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  Dicembre 2012

Articoli n° 7
AGOSTO/settembre 2005
 


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SETTORE ICT IN CAMPANIA
IL RAPPORTO RCOST-ASSINFORM 2005
Passata la sbornia da New Economy più occupazione e specializzazione


Emilio Bellini
Responsabile Scientifico KLEOS-RCOST Laboratorio di Ingegneria Gestionale per le ICT, Università del Sannio
bellini@unisannio.it


In un'economia in cui l'unica certezza è l'incertezza, l'unica sicura fonte per il vantaggio competitivo è la conoscenza. Pochi manager comprendono la reale natura delle knowledge-creating companies e del modo in cui gestirle. La gran parte dei manager occidentali ritiene che l'unica conoscenza utile risiede nei dati quantificabili, nelle procedure codificate, nei principi universali e vedono l'impresa come una specie di macchina che processa informazioni». Questo passo, spesso citato, di Ikujiro Nonaka sintetizza l'evoluzione, avvenuta nel corso degli ultimi venti anni, negli studi sulle determinanti più profonde della competitività di lungo periodo di imprese e territori. Il Settore delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) è stato interessato negli ultimi anni da contraddittorie valutazioni sia da parte degli addetti ai lavori, sia da parte degli operatori dei media. In primo luogo, si è assistito ad una "verniciatura" di termini connessi alle ICT (multimedialità, net economy, e-government, e-learning, ecc.) che ha ricoperto un decennio di "progetti" finanziati da Unione Europea, Governo e Regioni, e di crescita delle iscrizioni ai corsi di laurea connessi all'informatica. Allo stesso tempo, il territorio campano ha dovuto subire gli effetti devastanti della crisi che ha colpito strutturalmente i produttori locali, insieme al crollo della fiducia di lavoratori e operatori toccati da alcuni casi più sfortunati di "sbornia da New Economy". Fin dal 2003 Assinform (l'Associazione Nazionale dei Produttori di Tecnologie e Servizi per l'Informazione e la Comunicazione) e RCost (il Centro di Eccellenza sulle Tecnologie del Software della Università del Sannio) hanno maturato il convincimento che valutazioni meno schizofreniche sulle prospettive del Settore Ict necessitano di più rigorose e puntuali analisi sul campo ispirate proprio dal "paradigma dell'economia basata sulla conoscenza", ovvero sullo studio delle dinamiche delle conoscenze e delle competenze che alimentano il settore Ict, con particolare riguardo alle specificità territoriali della Campania e alla complessità delle relazioni tra i diversi attori coinvolti. Il Rapporto RCost-Assinform 2005, scaricabile gratuitamente da www.assinform.it, è il frutto del lavoro di un project team coordinato da Kleos-RCost, il Laboratorio di Ingegneria Gestionale per le Ict di RCost, i cui ricercatori sono stati impegnati in rilevazioni e interviste sul campo nell'ambito di cinque distinti "cantieri di ricerca" su:
-13 "Big Spenders" per l'analisi degli attori della domanda IT in Campania;
- 6.992 aziende iscritte al Registro delle Imprese nei codici Ateco Ict, per l'analisi delle competenze Ict;
- 27 Grandi Imprese Ict con almeno una sede in Campania;
- 80 PMI Ict campane, per l'analisi delle competenze Ict;
- 7 Atenei, per l'analisi delle conoscenze in uscita "dalle" e sviluppate "nelle" Università.
Il potenziale competitivo di medio-lungo periodo di un sistema territoriale Ict (imprese Ict, utenti Ict, Università e Centri di Ricerca Ict, knowledge workers Ict) e, quindi, la lettura dei fenomeni che stanno interessando il "Laboratorio Campania", spesso indicato con semplificazioni mediatiche quale possibile "distretto industriale Ict", è stato studiato attraverso una valutazione dello stato e dei flussi di conoscenze e competenze che sono alimentati dagli attori locali. In tal senso, una possibile rappresentazione della natura strategica della conoscenza è offerta dall'adattamento al sistema Ict campano della pluricitata metafora dell'albero della conoscenza di Prahalad e Hamel, in cui i beni/servizi finali prodotti dalle imprese sono soltanto le "foglie", destinate a frequenti sostituzioni e cambiamenti, le business unit sono i "rami", destinati a presidiare nel breve periodo determinati segmenti di mercato, i core product sono il "tronco", destinato ad alimentare nel medio periodo differenti versioni