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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2006
 


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CONFINDUSTRIA
Lo sviluppo integrato del Sannio
Il presidente Cosimo Rummo delinea alcune ipotesi per sostenere l’economia locale

a cura di Francesca ZAMPARELLI



Sono trascorsi alcuni mesi (marzo 2006) dall'insediamento della nuova presidenza di Confindustria Benevento affidata a Cosimo Rummo e, da allora, sono state avviate una serie di attività e di interlocuzioni con le istituzioni locali con l'obiettivo di definire una vera e propria pianificazione per lo sviluppo strategico del territorio. Abbiamo voluto chiedere quindi al leader degli Industriali Beneventani quali sono le proposte degli imprenditori locali e come immaginano il futuro della provincia.

«Immaginare uno sviluppo integrato della provincia di Benevento è un compito complesso ed arduo in quanto il territorio non ha un'unica vocazione bensì si presenta caratterizzato da una pluralità di settori che vanno sviluppati e/o potenziati con interventi specifici.
Tuttavia per definire un percorso strategico di sviluppo è necessario analizzare i dati economici che sono alla base della struttura di un territorio per individuarne i punti di forza e di debolezza, e proprio partendo da questi dati risulta indispensabile, da un lato, puntare su uno sviluppo basato sulla scelta di ambiti distintivi, sulla creazione di fattori specifici di competizione, sostenibili nel tempo e, dall'altro, garantire il supporto a quelle attività che hanno rappresentato fino ad oggi il tessuto economico portante.
Riteniamo fondamentale, quindi, definire una proposta esaustiva che miri essenzialmente ad uno sviluppo integrato del territorio.
Da tempo la Confindustria sostiene che la svolta per il sistema Sannio debba passare anche attraverso l'implementazione della ricerca, dell'alta tecnologia, dell'innovazione e della sostenibilità ambientale.
L'impegno di Confindustria sarà quello di lavorare per creare le permesse per uno sviluppo integrato del sannio.
Bisogna, innanzitutto, uscire dal luogo comune secondo il quale la provincia di Benevento è stata caratterizzata fino ad oggi da una scarsa vocazione industriale e con poche prospettive di sviluppo.
Tuttavia, non sempre l'effervescenza imprenditoriale è riuscita ad esprimere appieno il proprio potenziale a causa dell'assenza di un coordinamento da parte dei vari strumenti di politica di sviluppo.
Bisogna rendere più operativa e funzionale la nostra provincia in modo da innescare una spirale di sviluppo che, coinvolgendo tutte le attività produttive, determini condizioni più favorevoli in termini di occupazione, reddito e Prodotto Interno Lordo.
Tutto questo è possibile solo se si assume alla base delle scelte politiche un modello di sviluppo integrato e non più monosettoriale, al quale ogni componente può e deve concorrere (industria, turismo, commercio, servizi, università).
E in questo contesto è indispensabile che la città di Benevento svolga realmente il ruolo di capoluogo di provincia, recuperando quella centralità funzionale rispetto ad un processo di più ampia portata, che le consentano di governare, orientare e proporre processi di sviluppo.
In questa veste Benevento come città capoluogo deve essere l'elemento guida di un percorso di collaborazione tra tutte quelle micro-realtà municipali che da sole non hanno la struttura operativa per concorrere a creare sistemi virtuosi di crescita.
Definire il Piano strategico del Sannio significa pianificare e programmare gli sviluppi del territorio, ordinare le priorità di intervento e assegnare le risorse.
Occorre valorizzare le esperienze produttive dell'economia in settori strategici sotto il profilo della capacità di indurre innovazione a valle e a monte lungo le vari filiere.
In questo circuito virtuoso si possono inserire anche quelle aziende che necessitano di una riorganizzazione industriale in quanto appartenenti a quei comparti maggiormente segnati da crisi. In questo modo le stesse potrebbero riposizionare la propria produzione, innovare processi organizzativi e tecnologie, diversificare i mercati di sbocco e di approvvigionamento, sfruttare le sinergie con gli operatori e le tecnologie di eccellenza sino a riconvertire, se necessario, le linee di produzione.
