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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2009
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TUTTO IN UN WEEKEND

a cura di Raffaella Venerando

Borghi: sei piccole gioie in Campania


furore (SA)


Dalla furia violenta e passionale delle acque del mare che si raccolgono all’interno del fiordo nei giorni di tempesta deriva “Terra Furoris”, ovvero Terra del Furore, antico nome della piccola perla della Divina Costiera. Inespugnabile e inattaccabile: così si presenta Furore, il paese con le case minuscole sparse su un pendio tra vigne e uliveti.
Furore non è un paese nel senso comune del termine. Più corretto è infatti dire che si tratta di un piccolo abitato, dove le case sono incastonate nella roccia che si tuffa nel mare, lungo un dirupo di tremila gradini.
Come altri paesi della Costiera Amalfitana anche Furore nacque in età romana per assolvere a un’esigenza precisa: dare rifugio e riparo ai Romani che cercavano di sfuggire alle incursioni dei Barbari. Fu la conformazione geografica del luogo, così raccolto e protetto, a preservarne la distruzione poi successivamente anche all’epoca delle incursioni saracene.
Intorno alla chiesa di San Giacomo, datata XI secolo, si sviluppa il primissimo insediamento abitativo sul pianoro di Furore, come testimoniato dai documenti che ripercorrono la storia avventurosa della Repubblica marinara di Amalfi.
Intorno alla metà del 1400, il borgo è proprietà di una aristocratica e nobile famiglia - i Summonte. Questa famiglia ebbe tra i suoi esponenti più illustri un sacerdote, Pietro, amico degli umanisti Iacopo Sannazaro e Giovanni Pontano, insieme ai quali fondò a Napoli la famosa Accademia Pontaniana, uno dei centri culturali più prestigiosi sviluppatisi nel periodo della dominazione aragonese.

Oltre a Pietro, altri due Summonte - entrambi si chiamavano Giovanni Antonio - passarono alla storia per essere stati due importanti storiografi: uno nel Cinquecento, l'altro nel Settecento.
A quest'ultimo va il riconoscimento di avere pubblicato - nel 1748 - una voluminosa e curatissima storia del Regno di Napoli.
Nel corso degli anni Cinquanta, quando in tutta Italia, giovani registi partecipavano al movimento di rinnovamento della società italiana uscita dalla guerra, Furore divenne la location di un amore simbolo del neorealismo, quello tra il regista Roberto Rossellini e l’attrice indimenticata Anna Magnani che si innamorarono durante le riprese del film “Amore” qui girato.

Non ci sono molti monumenti o palazzi storici da visitare, perché la magnificenza del luogo non è legata tanto ai manufatti dell’uomo quanto alla potenza creatrice della natura. Tra gli edifici di un certo valore possono però essere compresi i due mulini e le due fabbriche di carta, esempi importanti di archeologia industriale che utilizzavano la forza motrice dell'acqua.
Nella valle interna si trovano anche i monazzeni dei pescatori, che servivano per il rimessaggio delle barche e per la custodia degli attrezzi.
Una particolarità del borgo è tutta appesa alle pareti delle case: sono oltre cento infatti i murales che si rincorrono lungo le viuzze raccontandone il passato, grazie ai quali Furore è conosciuto come il "paese dipinto”.


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