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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2009
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TUTTO IN UN WEEKEND

a cura di Raffaella Venerando

Borghi: sei piccole gioie in Campania

NUSCO

È un borgo piccolo che affaccia su di una vista incantevole. Per questa sua caratteristica è chiamato “il balcone dell’Irpinia”. Dagli spalti del suo castello ormai diroccato (nel 1799 il castello fu saccheggiato e dato alle fiamme dai sanfedisti del cardinale Ruffo) o dai viali che fiancheggiano tutto il paese, si può ammirare infatti un panorama stupendo il cui vasto orizzonte spazia dal massiccio del Vulture alla cima del Montagnone di Nusco, al Terminio, al Partenio, al Taburno, al Matese e all'Appennino Dauno. La campagna intorno è poi un susseguirsi di valli percorse da torrenti e di alture ricoperte di verdi boschi. Terra di radicate tradizioni e memorie di un passato dolce, Nusco si presenta agli occhi di chi la guarda compatta e discreta nella sua architettura.
Durante il Medioevo il Castello di Nusco fu una fortezza sicura e diede protezione a Guglielmo, ultimo duca di Puglia, nel 1122, e a Manfredi, nel 1254. Ebbe un ruolo storico di primo piano fra le comunità dell'Alta Irpinia fino alla metà del secolo XVII quando perse il ruolo di centro del feudo. La storia civile della cittadina è strettamente legata a quella ecclesiastica, in quanto, essa, nel complesso, è correlata alla presenza di vescovi, in particolare di Amato, primo vescovo e santo patrono.
A lui va il merito di aver creato lo sviluppo civile e religioso del borgo, e non solo: Amato pian piano radunò intorno al castello, dentro le mura, gli abitanti degli sparsi casali e fece edificare la prima chiesa. Ad Amato è dedicata la maestosa Cattedrale cui si sono succeduti almeno sessantasette vescovi, la cui vita è tutta documentata e storicamente accertata.
Grazie alla loro opera a Nusco è fiorito un glorioso Seminario diocesano dove hanno ricevuto la loro istruzione giovani di ogni parte della provincia, distintisi sia in campo ecclesiastico che civile, tanto da far guadagnare al borgo il titolo di “Atene del Santangiolese”.
Nei locali del Seminario vi è un'antica Biblioteca, ricca di 10.000 volumi, aperta a tutti.
Passeggiando nel centro storico, è facile imbattersi in portali in pietra, stemmi nobiliari, balconi in ferro battuto, edicole votive, logge, androni con cisterne, archi, volte, piazzette, gradinate e vicoli acciottolati.
A ricordare gli antichi fasti sono i palazzi nobiliari delle famiglie Ebreo, De Paulis, Meluziis, Del Giudice, Natale, Sagliocca, Saponara, Del Sordo, alcuni con cappelle private.
Da vedere: pochi ruderi delle mura dell'antico castello; la Cattedrale; il Tesoro di S. Amato; il Seminario; la Chiesa della S.S. Trinità; la Chiesa di S. Antonio; l’Abbazia di Fontigliano con annesso museo; i Palazzi gentilizi; la Cripta della Cattedrale.
Un evento che accende la città
A Nusco, dal lontano il 1657, si organizza la Notte dei Falò. All’epoca, per allontanare la peste, venivano accesi fuochi lungo le strade del borgo. Oggi l’antica manifestazione, che segna l’inizio del periodo carnevalesco, rappresenta un’occasione di valorizzazione dello splendido centro storico.
Tutto ha inizio la sera del 13 gennaio, quando il sindaco di Nusco accende il primo falò che dà il via alla festa.
Per ogni falò acceso è allestito uno stand gastronomico, che offre ai visitatori le specialità irpine e naturalmente i pregiati vini della zona, dall’Aglianico al Taurasi.
La Notte dei Falò è l’occasione giusta per gustare e vivere appieno le tradizioni dello splendido borgo irpino.
(Sito di riferimento www.mionusco.it).

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