LA GESTIONE DEI FLUSSI INFORMATIVI
TRA PRIVACY E NUOVI CODICI DI SETTORE
La tutela delle informazioni come
crocevia di discipline diverse e complementari
Rosario
Imperiali
Studio Legale Imperiali
rosario.imperiali@imperiali.com
Con questo articolo, avviamo una serie di interventi
sul tema della tutela delle informazioni. L'importanza di
questo percorso editoriale è testimoniata dall'intensità con
cui il nostro Legislatore ha introdotto - nelle recenti codificazioni
di settore - veri e propri modelli di gestione delle informazioni,
sia pure calati in diversi contesti socio-economici. Proprietà industriale
e diritto dei consumatori, assicurazioni private e pubblica
amministrazione "digitale", sono oggetto di codici
normativi specifici e settoriali che, tuttavia, possono essere
analizzati alla luce di un paradigma comune: la disciplina
delle informazioni e la gestione dei flussi informativi.
Società dell'informazione. L'informazione è una
componente essenziale del mercato globale. L'ultimo rapporto
Censis/Ucsi sulla comunicazione in Italia (www.censis.it)
testimonia come l'uso dei media, nel nostro Paese, sia in
aumento su tutti i fronti: la società dell'informazione
avanza e cresce anche l'uso del web. Bill Gates, nel suo
intervento alla fiera SMAU di Milano, ha ammesso che internet
- e l'informazione che vi circola - non rimarrà ancora
per molto prigioniera del computer: il futuro è l'integrazione
tra media digitali. Le informazioni seguiranno i nostri spostamenti,
adeguandosi di volta in volta ai diversi supporti. In verità, è la
tecnologia che si "piega" alle necessità del
veicolo che trasporta e non viceversa. Televisione, videotelefono
e computer saranno sempre più compattati in un unico "kit" tecnologico
che costituisce una piattaforma senza barriere, per la libera
fruizione dell'informazione che viaggia su più binari
integrati tra loro. Già oggi è possibile, a
non pochi privilegiati, vedere la televisione via web, seguire
un incontro di calcio sul display del telefonino, o parlare
attraverso il PC. Non è lontano il giorno in cui potremo
vedere un film o ascoltare un brano musicale - da noi scelto
e senza interruzioni - mentre usciamo da casa, guidiamo la
macchina ed entriamo in ufficio. Il problema del futuro non
sarà più la ricerca di informazioni bensì la
capacità di gestirle.
Pluralità di tutele. In questo scenario basato sulla
conoscenza just in time, l'informazione diviene materia prima
e risorsa strategica da proteggere. Ma anche la tutela -
come la tecnologia - si scompone in più forme in funzione
del profilo informativo, dei contesti di riferimento e degli
interessi in gioco. Dati di natura diversa richiedono tutele
differenti: privacy, proprietà industriale, tutela
del consumatore, rapporti con la pubblica amministrazione
si rivolgono tutti alla medesima informazione, enfatizzandone,
di volta in volta, connotati e interessi distinti. Ma non è tutto.
Molteplici tutele possono riguardare la medesima tipologia
di informazione, cogliendone profili diversi. Così,
un portafoglio-clienti, da un lato, consiste in una banca
dati di valore economico che l'azienda ha interesse a mantenere
riservata al fine di sfruttarne il potenziale scarto in termini
di competitività; ma, al tempo stesso, è un
archivio di dati personali e abitudini di consumo riferite
ai medesimi clienti e per questo da disciplinare in ottica
privacy per la tutela di quei soggetti ai quali queste informazioni
si riferiscono. I clienti inseriti in lista, peraltro, non
solo hanno diritto di controllare l'uso dei propri dati personali,
ma devono anche poter ricevere - da quello stesso fornitore
- informazioni commerciali veritiere e corrette prima di
comprare, con piena consapevolezza della qualità e
sicurezza dei prodotti. Di conseguenza, anche l'informazione
rivolta al consumatore - sia nella forma di promozione pubblicitaria
sia in quella di clausole contrattuali - è soggetta
a precisi obblighi di legge, come il divieto di pubblicità ingannevole
e gli obblighi di chiarezza e comprensione di formulari e
clausole contrattuali. Sul piano della produzione normativa,
quindi, emerge oggi uno scenario in cui il legislatore è sempre
più sensibile al valore dell'informazione e le varie
discipline coinvolte presentano profili di continuità.
