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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
dicembre 2005
 

EDILIZIA INDUSTRIALE - Home Page
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INNOVAZIONE E NANOTECNOLOGIE
IL MATERIALE DELLA “SVOLTA”

Diversi i settori interessati da questa “rivoluzione tecnologica”

Stefano Castelli Gattinara
Architetto - Studio Castelli Gattinara
studio-architettura@castelli-gattinara.it


Un miliardesimo di metro: questa è la scala più consona al mondo delle nanotecnologie; l'unità di misura è, ovviamente, il nanometro (nm). Per avere un'idea più vicina alla nostra scala di umani, un comune foglio di carta ha uno spessore di circa 100.000 nm e confrontare una nanoparticella con un pallone da calcio sarebbe come opporlo al globo terrestre. Il settore principale, in cui l'applicazione dei nanomateriali giocherà un ruolo chiave, sarà quello dei compositi polimerici e, a caduta, si ripercuoterà su tutti i campi in cui l'applicazione delle tecnologie è collegata al mondo dei polimeri. Sulle nanoparticelle, o più in generale sulle nanotecnologie, si fonderà nel prossimo futuro una vera e propria rivoluzione tecnologica, pari a quella data dall'avvento dell'informatica. Gli investimenti, sia per la ricerca, sia per le applicazioni, sono cresciuti negli ultimi anni, in modo sostanziale negli USA (quasi 300 milioni di dollari), ma anche in Giappone e in Europa. Proprio nei laboratori di ricerca di una società giapponese, la Toyota Motor Co, alla fine degli anni '80 nascono i primi studi sistematici che dimostrano l'importanza di utilizzare, come filler, materiali di dimensioni "nano". La sperimentazione eseguita da Toyota si focalizzò sull'uso di silicati naturali di tipo lamellare (argille) come filler per la preparazione di nanocompositi a base di nylon-6. Il metodo proposto fu depositato da Toyota e coperto da brevetto. Successivamente, venne licenziato a Ube, Nanocor e ad altri produttori che attualmente commercializzano questa classe di nanofiller. L'utilizzo di filler di dimensioni nanometriche (nanofiller) permette di raggiungere un elevato grado di dispersione del filler stesso nel polimero; in questo modo si ottiene un consistente miglioramento delle proprietà del composito, in quanto a resistenza alla trazione, all'abrasione e ai solventi, permeabilità ai gas, stabilità termica, ritardo alla fiamma, modifica delle proprietà elettriche e ottiche. Da tutto ciò si evince l'innovazione, tecnica e tecnologica, che travolgerà il mondo dei materiali: avremo tra le mani sciarpe di seta o di altra fibra, con le caratteristiche comuni ma con in più, per esempio, la potenzialità di essere impermeabili al 100%. I nanomateriali sono caratterizzati dall'avere almeno una delle dimensioni inferiore a 100 nm e un elevato rapporto tra area superficiale e volume, con conseguente prevalenza delle caratteristiche degli atomi di superficie su quelle degli atomi interni. La varietà di nanomateriali (e delle basi in cui possono essere dispersi) è elevata, per cui le potenziali applicazioni spaziano in diversi settori di attività: energia, ambiente, trasporti, tessile etc. naturalmente, all'interno di queste categorie, rientrano gli impieghi attinenti al mondo quotidiano, all'architettura nella sua forma esterna in quanto manufatto edilizio e interna, in qualità di spazio da vivere. Tali materiali sono caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche, associato a un aumento della densità. Si possono ottenere materiali plastici più leggeri e trasparenti, un aumento delle caratteristiche meccaniche a flessione, ovvero della rigidità, con l'ipotesi di consentire la sostituzione di parti metalliche con compositi polimerici, assai più leggeri e facili da produrre industrialmente (quindi più economici). Tuttavia, l'aspetto più interessante, dell'utilizzo di nanofiller, è la possibilità di ridurne drasticamente la quantità da addizionare al polimero, minimizzando gli effetti indesiderati determinati dall'aggiunta dei tradizionali additivi inorganici. I nanocompositi, migliorando le caratteristiche di "barriera", troveranno impiego in uso alimentare (bottiglie, serbatoi e tubazioni) e non alimentare (barriera all'umidità, ai solventi ai gas, etc.) ma, una delle particolarità più interessanti in campo "ambiente", deriva dal fatto che il riciclaggio di materiali plastici, con l'impiego di filler alternativi alle fibre di vetro, rendono impossibile il riciclaggio per la stessa applicazione. La progressiva sostituzione delle fibre di vetro con questi filler permetterà di aumentare le quote di polimeri termoplastici riciclabili. Il settore dei nanocompositi è un campo in cui il grado di innovazione e le potenzialità di sviluppo sono straordinariamente elevati. Le prime applicazioni industriali, già in commercio o molto prossime a esserlo, sono basate sull'utilizzo di due matrici polimeriche: nylon e polipropilene. Nel settore automobilistico, i nanocompositi a base di nylon e montmorillonite hanno trovato spazio nella sostituzione di quelli tradizionali a base nylon/fibra di vetro o polipropilene/fibra di vetro per la produzione dei coperchi della cinghia di trasmissione nei motori delle automobili. Le principali proprietà migliorate sono: modulo elastico e a flessione, resistenza all'urto, temperatura di deformazione aumentata a più di 150° C. I nanocompositi a base di polipropilene e argilla sono, invece, utilizzati per la costruzione di alcuni componenti della carrozzeria sostituendo il composito tradizionale che utilizza talco come filler. Il nanocomposito permette un risparmio di peso maggiore del 10%, è più rigido, maggiormente duttile a basse temperature e di miglior aspetto. Queste prime applicazioni dei nanocompositi nell'industria automobilistica costituiscono un incoraggiante passo verso un utilizzo sempre più esteso, favorito anche dalla loro maggiore riciclabilità. Un altro settore potenziale è quello dal packaging alimentare (per esempio contenitori di liquidi e buste in cui completare la cottura di cibi precotti), sfruttando le proprietà di barriera dei nanocompositi verso l'ossigeno e l'acqua. In questo campo, i primi nanocompositi sono commercializzati da Bayer sottoforma di film per imballaggio alimentare e offrono caratteristiche superiori agli altri prodotti simili in commercio, quali: barriera all'ossigeno, trasparenza, lucentezza e modulo elastico. Per il 2005 è atteso un consuntivo di domanda di nanocompositi termoplastici pari a circa 30.000 tonnellate, contro le 1.000 registrate nel 2000. L'impiego in campo architettonico, di questa innovazione, è ancora poco tangibile. A noi piace pensare che potrà divenire uno strumento in più per sottolineare aspetti che possano migliorare gli standards, la comunicazione, la vivibilità dei nostri micro e macro cosmi quotidiani. Ci piace, ad esempio, pensare alla potenzialità di plasmare un materiale che possa divenire un unicum tra interno ed esterno; che la pelle di rivestimento possa trasformarsi in involucro accogliente e ospitante. É, forse, il mezzo che attendevamo per traghettare una stasi architettonica, soprattutto italiana, in una nuova dimensione.

Questionario di gradimento Costozero 2000/2005
Libro di Antonio Paravia


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