di Raffaella Venerando
Sbloccare la CRESCITA: le combinazioni possibili
FIORE: «Le infrastrutture, prima di tutto»
Basso: «Da potenziare gli strumenti per l'accesso al CREDITO»
D'Avino: «Intervenire sulla FLESSIBILITÀ del lavoro in entrata e in uscita»
Della Gatta: «Gli IMPIANTI a valle del ciclo rifiuti vanno realizzati nelle aree industriali»
Graziano: «Il rinnovamento della PA È la PRIORITÀ assoluta»
Gallozzi: «I GIOVANI hanno diritto al futuro»
Sbloccare la CRESCITA: le combinazioni possibili
Le riflessioni degli industriali campani su alcuni temi al centro del dibattito delle Assise generali di Confindustria e Piccola Industria dello scorso 7 maggio
L' Italia invecchia, ma non cresce. È questo il problema numero uno del Paese secondo gli industriali, chiamati a raccolta per un confronto tutto interno a porte chiuse lo scorso 7 maggio a Bergamo in occasione delle Assise generali di Confindustria e Piccola Industria.
In una giornata interamente dedicata non solo a interrogarsi sulle origini delle difficoltà che registra la nostra economia, "grandi e piccoli" si sono "ascoltati" soprattutto sulle misure e le politiche necessarie per superare questa situazione di stallo.
Tutti concordi nel ritenere che il Paese abbia bisogno di una profonda azione di semplificazione, di riforme da tempo disattese, di recuperare efficienza ed efficacia a tutti i livelli, ma soprattutto di ritrovare quella voglia di crescere senza paura, protezionismi o nuove battute d'arresto.
Relazioni industriali, fisco, credito e finanza, deficit di infrastrutture, ambiente, Mezzogiorno, rigidità amministrative e burocratiche, occupazione giovanile, ricerca e innovazione, sono infatti secondo gli imprenditori alcuni dei punti chiave su cui insistere e investire per poter riavviare il tasso di crescita del nostro Paese, precipitato nel baratro
più profondo negli ultimi quindici anni.
Proprio su alcune delle priorità indispensabili per riprendere crescita, produttività e competitività del Sistema Italia, emerse a Bergamo abbiamo chiesto agli imprenditori campani di dire la loro.
Partendo dal presupposto che lo sviluppo di un Paese non si fonda sulla mera denuncia dei problemi, anche i presidenti delle Territoriali campane di Confindustria hanno così provato a sintetizzare proposte e soluzioni che possano impedire al nostro Paese di essere declassato, rassegnandosi così a diventare il fanalino di coda dei paesi sviluppati. |