tutelare
la competitivitÀ
i diritti di proprietÀ intellettuale
L'ICT E L'INTERNAZIONALIZZAZIONE
CREARE NETWORK DI IMPRESE
nuovo bando 488
cambiano indici e premialitÀ
L'industrializzazione DEGLI ANNI SETTANTA
Quando Caserta era chiamata la Brianza del Sud
L'ICT E L'INTERNAZIONALIZZAZIONE
CREARE NETWORK DI IMPRESE
La gestione aziendale tradizionale
ha segnato il passo e va rivista in un’ottica di rete
Sergio
Scornavacca
Responsabile Business Innovation Engisud SpA
sergio.scornavacca@engisud.it
I mercati ipercompetitivi e le opportunità economico produttive
offerte dalla globalizzazione sollecitano le piccole e medie imprese
italiane a ricercare soluzioni tecnologiche innovative e differenziate,
al fine di migliorare la gestione dei processi di business, le proprie
relazioni con la clientela, con i fornitori, e per impostare percorsi
di sviluppo aziendale più adeguati al nuovo scenario. È noto
a tutti che dietro un'azienda di successo, dietro una "grande" piccola
e media impresa, c'è sempre un grande imprenditore, un manager che
ha saputo sfruttare al meglio le opportunità che il proprio mercato
ha potuto offrire. Tutto ciò, però, oggi non basta! Le imprese
devono comprendere che l'innovazione non è soltanto l'invenzione
o la scoperta di un nuovo prodotto/processo; oggi "innovare" significa
soprattutto rivedere le proprie scelte di business in ottica di rete.
Se il "dragone hi-tech" sta portando sul mercato dei PC a 200
dollari, non si può pensare di puntare ancora sul nostro innato
vantaggio competitivo, sulla regola del "made in Italy"; andrà bene
per alcuni prodotti (food, fashion, ecc), ma laddove il costo della "manodopera-materie
prime" è molto più alto, per continuare a fare business è necessario
cambiare strategia. Una possibilità è quella di allearsi
con i concorrenti locali facendo "business networking" e puntare
sull'internazionalizzazione. Decidere di produrre o più semplicemente
vendere in paesi esteri, ha delle ricadute strutturali importanti
nell'assetto organizzativo di una PMI. A parità di fattori produttivi,
economici e finanziari, un'impresa che decide di ampliare la proprio
area strategica d'affari deve essere in grado di comunicare e collaborare
per adeguarsi agli scenari esteri in cui l'azienda dovrà agire.
Non basta, in altre parole, il "saper far da soli"; la gestione
aziendale deve essere rivista tenendo conto del diverso peso che
l'azienda assume in un nuovo contesto. La soluzione, almeno per le
PMI del nostro Paese, sta proprio nel business networking, che vuol dire
comunicazione e collaborazione tra aziende. La creazione di un network
genera economie di scopo e aumenta il potere contrattuale; non è una
scelta, è una
strategia praticamente imposta dalle regole stesse del mercato. Ad
esempio, in vista dei Mondiali di calcio del 2010 nessuna PMI può proporsi
da sola per costruire in Sud Africa stadi e infrastrutture; nessuna
può abbattere
le rigide barriere all'ingresso, ma cosa ben diversa è la creazione
di una rete di imprese, di idee che sfruttino la forza stessa del
network. Occorre che le aziende lavorino sinergicamente, che si tratti
di ATI o di Consorzi. Servono nuovi modelli organizzativi e infrastrutture
ICT che rendano semplice, economica, efficace ed efficiente l'aggregazione
operativa delle imprese. Ma gli strumenti dell'Information & Comunication
Tecnology (ICT) da utilizzare, non sono quelli normalmente disponibili
alle imprese sottoforma di prodotto finito. Occorre partire da semilavorati
su cui integrare le innovazioni che nascono da progetti di ricerca
di partner tecnologici, consulenziali e Università. Di norma, però,
le PMI non hanno tali capacità d'investimento; in tal senso gli
incentivi dello Stato per lo sviluppo delle imprese, possono consentire
(pur con i loro dolorosi ritardi) la realizzazione di importanti
progetti di internazionalizzazione. Naturalmente servono capacità e
strumenti tecnologici che abilitino questi potenziali, che sostengano
questo tipo di iniziative. Ma qual è il
concreto ruolo dell'ICT nel possibile processo di internazionalizzazione
di una PMI? I nostri imprenditori (piccoli o medi che siano) appartengono
di norma a due gruppi: i “self made man”, coloro che hanno
costruito un piccolo impero da soli e senza l'aiuto di chissà quale "diavoleria" informatica,
e i cosiddetti "sopravvissuti" allo “sboom” tecnologico
del 2000 che hanno creduto nell' ICT. In entrambi i casi, sono uomini
che si fidano di poche persone e di pochi strumenti e che si trovano
oggi a dover decidere sul futuro sviluppo della propria azienda.
