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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
dicembre 2005
 

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EMISSIONI IN ATMOSFERA
la DELIBERA REGIONE CAMPANIA 750/2004

Via libera al rilascio delle autorizzazioni definitive?


Pasquale Paolillo
Delegato Piccola Industria Ambiente & Sicurezza - Confindustria Salerno p.paolillo@medilam.it

Quanti imprenditori, all'arrivo in azienda del sospirato decreto regionale di autorizzazione alle emissioni in atmosfera, si sono chiesti come mai dopo tanta fatica avessero ottenuto solamente un provvedimento provvisorio, per sua natura soggetto a revoca, scadenza, rinnovo o cose simili? Interpellati, abbiamo chiarito che si trattava di un italianissimo decreto provvisorio "permanente", emesso in attesa che l'Arpac verificasse con esito positivo la corrispondenza tra quanto riportato nelle relazioni dei tecnici dell'azienda e l'effettiva situazione sul campo. Le verifiche non venivano effettuate sia per motivi di organizzazione interna dell'Agenzia, sia per questioni economiche, in quanto non era chiaro se si trattasse di controlli di tipo ispettivo, con costi a carico dell'amministrazione richiedente, o di un atto volontario, ancorché obbligato, da parte dell'azienda in attesa di decreto, con oneri di intervento a suo carico ai sensi della L.R. 14/01. La faccenda era resa ancora più complicata dal fatto che nel tariffario provvisorio dell'Arpac non comparivano costi per prestazioni inerenti le emissioni in atmosfera. Con la delibera 750/04, BURC n. 28 del 7/06/2004, la Regione Campania ha sbloccato la situazione chiarendo che i costi dei controlli sono oneri propri del procedimento di autorizzazione, da attribuire al soggetto interessato sulla base del Tariffario Unico dell'Arpac, allo scopo integrato con le voci di spesa relative alle emissioni in atmosfera. A seguito del provvedimento da qualche mese sono partite le prenotazioni per le verifiche, la cui effettuazione è prevista entro 120 gg dal pagamento anticipato delle competenze. Prima di esprimere, comunque, le nostre impressioni sulla delibera e illustrare i suoi effetti pratici sulla gestione degli adempimenti ambientali delle aziende, è utile identificare la portata del provvedimento. I dirigenti regionali responsabili dello STAP - Servizio Territoriale Ambientale Provinciale - di Salerno ci hanno riferito che tra autorizzazioni integrali e ridotto inquinamento atmosferico, c.1, sono circa 750 i decreti provvisori di competenza del proprio ufficio. Pur non conoscendo il totale regionale, è facile capire che tra verifiche di vecchie autorizzazioni e future richieste per nuovi impianti o modifiche a quelli già esistenti (artt. 6 e 15 DPR 203/88) l'Arpac sarà chiamata a svolgere un carico di lavoro di entità straordinaria, per affrontare il quale ha centralizzato nella sede di Napoli l'organizzazione tecnico-amministrativa e stipulato una convenzione con la P.A.N., società di servizi cui saranno affidate le fasi di campionamento e analisi chimiche. Per capire meglio il funzionamento delle procedure, il 7 novembre scorso abbiamo incontrato l'Assessore Regionale all'Ambiente Luigi Nocera e il responsabile del suo staff tecnico Mario Lupacchini. La delegazione di Confindustria Salerno era formata dal vicepresidente Antonio Ferraro, da Sabato Mele della Metzeler spa, dalla dottoressa Mariarosaria Zappile e dal sottoscritto. Nell'incontro abbiamo espresso le nostre perplessità, così riassumibili: costi dell'Arpac doppi o tripli rispetto alle tariffe normalmente pagate dalle aziende ai propri tecnici di fiducia; pagamento anticipato di una prestazione con incerti tempi di esecuzione; accavallamento temporale tra autocontrolli e controlli dell'Arpac, con duplicazione di costi nella fase di avvio degli impianti e per almeno una delle scadenze annuali previste nei decreti; nessun beneficio sulle fasi precedenti