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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
dicembre 2005
 

news da bruxelles - Home Page
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TIC E PMI EUROPEE
PIÙ BUSINESS CHE E-BUSINESS
Un'indagine del CRITO analizza l'impatto delle TIC sulla competitività dell'UE

Salvatore Vigliar
Docente di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione - Università della Basilicata
Esperto di Politiche Comunitarie
studiovigliar@virgilio.com

Lultimo numero dell'anno, per qualsiasi rubrica, rappresenta un'occasione utile per elaborare un "bilancio consuntivo" delle diverse tematiche trattate. Non sempre, però, tale operazione si presenta agevole, soprattutto quando (come accade per "News da Bruxelles") la varietà delle problematiche affrontate risulta difficilmente sintetizzabile in un'unica categoria. Nei precedenti numeri, infatti, si è avuto modo di affrontare temi connessi all'innovazione e alla competitività delle PMI, alla normativa comunitaria, alla cooperazione internazionale, alle regole antitrust, al trasferimento tecnologico: contenuti complessi e tra loro autonomi, legati "unicamente" dall'essere riconducibili all'ampio comune denominatore delle "Politiche comunitarie". Il bilancio, dunque, risulta arduo e, l'unica possibilità di sintesi risiede nella selezione. In altre parole, conviene limitarsi a esaminare i risultati conseguiti da un unico settore. Dovendo scegliere, quindi, ritengo che il tema meritevole di una più approfondita verifica sia l'implementazione delle TIC (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) nei processi di sviluppo delle PMI e, in particolare, l'e-business. Dopo una lunga serie di interventi della Commissione Europea e del Parlamento Europeo, di recente è stato, infatti, pubblicato uno studio elaborato, a livello comunitario, dal CRITO (Centre for Research on Information Technology and Organisations), teso a valutare la diffusione dell'e-business tra le PMI europee (i paesi campione sono rappresentati da Danimarca, Francia e Germania) e i vantaggi che tale "strumento" ha generato in termini di crescita e aumento di competitività. A tal proposito, le sorprese non sono mancate. In particolare, l'indagine CRITO è stata condotta con il supporto di numerosi senior manager del settore, operanti in 7 paesi diversi (oltre ai citati paesi europei, sono stati analizzati gli USA, il Messico, la Cina e Singapore). I primi risultati hanno evidenziato che tutte (o quasi) le aziende in esame utilizzano l'e-mail e oltre i 3/4 hanno attivato un sito Internet (v. Tabella 1). Quasi i 2/3 delle imprese esaminate, inoltre, usano un sistema intranet, mentre solo 1/3 una rete extranet, che consente l'accesso dall'esterno a informazioni riservate dell'azienda. Altri strumenti, quali il trasferimento elettronico di fondi e i call center, sono utilizzati da meno della metà delle aziende analizzate (ma si tratta di risorse di particolare rilievo solo per determinati settori). Analizzando, però, come questi strumenti vengono impiegati dalle aziende, si scopre che sono implementati soprattutto per il marketing e la pubblicità. Le imprese, in particolare le PMI, utilizzano Internet (e le sue applicazioni) prevalentemente per promuovere i propri beni e/o servizi, ma meno di 1/3 ha le risorse e le competenze necessarie per concludere una transazione on-line (v. Tabella 2). E, in effetti, le imprese che comprano in Rete sono in numero notevolmente superiore rispetto a quelle che vendono (in altre parole, è maggiormente diffuso il modello business to business - B2B - rispetto al business to consumer - B2C -). Questi dati indicano che, sebbene la maggior parte delle aziende abbia accesso agli strumenti funzionali all'implementazione dell'e-business, soltanto una minoranza è riuscita a farne parte integrante dei processi aziendali. Passando, infine, ad analizzare l'impatto delle TIC sulle attività aziendali, è stato evidenziato che al massimo 1/3 delle aziende prese in esame ha riscontrato degli effetti importanti in una delle aree suggerite (v. Tabella 3). L'impatto più evidente è stato osservato nell'aumento dell'efficienza interna e nel miglioramento del servizio di assistenza ai clienti. Nel complesso, comunque, meno del 30% delle aziende ritiene che la propria competitività sia aumentata con l’adozione delle TIC. In effetti, anche se in passato numerosi osservatori internazionali hanno attribuito i maggiori tassi di crescita degli USA, rispetto all'UE, al rilevante investimento operato nelle TIC, è da considerare che gli ultimi dati del "Quadro europeo di valutazione dell'innovazione" rilevano un notevole aumento di investimenti da parte dell'UE (che, escludendo i 10 stati di nuova adesione, ha eguagliato la spesa degli USA), fattore che dovrebbe (o avrebbe dovuto) ridurre anche il divario competitivo imputabile al settore in esame. Probabilmente, lo "strumento" è importante, ma non determinante.

Questionario di gradimento Costozero 2000/2005
Libro di Antonio Paravia


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