dei prodotti e/o dei bisogni serviti, le core competence sono le "radici eterne" della competitività (v. Figura 1). I risultati emersi con riferimento all'evoluzione della posizione della Campania nello scenario nazionale delle Ict delineano, in un momento storico di crisi congiunturale degli investimenti Ict a livello nazionale, un quadro generale di progressivo miglioramento della regione in quasi tutti i principali indicatori. Le Lancette del Settore Ict in Campania (v. Figura 2) evidenziano in particolare come, pur a fronte di una riduzione del numero delle imprese Ict (-2,6%) e del mercato Ict (-0,5%), la Campania presenti due dati confortanti in termini di saldo occupazionale degli addetti Ict (+1,75%) e, soprattutto, in termini di Indice di Specializzazione Ict (1,15 in Campania, media italiana di 0,88). Quest'ultimo indice, misurato attraverso il rapporto tra la concentrazione degli addetti Ict e quella degli addetti di tutti i settori produttivi, pone addirittura la Campania al secondo posto in Italia, alle spalle del solo Lazio (con un indice pari a 1,67), e indica come la regione, pur subendo gli effetti negativi di fenomeni congiunturali (domanda locale IT asfittica, selezione e qualificazione dell'offerta IT con riduzione del numero di imprese, mancato assorbimento dell'offerta locale di laureati e tecnici Ict), potrebbe beneficiare degli effetti di lungo periodo di una vocazione produttiva e imprenditoriale orientata alle Ict radicatasi negli ultimi 30 anni. L'indagine sulle imprese Ict in Campania ha rilevato 6.992 "imprese Ict potenziali" iscritte al Registro delle Imprese al 31 ottobre 2004, con una riduzione complessiva del 2,6% rispetto al 2003. La variazione percentuale delle imprese TLC e di quelle IT, rispetto al 2003, è stata rispettivamente pari a -3,8% e a -2,5%, lasciando sostanzialmente invariato il peso relativo dei due comparti. A fronte del positivo saldo dei nuovi occupati Ict in Campania, la diminuzione del numero di imprese Ict va correttamente interpretata alla luce sia del dato nazionale, sia di un più generale fenomeno di cancellazione dal Registro di unità non effettivamente operative. Tale fenomeno, influenzato anche dagli effetti del "condono fiscale" per la chiusura delle partite I.V.A. inattive nel periodo 2003-04, è chiaramente osservabile analizzando il dettaglio dei singoli comparti di imprese previsti dalla tassonomia RCost-Assinform. La flessione delle "imprese IT operative" (-2,5%) è, infatti, riconducibile essenzialmente alla diminuzione delle "imprese IT con competenze Ict non specialistiche" (-3,2%) e, più in particolare, alle "imprese del Canale Indiretto" (-5,0%) e alle "imprese di Elaborazione Dati Elementari" (-2,5%). Viceversa tra le "imprese con competenze Ict specialistiche" è osservabile, in controtendenza positiva, una crescita delle "imprese di software" (+3,0%) e, tra queste, del segmento che probabilmente esprime il maggior tasso di competenze tecnologiche verticali e specialistiche: le "imprese che producono prevalentemente applicativi" (+12,7%). Il segmento che mostra la maggior sofferenza è quello delle "imprese che producono prevalentemente servizi e consulenza per il web" (-7,6%), le quali subiscono, probabilmente, gli effetti sia della minore complessità tecnologica delle competenze detenute, sia della saturazione del mercato di primo elementare ingresso sul web, da parte di imprese ed enti interessati unicamente a una presenza promozionale e non alla erogazione di servizi a valore aggiunto.
Coerentemente con la metodologia di analisi adottata, i risultati delle diverse indagini realizzate hanno permesso di valutare lo stato delle "competenze-radici" in grado di alimentare "l'albero della competitività di lungo periodo" del Sistema Ict della regione Campania, attraverso:
- il consolidamento di un "tronco" di aree di eccellenza tecnologica e competitiva di imprese e centri di R&S locali;
- la riconfigurazione dinamica di "rami", ovvero di forme organizzative cooperative-competitive destinate a presidiare determinati segmenti di mercato;
- la continua innovazione delle "foglie", ovvero degli output delle singole unità produttive e di R&S.
