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  Dicembre 2012

Articoli n° 7
AGOSTO/settembre 2005
 


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Collocamento mirato
un percorso "giusto" per un posto "aggiustato"

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l’economia irpina RISCHIa l’EMARGINAZIONE
L'UNIONE CHIAMA A RACCOLTA POLITICI E ISTITUZIONI

VENTRE ALLA GUIDA DEL COMITATO PROVINCIALE INAIL
UNA PRESIDENZA PARTECIPATIVA

UN BRINDISI ALL’IRPINIA
L’IMPEGNO E LE SPERANZE PER IL FUTURO

LA RISORSA IDRICA
UN BENE SEMPRE PIù PREZIOSO

VENTRE ALLA GUIDA DEL COMITATO PROVINCIALE INAIL
UNA PRESIDENZA PARTECIPATIVA
Il neo eletto punta ad accrescere e rivitalizzare il ruolo del Comitato

di Filomena Labruna

E' uno dei pochi casi in Italia, sicuramente l'unico del Centro Sud, in cui un esponente dell'Unione degli Industriali viene eletto ai vertici di un Comitato costituito dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali. É accaduto ad Avellino, dove Crescenzo Ventre, funzionario dell'Associazione di via Palatucci, è stato nominato Presidente del Comitato Consultivo Provinciale dell'Inail. Un successo personale per lui e un vanto per tutto il sistema associativo.

Si aspettava questa nomina?
Sinceramente no, anche se ho all’attivo una lunga permanenza come componente dell'organismo provinciale di coordinamento dell'ente, durante la quale ho maturato esperienze positive e ulteriori competenze. Quando si è trattato di rinnovare gli incarichi avevo ricevuto delle sollecitazioni a candidarmi da parte di colleghi del Comitato, ma poichè in genere si sceglie un rappresentante delle organizzazioni sindacali, non mi ero soffermato più di tanto su questa possibilità. Per la mia elezione sono stati determinanti la fiducia e il consenso espresso dalla maggioranza dei componenti; la scelta ovviamente mi lusinga e mi investe di responsabilità.

Quale significato riveste per l'Unione degli Industriali della Provincia di Avellino la sua nomina?
Rappresenta un riconoscimento non tanto di natura personale, quanto piuttosto la testimonianza della sensibilità e dell'attenzione che l'Unione di Avellino, e gli imprenditori, riservano alle problematiche del lavoro, della sicurezza, della previdenza e dell'assistenza.
Parliamo di programmi. L'Inail è considerato un ente prettamente assicurativo e questo rappresenta sicuramente una limitazione.

Devo premettere che nel mio lavoro sarò affiancato da un ottimo vice presidente, Biagio Montefusco, rappresentante della Cisl, e da esponenti delle varie organizzazioni, professionali e capaci. Questo ovviamente mi incoraggia nell'attività che mi appresto a intraprendere. Ho in mente, innanzitutto, di rivitalizzare le funzioni del Comitato e di fare in modo di garantire una presenza dell'Inail sul territorio sempre più marcata. Sono convinto, infatti, che l'Inail debba assumere un ruolo più attivo.

Quali sono i progetti nell'immediato?
Innanzitutto sollecitare la struttura dell'Ente a prestare maggiore attenzione alle esigenze provenienti dalle organizzazioni datoriali e dei lavoratori, nonché dagli Enti di Patronato, per raccogliere eventuali suggerimenti e proposte al fine di migliorare e razionalizzare i servizi all'utenza, intervenendo sui tempi di attesa e di risposta, magari esprimendo, anche in tempi brevi, un parere sull'istituzione di una nuova unità operativa nella nostra Provincia. A tal fine è mia intenzione costituire due sezioni a carattere permanente delle quali una con le funzioni di verifica e di studio dei rapporti dell'istituto con gli altri enti, con le organizzazioni sindacali e datoriali e con gli istituti di patronato, e un'altra che proponga iniziative e programmi per lo sviluppo della cultura della prevenzione nell'ambito provinciale e formuli proposte per la promozione e il potenziamento delle attività di informazione, formazione, consulenza, e assistenza.

Punterà quindi anche sulla formazione?
Credo sia indispensabile. La mia azione sarà tesa, per quanto di competenza, a sviluppare e spingere le scelte dell'Istituto maggiormente verso le attività di formazione e informazione al fine di divulgare la cultura della prevenzione, sollecitando la collaborazione degli altri Enti interessati e accogliendo con grande apertura i suggerimenti e le proposte delle parti sociali.

Ha delle proposte in merito?
Certo, e sarà cura del Comitato proporre e sviluppare progetti sul territorio che rispondano agli obiettivi di cui ho parlato. Mi riferisco, ad esempio, a iniziative analoghe a quella che ha visto Avellino tra le province italiane chiamate a sperimentare in collaborazione con il Centro per la Formazione e la Sicurezza per l'Edilizia "La sicurezza viaggia in camper", un innovativo programma per la formazione e l'informazione dei lavoratori edili effettuato con un un'unità mobile itinerante.

L’impostazione nella gestione sarà di vertice o partecipativa?
Senza dubbio partecipativa. Voglio che tutti offrano il proprio contributo, che ciascuno si senta responsabilizzato e acquisisca un patrimonio di conoscenze ed esperienze. La mia presidenza risulterà utile e proficua solo se le scelte e le azioni da intraprendere saranno ampiamente condivise nel rispetto dei reciproci ruoli di rappresentanza.

Quali sono gli altri obiettivi che il comitato si propone di raggiungere?
In linea con la Direzione generale, affidata a livello provinciale ad Aldo Cipolletta, che vanta una considerevole conoscenza ed esperienza, intendiamo perseguire una pluralità di obiettivi con impegno e partecipazione. Partiremo dal promuovere un monitoraggio dei dati sull'andamento infortunistico e delle malattie professionali, approfondendo le casistiche degli episodi più rilevanti. Ciò al fine di formulare proposte circa gli accorgimenti e le misure di prevenzione più idonee da adottare, nonché orientare le iniziative sul territorio di informazione e formazione, sviluppare iniziative di consulenza alle PMI in materia di prevenzione, divulgando le eventuali possibilità di finanziamento delle imprese che investono in sicurezza, allo scopo di ridurre il fenomeno infortunistico. La tutela nei confronti dei lavoratori, anche a seguito delle recenti innovazioni normative, ha assunto sempre più le caratteristiche di sistema integrato, che va dagli interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro, alle prestazioni sanitarie ed economiche, alle cure, riabilitazione e reinserimento nella vita sociale e lavorativa nei confronti di coloro che hanno già subito danni fisici a seguito di infortunio o malattia professionale.

Un programma forse un po' troppo ambizioso?
Sicuramente impegnativo. Sarà fondamentale la collaborazione che la Direzione e tutta la struttura dell'Ente potrà garantirci, in un’ottica di convergenza e condivisione dei programmi e degli obiettivi.

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