La forza delle tecnologie informatiche, e di chi è in grado di fornirle
(i cosiddetti System & Business Integrator), sta nell'abbattere queste
barriere culturali. L'identificazione e l'utilizzo di nuovi standard
di comunicazione inter-aziendale, l'introduzione d'innovativi strumenti
di lavoro sono la condizione indispensabile per un network di PMI
che vogliono crescere insieme in un mercato estero. Occorre una gestione
integrata per processi, un sistema che presidiando il pieno allineamento
fra qualità offerta
dall'azienda e qualità attesa
dal cliente, orienti tutte le attività gestite e le risorse disponibili
alla creazione di valore aggiunto. Tale obiettivo si raggiunge grazie
a un approccio per processi, in cui l'integrazione di tutte le aree
e le funzioni aziendali nasce attraverso la condivisione della stessa
base di dati, tramite l'adozione di un sistema gestionale integrato,
i cosiddetti ERPs (Enterprise Resource Planning systems, sistemi
di gestione dei processi e di pianificazione delle risorse aziendali).
Tramite l'utilizzo di un sistema ERP, le aziende cessano di considerare
le operazioni di business in maniera isolata e frammentata; tutti
i dati generati dai diversi processi e dalle diverse aziende del network
sono integrati in modo da essere utilizzati da qualsiasi nodo della rete
organizzativa; il tutto agendo su diversi piani:
- la comunicazione (un sistema informativo unico, integrato e multilingua
offre a ciascun operatore, nazionale ed estero, la stessa visibilità sui
processi aziendali);
- l'integrazione delle attività (qualsiasi transazione avviata in
un modulo applicativo determina automaticamente il relativo aggiornamento
dei dati inerenti quella transazione in tutti i gruppi funzionali e in
tutte le dislocazioni geografiche del network);
- i processi decisionali (consentendo di assumere le decisioni su
un quadro completo di informazioni aggiornate in tempo reale, affidabili
e comuni alle diverse unità funzionali nazionali ed estere).
Un intervento tecnologico che apre, di fatto, nuove possibilità di
sviluppo internazionale, dove la domanda è in continuo sviluppo
o dove i costi di produzione possono offrire nuove prospettive di competitività.
Un aspetto, anch'esso fondamentale, è quello delle infrastrutture
web e delle tecnologie correlate; allo stato attuale non c'è più il
gap tecnologico tra paesi più o meno avanzati. Tessere i rapporti
con un paese estero comporta degli oneri e delle problematiche che oggi
sono assolutamente superabili attraverso Internet e le e-mail. Il valore
del cambiamento tecnologico sta proprio nel favorire il processo d'internazionalizzazione
delle imprese; un processo che vada oltre la formula classica dell'import/export,
che permetta il confronto e la scelta critica dei soggetti (fornitori e
clienti) con cui l'azienda interagisce; un concreto ampliamento strategico
delle opportunità di business. Il grande passo dell'internazionalizzazione,
grazie alla forza del network e delle tecnologie informatiche, non riguarda
pertanto solo le grandi imprese, ma tutte quelle realtà che saranno
in grado di superare le tipiche barriere di tipo culturale e organizzativo
che spesso le caratterizzano. L'ICT, in tale scenario, è da intendersi
come il "fattore abilitante", che amplia il concetto stesso d'impresa,
entra nel patrimonio genetico di quest'ultima, definendone la nuova struttura
di "impresa-rete".
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