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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2009
STORIE d'Impresa - Home Page
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Mastroberardino,
bicchieri di seta raccontano una storia millenaria


di Raffaella Venerando




I vini della famiglia di Atripalda, da dieci generazioni, parlano di qualità,
eleganza ma soprattutto di identità


È una storia di tradizione e modernità, di profumi eleganti e pieni sapori. È la storia di una terra capace di donare ricchezza solo se si è in grado di comprenderla, di renderla parte di sé, di amarla.
Lunga vite e millenni, quella che vi raccontiamo in queste pagine è la storia della famiglia Mastroberardino che, ad Atripalda dal 1700 e da ben dieci generazioni, mesce nel bicchiere i suoi vini che parlano di stile, di passione ma soprattutto di identità.
Il primo a dare inizio all’era moderna di questa straordinaria avventura è Angelo quando, nel 1878, iscrisse l’azienda vitivinicola nel registro delle imprese di Avellino, cominciando così ad esportare l’etichetta di famiglia in tutta Italia.
Successivamente, agli inizi del ‘900, suo figlio Michele sviluppa notevolmente il commercio estero con i suoi lunghi viaggi oltre oceano, mentre al nipote Antonio - definito “archeologo della vite e del vino” e tuttora presente in azienda - va il grande merito di avere recuperato, negli anni dell'immediato dopoguerra, gli antichi vitigni autoctoni del Fiano, del Greco e dell'Aglianico, all’epoca a rischio di estinzione, difendendoli, valorizzandoli e individuando le aree di produzione e la loro vinificazione in purezza.
Di padre in figlio, fino ad arrivare a Piero attualmente presidente del Gruppo, gli uomini della famiglia hanno intessuto un percorso di scelte riuscite e di fatica, di tecnica e di intuizioni vincenti: una storia che appartiene solo a chi nasce e vive per le cose fatte per bene.
Visitando le cantine splendidamente affrescate, le stesse di una volta e oggi sempre più spesso meta di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, si intuisce subito che i Mastroberardino hanno osato, sapendolo fare.
Hanno sfidato limiti, tempi, mercati e gusti, servando sempre dentro di sé il ricordo delle proprie radici perché era questa la loro missione: dare eternità alla terra, vivendo in equilibrio con essa, rinnovando continuamente riti antichissimi, e cercando di racchiudere nei vini la perfezione della qualità.
Ci sono riusciti. I vini della Mastroberardino raccontano in purezza il genius loci dell’Irpinia: le vesti delle sue terre - che al di là dell’avvicendarsi delle stagioni - sono cangianti nei toni e nelle sfumature, si riflettono in ogni sorso di vino, figlio di una natura generosa e autentica che si svela verde brillante nei suoi monti e rossa rubino e dorata nei frutti delle sue coltivazioni migliori.
Dentro ogni bottiglia - che sia un Taurasi, un Greco, un Fiano o una Falanghina - c’è l’armonia, la misura, c’è la famiglia con le sue tradizioni, i suoi ricordi e i suoi aneddoti.
Oggi l’azienda irpina esporta in 67 Paesi incassando molti ordini e soddisfazioni in particolare negli Stati Uniti, in Giappone e Germania, ma anche nei mercati emergenti, quali il sud-est Asiatico, con India, Corea e Cina in prima fila o l’Est Europa.
Le tenute dell’azienda sono concentrate nelle aree elette da sempre come ideali per la produzione di questi grandi vini riconosciuti come DOCG (i vigneti sono tantissimi situati in diverse zone dell’Irpinia, di Benevento e Napoli).
Proprio in ragione dell’armonia e dell’equilibrio osmotico che la famiglia Mastroberardino è stata capace di creare nel tempo con la natura, salvaguardando quell’immensa ricchezza che è il suo patrimonio viticolo ed enologico risalente all'epoca romana, la Soprintendenza Archeologica di Pompei ha affidato in concessione alla famiglia irpina - sul finire degli anni ’90 - i terreni un tempo adibiti a vigneto nell'antica città di Pompei, proprio nella zona degli scavi, perché fosse loro cura reimpiantare gli stessi antichi vitigni.
È nato così nel 2001 il rosso “Villa dei Misteri”, un progetto ambizioso che, forte dell’antica conoscenza dei terreni e dell’eccellente qualità delle uve di vigneti condotti secondo avanzate tecniche agronomiche e della sapienza dell’entourage dei Mastroberardino, ha saputo conquistare molti e molti ancora conquisterà.
Ma i progetti che guardano al futuro non si esauriscono alla sola produzione vinicola.
Sono diventate realtà, infatti, nel settembre scorso due sogni colorati della famiglia Mastroberardino: il ristorante Morabianca e il relais Radici Resort a Mirabella Eclano (vedi scheda). Due posti incantevoli dove è possibile vivere esperienze sensoriali uniche.
Senza alcuna sorta di compromesso con il moderno, se non quello che deriva da un corretto e sano utilizzo della tecnologia, i vini della casa irpina di Atripalda - oggi come più di cento anni fa - sono capaci di raccontare terre dai colori variegati, valori profondi e tanta sete di buoni progetti di uomini che hanno stretto con la natura un’alleanza secolare.

