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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
dicembre 2005
 

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tutelare la competitivitÀ
i diritti di proprietÀ intellettuale

L'ICT E L'INTERNAZIONALIZZAZIONE
CREARE NETWORK DI IMPRESE

nuovo bando 488
cambiano indici e premialitÀ

L'industrializzazione DEGLI ANNI SETTANTA
Quando Caserta era chiamata la Brianza del Sud


L'ICT E L'INTERNAZIONALIZZAZIONE
CREARE NETWORK DI IMPRESE
La gestione aziendale tradizionale ha segnato il passo e va rivista in un’ottica di rete

Sergio Scornavacca
Responsabile Business Innovation Engisud SpA
sergio.scornavacca@engisud.it


I mercati ipercompetitivi e le opportunità economico produttive offerte dalla globalizzazione sollecitano le piccole e medie imprese italiane a ricercare soluzioni tecnologiche innovative e differenziate, al fine di migliorare la gestione dei processi di business, le proprie relazioni con la clientela, con i fornitori, e per impostare percorsi di sviluppo aziendale più adeguati al nuovo scenario. È noto a tutti che dietro un'azienda di successo, dietro una "grande" piccola e media impresa, c'è sempre un grande imprenditore, un manager che ha saputo sfruttare al meglio le opportunità che il proprio mercato ha potuto offrire. Tutto ciò, però, oggi non basta! Le imprese devono comprendere che l'innovazione non è soltanto l'invenzione o la scoperta di un nuovo prodotto/processo; oggi "innovare" significa soprattutto rivedere le proprie scelte di business in ottica di rete. Se il "dragone hi-tech" sta portando sul mercato dei PC a 200 dollari, non si può pensare di puntare ancora sul nostro innato vantaggio competitivo, sulla regola del "made in Italy"; andrà bene per alcuni prodotti (food, fashion, ecc), ma laddove il costo della "manodopera-materie prime" è molto più alto, per continuare a fare business è necessario cambiare strategia. Una possibilità è quella di allearsi con i concorrenti locali facendo "business networking" e puntare sull'internazionalizzazione. Decidere di produrre o più semplicemente vendere in paesi esteri, ha delle ricadute strutturali importanti nell'assetto organizzativo di una PMI. A parità di fattori produttivi, economici e finanziari, un'impresa che decide di ampliare la proprio area strategica d'affari deve essere in grado di comunicare e collaborare per adeguarsi agli scenari esteri in cui l'azienda dovrà agire. Non basta, in altre parole, il "saper far da soli"; la gestione aziendale deve essere rivista tenendo conto del diverso peso che l'azienda assume in un nuovo contesto. La soluzione, almeno per le PMI del nostro Paese, sta proprio nel business networking, che vuol dire comunicazione e collaborazione tra aziende. La creazione di un network genera economie di scopo e aumenta il potere contrattuale; non è una scelta, è una strategia praticamente imposta dalle regole stesse del mercato. Ad esempio, in vista dei Mondiali di calcio del 2010 nessuna PMI può proporsi da sola per costruire in Sud Africa stadi e infrastrutture; nessuna può abbattere le rigide barriere all'ingresso, ma cosa ben diversa è la creazione di una rete di imprese, di idee che sfruttino la forza stessa del network. Occorre che le aziende lavorino sinergicamente, che si tratti di ATI o di Consorzi. Servono nuovi modelli organizzativi e infrastrutture ICT che rendano semplice, economica, efficace ed efficiente l'aggregazione operativa delle imprese. Ma gli strumenti dell'Information & Comunication Tecnology (ICT) da utilizzare, non sono quelli normalmente disponibili alle imprese sottoforma di prodotto finito. Occorre partire da semilavorati su cui integrare le innovazioni che nascono da progetti di ricerca di partner tecnologici, consulenziali e Università. Di norma, però, le PMI non hanno tali capacità d'investimento; in tal senso gli incentivi dello Stato per lo sviluppo delle imprese, possono consentire (pur con i loro dolorosi ritardi) la realizzazione di importanti progetti di internazionalizzazione. Naturalmente servono capacità e strumenti tecnologici che abilitino questi potenziali, che sostengano questo tipo di iniziative. Ma qual è il concreto ruolo dell'ICT nel possibile processo di internazionalizzazione di una PMI? I nostri imprenditori (piccoli o medi che siano) appartengono di norma a due gruppi: i “self made man”, coloro che hanno costruito un piccolo impero da soli e senza l'aiuto di chissà quale "diavoleria" informatica, e i cosiddetti "sopravvissuti" allo “sboom” tecnologico del 2000 che hanno creduto nell' ICT. In entrambi i casi, sono uomini che si fidano di poche persone e di pochi strumenti e che si trovano oggi a dover decidere sul futuro sviluppo della propria azienda. La forza delle tecnologie informatiche, e di chi è in grado di fornirle (i cosiddetti System & Business Integrator), sta nell'abbattere queste barriere culturali. L'identificazione e l'utilizzo di nuovi standard di comunicazione inter-aziendale, l'introduzione d'innovativi strumenti di lavoro sono la condizione indispensabile per un network di PMI che vogliono crescere insieme in un mercato estero. Occorre una gestione integrata per processi, un sistema che presidiando il pieno allineamento fra qualità offerta dall'azienda e qualità attesa dal cliente, orienti tutte le attività gestite e le risorse disponibili alla creazione di valore aggiunto. Tale obiettivo si raggiunge grazie a un approccio per processi, in cui l'integrazione di tutte le aree e le funzioni aziendali nasce attraverso la condivisione della stessa base di dati, tramite l'adozione di un sistema gestionale integrato, i cosiddetti ERPs (Enterprise Resource Planning systems, sistemi di gestione dei processi e di pianificazione delle risorse aziendali). Tramite l'utilizzo di un sistema ERP, le aziende cessano di considerare le operazioni di business in maniera isolata e frammentata; tutti i dati generati dai diversi processi e dalle diverse aziende del network sono integrati in modo da essere utilizzati da qualsiasi nodo della rete organizzativa; il tutto agendo su diversi piani:
- la comunicazione (un sistema informativo unico, integrato e multilingua offre a ciascun operatore, nazionale ed estero, la stessa visibilità sui processi aziendali);
- l'integrazione delle attività (qualsiasi transazione avviata in un modulo applicativo determina automaticamente il relativo aggiornamento dei dati inerenti quella transazione in tutti i gruppi funzionali e in tutte le dislocazioni geografiche del network);
- i processi decisionali (consentendo di assumere le decisioni su un quadro completo di informazioni aggiornate in tempo reale, affidabili e comuni alle diverse unità funzionali nazionali ed estere).

