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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
dicembre 2005
 

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L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA SCUOLA
LA SDOA A RODI CON IL MIT

Italia e Grecia insieme per un modello formativo condiviso

Vittorio Paravia
Presidente Fondazione Antonio Genovesi Salerno - SDOA
sdoa@sdoa.it



La II edizione del Master Internazionale del Turismo (MIT) ha riproposto il legame-gemellaggio tra Salerno e Rodi, un rapporto nato nel 1999, in occasione della I edizione del Master e consolidatosi, negli anni, grazie a frequentazioni istituzionali ma anche grazie alla passione di Andreas Karayannis, albergatore e già presidente della CCIAA del Dodecaneso, che ha ricoperto un ruolo fondamentale di raccordo e regia, garantendo lo scambio di documentazione e fornendo informazioni che altrimenti sarebbe stato difficile interpretare solo attraverso gli incontri istituzionali. L'obiettivo del viaggio era tracciare, o meglio aggiornare, un prospetto di confronto tra due percorsi di sviluppo territoriale: uno, quello dell'Isola di Rodi, fondato sullo sfruttamento intensivo delle risorse turistiche e proiettato alla massimizzazione dei flussi; l'altro, quello della nostra provincia, per molti versi ancora soltanto enunciato e programmato, ma non realizzato, se non in alcune aree storicamente e naturalmente turistiche come la Costa d'Amalfi. La divina costiera, infatti, il suo sviluppo lo ha già conosciuto e per alcuni aspetti stabilizzato negli ultimi decenni. Ora essa deve fronteggiare le minacce tipiche della maturità e scongiurare l'insorgere di fenomeni declinanti. Per il resto, la provincia salernitana è solo vocazionalmente turistica; anche il Cilento, dove pure i turisti vanno d'estate, non ha mai conosciuto uno sviluppo vero, non fa parte del circuito di distribuzione internazionale e globale, non ha sviluppato al suo interno elementi di sistema che possano trasformare una mera vocazione e un concreto profilo di attrattività in sistema economico organizzato. L'Isola di Rodi è interessante perché si è sviluppata molto e mostra oggi la faccia problematica di questa crescita, è emblematica per comprendere quali possano esser i fattori di sviluppo e le conseguenze di medio e lungo periodo, e per indirizzare le scelte. Non si tratta quindi di un elemento di confronto tout court, ma di un prototipo di sviluppo turistico da analizzare. Rodi è un'isola con una sua forte tipicità, imparagonabile se non con un'altra isola. Su un'isola bisogna arrivarci, quindi lo sviluppo del movimento turistico non poteva prescindere da uno scalo aeroportuale efficiente e prossimo alle località di destinazione dei turisti, senza l'infrastruttura di accesso un'isola riamane tale, ma la cosa più importante è che un territorio non insulare può diventare un'isola senza scalo, irraggiungibile e deserto. Dalla valutazione del movimento aeroportuale di Rodi si comprende subito perché qui il turismo si è diffuso tra la gente come l'attività che dà reddito e porta ricchezza e perché, di contro, il nostro turismo salernitano rimane ancora incastonato nei documenti di programmazione e non riesce ad abbandonare i tavoli di concertazione. Rodi grazie allo scalo aeroportuale, alla presenza delle compagnie greche e straniere, all'organizzazione dei charter da parte dei principali tour operator, non è più isolata; Salerno, dove tutto questo non c'è, sta diventando progressivamente sempre più un'isola ma senza il fascino e le tipicità delle isole vere. Il secondo elemento caratterizzante è la ricettività, sviluppata a dismisura, sicuramente di più rispetto alla nostra prima visita. Più posti letto, più turisti, un'equazione per che alcuni anni è andata alla grande, assicurando inizialmente anche margini interessanti. Ma chiediamoci chi gestisce realmente queste disponibilità ricettive, chi orienta e organizza i flussi. La risposta è immediata e intuitiva: quei tour operator internazionali i cui aerei decollano e atterrano ogni dieci minuti, i cui pullman trasferiscono i turisti dall'aeroporto agli alberghi. Ecco il risvolto economicamente e forse anche socialmente critico di uno sviluppo intensivo basato sull'incremento della ricettività e l'occupazione alberghiera del territorio. I tour operator hanno conquistato il potere contrattuale e ora decidono numeri, prezzi e stagioni. É vero qui si lavora a pieno ritmo fino alle piogge di metà novembre quando il mitico Meltemi abbandona le coste dell'isola per qualche settimana, si riprende poi quasi subito a marzo e senza soluzione di continuità per tutta l'estate; l'anno scorso addirittura si è lavorato di più per gli attentati di Sharm, i tour operator, infatti, hanno dirottato a Rodi molti dei turisti destinati alla località egiziana. Ma è altrettanto vero che i tour operator decidono il prezzo e comprimono i margini provocando un progressivo impoverimento del tessuto imprenditoriale locale. Molti albergatori della prima ora stanno vendendo; altri, i più giovani, sono diventati più gestori che imprenditori, vendono l'immobile di proprietà vuoto per pieno già in inverno a prezzi sempre più stracciati, poi quando arrivano i turisti organizzano i servizi base, la reception, la ristorazione, il riassetto delle stanze e la pulizia, nient'altro, badando a ottimizzare i costi per non intaccare oltremodo i margini esigui lasciati loro dal tour operator. In molti incontri, soprattutto quelli informali, è venuta fuori la vera portata del fenomeno che alcuni chiamano crisi, ma che dalla lettura dei dati statistici (quando ci sono) crisi non sembra. La crisi non è negli arrivi e nelle presenze, ma nei margini economici e di crescita imprenditoriale autonoma. Terzo flash, il carico ambientale. Rodi comincia ad avere problemi di sostenibilità, raddoppia la propria popolazione per larghi periodi dell'anno, probabilmente, ma questo non ci è stato possibile scoprirlo con precisione, non è dotata di un moderno sistema fognario e di smaltimento. A ben vedere questi sono problemi che anche il nostro territorio ha, la divina costiera sicuramente e forse anche quelle località più assaltate del Cilento costiero durante i mesi estivi (Agropoli, Casalvelino, Ascea, ecc.). Come programmare una crescita sostenibile e in che modo risolvere i problemi di carico ambientale, sono stati gli argomenti più dibattuti nel corso degli incontri alla CCIAA di Rodi, e i punti cardine sui quali sarà possibile impostare e progettare programmi di studio e di intervento transnazionale. Infine, e non poteva essere diverso per noi, la formazione, la necessità di diffondere conoscenza moderna e competitiva, la prospettiva di lavorare insieme a programmi comuni sul nuovo Quadro Comunitario di Sostegno, quello che dal 2007 al 2013 imporrà alle regioni mediterranee di esser oltremodo competitive nella progettazione e nelle idee per non soccombere alla concorrenza dei paesi nuovi entranti dall'Est, e per Rodi forse anche della Turchia che è lì di fronte. In conclusione, lo sviluppo passa per la conoscenza e quest'ultima per la formazione e la diffusione dei saperi a livello politico-istituzionale, imprenditoriale e professionale. Su questo versante un risultato concreto è stato conseguito nel corso della visita: la SDOA ha gettato le basi per un accordo con le Istituzioni locali per dar vita a un modello formativo condiviso da sperimentare in Italia e in Grecia già dal prossimo anno, sperando di poter proporre un MIT che viaggi parallelo su due aule e che incroci esperienze e conoscenze dei partecipanti in momenti strutturati di scambio. Un altro passo verso l'internazionalizzazione della Scuola.

Questionario di gradimento Costozero 2000/2005
Libro di Antonio Paravia


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