INAIL-Osservatorio della Sicurezza a cura dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico - Dipartimento Processi Organizzativi ex-ISPESL
La gestione del RISCHIO di INCENDIO in sala operatoria
Ritardi nel decidere come combattere la propagazione del fuoco possono porre in serio pericolo i pazienti presenti nella struttura
di Giovanni Luca Amicucci, I.S.P.E.S.L. - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza e Pierpaolo Gentile, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
giovanniluca.amicucci@ispesl.it
L'incendio è una reazione chimica esotermica (combustione) incontrollata che libera un'intensa energia ed evolve nello spazio e nel tempo.
L'esplosione si ha se la miscela di aria e combustibile è inizialmente confinata in uno spazio chiuso e il fronte della fiamma accelera.
Sono necessari tre elementi (triangolo del fuoco) perché un incendio inizi e si diffonda: un materiale combustibile, un innesco o sorgente di calore, un ossidante. Quasi tutti i materiali possono essere combustibili.
I gas e i liquidi (a causa della loro attitudine a rilasciare vapori) hanno l'abilità di creare facilmente una miscela con l'aria e, in particolari intervalli di concentrazione di aria e combustibile, di bruciare facilmente (o qualche volta di esplodere) se innescati.
Le polveri si comportano in modo simile.
I combustibili solidi, invece, hanno bisogno di una notevole quantità di calore per causare la rottura dei lega‑ mi molecolari e l'emissione di vapori, pertanto sono più stabili. Disposizioni di prevenzione incendi specifiche, riguardanti la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sanitarie in relazione alla tipologia delle prestazioni erogate (regime ospedaliero, residenziale o ambulatoriale) sono riportate nel D.M. dell'Interno del 18 sett. 2002, "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private".
GLI INCENDI IN SALA OPERATORIA
Nelle situazioni normali la sicurezza è ottenuta mante‑ nendo separati i tre elementi del triangolo del fuoco. Infatti, se almeno uno di essi è mantenuto diviso dagli altri il rischio di incendio diviene trascurabile, ma nelle sale operatorie esiste il pericolo che tali elementi possa no venire a contatto perchè:
‑ le sale operatorie contengono materiali combustibili di tutti i tipi (ad es.: cotone, carta, liquidi infiammabili, ecc.);
‑ l'uso di sorgenti di calore o di innesco è in crescita (ad es.: elettrobisturi, laser chirurgici, ecc.);
‑ vi è presenza di atmosfere arricchite di ossi‑ danti (ad es.: ossido di azoto, per la sedazio‑ ne, o ossigeno, per contrastare insufficienze respiratorie di vario tipo).
Fortunatamente il disuso di gas anestetici esplosivi (etere dietilico ‑ C2H5OC2H5 ‑ e ciclopropano ‑ C3H6) ha portato ad una ridu‑ zione degli incidenti con incendi ed esplosio‑ ni. La classificazione degli incendi secondo la norma EN 2:2005 prevede cinque classi di incendio e permette di individuare insieme al tipo di incendio anche il tipo di mezzo estinguente.
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