SETTORE ICT IN CAMPANIA
IL RAPPORTO RCOST-ASSINFORM 2005
Passata la sbornia da New Economy
più occupazione e specializzazione
Emilio
Bellini
Responsabile Scientifico KLEOS-RCOST Laboratorio di Ingegneria
Gestionale per le ICT, Università del Sannio
bellini@unisannio.it
In un'economia in cui l'unica certezza è l'incertezza, l'unica sicura
fonte per il vantaggio competitivo è la conoscenza. Pochi manager
comprendono la reale natura delle knowledge-creating companies e
del modo in cui gestirle. La gran parte dei manager occidentali ritiene
che l'unica conoscenza utile risiede nei dati quantificabili, nelle
procedure codificate, nei principi universali e vedono l'impresa
come una specie di macchina che processa informazioni». Questo passo,
spesso citato, di Ikujiro Nonaka sintetizza l'evoluzione, avvenuta nel
corso degli ultimi venti anni, negli studi sulle determinanti più profonde
della competitività di
lungo periodo di imprese e territori. Il Settore delle Tecnologie
dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) è stato interessato
negli ultimi anni da contraddittorie valutazioni sia da parte degli
addetti ai lavori, sia da parte degli operatori dei media. In primo
luogo, si è assistito
ad una "verniciatura" di termini connessi alle ICT (multimedialità,
net economy, e-government, e-learning, ecc.) che ha ricoperto un
decennio di "progetti" finanziati da Unione Europea, Governo
e Regioni, e di crescita delle iscrizioni ai corsi di laurea connessi
all'informatica. Allo stesso tempo, il territorio campano ha dovuto
subire gli effetti devastanti della crisi che ha colpito strutturalmente
i produttori locali, insieme al crollo della fiducia di lavoratori e operatori
toccati da alcuni casi più sfortunati di "sbornia da New Economy".
Fin dal 2003 Assinform (l'Associazione Nazionale dei Produttori di
Tecnologie e Servizi per l'Informazione e la Comunicazione) e RCost (il
Centro di Eccellenza sulle Tecnologie del Software della Università del
Sannio) hanno maturato il convincimento che valutazioni meno schizofreniche
sulle prospettive del Settore Ict necessitano di più rigorose e
puntuali analisi sul campo ispirate proprio dal "paradigma dell'economia
basata sulla conoscenza",
ovvero sullo studio delle dinamiche delle conoscenze e delle competenze
che alimentano il settore Ict, con particolare riguardo alle specificità territoriali
della Campania e alla complessità delle relazioni tra i diversi
attori coinvolti. Il Rapporto RCost-Assinform 2005, scaricabile gratuitamente
da www.assinform.it, è il frutto del lavoro di un project team coordinato
da Kleos-RCost, il Laboratorio di Ingegneria Gestionale per le Ict
di RCost, i cui ricercatori sono stati impegnati in rilevazioni e
interviste sul campo nell'ambito di cinque distinti "cantieri di ricerca" su:
-13 "Big Spenders" per l'analisi degli attori della domanda IT
in Campania;
- 6.992 aziende iscritte al Registro delle Imprese nei codici Ateco
Ict, per l'analisi delle competenze Ict;
- 27 Grandi Imprese Ict con almeno una sede in Campania;
- 80 PMI Ict campane, per l'analisi delle competenze Ict;
- 7 Atenei, per l'analisi delle conoscenze in uscita "dalle" e
sviluppate "nelle" Università.
