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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2011
 
FOCUS ECONOMIA - Home Page
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di Raffaella Venerando

Sbloccare la CRESCITA: le combinazioni possibili

FIORE: «Le infrastrutture, prima di tutto»

Basso: «Da potenziare gli strumenti per l'accesso al CREDITO»

D'Avino: «Intervenire sulla FLESSIBILITÀ del lavoro in entrata e in uscita»

Della Gatta: «Gli IMPIANTI a valle del ciclo rifiuti vanno realizzati nelle aree industriali»

Graziano: «Il rinnovamento della PA È la PRIORITÀ assoluta»

Gallozzi: «I GIOVANI hanno diritto al futuro»



AMBIENTE


Della Gatta: «Gli IMPIANTI a valle del ciclo rifiuti vanno realizzati nelle aree industriali»

Un'adeguata localizzazione sarà determinante per una omogenea distribuzione dei carichi ambientali, oltre che per una coerente assunzione di responsabilità da parte degli amministratori e delle popolazioni


di Antonio Arricale


Antonio Della Gatta
Presidente Confindustria Caserta


La questione rifiuti ha rappresentato e ancora rappresenta una delle principali problematiche che la Regione Campania e la Provincia di Caserta stanno affrontando. L'emergenza, lo ripetiamo da troppo tempo, ormai, richiede decisioni urgenti che la politica non riesce purtroppo a dare. Perché, secondo lei?
Troppa demagogia, ma anche troppi interessi di parte, troppi particolarismi, troppa cattiva informazione, troppi allarmi ingiustificati.

Voi imprenditori dite che quella dei rifiuti è una questione che dovrebbe essere affrontata in chiave industriale, perché?
Ma è evidente. A tutta la problematica del ciclo è connessa anche una questione di impianti, la cui realizzazione richiede peraltro tempi tecnici non sempre brevi. Ecco, tra le tante, la questione vera che tutti ci dovremmo porre è proprio questa: quando tempo ci vorrà ancora per arrivare all'anno zero? In altri termini, quando potremo dire: da questo momeno possono cominciare le procedure per costruire gli impianti? Che è come dire, tutto andando bene, occorreranno almeno altri tre anni per vedere in funzione alcuni impianti.

Confindustria Caserta parla della questione rifiuti come di un'opportunità per il sistema delle imprese e per la collettività. Ci spiega perché e come?

É vero. In questa ottica, grazie al contributo del vice presidente Antonio Diana, abbiamo condotto un'attenta analisi sulla proposta di piano provinciale per la gestione dei rifiuti in provincia di Caserta, e fornito alcuni spunti di riflessione per una migliore soluzione tecnico‑economica e gestionale, oltre che per una rapida e concreta applicazione.

Vediamo, allora, di sintetizzare gli aspetti più salienti dei vostri suggerimenti.
Tra gli scenari proposti dal Piano provinciale dei rifiuti Confindustria Caserta ritiene molto più adeguato quello che si articola attraverso i seguenti momenti: riciclo, trattamento termico dei rifiuti indifferenziati senza trattamento meccanico biologico e digestione anaerobica per la frazione organica. Uno scenario che realisticamente parte da un presupposto: e cioè, che la questione rifiuti non si può risolvere prescindendo da discariche e impianti di trattamento finale a valle del ciclo.

E cioè?
Un aspetto per volta. Gli obiettivi del piano provinciale dei rifiuti prevedono, correttamente, di valorizzare ulteriormente il recupero di materia; di ottenere ulteriori corrispettivi previsti dagli accordi nazionali (Anci‑Conai‑Raee eccetera); contenere i costi di gestione per il mancato trattamento meccanico biologico; essere aderenti agli orientamenti della nuova direttiva europea sui rifiuti ponendo il riciclo meccanico come prioritario rispetto a qualsiasi altra forma di trattamento ed orientarsi verso una società del riciclo; contenere il ricorso alla termovalorizzazione e ridurre ulte riormente il ricorso alla discarica.

E come si possono raggiungere questi obiettivi? Sulla carta tutto sembra facile, ma poi all'atto pratico tutto si complica. Perché?
Per le ragioni che dicevo prima. Un corretto ciclo dei rifiuti non può prescindere da impianti a valle, lo dice anche l'Europa, dove molti paesi sono sicuramente più avanti del nostro su questo fronte. E dove impianti di rilavorazione, di digestione anaerobica, di termovalorizzazione e di discarica coesistono correttamente con un sentimento ambientalista che non è certamente meno sentito del nostro.

Ma qual è, allo stato, il fabbisogno impiantistico in provincia di Caserta?
Per quanto riguarda gli impianti di selezione possiamo dire che quelli esistenti possono rapidamente essere adeguati ai crescenti volumi previ‑sti per la raccolta differenziata, oggi ancora largamente al di sotto della media e comunque ancora molto lontana da quel 65% fissato dal piano entro il 2014. Sul territorio, inoltre, ci sono impianti di rilavorazione molto importanti e nuove opportunità imprenditoriali potranno nascere contestualmente all'incremento di volumi. Non ci sono, al momento, impianti di digestione anaerobica. Il piano ne prevede tre.
Confindustria Caserta ne suggerisce per una capacità complessiva di centomila tonnellate/anno. Per quanto concerne la termovalorizzazione e gli impianti di discarica va detto che sono tra quelli che destano maggiore allarme sociale, ma, nell'ottica del corretto ciclo e il raggiungimento degli obiettivi non per questo vanno accantonati, ma anzi definiti sia per quanto riguarda le procedure che per le modalità di realizzazione.

Confindustria Caserta, mi pare, pone in maniera particolare la questione delle localizzazioni di questi impianti. Che cosa significa, in particolare?
Un'adeguata localizzazione degli impianti sarà altrettanto determinante per una omogenea distribuzione dei carichi ambientali, oltre che per l'omogenea assunzione di responsabilità da parte degli amministratori e delle popolazioni. In particolare, la posizione di Confindustria Caserta è quella che gli impianti di trattamento dei rifiuti (escluse le discariche) vadano localizzate in aree a forte vocazione industriale. Ovviamente, due sono gli aspetti fondamentali su cui non si deve assolutamente transigere: condurre una puntuale verifica delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici e adottare adeguati protocolli di sorveglianza.

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