FORUM EUROPEO SULLA FORMAZIONE
UNA RICETTA PER LO SVILUPPO
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FORUM EUROPEO SULLA FORMAZIONE
UNA RICETTA PER LO SVILUPPO
Alcune riflessioni sulle nuove prospettive
in tema di sviluppo del capitale umano
di Sergio Vitale - Direttore Confindustria
Benevento
Si è svolto a Benevento il 10 e 11 novembre il Forum Europeo sui
Patti Formativi Locali. L'evento, promosso dal Ministero del Lavoro
e organizzato da SFC, all'interno del progetto Focus, ha proposto un confronto
sulle prospettive delle politiche territoriali integrate del lavoro e della
formazione, partendo dalla riflessione sulle migliori esperienze europee
in tema di strategie partenariali per lo sviluppo del capitale umano. Il
Forum ha costituito un importante momento di condivisione e analisi delle
idee e delle buone prassi legate al tema dei Patti Formativi Locali riportando
a sistema le diverse esperienze attraverso la condivisione con tutti
gli attori interessati. Hanno partecipato al dibattito più di 250
ospiti, e circa 50 relatori hanno fornito il loro prezioso contributo.
Tra questi hanno aderito: esperti internazionali del mondo politico, dei
sindacati, delle Camere di Commercio e di Confindustria, quest'ultima,
rappresentata dal Vicepresidente per il Mezzogiorno, Ettore Artioli, mentre
l’esponente
per la Confindustria Campania è stato il componente del Consiglio
Cosimo Rummo. Di seguito, riportiamo uno stralcio della sua relazione:
«Affronterò il tema di oggi dal punto di vista della necessità delle
aziende di puntare sulla formazione e, quindi, sulla riqualificazione del
personale come leva per lo sviluppo e la competitività. Oggi, più che
mai, gli imprenditori hanno bisogno di una formazione snella che consenta
di rispondere immediatamente, se non addirittura di anticipare, le richieste
del mercato. Spesso, purtroppo, i meccanismi attualmente previsti per la "formazione",
rappresentano, per alcuni, una mera opportunità per intercettare
fondi messi a disposizione a livello comunitario, nazionale e regionale.
Se per un attimo riuscissimo ad abbandonare questa logica, che per troppo
tempo ha guidato le politiche formative, giungeremmo alla conclusione che
la "formazione" rappresenta il filo conduttore e la chiave di
volta per intraprendere un vero e proprio rilancio dei territori. Dove
la risorsa umana, il sapere e la tecnologia sono valorizzati, si amplifica
lo sviluppo e si diffonde il benessere sociale. La formazione del capitale
umano è un punto di forza della competitività delle imprese
nel mercato globale e accresce l'impatto positivo sulle iniziative di sviluppo
locale. Quando la formazione si ispira al criterio della qualità e
del merito e si lega alla crescita culturale delle persone e alle caratteristiche
del territorio, essa anticipa lo sviluppo. Quando non lo fa, crea disoccupati
e allarga le aree di parassitismo e assistenzialismo. Oggi le nostre imprese
prima ancora che essere penalizzate da costi di gestione, la qual cosa è indubbia,
sono danneggiate dallo scarso investimento in formazione delle risorse
umane, che, invece, vorrebbe dire acquisire e accumulare conoscenze a più livelli:
produttivo, organizzativo, commerciale, gestionale. La Formazione rappresenta
una voce strategica di investimento se si vuole superare la fase di marginalizzazione
competitiva e partecipare alla ripresa del ciclo economico. Ma cosa fare
e quali strumenti utilizzare che in qualche modo non siano già stati
sperimentati? La risposta a questi interrogativi è difficile ma
non eludibile; tutti gli attori del territorio devono cimentarsi in questo
compito epocale: le Istituzioni, le Imprese, ma soprattutto
le "Persone".
Tutti dobbiamo acquisire la consapevolezza del problema e assumere un abito
mentale nuovo e proattivo. Veniamo, quindi, ai Patti
Formativi Locali.
Essi rappresentano la concreta possibilità di modificare le politiche
formative finalizzate all'occupazione e all'occupabilità, promuovendo
una variazione di metodo e di sistema nell'approccio alle strategie formative.
In situazioni di debolezza del tessuto economico-produttivo, è necessario
un sistema professionale stabile, competenze di livello più elevato,
formazione continua, percorsi di apprendimento e qualificazione personalizzati.
Tutto questo lo si può realizzare solo attraverso un percorso pattizio
condiviso, fondato su intese coalizionali in grado di orientare l'intera
filiera formativa a favore di un processo virtuoso di costruzione delle
competenze. I Patti Formativi Locali costituiscono, allo stesso tempo,
una politica, una strategia e un progetto in grado di dare continuità e
valore alla logica dell'integrazione tra le politiche attive del lavoro
e le iniziative locali per lo sviluppo. Essi dovrebbero assicurare un’inversione
di tendenza facendo della formazione lo strumento per eccellenza dello
sviluppo del tessuto imprenditoriale e sociale in genere. Il Patto Formativo
dovrà favorire la competitività dei sistemi produttivi locali,
intervenendo sulle politiche formative per assicurare integrazione, coerenza,
qualità ed estendere l'innovazione anche ai settori tradizionali.
I Patti Formativi, inoltre, sono un'occasione per sviluppare e rafforzare
nei soggetti della programmazione negoziata la capacità di progettazione,
di governo e di gestione delle politiche di sviluppo locale e in particolare
la capacità di programmazione e utilizzo delle risorse del Fondo
Sociale Europeo; affinché i fondi destinati alla formazione trovino
un'allocazione quanto mai equa e rispondente alle reali e specifiche esigenze
dei territori, radicati nel proprio contesto di riferimento, ma aperti
alle sfide della globalizzazione. Devo sottolineare che nella nostra provincia
esistono le condizioni, ed è stata espressa la volontà da
parte di tutti i soggetti interessati, di sperimentare il Patto Formativo.
Si tratta di un progetto pilota con una fase sperimentale e di gestazione
che si protrarrà per tutto il 2006, così da prepararci ad
affrontare il nuovo ciclo di programmazione 2007-2013 con un modello attuale
e attivo di politica del lavoro. Ecco, in questa fase è la Provincia,
a essere deputata a diventare "il laboratorio naturale di
questo processo".
Dal canto nostro, siamo pronti a scommettere sin d'ora su questo progetto
garantendo la massima collaborazione. Credo sia in atto soprattutto un
cambiamento culturale, che ci spinge a uscire dalle vecchie logiche, dai
vecchi modelli e a muoverci, ognuno per la propria parte, ma in una logica
comune di sistema, verso un unico grande obiettivo che è dare slancio
alle nostre imprese e quindi al territorio».
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