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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2008
 


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TUTTO IN UN WEEKEND

di Raffaella Venerando


La Settimana Santa
di Sessa Aurunca
La Madonna delle galline a Pagani
La devozione
di Sorrento
La Processione
del Venerdì Santo
di Acerra
La processione
delle Croci di Calitri
La via dolorosa
a Foglianise
Il Venerdì Santo
a San Lorenzo Maggiore
Il Sabato dei Fuochi a Somma


La via dolorosa a Foglianise

Nell’iconografia cristiana, il volto sfigurato della Madre del Signore, che incontra il Cristo agonizzante, ha radicato tra i fedeli nei riti del Venerdì Santo, tradizioni religiose cariche di spiritualità per penetrare il Mistero della Pasqua. La Chiesa di Gerusalemme ha sempre mostrato particolare attenzione per i “luoghi santi”. La pellegrina Eteria rende noto ai fedeli la presenza di tre edifici di culto, edificati sulla cima del Golgota. Per i devoti del Signore sono stati costruiti l’Anastasis, la chiesetta ad Crucem e la Basilica Martyrium. In alcuni giorni un corteo di fedeli percorre il tratto che dall’Anastasis conduce al Martyrium. Non si può definire la Via Dolorosa, ma alcuni studiosi ritengono che si tratti delle tappe della Passione allo stato embrionale. La Via Crucis risale al Medio Evo inoltrato. San Bernardo di Chiaravalle (+1153), San Francesco d’Assisi (+1266), San Buonaventura di Bagnoreggio (+1274), imprimono un maggiore risalto al pio esercizio per meditare sulla passione e morte del Figlio di Dio. Intorno al 1294, un frate domenicano, Rinaldo di Monte Crucis, nel suo “Liber perigrinationis”, annota di essere asceso al Santo Sepolcro. Il religioso descrive le diverse “stationes”, il Palazzo di Erode, il Litostrato, dove Gesù viene condannato a morte, il luogo nel quale Egli incontra le donne di Gerusalemme, la località in cui Simone di Cirene pone sulle sue spalle la Croce del Signore, riportando così il duro tracciato dell’inaudita sofferenza subita dal Figlio di Dio. La comunità di Foglianise (Bn), da oltre tre secoli, per scandire i percorsi della trascendenza continua a riscoprire il senso reale della fede nei tempi forti dell’anno liturgico. Tra le numerose consuetudini la processione solenne del Venerdì Santo, sul far della sera, riveste un ruolo preminente per riflettere sulle ultime ore della vita terrena del Figlio di Dio. Al termine dell’azione liturgica, i fedeli si dispongono per la processione, dopo la lettura della prima stazione dolorosa, dalla Chiesa parrocchiale, dedicata al martire San Ciriaco, si attraversa Via Umberto I. Una breve sosta dei devoti attende nel silenzio l’uscita dell’immagine di Gesù Morto, custodito nell’edifico sacro del SS. Corpo di Cristo e di Sant’Anna, portato sulle spalle dai ragazzi e dai più anziani. In Piazza Municipio, dalla Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, detta comunemente del Carmine, le ragazze uscendo dal luogo di culto, recano sulle spalle la statua della Madonna Addolorata, trafitta dal dolore, risalente al XVIII sec.. Continua poi il pio esercizio della Via Crucis, che raggiunge gli antichi casali del paese con la lettura delle stazioni, accompagnate dai canti della tradizione religiosa, mai cancellati e relegati nell’oblio.
Con particolare raccoglimento i fedeli raccolti nella preghiera invocano l’aiuto del Padre Celeste per orientare tutte le scelte della vita secondo i dettami della Buona Novella. Lo stuolo dei fedeli, preceduto dalle Confraternite del SS. Corpo di Cristo e del Rosario, a conclusione del tracciato penitenziale, riporta la statua di Gesù, nella chiesa di Sant’Anna. Accompagnano l’immagine della Vergine nella suggestiva Chiesa di Santa Maria, nella quale la presenza della Madre della Misericordia continua ad elargire ai devoti grazie.
(Testo di Nicola Mastrocinque)
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