La penisola sorrentina nel periodo pasquale è attraversata da un forte fervore religioso. Uomini di tutte le età si ritrovano nelle numerose confraternite laiche per organizzare nei minimi dettagli le imponenti processioni che tra il Giovedì e il Venerdì Santo attraversano i comuni costieri. Sono circa 20 in tutto i cortei che vedono impegnati da Meta a Massa Lubrense migliaia di incappucciati. Queste sacre rappresentazioni hanno avuto origine con il fiorire stesso della congreghe in penisola. Fu con l’avvento degli spagnoli e sotto l’influsso dei padri gesuiti, verso la fine del Settecento, che si iniziarono a organizzare le processioni così come le vediamo oggi. Esse sono molto solenni: gli uomini a volto coperto incedono lentamente recando con sé i simboli della passione di Cristo: il gallo, la lanterna, gli scudisci, le lance, i chiodi, il martello, la corona di spine, la spoglia croce, i dadi, la tunica...Lo stesso cappuccio ha un forte significato penitenziale: il partecipante nasconde il proprio sembiante rendendosi irriconoscibile agli spettatori. É il simbolo ad essere protagonista, il contenuto sull’immagine.
A Sorrento sono due le processioni che attraversano la cittadina: una si svolge nel cuore della notte, l'altra la sera del Venerdì Santo. La prima é organizzata dall’Arciconfraternita di Santa Monica della Chiesa della SS. Annunziata, la seconda dall’Arciconfraternita della Morte della Chiesa dei Servi di Maria. La prima é tradizionalmente definita la “Processione Bianca”, per il colore delle vesti che indossano i partecipanti.
Questo corteo secondo il popolo rappresenterebbe l'uscita della Madonna alla ricerca del Figlio catturato e condannato a morte. L'inizio nel cuore della notte, la visita agli Altari della Reposizione, il ritorno in chiesa ai primi bagliori dell’alba, sembrano avvalorare questa ingenua rappresentazione. La stessa celebrazione della Processione del Cristo Morto sembra dare sostanza a questa immagine: essa rappresenterebbe il ritrovamento da parte di Maria del Figlio morto in croce. I partecipanti in questo caso indossano saio e cappuccio neri e, a precedere la statua dell’Addolorata, è portato a spalla il bellissimo simulacro del Cristo Morto di scultore ignoto. Le radici di questi cortei, come detto, sono antichissime e si fanno risalire probabilmente al 1500. Solo verso il XVIII sec. si arricchirono con corpi illuminanti, quali fiaccole o lampioni, con i simboli delle Confraternite, stendardo e pannetto, e si inserirono i famosi “Misteri”, cioè i simboli delle offese materiali subite da Cristo nella Sua ascesa al Golgota. I cortei sono chiusi dai circa 200 cantori del Miserere che in un'atmosfera struggente fanno riecheggiare le parole del salmista Davide. A dare un ulteriore tono di mestizia sono le note delle marce funebri suonate in testa alle processioni da bande musicali.
(testo di Giuseppe Alfaro)
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