Il potenziale competitivo di medio-lungo periodo di un sistema territoriale
Ict (imprese Ict, utenti Ict, Università e Centri di Ricerca Ict,
knowledge workers Ict) e, quindi, la lettura dei fenomeni che stanno interessando
il "Laboratorio Campania", spesso indicato con semplificazioni
mediatiche quale possibile "distretto industriale Ict", è stato
studiato attraverso una valutazione dello stato e dei flussi di conoscenze
e competenze che sono alimentati dagli attori locali. In tal senso, una
possibile rappresentazione della natura strategica della conoscenza è offerta
dall'adattamento al sistema Ict campano della pluricitata metafora dell'albero
della conoscenza di Prahalad e Hamel, in cui i beni/servizi finali prodotti
dalle imprese sono soltanto le "foglie", destinate a frequenti
sostituzioni e cambiamenti, le business unit sono i "rami", destinati
a presidiare nel breve periodo determinati segmenti di mercato, i core
product sono il "tronco", destinato ad alimentare nel medio periodo
differenti versioni dei prodotti e/o dei bisogni serviti, le core competence
sono le "radici eterne" della competitività (v. Figura
1). I risultati emersi con riferimento all'evoluzione della posizione della
Campania nello scenario nazionale delle Ict delineano, in un momento storico
di crisi congiunturale degli investimenti Ict a livello nazionale, un quadro
generale di progressivo miglioramento della regione in quasi tutti i principali
indicatori. Le Lancette del Settore Ict in Campania (v. Figura 2) evidenziano
in particolare come, pur a fronte di una riduzione del numero delle imprese
Ict (-2,6%) e del mercato Ict (-0,5%), la Campania presenti due dati confortanti
in termini di saldo occupazionale degli addetti Ict (+1,75%) e, soprattutto,
in termini di Indice di Specializzazione Ict (1,15 in Campania, media italiana
di 0,88). Quest'ultimo indice, misurato attraverso il rapporto tra la concentrazione
degli addetti Ict e quella degli addetti di tutti i settori produttivi,
pone addirittura la Campania al secondo posto in Italia, alle spalle del
solo Lazio (con un indice pari a 1,67), e indica come la regione, pur subendo
gli effetti negativi di fenomeni congiunturali (domanda locale IT asfittica,
selezione e qualificazione dell'offerta IT con riduzione del numero di
imprese, mancato assorbimento dell'offerta locale di laureati e tecnici
Ict), potrebbe beneficiare degli effetti di lungo periodo di una vocazione
produttiva e imprenditoriale orientata alle Ict radicatasi negli ultimi
30 anni. L'indagine sulle imprese Ict in Campania ha rilevato 6.992 "imprese
Ict potenziali" iscritte al Registro delle Imprese al 31 ottobre 2004,
con una riduzione complessiva del 2,6% rispetto al 2003. La variazione
percentuale delle imprese TLC e di quelle IT, rispetto al 2003, è stata
rispettivamente pari a -3,8% e a -2,5%, lasciando sostanzialmente invariato
il peso relativo dei due comparti. A fronte del positivo saldo dei nuovi
occupati Ict in Campania, la diminuzione del numero di imprese Ict va correttamente
interpretata alla luce sia del dato nazionale, sia di un più generale
fenomeno di cancellazione dal Registro di unità non effettivamente
operative. Tale fenomeno, influenzato anche dagli effetti del "condono
fiscale" per la chiusura delle partite I.V.A. inattive nel periodo
2003-04, è chiaramente osservabile analizzando il dettaglio dei
singoli comparti di imprese previsti dalla tassonomia RCost-Assinform.
La flessione delle "imprese IT operative" (-2,5%) è, infatti,
riconducibile essenzialmente alla diminuzione delle "imprese IT con
competenze Ict non specialistiche" (-3,2%) e, più in particolare,
alle "imprese del Canale Indiretto" (-5,0%) e alle "imprese
di Elaborazione Dati Elementari" (-2,5%). Viceversa tra le "imprese
con competenze Ict specialistiche" è osservabile, in controtendenza
positiva, una crescita delle "imprese di software" (+3,0%) e,
tra queste, del segmento che probabilmente esprime il maggior tasso di
competenze tecnologiche verticali e specialistiche: le "imprese che
producono prevalentemente applicativi" (+12,7%). Il segmento che mostra
la maggior sofferenza è quello delle "imprese che producono
prevalentemente servizi e consulenza per il web" (-7,6%), le quali
subiscono, probabilmente, gli effetti sia della minore complessità tecnologica
delle competenze detenute, sia della saturazione del mercato di primo elementare
ingresso sul web, da parte di imprese ed enti interessati unicamente a
una presenza promozionale e non alla erogazione di servizi a valore aggiunto.
Coerentemente con la metodologia di analisi adottata, i risultati
delle diverse indagini realizzate hanno permesso di valutare lo stato delle "competenze-radici" in
grado di alimentare "l'albero della competitività di lungo
periodo" del Sistema Ict della regione Campania, attraverso:
- il consolidamento di un "tronco" di aree di eccellenza tecnologica
e competitiva di imprese e centri di R&S locali;
- la riconfigurazione dinamica di "rami", ovvero di forme organizzative
cooperative-competitive destinate a presidiare determinati segmenti di
mercato;
- la continua innovazione delle "foglie", ovvero degli output
delle singole unità produttive e di R&S.