Semplificazione normativa. Anzitutto, è comune la
logica di semplificazione normativa: disposizioni sparse,
in precedenza, in più fonti di rango diverso vengono
riordinate, riformulate o abrogate per offrire al cittadino
un unico strumento di consultazione di tutta la disciplina
attinente le singole materie oggetto di riassetto normativo.
Il processo di semplificazione - partito con la redazione
dei testi unici cosiddetti "misti" che accorpavano
norme legislative e regolamentari in una compilazione unitaria
- ha trovato il suo approdo nei nuovi codici di settore.
Centralità del codice privacy. In questa evoluzione,
assume rilievo fondamentale il Codice in materia di protezione
dei dati personali (Decreto Legislativo 196/2003). Il baricentro
del Codice privacy non si limita alla tecnica normativa di
semplificazione - norme di rango legislativo che fissano
regole privacy generali, nel corpo del codice e norme privacy
di rango subordinato negli allegati o nei codici deontologici
- ma investe la stessa radice di tutela sostanziale: si impone,
per la prima volta, una fondamentale esigenza di regolazione
dei flussi informativi, qualunque sia lo scopo del loro uso
e la tipologia di informazione trattata, purché essa
sia suscettibile di identificare un soggetto determinato
("dato personale"). Si tratta di una regolazione
strumentale alla tutela della dignità dell'individuo,
che può essere danneggiato da un uso non corretto
dei propri dati personali.
I nuovi codici di settore. Il legislatore, dopo avere riconosciuto
il diritto fondamentale di ciascuno al controllo dell'uso
che viene fatto dei propri dati personali e il correlato
diritto a non subire discriminazioni a seguito di tale utilizzo,
ha vagliato altri profili di impatto normativo del "bene" informazione.
Nella recente codificazione, frutto delle citate esigenze
di semplificazione e accorpamento normativo, discipline eterogenee
come quelle sulla proprietà industriale, consumo e
assicurazioni private, amministrazione digitale, si trovano
affiancate nella comune tutela delle informazioni, ancorché in
diversi contesti economici e sociali.
Il riuso dell'informazione nel settore
pubblico. A questo
movimento normativo si aggiunge una novità di derivazione
europea, che sarà attuata presto anche in Italia:
la disciplina sul riuso dell'informazione del settore pubblico
(direttiva 2003/98/CE). In base a questa nuova disciplina,
gli enti pubblici saranno incoraggiati a rendere disponibili
per il riutilizzo da parte dei privati tutti i documenti
in loro possesso, così da consentire il pieno sfruttamento
del loro potenziale economico. Dunque, informazioni su procedimenti
di lavorazione, informazioni sulla qualità di oggetti,
documenti riguardanti la pianificazione urbanistica o la
qualificazione immobiliare, statistiche: tutto ciò potrà essere
dato ai privati che ne facciano richiesta, in cambio di un
corrispettivo che non superi mai i costi di raccolta, produzione,
riproduzione e diffusione delle informazioni. Grazie a questa
innovazione, le imprese europee non risentiranno più di
un handicap che le indeboliva rispetto a quelle americane:
l'accesso rapido e trasparente dei privati all'informazione
governativa a fini commerciali.
Il prisma dell'informazione - Segreti industriali e informazioni
aziendali riservate; trasparenza contrattuale e impianto
informativo a tutela dei consumatori; documento informatico
e firma digitale; informazione pubblica e accesso agli atti
amministrativi: sono tutte facce di un unico prisma - la
materia prima "informazione"- che andremo a esaminare
volta per volta, evidenziando affinità e distonie
rispetto alla centralità dell'asse privacy nella tutela
dei diritti assoluti.
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