La nuova revocatoria fallimentare
Riforma inevitabile di un istituto obsoleto
Il distacco del lavoratore
quando occorre il consenso
UNA MODERNA VISIONE Dell’APPALTO
IL “GLOBAL SERVICE”
UNA MODERNA VISIONE Dell’APPALTO
IL “GLOBAL SERVICE”
Si fa strada un nuovo concetto
di manutenzione
Luigi D'Angiolella
Avvocato Amministrativista
studiodangiolella@tin.it
Un forte cambiamento sta investendo uno dei settori più importanti
dei lavori pubblici, cioè quello che riguarda i contratti di manutenzione,
ambito nel quale operano moltissime imprese, spesso di limitata caratura
e localizzate territorialmente. Gli enti pubblici sovente incaricano
piccole aziende di fiducia per intervenire su strade, fogne e immobili
di proprietà pubblica
senza un'effettiva programmazione degli interventi, con una serie
di "contrattini" conclusi
per l'occasione, creando un mercato di aficionados degli uffici tecnici
degli enti, in perenne attesa dell'intervento urgente cui riparare.
Questo diffuso costume (o malcostume) ha, però, creato un terreno
fertile per amministratori più accorti per far sviluppare una nuova
idea di manutenzione all'interno della Pubblica Amministrazione e
per arrivare a una più completa visione di programmazione degli
interventi e di prevenzione degli stessi. Ciò, in particolare, nell'ambito
della manutenzione immobiliare edile e impiantistica. Gli enti pubblici,
infatti, si ritrovano spesso con un importante patrimonio immobiliare
- scuole, alloggi, strade - che, se non opportunamente manutenuto, finisce
per perdere di valore e gravare sui bilanci in maniera imponente.
Come detto in precedenza, le definizioni di manutenzione "ordinaria" e "straordinaria" stanno
progressivamente lasciando il posto ad altri concetti, che introducono
nuovi principi basati su strategie di pianificazione e programmazione
delle attività. Da una politica di manutenzione fatta di interventi
occasionali a seguito di guasti e avarie più o meno estesi, si sta
passando progressivamente a un concetto di manutenzione non più come
un mero "centro
di costo" o sequenza di "attività di cantiere", ma
come insieme di attività che, partendo dalla conoscenza del patrimonio
edilizio e dalla valutazione del relativo stato d'uso e conservazione,
passa attraverso la progettazione e programmazione degli interventi
manutentivi, all'organizzazione dei fattori di produzione, alla comunicazione,
all'informatizzazione delle informazioni, per arrivare infine all'esecuzione
delle attività necessarie
all'eliminazione dei guasti o alla loro prevenzione. Le ragioni dello
sviluppo di tale forma di outsorcing sono diverse ed essenzialmente
riscontrabili nella crescente complessità tecnologica dei beni edilizi,
nella richiesta di sempre maggiori standards di funzionalità e di
adeguamento normativo e nella - purtroppo, sempre maggiore - ridotta capacità finanziaria
degli enti pubblici. E infatti, quanto a fattori di convenienza più strettamente
economici, va considerato che un contratto più ampio, che parta
dalla preventiva disamina dei problemi e abbia come momento decisivo
quello della programmazione, tenda a garantire una maggiore flessibilità operativa,
in relazione, soprattutto, alla rigidità gestionale delle risorse
all'ente, e a ottenere una complessiva economia di scala, con un
unico servizio integrato che elimina i costi dovuti a molteplici
rapporti contrattuali. Lo sviluppo di questa idea iniziale ha portato in
seguito a soluzioni più evolute
e raffinate, e si sono, dunque, concretizzate nuove forme contrattuali,
tra cui il "Contratto di Global Service Manutentivo". Con tale
modalità contrattuale - vera e propria evoluzione dei primi appalti
di global service - si prevede anche una forma di pagamento in base
ai risultati ottenuti dall'appaltatore. Per riprendere la definizione
della normativa UNI 10685 ("Criteri per la formulazione di un contratto
basato su risultati Global Service"), il Global Service di manutenzione è un «contratto
riferito a una pluralità di servizi sostitutivi delle normali attività di
manutenzione con piena responsabilità sui risultati da parte dell'assuntore».
Si tiene conto, quindi, anche dei risultati attraverso una pluralità di
servizi sostitutivi delle normali attività di manutenzione, con
l'appaltatore che agisce come coordinatore unico della pluralità di
attività manutentive (sia esecutive che di consulenza) con piena
decisionalità e responsabilità sulle politiche e azioni da
adottare per il raggiungimento dei risultati. Risultati che sono
definiti o concordati con il committente, il quale non entra nel
merito delle scelte strategiche e delle modalità esecutive attuate
per il loro raggiungimento. Il risultato può riguardare, per esempio,
il mantenimento della qualità edilizia su standards stabiliti, il
mantenimento su quote prefissate delle spese di conduzione tecnica
o il raggiungimento di risparmi rispetto a passate gestioni, il mantenimento
del valore patrimoniale o della redditività di un patrimonio edilizio,
il livello di disponibilità di
un impianto. Con questo tipo di struttura il Global Service è visto,
quindi, come un appalto di servizi, più che come un appalto di lavori
in senso tradizionale e ciò incide fortemente sul piano procedimentale
per giungere alla scelta del contraente, visto che si tende ad applicare
il D.Lgs. 157/95 sugli appalti di servizi piuttosto che la L. 109/94
(Legge Merloni) sugli appalti di lavori. E, infatti, in queste nuove
forme contrattuali, l'aspetto di esecuzione degli interventi manutentivi
rappresenta una delle fasi del processo - e neppure la più importante
- mentre assumono grande importanza altri fattori, come la conoscenza anagrafica
degli oggetti su cui si opera, il rapporto con il cittadino-utente,
la corretta gestione delle informazioni e il monitoraggio per evitare pericoli
alla pubblica incolumità. Il fenomeno descritto, credo sia positivo,
rappresentando una grande opportunità per i Comuni, specie di grosse
dimensioni, permettendo anche una virtuosa trasformazione e specializzazione
alle imprese. Vi è indubbiamente un salto di qualità che,
con l'introduzione di questi tipi di contratto, porta l'impresa,
generalmente operante nei lavori pubblici con un'organizzazione aziendale
strutturata in relazione al singolo cantiere, a trasformarsi per arrivare,
invece, a una forma di imprenditoria più evoluta, che deve avere
un management adeguato e più qualificato, nuovi servizi - pure richiesti
dalle amministrazioni - quali call center, uffici di prevenzione, pronto
intervento, indagini anagrafiche, eccetera, e che impongono una struttura
diversa, prima sconosciuta, per le imprese edili di questo tipo. Lo sviluppo
di tali forme di appalto deve, quindi, essere accompagnato da una presa
di coscienza di quelle imprese, spesso di non grandi dimensioni, che sino
a oggi hanno svolto la loro attività per
le PP.AA. con i piccoli e isolati interventi di manutenzione. è questa,
per chi la sa cogliere velocemente, una decisiva occasione di sviluppo
che non può essere sprecata e dev'essere colta al volo per un riammodernamento,
anche culturale, di tutto il tessuto delle piccole imprese che opera
nel settore.
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