DIALOGO CON LA POLITICA
FACCIA A FACCIA CON IL LEADER DEI DS
Piero Fassino a confronto con
gli imprenditori in Confindustria Salerno
di Vito Salerno & Monica De Carluccio
Menerdì 11 novembre 2005, Confindustria Salerno ha ospitato il
segretario nazionale dei Democratici di Sinistra Piero Fassino, inaugurando
così un ciclo di incontri con i leader delle principali forze politiche
nazionali, che avrà come prossimi protagonisti, il 12 dicembre, l'onorevole
Alfonso Pecoraro Scanio presidente della Federazione Nazionale dei Verdi,
e il giorno 15, Clemente Mastella, segretario nazionale dell'Udeur. Il presidente
degli industriali salernitani Andrea Prete poco prima dell'evento aveva
dichiarato: «Sarà certamente un confronto costruttivo, nel
corso del quale rimarcheremo l'urgenza di alcuni interventi nel Mezzogiorno
e anche in provincia di Salerno».
E tale si è rivelato, con un dibattito serrato e quesiti puntuali,
formulati da una qualificata e attenta platea di imprenditori che hanno
ben rappresentato, con tono garbato ma mai ossequioso, le problematiche
e le esigenze dell'intero territorio campano. Gli industriali salernitani
non hanno infatti mancato di pungolare il leader diessino e hanno, con toni
decisi, richiesto un serio impegno sulle tematiche che riguardano lo sviluppo
del Sud. Fiscalità di vantaggio, infrastrutture, costo del lavoro,
stabilità del quadro politico: gli imprenditori hanno sottoposto
il segretario a una serie di domande evidenziando i punti di debolezza del
sistema socio-economico.
Il presidente Prete, che ha avuto il doveroso compito di aprire il confronto
e di scandirne i tempi, è subito entrato nel cuore delle questioni,
bacchettando la Regione Campania colpevole di aver aumentato l'Irap invece
di ridurre ancora gli sprechi nella spesa. Ha, quindi, posto all'autorevole
ospite un interrogativo: «I propositi espressi dalla sua coalizione
sono realmente traducibili in scelte praticabili?». «Il nostro
territorio - ha poi continuato - ha grandi potenzialità ma ancora
oggi non offre convenienze agli investimenti. È pertanto necessaria
l'implementazione di uno sportello per l'accoglienza e l'accompagnamento
delle aziende che stanno pianificando iniziative in tal senso». Piero
Fassino ha allora esordito: «La questione fondamentale è rimettere
in moto il Paese per ricominciare a crescere. Bisogna concentrare quante
più risorse possibili per rilanciare gli investimenti sia privati
che pubblici». Sull'avvio di una strategia di marketing territoriale
sottoforma di misure che incentivino gli investimenti da altre regioni o
dall'estero nel Sud, sul modello del Galles o dell'Irlanda, come prospettato
da Andrea Prete, il segretario ha riferito: «È una strada che
si può e si deve seguire. Ritengo che lo sviluppo industriale sia
suscettibile di una nuova stagione nel Mezzogiorno. A patto che si punti
sulla qualità delle produzioni, a patto che i governi si convincano
che gli sgravi fiscali sono una leva dello sviluppo». In merito, invece,
al programma della sua coalizione politica, Fassino ne ha ribadito i nodi
salienti: «un uso molto più vasto del credito di imposta, una
serie di ammortizzatori sociali, nuovi bandi della legge 488 per le imprese
del Mezzogiorno e quote riservate di investimenti pubblici per il Sud».
Al presidente dei costruttori salernitani Antonio Lombardi, che ha sottolineato «l'eccessiva
lentezza nell'attivazione dei finanziamenti per le infrastrutture»,
il leader diessino ha risposto indicando alcuni punti fermi della futura
politica economica. «Meno burocrazia, maggiore semplificazione dei
procedimenti amministrativi, riforma della procedura della sospensiva dei
Tar, project financing, anche se con giudizio».
Fassino ha poi condiviso le affermazioni del presidente dell'Unione Industriali
di Napoli Gianni Lettieri che ha sollevato la questione della rivalutazione
dei cespiti industriali confidando che questa possa essere effettivamente
d'aiuto al sistema delle imprese locali.
Perentoria, a seguire, la riflessione di Enzo Boccia, presidente della
Piccola Industria regionale: «Vorrei che la questione meridionale
fosse distinta dalla questione dei meridionali, la prima è giusta
indicarla come questione italiana». A tal proposito, il segretario
ha definito come completamente assente, finanche sul piano concettuale,
il problema del Mezzogiorno dall'agenda del governo Berlusconi.
Antonio Paravia, past president di Confindustria Salerno, nel suo intervento
ha richiesto che lo stesso rigore che si esige dai privati, in termini di
trasparenza nella presentazione dei bilanci, venga preteso anche per la
Regione e, in particolare, ha proposto: «Onorevole, perché non
si fa promotore di un'iniziativa che costringa anche Bassolino a una maggiore
trasparenza?». «Favorevolissimo alla trasparenza dei bilanci
negli enti pubblici - ha affermato il leader dei DS -. Ma non bisogna trascurare
un passaggio: a differenza delle imprese private, gli stessi dipendono da
trasferimenti economici e da flussi finanziari che non governano».
Paravia ha proseguito poi con un’affermazione ironica sul terreno
degli sperperi, «Ciampi ha ridotto di un terzo il budget del Quirinale,
nel Sud, invece vengono inviate delegazioni affollatissime per partecipare
alla sfilata del Columbus Day», stigmatizzando infine il continuo
proliferarsi di società pubbliche a livello locale. Fassino, eludendo
la questione degli sprechi, sulla tematica della liberalizzazione ha risposto
che: «il pubblico non può essere assente da alcuni mercati,
quando il privato non riesce a sopperire a determinate esigenze del territorio.
Per esempio, in tema di acqua essendo questa una risorsa essenziale per
la comunità, sono contrario a una privatizzazione. Piuttosto gli
investimenti pubblici vanno indirizzati ai campi della ricerca scientifica,
della formazione e dell'assistenza sia sanitaria che sociale. Per il resto
massima attenzione, poiché non sono mancati casi di mala amministrazione».
Il segretario diessino ha, infine, promesso il massimo impegno di un
eventuale governo della sinistra circa la politica per i porti, anche in
considerazione del fatto che i collegamenti con l'Asia saranno sempre più centrali
e che «il Mediterraneo sarà sempre più strategico per
gestire i diversi flussi economici e commerciali», rispondendo così ad
Agostino Gallozzi, presidente di Assotutela che ha evidenziato l'esigenza
del territorio «di proporsi con un'offerta logistica effettivamente
integrata e funzionale agli obiettivi di crescita socio-economica».
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