CONFINDUSTRIA - GIOVANI IMPRENDITORI
CARMEN VERDEROSA
SALVATORE AMITRANO
CARLO VARRICCHIO
GIANLUIGI TRAETTINO
ANTIMO CAPUTO
MAURO MACCAURO
Gianluigi TRAETTINO
Presidente Giovani Imprenditori
Confindustria Caserta
In un sistema aperto di economia di mercato il ruolo dell'impresa è di creare ricchezza per gli azionisti, i dipendenti, i clienti e, più in generale, per l'intera società. La ricchezza però non deve essere il fine cui tutto deve tendere.
Per avere successo, le imprese non possono rimanere indifferenti alla società in cui operano. Condizioni di serenità, certezza giuridica e buoni rapporti umani all'interno dell'impresa e dell'ambiente circostante (stakeholder) sono elementi fondamentali del successo. La condotta responsabile delle imprese è basata tanto sui valori e sugli obiettivi dell'impresa stessa, quanto sul rispetto delle regole "scritte e non" che disciplinano la vita della società in cui le nostre imprese operano.
Oggi, "fare la differenza" significa non soltanto "crescere" e aggiudicarsi importanti quote di mercato, ma assumersi la responsabilità di creare sviluppo e benessere diffuso a tutti coloro che interloquiscono con il sistema azienda. La crescita dunque non deve essere un fine, ma un mezzo attraverso il quale l'impresa possa essere considerata una vera e propria scuola di senso civico: la volontà di costante miglioramento e la capacità di mettere in discussione le proprie scelte come sistema per incentivare il merito. Una durevole e virtuosa gestione aziendale è, infatti, in grado di adottare meccanismi che sanzionino i demeriti, la scarsa produttività, i comportamenti illeciti applicando i principi della responsabilità e del merito. Purtroppo nel corso degli anni si è incontrata una certa difficoltà nella politica e nella società italiana a percepire l'impresa come un valore assoluto. «Un velo di ignoranza e un sedimento di residue ma diffuse paure della modernità - evidenzia F. De Bortoli - fa sì che vi sia maggior consenso sulle misure che limitano l'attività d'impresa, anziché su quelle che la incoraggiano. …L'impresa e l'industria sono ancora viste con sospetto…L'impresa è sempre accompagnata da un aggettivo destinato a temperarne gli effetti: aperta, sociale, responsabile. A questa cultura diffusa, sottilmente antindustriale, contribuiscono persino gli stessi imprenditori quando non nascondono una certa diffidenza per l'internazionalizzazione, si rifugiano nelle rendite o, appagati, liquidano le loro attività, curandosi poco della successione». Così, l'impresa anziché essere al primo posto, protagonista dello sviluppo, si ritrova spesso nello scomodo ruolo di ospite.
Concludiamo sottolineando come sia assolutamente necessario legare il destino delle nostre aziende a quello delle società in cui operiamo come imprenditori e viviamo come uomini; fare "massa critica" tra impresa e società può essere concretamente considerata la strada da intraprendere per far sì che la cultura di impresa il senso civico ed il rispetto delle regole si fondino in un unico organismo che abbia un solo fine superiore: una migliore qualità della vita. Come ricordato da Aristotele: il declino economico è anche sempre un declino etico, sociale e culturale. E vale evidentemente l'inverso: maggiore eticità personale e pubblica, buona integrazione sociale e cultura ed educazione per tutti creano più sviluppo economico della disponibilità di tecnologie avanzate, di capitali finanziari, di ricchezze minerarie. |