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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2011
 
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L'Impianto di COMPOSTAGGIO a Salerno

Forti criticità permangono sulla gestione del sito che servirà a smaltire dalle 30.000 alle 40.000 tonnellate annue di scarti organici dei rifiuti solidi urbani che costituiscono, mediamente, circa il 30% in peso del rifiuto

di Vincenzo Pellecchia Sustainable manager


Alla fine di aprile, a Salerno, è divenuto operativo il primo impianto di compostaggio in Campania per lo smaltimento dei rifiuti organici; il che rappresenta un momento di fondamentale e strategica rilevanza all'interno del ciclo legato ai rifiuti.
L'impianto servirà a smaltire dalle 30.000 alle 40.000 tonnellate annue di scarti organici dei rifiuti solidi urbani che costituiscono, mediamente, circa il 30% in peso del rifiuto. Il progetto prevede anche lo sfruttamento di tutte le coperture per realizzare un ulteriore recupero energetico dal fotovoltaico. Per quanto riferibile ai dati tecnici dell'impianto fotovoltaico, esso si compone di ben 675 moduli integrati di silicio amorfo, in una superficie di 7.830 mq. e con 367,2 KW di potenza installata. Parlare solo di compostaggio potrebbe essere limitativo: infatti trattasi di "Impianto di valorizzazione dei flussi provenienti dalla raccolta differenziata della frazione umida (FORSU), con digestione anaerobica e recupero energetico, a servizio dell'ambito comunale di Salerno"; ciò per produrre un ammendante compostato (fertilizzante) di qualità da avviare al recupero riducendo la dipendenza dalla discarica ed attivare, al contempo, un ottimale recupero energetico dal biogas prodotto dalla digestione anaerobica della FORSU che viene trasformato in energia elettrica mediante un motore a cogenerazione.
La potenza elettrica dell'impianto di utilizzo del biogas prodotto dal processo di digestione anaerobica è stimata in 0,5 MWe, mentre la produzione annua di energia elettrica attesa è di circa 3.000.000 di Kwh.


Compost alla commercializzazione


Ricordiamo che già nel 2008 si prevedeva che gli impianti entrassero in funzione entro l'anno, grazie allo stanziamento di 100 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Campania per il potenziamento della differenziata. Siamo nel 2011 e gli stessi, previsti continuamente dai piani regionali, solo ora entra‑no in funzione. Sulla carta dovevano essere 30, poi ridotti a 15, con alcuni riempiti di "eco balle".
Nel frattempo, in questi lunghi anni e nel pieno delle numerose emergenze rifiuti, i Comuni campani hanno dovuto spendere circa 3,5 milioni di euro all'anno per trasportare l'umido fuori regione; stante la carenza di impianti di compostaggio presenti nella regione Campania, il rifiuto organico veniva conferito presso due impianti ubicati rispettivamente nel comune di Modugno (BA) e nel comune di Tortora (CS) con un costo pari a circa 170 euro/tonn. In casi eccezionali il conferimento addirittura effettuato presso l'impianto di Casal Gemelli in provincia di Alessandria o in alternativa in Veneto nel comune di Isola della Scala (VR).
Tanto che nel giorno dell'inaugurazione del digestore anaerobico nella zona industriale di Salerno, Legambiente ha organizzato dei sitin davanti alle strutture fantasma di Giffoni Valle Piana ed Eboli (nel salernitano) e di San Tammaro (in provincia di Caserta), per chiedere «con forza che vengano attivati nel giro di un anno».


