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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2006
 


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CONFINDUSTRIA - GIOVANI IMPRENDITORI

CARMEN VERDEROSA

SALVATORE AMITRANO

CARLO VARRICCHIO

GIANLUIGI TRAETTINO

ANTIMO CAPUTO

MAURO MACCAURO


 Carmen VERDEROSA
Presidente Giovani Imprenditori
Confindustria Campania

Il XXI Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori è dedicato al ruolo dell'impresa in quella che viene detta la seconda era globale, una fase caratterizzata non solo dall'allargamento dei mercati ma anche dalla tendenza dei governi a risolvere le attuali tensioni competitive attraverso politiche di valorizzazione e protezione degli "interessi nazionali". In questo contesto europeo e mondiale, sembra urgente che l'Italia ammoderni il proprio quadro normativo, rendendolo più adeguato alle esigenze dello sviluppo e delle imprese, ed elabori una cultura economica più moderna, competitiva, aperta al merito, libera dall'ipoteca delle rendite di posizione. È insomma importante che, pur in un quadro di liberalismo politico ed economico, la politica assecondi il difficile sforzo dell'impresa di aggiornarsi tecnologicamente e organizzativamente e di recuperare competitività sul mercato mondiale.
Il grave ritardo dell'Italia rispetto agli altri paesi avanzati, confermato dal Global Competitiveness Report 2006-2007 del World Economic Forum, sembra afferire prevalentemente ad una filiera di criticità di tipo politico-amministrativo, che si chiamano debito pubblico, sbilancio dello stato e delle regioni, fiscalità, inefficienza e ipertrofia burocratica, carenze delle istituzioni formative, bassi investimenti nella ricerca, eccetera. Strozzature che riflettono la stessa organizzazione sociale e culturale del paese, frammentato in una congerie di interessi parziali e protetti, spezzato tra le garanzie delle generazioni anziane e le incertezze di quelle giovani, riluttante alla mobilità occupazionale e territoriale, in bilico tra assistenzialismo e meritocrazia. Si tratta di questioni che appaiono di particolare gravità nel Mezzogiorno, un territorio che, essendo in ritardo sul piano produttivo e soffrendo di speciali diseconomie (carenze infrastrutturali, deficit di formazione, intermediazione politica, criminalità, ecc.), avrebbe bisogno di politiche pubbliche - centrali, regionali e locali - ben più coraggiose e di un profondo rinnovamento del proprio stesso ambiente culturale.
È stato un simile intreccio di questioni politiche, normative ed etiche che, negli ultimi due anni, i Giovani Imprenditori della Campania hanno voluto mettere al centro delle proprie iniziative, richiamando l'attenzione dell'opinione pubblica e delle autorità sull'importanza di una riforma del contesto civile del Mezzogiorno - come precondizione dello sviluppo - e sulla necessità che ad essa concorrano amministratori pubblici, sindacati, imprenditori.
In questa ottica, già nel corso del Convegno di Capri del 2004, i G.I. della Campania hanno sottolineato l'importanza di una "Alleanza delle classi dirigenti meridionali", che si configuri come una vera e propria coalizione riformatrice, in grado di fare breccia nel muro delle resistenze corporative, assistenzialistiche, clientelari. In seguito, ragionando sui processi di formazione di quelle classi dirigenti, hanno posto il problema strategico degli attuali meccanismi di accesso dei giovani alla formazione, alle professioni e all'impresa. La "Carta delle Opportunità", un documento elaborato nel febbraio 2005, proponeva norme che, contrariamente a quanto oggi accade, garantiscano ai migliori un'istruzione altamente qualificata, li immettano nel modo del lavoro attraverso concorsi meritocratici, diano credito alle idee più promettenti, attribuiscano premi di carriera alle capacità individuali più che all'anzianità di servizio.
Infine, in occasione del Convegno di Capri del 2005, i Giovani Imprenditori hanno insistito sul nodo tuttora irrisolto della forte discrezionalità che caratterizza il rapporto tra politica e mercato, proponendo una riforma della governance, fondata sulla trasparenza e capace di trasformare gli interessi particolari in interessi generali, i favori in diritti, il corporativismo in meritocrazia. Una condizione, tanto più indispensabile nel Mezzogiorno, per restituire al mercato legalità, responsabilità e accountability.
Oggi, i Giovani Imprenditori della Campania rimangono convinti che i problemi dell'impresa italiana e quelli, in parte specifici, dell'impresa meridionale non si risolvano soltanto per mezzo di politiche industriali e fiscali - peraltro necessarie e tuttora insufficienti - ma anche e preliminarmente attraverso una semplificazione della legislazione e delle procedure amministrative e un ammodernamento dello stesso contesto culturale dell'Italia e del Sud, i cui effetti diseconomici sono fin troppo noti.

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