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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
dicembre 2005
 

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LA GESTIONE DEI FLUSSI INFORMATIVI
TRA PRIVACY E NUOVI CODICI DI SETTORE
La tutela delle informazioni come crocevia di discipline diverse e complementari

Rosario Imperiali
Studio Legale Imperiali
rosario.imperiali@imperiali.com

 

Con questo articolo, avviamo una serie di interventi sul tema della tutela delle informazioni. L'importanza di questo percorso editoriale è testimoniata dall'intensità con cui il nostro Legislatore ha introdotto - nelle recenti codificazioni di settore - veri e propri modelli di gestione delle informazioni, sia pure calati in diversi contesti socio-economici. Proprietà industriale e diritto dei consumatori, assicurazioni private e pubblica amministrazione "digitale", sono oggetto di codici normativi specifici e settoriali che, tuttavia, possono essere analizzati alla luce di un paradigma comune: la disciplina delle informazioni e la gestione dei flussi informativi.

Società dell'informazione. L'informazione è una componente essenziale del mercato globale. L'ultimo rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione in Italia (www.censis.it) testimonia come l'uso dei media, nel nostro Paese, sia in aumento su tutti i fronti: la società dell'informazione avanza e cresce anche l'uso del web. Bill Gates, nel suo intervento alla fiera SMAU di Milano, ha ammesso che internet - e l'informazione che vi circola - non rimarrà ancora per molto prigioniera del computer: il futuro è l'integrazione tra media digitali. Le informazioni seguiranno i nostri spostamenti, adeguandosi di volta in volta ai diversi supporti. In verità, è la tecnologia che si "piega" alle necessità del veicolo che trasporta e non viceversa. Televisione, videotelefono e computer saranno sempre più compattati in un unico "kit" tecnologico che costituisce una piattaforma senza barriere, per la libera fruizione dell'informazione che viaggia su più binari integrati tra loro. Già oggi è possibile, a non pochi privilegiati, vedere la televisione via web, seguire un incontro di calcio sul display del telefonino, o parlare attraverso il PC. Non è lontano il giorno in cui potremo vedere un film o ascoltare un brano musicale - da noi scelto e senza interruzioni - mentre usciamo da casa, guidiamo la macchina ed entriamo in ufficio. Il problema del futuro non sarà più la ricerca di informazioni bensì la capacità di gestirle.

Pluralità di tutele. In questo scenario basato sulla conoscenza just in time, l'informazione diviene materia prima e risorsa strategica da proteggere. Ma anche la tutela - come la tecnologia - si scompone in più forme in funzione del profilo informativo, dei contesti di riferimento e degli interessi in gioco. Dati di natura diversa richiedono tutele differenti: privacy, proprietà industriale, tutela del consumatore, rapporti con la pubblica amministrazione si rivolgono tutti alla medesima informazione, enfatizzandone, di volta in volta, connotati e interessi distinti. Ma non è tutto. Molteplici tutele possono riguardare la medesima tipologia di informazione, cogliendone profili diversi. Così, un portafoglio-clienti, da un lato, consiste in una banca dati di valore economico che l'azienda ha interesse a mantenere riservata al fine di sfruttarne il potenziale scarto in termini di competitività; ma, al tempo stesso, è un archivio di dati personali e abitudini di consumo riferite ai medesimi clienti e per questo da disciplinare in ottica privacy per la tutela di quei soggetti ai quali queste informazioni si riferiscono. I clienti inseriti in lista, peraltro, non solo hanno diritto di controllare l'uso dei propri dati personali, ma devono anche poter ricevere - da quello stesso fornitore - informazioni commerciali veritiere e corrette prima di comprare, con piena consapevolezza della qualità e sicurezza dei prodotti. Di conseguenza, anche l'informazione rivolta al consumatore - sia nella forma di promozione pubblicitaria sia in quella di clausole contrattuali - è soggetta a precisi obblighi di legge, come il divieto di pubblicità ingannevole e gli obblighi di chiarezza e comprensione di formulari e clausole contrattuali. Sul piano della produzione normativa, quindi, emerge oggi uno scenario in cui il legislatore è sempre più sensibile al valore dell'informazione e le varie discipline coinvolte presentano profili di continuità.

