obiettivo principale del nuovo accordo (la cui entrata in vigore è prevista per il 2007) è introdurre una significativa differenziazione dei requisiti patrimoniali in funzione del rischio assunto, premiando le banche caratterizzate da standard di misurazione più elevati e penalizzando al contempo quelle che si dimostrano meno capaci di valutare la rischiosità del proprio portafoglio impieghi, pur mantenendo pressoché inalterato il capitale di vigilanza a livello di sistema. Inoltre, l'inclusione del rischio operativo nella determinazione dei requisiti patrimoniali estende la copertura a quegli avvenimenti incerti riconducibili all'organizzazione interna delle banche o comunque non imputabili al comportamento dei prenditori né a eventi di mercato. Nel complesso, il nuovo accordo rappresenta indubbiamente un grosso incentivo per le banche a sviluppare e adottare appropriate tecniche di gestione del rischio e politiche del credito più attive, a tutto vantaggio della stabilità del sistema. Ma oltre a promuovere la stabilità, Basilea 2 è un'opportunità importante di sviluppo della relazione banca-impresa. L'esigenza di stimare correttamente il merito di credito delle controparti renderà sempre più importante ridurre le asimmetrie informative esistenti. Per incrementare il livello di informazione disponibile, il rapporto tra banche e imprese dovrà diventare più stretto, caratterizzato da maggiore stabilità, durata e trasparenza. Appaiono infondati, a questo riguardo, i timori di un'eccessiva "automazione" nell'erogazione e gestione del credito che possa togliere progressivamente valore alla conoscenza diretta e al rapporto tra i gestori e le imprese clienti. Al contrario, per la valutazione del rischio occorrerà avvalersi di tutti gli elementi disponibili, qualitativi come quantitativi, e lo sviluppo di modelli interni di credit risk management non potrà prescindere dal contenuto informativo offerto dalla valutazione dei gestori: è lecito attendersi, infatti, che le informazioni qualitative, tipicamente informali e soggettive non verranno sostituite tout court da quelle quantitative, bensì codificate in modo tale da poter risultare utilizzabili congiuntamente a queste ultime. In questo contesto, un restringimento dell'accesso al credito e un aumento dei relativi costi potrebbe apparire una prospettiva irrealistica per la media delle imprese. L'obiettivo di mantenere pressoché inalterato il capitale di vigilanza complessivo dimostra che non esiste un aggravio sulle banche a livello di sistema. Né appaiono realistiche le preoccupazioni su una possibile discriminazione tra banche piccole e grandi o tra piccole e medio/grandi imprese. In realtà, la differenziazione avverrà più all'interno di questi gruppi, in ragione della diversa rischiosità, che non tra di essi. In proposito abbiamo ascoltato anche l'opinione di Paolo Porcedda, responsabile del comparto Risk Management all'interno della Direzione Pianificazione, Strategie e Studi di UniCredit Banca d'Impresa.

Paolo Porcedda
Responsabile Risk Management
UniCredit Banca d’Impresa


Quale ritiene possa essere l'impatto generato dall'applicazione della normativa prevista da Basilea 2 nello specifico contesto industriale italiano?
L'applicazione della nuova normativa di vigilanza alla realtà italiana deve prendere in seria considerazione due importanti specificità che la connotano. Innanzitutto che il sistema economico italiano è caratterizzato da un rapporto banca-impresa storicamente basato più sulla conoscenza informale che sull'analisi degli indicatori economico finanziari. In secondo luogo che il nostro tessuto produttivo è caratterizzato essenzialmente da Pmi, tipicamente percepite come più rischiose rispetto alle imprese di grandi dimensioni. Gli accorgimenti regolamentari tesi ad attenuare gli effetti distorsivi legati alla dimensione della controparte dovrebbero tuttavia scongiurare i timori dei piccoli imprenditori.

Come ritiene quindi che si evolverà il rapporto banca-impresa a seguito dell'entrata in vigore della normativa?
L'introduzione di Basilea 2 spinge verso un sistema nel quale il credito viene erogato anche sulla base di indicatori oggettivi, che considerano l'appartenenza settoriale, la dimensione, l'equilibrio patrimoniale, l'andamento della profittabilità, gli indicatori finanziari principali, eccetera. Tale cambiamento organizzativo e culturale aumenterà l'importanza di un'analisi più oggettiva delle prospettive di vulnerabilità dell'azienda affidata. Le banche dovranno esigere maggiori e migliori informazioni dai propri clienti al fine di poterli meglio valutare e questo imporrà che si instaurino rapporti più stabili e duraturi tra banche e imprese. Una volta migliorato e reso più affidabile il flusso informativo, non vi possono che essere effetti positivi sul costo e sulla disponibilità del credito. Attualmente le Pmi sono caratterizzate da un alto grado di opacità informativa e necessariamente il loro rapporto con le banche si fonda in larga misura su contatti di natura informale con il gestore della relazione. Questa è una caratteristica difficilmente eliminabile anche in presenza di maggiore affidabilità e disponibilità di informazioni societarie e il giudizio qualitativo è perciò destinato a continuare ad avere un peso importante nella valutazione d'impresa. Applicando acriticamente un sistema di valutazione del merito di credito esclusivamente basato su indicatori di bilancio si perderebbero gli "occhiali" del gestore, ovvero la conoscenza della clientela basata su informazioni non codificate e informali. Un patrimonio costoso da costituire e al tempo stesso prezioso da sfruttare come vantaggio competitivo. Appare quindi probabile l'affermarsi di un modello ibrido di relazioni bancarie, che combini informazioni oggettive ed esternamente osservabili con altre filtrate dal gestore, massimizzando i vantaggi e minimizzando gli svantaggi dei due modelli, ed è perciò probabile che l'aspetto relazionale del rapporto tra banca e impresa verrà mantenuto, sebbene con contenuti diversi.

A fronte dei timori che le Pmi nutrono nei confronti di Basilea 2, qual è la vostra posizione?
L'inclinazione della curva che lega l'assorbimento patrimoniale alla rischiosità porta effettivamente a un'inevitabile penalizzazione delle imprese a basso rating. Ciò da luogo a un diffuso timore che l'applicazione del nuovo accordo spinga verso una forte discriminazione a sfavore di un ampio numero di imprese. Le analisi fatte dal Comitato di Basilea (i cosiddetti QIS, Quantitative Impact Studies) mostrano che il requisito patrimoniale per il rischio di credito nei confronti della clientela corporate e delle Pmi a seguito di Basilea 2 tenderebbe complessivamente a ridursi rispetto alla situazione attuale. Una nostra stima, nella quale si tiene conto degli effetti delle garanzie, indica che la percentuale di imprese clienti che subirebbero un aggravio a seguito dell'applicazione di Basilea 2 potrebbe anche essere inferiore a quanto stimato con il QIS3. Le nostre analisi indicano infatti che, applicando sperimentalmente un costo del credito teorico, l'aggravio per le imprese a più alto rischio si applicherebbe con gradualità: solo le imprese con tasso di insolvenza maggiori al 3.5% annuo - cioè con rating equivalente a "Ba" nella scala di Moody's - subirebbero un deterioramento significativo delle condizioni creditizie.

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