In particolare (v. Figura 2), la valutazione complessiva dei risultati del Rapporto RCost-Assinform 2005 permette di individuare, da un lato, i punti di forza, dall'altro, i ritardi strutturali della Campania in un contesto nazionale (+1,5% per le Ict, -0,4% per le sole IT nel 2004) già di per sé isolato dalla crescita delle Ict a livello europeo (+3,4% nel 2004) e a livello mondiale (+5,9% nel 2004). In sostanza, il quadro che emerge dall'analisi dei dati disponibili sulle Ict in Campania alla fine del 2004 è ancora quello di una "regione in movimento", più in direzione di una economia di specializzazione nelle Ict (misurata dall'incidenza degli addetti-produzioni Ict sul totale regionale degli addetti-produzioni di tutti i settori), in cui le Ict possono rappresentare una delle vocazioni tecnologiche e industriali del territorio, che non di un'economia di concentrazione nelle Ict (misurata dall'incidenza della Campania sui totali nazionali di produzioni e addetti), vista la impossibilità di replicare in Campania i presupposti dei grandi bacini produttivi di Lombardia e Lazio. Allo stesso tempo i dati lasciano aperti diversi quesiti sugli apparenti paradossi che emergono dal mancato impatto delle elevate potenzialità del bacino di competenze tecnologiche presenti rispetto alla consistenza e ai tassi di crescita degli indicatori sulla spesa IT in Campania, e rispetto alla emorragia delle risorse umane più qualificate in uscita dalle università. In risposta a tale complessa situazione è possibile delineare i tratti fondamentali del quadro strategico in cui si muovono gli attori impegnati ai diversi livelli decisionali per lo sviluppo del sistema Ict in Campania: governo nazionale, governo regionale, università, imprese, utenti, CRDC ICT. In particolare, ritornando alla metafora dell'albero della competitività di lungo periodo del Sistema Ict della regione Campania, emerge con chiarezza come gli interventi degli ultimi anni hanno permesso di sistemare e consolidare le "radici-competenze" del sistema, rafforzando il coordinamento interdisciplinare tra le diverse Università e Centri di Eccellenza impegnati in qualificate iniziative di ricerca scientifica, di alta formazione e di ricerca e sviluppo, spesso realizzata in partnership internazionali con Grandi Imprese Ict e con alcune PMI innovative. Il problema di fondo sembra essere, al momento, la scarsa capacità del sistema di far fluire dalle "radici-competenze" la "linfa" in grado di alimentare un significativo innalzamento delle capacità di innovare i "rami" e le "foglie" dei prodotti e dei processi realizzati dalle imprese locali, in corrispondenza di un innalzamento qualitativo e quantitativo sia della domanda locale di beni e servizi Ict, sia del profilo delle collaborazioni tra Università e Imprese. Nell'attuale fase di transizione, quindi, appare chiaro come gli investimenti pubblici e privati vadano diretti verso una decisa concentrazione degli interventi per il rafforzamento del "tronco", ovvero di poche aree di specializzazione tecnologica e di mercato degli operatori Ict della regione, in cui massimizzare i risultati di eccellenza di alcune unità di ricerca, le esperienze industriali su standard tecnologici potenzialmente dominanti, la possibilità di servire/invadere alcuni mercati verticali non del tutto saturati. Risulta chiaro che una tale strategia selettiva di concentrazione delle risorse su poche, anzi pochissime, aree di eccellente integrazione tra conoscenze scientifiche, competenze tecnologiche e di marketing, potrebbe accelerare i processi di qualificazione della domanda locale e di innesco di virtuosi meccanismi di co-evoluzione tra competenze dei clienti a valle, innovazioni di prodotto-processo da parte delle imprese, investimenti in R&S delle aziende, miglioramenti di efficienza ed efficacia dei processi di cooperazione tra Università, Imprese ed Enti Locali. Anche quest'anno un esempio di implementazione sul campo di collaborazione tra Università e Imprese Ict, ispirata dall'obiettivo strategico di realizzare una più profonda integrazione tra competenze tecnologiche e gestionali, è rappresentato dal progetto dei Master in Tecnologie e Gestione Software della Università del Sannio. I due Master, aperti a laureati "triennali" e a laureati "specialistici" in discipline connesse all'informatica e all'economia, sono giunti ormai alla sesta edizione. I bandi resteranno aperti fino al 6 ottobre 2005.
Per ulteriori informazioni:
www.ing.unisannio.it/master

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