Un intervento tecnologico che apre, di fatto, nuove possibilità di sviluppo internazionale, dove la domanda è in continuo sviluppo o dove i costi di produzione possono offrire nuove prospettive di competitività. Un aspetto, anch'esso fondamentale, è quello delle infrastrutture web e delle tecnologie correlate; allo stato attuale non c'è più il gap tecnologico tra paesi più o meno avanzati. Tessere i rapporti con un paese estero comporta degli oneri e delle problematiche che oggi sono assolutamente superabili attraverso Internet e le e-mail. Il valore del cambiamento tecnologico sta proprio nel favorire il processo d'internazionalizzazione delle imprese; un processo che vada oltre la formula classica dell'import/export, che permetta il confronto e la scelta critica dei soggetti (fornitori e clienti) con cui l'azienda interagisce; un concreto ampliamento strategico delle opportunità di business. Il grande passo dell'internazionalizzazione, grazie alla forza del network e delle tecnologie informatiche, non riguarda pertanto solo le grandi imprese, ma tutte quelle realtà che saranno in grado di superare le tipiche barriere di tipo culturale e organizzativo che spesso le caratterizzano. L'ICT, in tale scenario, è da intendersi come il "fattore abilitante", che amplia il concetto stesso d'impresa, entra nel patrimonio genetico di quest'ultima, definendone la nuova struttura di "impresa-rete".

Questionario di gradimento Costozero 2000/2005
Libro di Antonio Paravia


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