LEGISLAZIONE E COMPETITIVITÀ NELL'UE
SOSTENIBILITÀ DELLE NORME per le PMI
La Commissione elabora il piano
d'azione per “Una migliore regolamentazione”
Salvatore Vigliar
Docente di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione - Università della
Basilicata
Esperto di Politiche Comunitarie
studiovigliar@virgilio.com
Con il nuovo piano d'azione "Una migliore regolamentazione",
la Commissione intende promuovere la competitività delle
imprese comunitarie semplificando la legislazione a livello
europeo e nazionale. Il documento, pertanto, propone misure
volte a creare un quadro di riferimento per raggiungere il
giusto compromesso tra i costi che le normative di settore
comportano per le aziende e il contributo di una migliore regolamentazione
al raggiungimento degli obiettivi di equilibrio economico e
sociale dell'UE. Finora, le azioni intraprese sul fronte normativo
erano intese a migliorare qualità ed efficienza del
processo legislativo. L'ultima iniziativa della Commissione,
pur rimanendo fedele a quest'obiettivo, si pone su tutt'altro
piano prendendo le distanze dalle mere finalità amministrative.
Instaura, infatti, un legame diretto tra la qualità della
legislazione comunitaria e la sua incidenza sul contesto operativo
e competitivo delle aziende. Tre sono le tematiche che fanno
da filo conduttore del citato piano d'azione. In primo luogo,
i progetti di legge saranno sottoposti a una rigorosa valutazione
del loro potenziale impatto, mentre la legislazione vigente
sarà riesaminata per determinare l'opportunità di
operare interventi di semplificazione o abrogativi. In secondo
luogo, si tende a creare una maggiore sinergia con gli Stati
membri per garantire che i principi di miglioramento normativo
vengano applicati da tutti gli organi legislativi dell'UE.
Infine, si incoraggia una più ampia consultazione delle
parti interessate dalle nuove misure e un maggiore ricorso
a procedure di autoregolamentazione.
Valutazione d'impatto
La Commissione non è nuova all'analisi dei possibili
risvolti economici, sociali e ambientali delle proposte legislative.
Ha adottato questo metodo nel 2003 e, da allora, ha condotto
più di 50 valutazioni d'impatto. La novità dell'iniziativa
in esame è che l'analisi sarà applicata in maniera
sistematica alle principali proposte (un centinaio) che figurano
nel programma legislativo e di lavoro fissato dalla Commissione
per il 2005. Non solo: la valutazione d'impatto assume un profilo
più esigente, con una sfera di applicazione più ampia,
analisi economiche più approfondite e la quantificazione
dei potenziali "effetti collaterali". Tale ultima
metodologia richiederà un maggiore investimento di tempo
e competenze, ma, in compenso, dovrebbe comportare vantaggi
sensibili in termini di coerenza e trasparenza delle proposte
legislative, oltre a determinare un'azione più celere
da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.
Semplificazione
La Commissione prevede di rafforzare i meccanismi di identificazione
delle normative da semplificare che, dopo attenta valutazione,
risultano gravose e complesse. Si introdurrà così un
criterio di giudizio qualitativo in un processo di semplificazione
che, fino ad oggi, è stato "limitato" ad assicurare
la coerenza e l'armonizzazione della normativa comunitaria.
Il nuovo indirizzo qualitativo sarà finalizzato a valutare
l'efficacia delle norme comunitarie vigenti relativamente agli
obiettivi di competitività perseguiti. La DG Imprese
e industria ha avviato una collaborazione multilaterale con
aziende e sindacati, al fine identificare le normative settoriali
da sottoporre a verifica di efficacia. Se da tale verifica
risultasse sbilanciato il rapporto tra gli obblighi imposti
dalle norme e gli interessi (tutelabili) degli operatori, i
provvedimenti in esame verrebbero emendati o abrogati. Nell'ambito
di un programma lanciato nel 2003 per ridurre il volume della
legislazione europea, la Commissione e gli Stati membri hanno
selezionato una "rosa" di 20 candidati da sottoporre
a trattamento semplificativo. Ne è conseguita, ad esempio,
la revisione della direttiva sulla compatibilità elettromagnetica,
che ha permesso lo snellimento delle procedure di attestazione
della conformità. Analoghe iniziative sono state intraprese
in altri ambiti, tra cui prodotti fitosanitari, dispositivi
medici e smaltimento dei rifiuti. Sono attualmente in corso
anche 2 progetti pilota sulle normative che disciplinano attività statistiche
e prodotti per l'edilizia, volti a ridurre le lungaggini amministrative.
L'industria nel suo complesso preme per una semplificazione
delle normative vigenti, ma la spinta varia da settore a settore.
Divari simili saranno tenuti nella debita considerazione dalle
nuove procedure di valutazione.
Convergenza d'intenti
Attualmente, 19 Stati membri hanno adottato programmi che si
richiamano ai principi di snellimento della legislazione. Gli
altri sono incoraggiati a inserire analoghe iniziative nei
piani nazionali volti all'attuazione della strategia di Lisbona.
Chiari segnali in questo senso giungono anche da tutti i Paesi
che dall'anno scorso si succedono alla presidenza dell'Unione.
La Commissione si propone di intensificare la cooperazione
con gli Stati membri istituendo un gruppo di lavoro di alto
profilo, costituito da esperti dei vari Paesi, incaricato di
seguire da vicino l'evoluzione qualitativa del quadro normativo,
non solo su scala europea, ma anche a livello nazionale. Il
Comitato avrà il compito prioritario di prevenire i
rischi di una regolamentazione eccessiva. L'anno scorso, ad
esempio, i 25 Stati membri hanno informato la DG Imprese e
industria di 557 provvedimenti attinenti alla libera circolazione
dei beni. A titolo comparativo, vale la pena precisare che,
nello stesso periodo, solo 14 normative europee sono state
adottate in materia.
Governance
Nella sua forma attuale, il piano d'azione "Una migliore
regolamentazione" risulta essere più ambizioso
dei precedenti e vanta un vasto consenso in seno alla Commissione.
Gli atti normativi in preparazione, oggetto di consultazioni
tra le varie direzioni della Commissione, saranno sottoposti
inoltre all'esame di un gruppo di lavoro pluridisciplinare
di nuova istituzione, incaricato di sorvegliare le proposte
che potrebbero avere un impatto considerevole sulla competitività.
Il nuovo gruppo ha già al vaglio una dozzina di proposte
attinenti ai più diversi ambiti. I principi guida sono
stati accolti dalla totalità dei Commissari e la loro
attuazione a tutti i livelli istituzionali interni sarà attentamente
coordinata dal Segretariato Generale e dalla Direzione generale
per le Imprese e l'industria. Entrambi riferiranno direttamente
al nuovo gruppo di Commissari per la competitività,
presieduto da Verheugen, che funge da "ultima istanza
di conciliazione" di interessi politici divergenti.
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