dell'istruttoria della pratica autorizzativa, specificatamente nell'espressione del parere sindacale ex art.7 del DPR 203/88, e ulteriori ritardi nei tempi di emissione del decreto regionale. Ricordiamo che è proprio quest'ultimo punto a generare complicazioni nella definizione dell'iter autorizzativo. Nell'articolo citato, il sindaco, sentite Asl e/o Arpac, è chiamato a esprimere un parere di tipo urbanistico e igienico-sanitario sulla nuova emissione che l'azienda intende attivare sul territorio comunale, ma molte amministrazioni non hanno la capacità di gestire correttamente questa endoprocedura per cui, trascorsi i termini di legge e l'immancabile ulteriore periodo di tolleranza sugli stessi, la Regione è spesso costretta a ricorrere a poteri sostitutivi, indire una conferenza dei servizi e decretare senza parere sindacale. Per come concepita la delibera e il relativo controllo sulla qualità e quantità dell'emissione intervengono solo a questo punto dell'iter istruttorio, causando ulteriori ritardi ai già dilatati tempi previsti. Infatti, la Regione, che è tenuta a inserire nel decreto gli estremi del pagamento per le prestazioni dell'Arpac, sospende i termini in attesa che l'azienda con non poche difficoltà dapprima determini con la sede centrale di questo Ente gli importi dovuti previa richiesta ufficiale, ulteriore invio di documentazioni varie e sopralluogo tecnico, poi paghi quanto richiesto inviando via fax la comunicazione dell'avvenuto bonifico, che da Napoli viene trasferita agli STAP provinciali per l'emissione del decreto. Si noti che questo atto è ancora una volta provvisorio, perché quello definitivo sarà rilasciato solo se, e quando, verranno effettuati i controlli. L'esperienza del vicepresidente Ferraro e mia, maturata in tanti anni di front-office associativo con la P.A., ci ha permesso di discutere in modo propositivo con i vertici dell'assessorato regionale anche di quest'ennesimo mostro procedurale. Abbiamo trovato convergenza sulla legittimità del provvedimento, reputando opportuno una verifica sulla qualità di un'emissione prima della sua definitiva autorizzazione, e non potendo ottenere alcuna riduzione sui costi perché definiti da un tariffario ufficiale, abbiamo proposto che l'importo totale della prestazione venga corrisposto in 2 rate, una anticipata, l'altra all'ottenimento del certificato di analisi dell'Arpac. Circa la coincidenza temporale tra controllo dell'Ente e analisi periodiche, abbiamo proposto che il pagamento del bonifico e la prenotazione dell'intervento interrompa per 6 mesi l'obbligo di autocontrollo previsto dal decreto di autorizzazione, dando la possibilità alle aziende di organizzarsi e utilizzare i certificati dell'Arpac quale analisi annuale da inviare al locale STAP provinciale. Auspicando un confronto permanente sull'applicazione della delibera, abbiamo elaborato e presentato all'assessore un documento ufficiale contenente le richieste appena esposte, valido quale bozza tecnica per l'emissione di una circolare esplicativa o una delibera applicativa della 750/2004. Sperando che i nostri sforzi producano i risultati promessi, constatiamo che al momento la situazione appare talmente confusa da giustificare quanti pensano che il tutto sia stato generato non dalla volontà di stabilizzare le autorizzazioni delle aziende, ma dalla necessità di assicurare all'Arpac una continuativa dotazione finanziaria con cui affrontare i costi propri e della neonata P.A.N., costituita per l'occasione e affidataria di una convenzione pubblica di valore inestimabile. Si noti infine che l'introduzione del Testo Unico in materia ambientale, la cui bozza definitiva è già stata trasmessa alle parti sociali, modificherà i procedimenti autorizzativi attualmente vigenti. Staremo a vedere che fine farà questa delibera.

 

Questionario di gradimento Costozero 2000/2005
Libro di Antonio Paravia


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