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Le icone ironiche
di Luigi Moio & Luca Sivelli
Da sinistra: Ensnaring 1, stampa ilfochrome su alluminio trattata con silicone, cm 48x60, 2005, courtesy of the artists.
Ensnaring 2, stampa ilfochrome su alluminio trattata con silicone, cm 48x60, 2005, courtesy of the artists.
What's the game, still video, 2006, courtesy of the artists. What's the game, still video, 2006, courtesy of the artists.
 Antonello Tolve
Critico d’arte
Psicopatologi della quotidianità e antropologi della creatività, Moio & Sivelli (duo artistico formato da Luigi Moio e Luca Sivelli) evidenziano e accentuano, con i propri strumenti comunicativi, il tessuto (instabile) della realtà producendo ipotesi linguistiche che si sbarazzano di ogni archetipo manierato per azionare un processo investigativo atto a spingere la leva della creazione sul filo dell'ironia e del gioco. Un gioco che si fa, per loro, prefisso indispensabile di ogni attività creativa (perfino la più austera e puntigliosa) tesa, fondamentalmente, «a comprendere l’aspetto metaforico delle cose e degli eventi, l’aspetto ironico presente anche nelle più severe e puntigliose progettazioni» (Dorfles). Rizomatico e flessibile, segnato dal divertimento e dal nomadismo ante litteram, il lavoro di Moio & Sivelli, rappresenta una delle più interessanti ricerche artistiche ed estetiche del presente dell'arte.
Dal silicone al metallo, dalla fotografia (presentata, questa, senza alcuna manipolazione digitale) al video, per giungere, poi, agli oggetti strappati alla quotidianità, la ludoteca creativa di Moio & Sivelli propone una galassia estetica dove ironico ed erotico si incontrano per tessere una fitta trama iconografica in cui ricontestualizzare il reale mediante escamotages idiomatici di chiara impostazione percettologica. Dodici uova inglobate (e imbalsamate) in un seducente involucro siliconico tanto da ripristinare una sorta di eco tangibile dell'oggetto nascosto e sensualizzato; uova di storione, ancora, trattate, queste, con paste siliconiche, per formare macrotartine/monocromi naturali d'una bellezza davvero avvincente; fotografie o still che reinventano e rigenerano la realtà giocando, sempre (e indiscutibilmente), con espedienti estranianti, erotici, eretici, eroici. “Whatever you like!, 21 woodgrange avenue, I was walking with you...!” (tutti del 2004); “Hampstead park: it's done actually” (2005); “What's the game?” e “A night in Costiera Amalfitana” (2006) che recupera l'arcaico tessuto immaginifico della lanterna magica e della scatola ottica in generale; l'ironica e pungente Cappella privata (2007) che presenta, tra le varie cose, una scottante madonnina dietro un duo ginnico nell'atto di cornificare i fedeli. E poi, ancora, i recenti “Greetings” e “Classroom # 1” (2008) in cui la macchina da presa, come sempre, si fa sguardo nascosto, teso a frugare e investigare situazioni, luoghi e occasioni, per carpire gli atteggiamenti involontari di altrettanto involontari personaggi attorializzati. Sono soltanto alcuni dei video generati dalla briosità di Moio & Sivelli per incrinare il mondo della vita - la sua serietà, la sua compostezza e la sua perbenistica omologazione - tramite efficacissimi motti di spirito (un vero e proprio gioco inconscio - Der witz und seine beziehung zum unbewussten per dirla con Freud); e cioè tramite astute bricconate che si sbarazzano degli ingorghi psichici e della censura per erotizzare appunto, ed esteticizzare, qualsiasi oggetto, cosa o persona intrappolata nello straordinario mondo moiosivelliano. Spingendo la leva creativa tra le maglie del quotidiano per decentrarne i flussi logici, Moio & Sivelli dispiegano, in questo modo, un potente programma (davvero esuberante, tendenzioso e contemporaneamente innocente) che surclassa la realtà per formulare un abecedario linguistico vario (e variegato) in cui il duo artistico - svelto nel carpire e metamorfosare le dinamiche quotidiane - ritraggono un mondo distratto e distraente, involontario, veloce. |
