Giornata dell'Economia, timidi segnali di ripresa in Irpinia
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di Filomena Labruna
Giornata dell'Economia, timidi segnali di ripresa in Irpinia
Per Basso «le aziende devono puntare su tecnologia e internazionalizzazione» mentre per Lo Cicero «agroalimentare e turismo possono diventare una filiera, a patto che si sfrutti la scia dei grandi attrattori campani»
Massimo Lo Cicero e Sabino Basso
L'
Irpinia ritrova la spinta al dinamismo d'impresa, con
un più 1,2 % di natalità, ma resta col segno meno davanti al primo indicatore di ricchezza, il Pil, che perde un punto percentuale. Permangono, insomma, le classiche luci e ombre nella lettura del trend economico provinciale del 2010, fornito lo scorso sei maggio nel corso della Nona Giornata dell'Economia.
Appuntamento annuale cui ha preso parte Confindustria Avellino con il presidente Sabino Basso e il direttore Giacinto Maioli.
A dare soddisfazione, in un contesto economico ancora piuttosto marcato dalla crisi, è l'agroalimentare che si attesta come il "cavallo di battaglia" irpino in particolare nelle esportazioni (la filiera nel suo complesso copre il 30 % delle esportazioni, producendo 250 milioni di euro di ricchezza), mentre il 23,5 % spetta al settore moda, per circa 147 milioni di euro. L'industria solofrana della pelle resta una delle scommesse più importanti per gli attori dello sviluppo economico provinciale.
«Per le imprese commenta Basso le risposte alla ripresa sono principalmente nella capacità di fare rete, per imporsi
sul mercato con maggiore dimensione, nella sburocratizzazione e nell'internazionalizzazione».
«La stessa Solofra prosegue cresce perché ha capito quali sono le nuove leve dello sviluppo: ecocompatibilità, innovazione e tecnologia».
Permangono, invece, le carenze infrastrutturali, mentre scoraggia la flessione del turismo (meno 7.3 % gli arrivi e meno 4.6 le presenze). Solo il 2,5 % del turismo in Campania viaggia in provincia di Avellino.
Ma proprio il turismo, insieme ad agroalimentare, rappresenta la sfida del futuro per l'Irpinia. Ne è convinto un altro ospite della Nona Giornata dell'Economia irpina, Massimo Lo Cicero, docente presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Roma "La Sapienza", secondo cui «Le imprese turistiche possono garantire i numeri dell'export, ma devono imparare a formare e indirizzare la domanda perché è molto più conveniente far arrivare un cinese in Irpinia e fargli assaggiare i prodotti tipici locali che portarli all'estero».
«Agroalimentare e turismo prosegue possono diventare una filiera, a patto che l'Irpinia sappia sfruttare la scia dei grandi attrattori campani». Sullo sfondo resta sempre il dato drammatico sul fronte lavoro: in un anno la disoccupazione è cresciuta del 50 %. Il 18 % dei 36mila laureati irpini è senza lavoro.
A questo si aggiungono il lavoro nero e la cassa integrazione. Uno degli argomenti emersi a seguito della lettura dei dati irpini è stato poi quello relativo ai provvedimenti approvati di recente dal Governo che possono rappresentare un'opportunità.
A fronte di un costo del lavoro troppo oneroso e di un carico contributivo sul salario troppo elevato, queste agevolazioni fiscali appaiono molto utili.
Ma gli attori dello sviluppo sperano di non ricadere nelle delusioni degli anni precedenti, quando in Campania furono banditi 30 milioni di euro di credito d'imposta.
Poi revocati per tensioni di bilancio. |