Curiosità
Il nome della famiglia pare derivi, stando alle fonti storiche disponibili, da un tale Berardino, con l'appellativo professionale di “Mastro”, che nel ‘ 700 diede origine alla discendenza che volle fare del vino il proprio mestiere e la propria missione.

: intervista

Professore, quali aggettivi utilizzerebbe per definire la storia aziendale della Mastroberardino e quali sono le doti che ritiene abbiano reso così famoso il suo vino?
Quella della Mastroberardino è una storia di coerenza, costanza, classicità e modernità insieme. Una delicata miscela di fascino e concretezza, affidabilità con un pizzico di avventura…

Da ragazzo che sogni aveva?
Non saprei dire, ho sempre vissuto intensamente il presente, nell’intima convinzione che fosse il miglior modo per metabolizzare le esperienze e farne tesoro per il futuro. Non credo di aver avuto sogni nel senso canonico del termine.

Quali vini ama bere, oltre il suo?
Tutti i vini, di ogni dove, purché abbiano molto da esprimere, siano caratterizzati da una personalità, esprimano la creatività di individui che vivano il rapporto con la propria terra intimamente, non in modo occasionale né superficiale.

Al ristorante un uomo come lei abituato all’eccellenza come si comporta: critica o approva?
Al ristorante mi piace gratificare chi si impegna e critico moderatamente, nella consapevolezza di essere un avventore curioso, ma non un esperto. Il mondo del gusto è un po’ come il calcio: pensiamo di essere tutti i coach più competenti, e invece non è poi esattamente così…


IL PROFILO
Nato ad Avellino il 4 maggio 1966, Piero Mastroberardino si laurea in Economia presso l’Università di Salerno nel 1990. Si perfeziona in discipline manageriali nonché in metodologia della ricerca sociale in diverse sedi universitarie e avvia la carriera accademica nella sede salernitana. Nel 1999 è chiamato quale vincitore di concorso per Professore Associato sulla cattedra di Tecnica Industriale e Commerciale dell’Università di Foggia, dove poi diviene Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese nel 2003.
Nel 2004 è eletto Direttore del Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Giuridiche della medesima Università, incarico tuttora ricoperto. Dal 2003 è presidente del Gruppo Mastroberardino. Sempre nello stesso anno, diventa Consigliere di Amministrazione della Banca della Campania Spa - Gruppo BPER - Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Dal 2005 è Consigliere di Amministrazione e Deputy Chairman di Simest SpA, Società Italiana per le Imprese Miste all’Estero, finanziaria controllata dal Ministero delle Attività Produttive. Nel 2006 è eletto Vicepresidente Nazionale di Federalimentare, Confindustria. Durante la carriera accademica ha pubblicato vari volumi e articoli su riviste scientifiche sui temi dell’economia d’impresa, management, marketing, organizzazione aziendale, e più in particolare su family business, wine business, sistemi territoriali e turistici, lobbying, reti di imprese.