Semplificazione normativa. Anzitutto, è comune la logica di semplificazione normativa: disposizioni sparse, in precedenza, in più fonti di rango diverso vengono riordinate, riformulate o abrogate per offrire al cittadino un unico strumento di consultazione di tutta la disciplina attinente le singole materie oggetto di riassetto normativo. Il processo di semplificazione - partito con la redazione dei testi unici cosiddetti "misti" che accorpavano norme legislative e regolamentari in una compilazione unitaria - ha trovato il suo approdo nei nuovi codici di settore.

Centralità del codice privacy. In questa evoluzione, assume rilievo fondamentale il Codice in materia di protezione dei dati personali (Decreto Legislativo 196/2003). Il baricentro del Codice privacy non si limita alla tecnica normativa di semplificazione - norme di rango legislativo che fissano regole privacy generali, nel corpo del codice e norme privacy di rango subordinato negli allegati o nei codici deontologici - ma investe la stessa radice di tutela sostanziale: si impone, per la prima volta, una fondamentale esigenza di regolazione dei flussi informativi, qualunque sia lo scopo del loro uso e la tipologia di informazione trattata, purché essa sia suscettibile di identificare un soggetto determinato ("dato personale"). Si tratta di una regolazione strumentale alla tutela della dignità dell'individuo, che può essere danneggiato da un uso non corretto dei propri dati personali.

I nuovi codici di settore. Il legislatore, dopo avere riconosciuto il diritto fondamentale di ciascuno al controllo dell'uso che viene fatto dei propri dati personali e il correlato diritto a non subire discriminazioni a seguito di tale utilizzo, ha vagliato altri profili di impatto normativo del "bene" informazione. Nella recente codificazione, frutto delle citate esigenze di semplificazione e accorpamento normativo, discipline eterogenee come quelle sulla proprietà industriale, consumo e assicurazioni private, amministrazione digitale, si trovano affiancate nella comune tutela delle informazioni, ancorché in diversi contesti economici e sociali.

Il riuso dell'informazione nel settore pubblico. A questo movimento normativo si aggiunge una novità di derivazione europea, che sarà attuata presto anche in Italia: la disciplina sul riuso dell'informazione del settore pubblico (direttiva 2003/98/CE). In base a questa nuova disciplina, gli enti pubblici saranno incoraggiati a rendere disponibili per il riutilizzo da parte dei privati tutti i documenti in loro possesso, così da consentire il pieno sfruttamento del loro potenziale economico. Dunque, informazioni su procedimenti di lavorazione, informazioni sulla qualità di oggetti, documenti riguardanti la pianificazione urbanistica o la qualificazione immobiliare, statistiche: tutto ciò potrà essere dato ai privati che ne facciano richiesta, in cambio di un corrispettivo che non superi mai i costi di raccolta, produzione, riproduzione e diffusione delle informazioni. Grazie a questa innovazione, le imprese europee non risentiranno più di un handicap che le indeboliva rispetto a quelle americane: l'accesso rapido e trasparente dei privati all'informazione governativa a fini commerciali.

Il prisma dell'informazione - Segreti industriali e informazioni aziendali riservate; trasparenza contrattuale e impianto informativo a tutela dei consumatori; documento informatico e firma digitale; informazione pubblica e accesso agli atti amministrativi: sono tutte facce di un unico prisma - la materia prima "informazione"- che andremo a esaminare volta per volta, evidenziando affinità e distonie rispetto alla centralità dell'asse privacy nella tutela dei diritti assoluti.

Questionario di gradimento Costozero 2000/2005
Libro di Antonio Paravia


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