Il secondo elemento da prendere in esame è lo sviluppo di quella fetta di economia definita più tradizionale rispetto alla quale va immaginato un potenziamento tramite l'implementazione di ricerca ed innovazione.
Il dato di partenza è la presenza massiccia di imprese in cui il numero medio dei dipendenti, secondo ultimi dati, è inferiore a dieci.
Questo dato ci fa comprendere che, di fatto, le imprese che costituiscono l'ossatura della nostra industria se lasciate ad una logica di libero mercato non sono nelle condizioni di destinare risorsa, sia umane che economiche, all'innovazione e neanche di impossessarsi di quelle tecnologie che ne possono migliorare l'efficienza.
Di fronte a questa realtà è necessario immaginare soluzioni in grado di incidere sul sistema produttivo in esame.
In tale ottica, è indispensabile definire proposte di intervento che abbiano un'applicazione trasversale nel senso di consentire alle imprese un adeguamento strutturale soprattutto nelle aree dell'innovazione, della Ricerca & Sviluppo e della formazione dei lavoratori.
Questa visione integrata applicata ai settori storici e trainanti dell'economia provinciale riuscirebbe a coniugare le attività di potenziamento e sviluppo alle necessità di evoluzione di un tessuto imprenditoriale pronto all'innovazione e alla crescita, ma che necessita di adeguate azioni ed interventi di accompagnamento e di supporto. In questo processo di sviluppo è indispensabile puntare l'attenzione sui progetti di ricerca destinati alle imprese locali anziché realizzare ricerche commissionate da imprese nazionali o addirittura estere.
Insomma bisogna dare priorità al territorio.
Proprio dai punti di forza della nostra realtà emerge chiaramente che un segmento che può essere potenziato per lo sviluppo economico del territorio è il Turismo.
È noto che il patrimonio culturale, storico, religioso ed ambientale di cui dispone la città di Benevento, rappresenta un elemento di fortissimo richiamo per il turismo, tanto da far identificare il nostro territorio come "Sannioshire". Ma la conservazione di questi beni può risultare minacciata da un eccessivo e disordinato sviluppo dell'attività turistica.
La nostra provincia necessita, quindi, di interventi strutturali ed organici di promozione del turismo che potrebbero garantire quel salto di qualità necessario per potenziare questo settore strategico. Infatti il Sannio è dotato di un patrimonio culturale di primaria importanza e quindi ponendosi quale attrattore culturale potrebbe fungere da area policentrica richiamando grossi flussi turistici.
Accanto al turismo culturale, tuttavia, si possono potenziare due forme emergenti di turismo: il turismo rurale e quello ambientale.
Infatti, da un lato, si possono rivitalizzare i sistemi locali rurali elevando l'offerta complessiva siamo in grado di proporre e che si basa principalmente sulle risorse ambientali, paesaggistiche ed agroalimentari e, dall'altro lato, si può investire sul turismo "ambientale" che valorizzerebbe le bellezze naturalistiche presenti sul territorio e darebbe impulso ad uno sviluppo urbanistico ed architettonico che rispetti e migliori le stesse.
Uno degli obiettivi più ardui dell'intero progetto è quello di portare l'attuale popolazione provinciale dai 290.000 abitanti censiti a circa 700.000 abitanti, con conseguenti riflessi positivi per l'intera economia.
Il progetto prevede la creazione di un distretto abitativo a vocazione naturale/rurale (paesaggistico/agro-turistico/ambientale) che sia al servizio dei lavoratori/studenti della zona, ma con carattere di esclusività ed altissima qualità residenziale, incentrata sulle innovazioni urbanistiche ed abitative più efficaci ed efficienti in termini di eco-compatibilità e valorizzazione dell'area per fini turistici-residenziali e con impatti ambientali- paesaggistici estremamente contenuti.
Tuttavia il rischio più grande che corre il nostro territorio è proprio quello di vanificare tutte le proposte presentate per l'assenza di una vera e propria cabina di regia.
Soltanto indirizzando in un'unica direzione gli sforzi di tutti gli attori preposti allo sviluppo del territorio si può immaginare un futuro diverso per la nostra realtà».

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