LE ETICHETTE

TOP

Radici Fiano di Avellino DOCG
Centotrenta Taurasi Riserva DOCG
More Maiorum Fiano di Avellino DOC
Morebianca Falanghina Irpinia DOC
Naturalis Historia Taurasi DOCG
Villa dei Misteri Pompeiano IGT
Radici Taurasi Riserva DOCG
Radici Taurasi DOCG
More Maiorum Fiano di Avellino DOCG
Novaserra Greco di Tufo DOCG
Melìzie Irpinia Fiano Passito DOC

ENTRY
Mastro Campania IGT bianco
Mastro Campania IGT rosso

CLASSICI
Fiano di Avellino DOCG
Falanghina Beneventano IGT
Vignadangelo Greco di Tufo DOCG
Greco di Tufo DOCG
Lacryma Christi del Vesuvio rosso DOC
Lacryma Christi del Vesuvio bianco DOC
Aglianico Campania IGT
Falanghina Sannio DOC
Lacrimarosa Campania IGT

Radici Resort e ristorante Morabianca



«La terra non appartiene all’uomo, ma l’uomo alla terra». Devono averla bene impressa nel Dna questa massima i Mastroberardino se ogni progetto cui danno vita mostra tanto chiaramente quel filo sottile e diretto che li lega al territorio in cui vivono, inventano, lavorano. Così la sana eredità della cultura contadina irpina, opportunamente rivisitata, si rivela autentica anche nell’idea realizzata nel settembre scorso a Mirabella Eclano: un relais - “Radici Resort” - che racchiude nella tenuta verde di sessanta ettari anche il ristorante Morabianca (www.radiciresort.com). Chi è alla ricerca dell’incanto della natura o semplicemente di una vacanza “diversa”, rilassante ma dinamica al tempo stesso, sicuramente resterà estasiato da questo posto. A 400 metri sul livello del mare, il Radici Resort è incastonato in un luogo di suggestiva bellezza. Dolci declivi, oliveti e vigne tutto intorno creano uno scenario mozzafiato. Qui nell’aria si respira l’aria, davvero.
Al suo interno il relais ha 8 ampie camere - oltre agli spazi in comune di cui possono godere tutti gli ospiti - ciascuna arredata secondo uno stile diverso nell’intento di soddisfare al meglio preferenze altrettanto diverse. Fiore all’occhiello del resort è il campo da golf a nove buche, lungo 1800 metri e completamente immerso tra le vigne e gli oliveti. Il resort mette a disposizione dei propri ospiti anche l’esperienza di istruttori della Scuola Nazionale della Federazione Italiana di Golf sotto la cui guida è possibile seguire un programma di insegnamento. A breve, inoltre, sarà completata anche la “spa” - sempre all’interno della struttura - per offrire alla clientela un soggiorno completo, all’insegna del piacere e del gusto. Il ristorante Morabianca, invece, deve il suo nome alla Falanghina Morabianca che nasce proprio dai vigneti intorno al resort. Qui vi sentirete perfettamente rilassati e anche un po' viziati, perché questo è uno di quei posti dove si serve un’identità e un calore di cui spesso si sente il bisogno. Non c'é un'eleganza affettata, la mise en place é molto sobria ed i tavoli - per 60 coperti - parecchio distanziati tra loro. In cucina c’è uno chef giovane - Francesco Spagnuolo - 30 anni appena, ma tanta competenza. Francesco crea piatti originali, nel pieno rispetto però delle tradizioni culinarie della sua terra, piatti che sublimano le materie prime di eccellenza in riuscite sinfonie gustative, olfattive e visive. Il servizio è inappuntabile, con un’accoglienza premurosa e disponibile. In sala sono tutti eccezionalmente coinvolgenti e credibili, e agli ospiti presentano in maniera minuziosa ogni pietanza illustrandone le materie prime, la composizione, le particolarità e la profonda liaison che ogni preparazione ha con il territorio.

Solletica la voglia…
Il nostro personale viaggio nei sapori:
Antipasti: pralina al formaggio servita con miele di acacia, gnocco di Montella in tempura su purè di zucchine, sformato di patate con funghi porcini.
Primi: conchiglione di ricotta e asparagi servito con crema di zucca e fritturina di porcini.
Secondi: brasato di vitello al Taurasi con lenticchie al rosmarino.
Predessert: crema al pistacchio.
Dolci: tiramisù al bicchiere.
Vini e distillati abbinati: Greco di Tufo Novaserra, Fiano di Avellino, Aglianico Radici 2007, Taurasi Riserva Radici '99, Passito di Fiano di Avellino e Grappa Novaserra.



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