In particolare (v. Figura 2), la valutazione complessiva dei risultati
del Rapporto RCost-Assinform 2005 permette di individuare, da un lato,
i punti di forza, dall'altro, i ritardi strutturali della Campania in un
contesto nazionale (+1,5% per le Ict, -0,4% per le sole IT nel 2004) già di
per sé isolato dalla crescita delle Ict a livello europeo (+3,4%
nel 2004) e a livello mondiale (+5,9% nel 2004). In sostanza, il quadro
che emerge dall'analisi dei dati disponibili sulle Ict in Campania alla
fine del 2004 è ancora quello di una "regione in movimento",
più in direzione di una economia di specializzazione nelle Ict (misurata
dall'incidenza degli addetti-produzioni Ict sul totale regionale degli
addetti-produzioni di tutti i settori), in cui le Ict possono rappresentare
una delle vocazioni tecnologiche e industriali del territorio, che non
di un'economia di concentrazione nelle Ict (misurata dall'incidenza della
Campania sui totali nazionali di produzioni e addetti), vista la impossibilità di
replicare in Campania i presupposti dei grandi bacini produttivi di Lombardia
e Lazio. Allo stesso tempo i dati lasciano aperti diversi quesiti sugli
apparenti paradossi che emergono dal mancato impatto delle elevate potenzialità del
bacino di competenze tecnologiche presenti rispetto alla consistenza e
ai tassi di crescita degli indicatori sulla spesa IT in Campania, e rispetto
alla emorragia delle risorse umane più qualificate in uscita dalle
università. In risposta a tale complessa situazione è possibile
delineare i tratti fondamentali del quadro strategico in cui si muovono
gli attori impegnati ai diversi livelli decisionali per lo sviluppo del
sistema Ict in Campania: governo nazionale, governo regionale, università,
imprese, utenti, CRDC ICT. In particolare, ritornando alla metafora dell'albero
della competitività di lungo periodo del Sistema Ict della regione
Campania, emerge con chiarezza come gli interventi degli ultimi anni hanno
permesso di sistemare e consolidare le "radici-competenze" del
sistema, rafforzando il coordinamento interdisciplinare tra le diverse
Università e Centri di Eccellenza impegnati in qualificate iniziative
di ricerca scientifica, di alta formazione e di ricerca e sviluppo, spesso
realizzata in partnership internazionali con Grandi Imprese Ict e con alcune
PMI innovative. Il problema di fondo sembra essere, al momento, la scarsa
capacità del sistema di far fluire dalle "radici-competenze" la "linfa" in
grado di alimentare un significativo innalzamento delle capacità di
innovare i "rami" e le "foglie" dei prodotti e dei
processi realizzati dalle imprese locali, in corrispondenza di un innalzamento
qualitativo e quantitativo sia della domanda locale di beni e servizi Ict,
sia del profilo delle collaborazioni tra Università e Imprese. Nell'attuale
fase di transizione, quindi, appare chiaro come gli investimenti pubblici
e privati vadano diretti verso una decisa concentrazione degli interventi
per il rafforzamento del "tronco", ovvero di poche aree di specializzazione
tecnologica e di mercato degli operatori Ict della regione, in cui massimizzare
i risultati di eccellenza di alcune unità di ricerca, le esperienze
industriali su standard tecnologici potenzialmente dominanti, la possibilità di
servire/invadere alcuni mercati verticali non del tutto saturati. Risulta
chiaro che una tale strategia selettiva di concentrazione delle risorse
su poche, anzi pochissime, aree di eccellente integrazione tra conoscenze
scientifiche, competenze tecnologiche e di marketing, potrebbe accelerare
i processi di qualificazione della domanda locale e di innesco di virtuosi
meccanismi di co-evoluzione tra competenze dei clienti a valle, innovazioni
di prodotto-processo da parte delle imprese, investimenti in R&S delle
aziende, miglioramenti di efficienza ed efficacia dei processi di cooperazione
tra Università, Imprese ed Enti Locali. Anche quest'anno un esempio
di implementazione sul campo di collaborazione tra Università e
Imprese Ict, ispirata dall'obiettivo strategico di realizzare una più profonda
integrazione tra competenze tecnologiche e gestionali, è rappresentato
dal progetto dei Master in Tecnologie e Gestione Software della Università del
Sannio. I due Master, aperti a laureati "triennali" e a laureati "specialistici" in
discipline connesse all'informatica e all'economia, sono giunti ormai alla
sesta edizione. I bandi resteranno aperti fino al 6 ottobre 2005.
Per ulteriori informazioni:
www.ing.unisannio.it/master
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