Schema del trattamento integrato anaerobico/aerobico
(clicca per ingrandire)

Gli impianti di compostaggio sarebbero infatti il modo migliore, a basso costo e dal ridotto impatto ambientale, per liberare le strade della Campania dai cumuli di immondizia. «A San Tammaro stiamo concludendo l'appalto per riparare le strutture danneggiate a ausa dell'uso come sito per lo stoccaggio dei rifiuti assicura l'assessore all'Ambiente della Regione Campania, ad Eboli sta per arrivare l'ultima tranche del finanziamento per completarlo e anche quello di Giffoni Valle Piana è in fase di ultimazione.
Mentre nei tritovagliatori Stir continua l'Assessore i commissari realizzeranno la linea per l'umido attraverso un bando che verrà pubblicato entro il 30 giugno.
Con questi impianti si coprirebbe l'80% dell'umido campano e la maggior parte vengono realizzati con la finanza di progetto, in pratica con fondi reperiti sul mercato. Perché i pochi finanziamenti regionali andranno tutti al potenziamento della differenziata».
L'intero impianto di Salerno è dotato di idonei sistemi di abbattimento degli odori; principalmente tali sistemi garantiscono la depressione all'interno di tutti gli edifici mediante appositi sistemi aspiranti che prelevano l'aria e la convogliano alle torri di lavaggio e successivamente ai letti biofiltranti formati da materiale ligno‑cellulosico che abbattono le molecole odorose provenienti
dai reparti di lavorazione. Si evidenzia come nessuna attività dell'impianto, tranne lo stoccaggio dello strutturante (verde e potature), potrà avvenire all'aperto, e ciò al fine di eliminare ogni possibile rischio di propagazione di olezzi maleodoranti. Tutte le acque reflue derivanti dal processo vengono raccolte da opportuna rete, stoccate in serbatoi ad esse dedicati e successivamente smaltite in appositi impianti autorizzati.
Il compost prodotto potrà essere impiegato nel giardinaggio, nelle colture intensive ed estensive di pieno campo ovvero miscelato con materiali torbosi allo scopo di migliorare le qualità dei "suoli artificiali" per le coltivazioni in vaso o fioriera.
L'entrata in esercizio dell'impianto comporterà un notevole risparmio per l'Amministrazione Comunale: infatti già con l'avvio dei primi tre step della raccolta differenziata "porta a porta" i quantitativi di frazione organica intercettati, ad oggi, sul territorio comunale ammontano a circa 1.000 tonnellate al mese.
L'opera, il cui costo complessivo è di circa 25 milioni di fondi europei, è stata realizzata dall'Ati composta dalle imprese Daneco Impianti di Milano, Rcm di Sarno e Ros Roca di Tarragona (Spagna).
La stessa A.T.I. dovrà provvedere, una volta realizzato l'impianto, alla sua gestione provvisoria per la durata di anni due garantendo la messa a regime.
Durante tale periodo dovrà provvedere alla formazione del personale (comunale?) che subentrerà, alla scadenza del biennio, nella gestione dell'impianto. Da qui derivano le forti criticità sulla gestione. Da una parte la Giunta comunale di Salerno (Pro. N. 2011/182) che ritiene di esperire Ricorso Straordinario al Capo dello Stato per la tutela dei rilevanti interessi lesi dal decreto del Presidente della Provincia di Salerno (decreto n. 171 del 30/09/2010) che ha approvato il piano d'ambito per la gestione dei Rifiuti Urbani; ritenendo che gli stessi (Piano d'ambito e Piano Industriale) sono violativi del principio di leale cooperazione tra Enti e che presentano vizi di legittimità lesivi della autonomia e delle prerogative del Comune di Salerno. Dall'altra, si afferma la gestione "provincializzata" in considerazione della legge n. 26/2010, della n. 1/2011 e delle successive leggi regionali in materia dei rifiuti: l'intero ciclo dei rifiuti, dalla spazzamento allo smaltimento, sarà di competenza di EcoAmbiente Salerno, il relativo servizio passerà alla stessa entro il prossimo 31 dicembre. Per quanto concerne invece la gestione degli impianti, la competenza è già totalmente di EcoAmbiente.
Il Piano d'Ambito, approvato dalla Provincia di Salerno, determina che gli esuberi dei dipendenti dei consorzi debbano essere collocati nei nascenti impianti, ovvero quelli di Eboli e di Salerno.
Come andrà a finire?

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