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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
dicembre 2005
 

assafrica & mediterraneo - Home Page
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LA DICHIARAZIONE DI BARCELLONA
DIECI ANNI DOPO È TEMPO DI BILANCI
L'UMCE si propone come agente di un'unica business culture

A cura di Ely Szajkowicz & Luca Gentili - info@assafrica.it

In occasione dei dieci anni del Processo di Barcellona, per i quali è stato organizzato il grande Euromediterranean Business Summit di Valencia il 23 novembre 2005, Assafrica & Mediterraneo, che ha attivamente contribuito al processo di formazione dell'UMCE-Union Méditerranéenne des Confédérations d'Entreprises, riporta, per gentile concessione dell'organizzazione che raggruppa le Confindustrie sudmediterranee, i passaggi più rilevanti dell'intervento di Kürsad Tüzmen all'Assemblea Plenaria UMCE di Istanbul di quest'anno.

«…A dieci anni dalla Dichiarazione di Barcellona è tempo di bilanci sulla realizzazione della Zona Euro-Mediterranea di Libero Scambio. Alla luce delle mie esperienze nell'ambito delle relazioni della Turchia con i Paesi dell'UE e del Mediterraneo non solo come Ministro, posso affermare che nel 1995 erano in pochi a credere che la liberalizzazione degli scambi fosse positiva per le nostre economie e per i nostri popoli, anche se tutti i Paesi partner erano d'accordo sulla creazione di una Zona di Libero Scambio entro il 2010, e l'idea di “resistere” alla globalizzazione per sopravvivere nell'economia mondiale era piuttosto comune nei Paesi del Mediterraneo. Cambiare questo anacronistico modo di pensare è stato uno dei nostri principali risultati e, come conseguenza, in Turchia nel 2004 e nel 2005 abbiamo firmato un numero maggiore di Free Trade Agreements (FTA) con i Paesi del Mediterraneo che nei precedenti 8 anni e ci aspettiamo un trend analogo tra gli altri Paesi del Mediterraneo. L'Accordo di Agadir tra Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania ne è un ottimo esempio. Non è possibile sopravvivere chiudendo porte e finestre al mondo esterno: l'ascesa della Cina nell'economia mondiale lo dimostra chiaramente e ritengo che nessuna misura commerciale possa fermare il flusso delle merci cinesi e proteggere stabilmente le nostre industrie da questa invasione. Oggi ci concentriamo solo sugli effetti sul tessile e l'abbigliamento ma nel prossimo futuro la pressione cinese si sentirà su tutti i settori manifatturieri. C'è una sola via d'uscita: dobbiamo cavalcare l'onda o affogheremo, se non siamo dotati di appropriato know-how e strumentazione. L'Area Euro-Mediterranea di Libero Scambio è esattamente questo: ci aiuterà a unire le forze e creare sinergie per essere più competitivi nell'economia mondiale. Se fossimo stati in grado di farlo, come affermai cinque anni prima dell'ingresso della Cina nel WTO, avremmo avuto già un margine competitivo su questi fattori esterni, avremmo già attivato e migliorato i flussi di scambio tra i nostri partner e goduto di tutti i benefici della competitività da oggi. Farlo oggi è più difficile, ma non impossibile. Un successo del Processo di Barcellona è la creazione di Istituzioni e meccanismi di condivisione di esperienze e opinioni tra i partners e per concertare le nostre risorse.

L'UMCE, che ha sede a Tunisi, è l'Unione delle Confederazioni Imprenditoriali dei Paesi Sud- Mediterranei, creata il 28-02-2002 ad Istanbul dalle organizzazioni imprenditoriali centrali dei Paesi del Mediterraneo del Sud che partecipano alla creazione dello Spazio Euromediterraneo 2010. Il Presidente dell'UMCE è attualmente Ömer Sabanci Presidente della TUSIAD-Turkish Industrialists' and Businessmen's Association, a capo della Sabanci Holding, uno dei maggiori gruppi industriali della Turchia. La creazione dell'UMCE è stata promossa nel quadro del progetto UNIMED, curato dall'UNICE-Union of Industrial and Employers' Confederations of Europe e finanziato dall'UE nell'ambito del programma MEDA, con gestione affidata a Confindustria, che l'aveva a suo tempo ideato. Principale obiettivo dell'UMCE è sviluppare e rendere effettiva la creazione di un Mercato Unico Euromediterraneo 2010, esprimendo esigenze e priorità delle imprese sud-mediterranee e supportando il rafforzamento della cooperazione fra le associazioni imprenditoriali Nord-Sud, al fine di accelerare lo sviluppo economico e sociale della sponda Sud del Mediterraneo.

L'UMCE è una di queste Istituzioni e ho grandi speranze che possa far nascere un'unica cultura di business Euro-Mediterranea, non statica ma in grado di evolversi nel tempo secondo le necessità, caratteristica che sarà vitale per qualunque struttura, sia essa un'azienda, un Paese o un'organizzazione internazionale. Questa cultura non può formarsi in tempi brevissimi ma credo che l'UMCE possa essere un agente per la sua concretizzazione. Dagli imprenditori mi aspetto che essi continuino a supportare i FTA-Free Trade Agreements per tutto il Mediterraneo. Non avremmo mai potuto ottenere quello che abbiamo senza il supporto degli imprenditori ed è ancora necessario che essi continuino a farlo soprattutto per i settori a più alta rigidità, a supporto di una ulteriore liberalizzazione, e il modo migliore è creare un meccanismo per condividere best practices tra i Settori d'impresa dei partners del Mediterraneo. Ciò riguarda aree quali corporate governance, tecnologia, relazioni sindacali, vocational training, ecc.. Nel fare ciò l'UMCE può fornire soluzioni per le aziende e i settori meno flessibili, per adattarli alle nuove condizioni di commercio nelle nostre regioni e in tutto il mondo nonché ai nuovi trends dell'economia globale. Li renderà più affidabili e competitivi e in grado di avere benefici dall'Area Euro-Mediterranea di Libero Scambio. Come Governi di Paesi euro-mediterranei ci aspettiamo un feedback imprenditoriale anche sulle riforme che variamo per facilitare il commercio, per fare un passo avanti verso lo smantellamento tariffario e l'eliminazione dei ben noti ostacoli al commercio. L'esperienza evidenzia che i FTA e le facilitazioni al commercio sono processi che dipendono gli uni dagli altri, con un forte grado di interdipendenza piuttosto che essere sostitutivi, e la mancanza di adeguati servizi governativi o processi burocratici gravosi possono distogliere gli operatori dai nostri mercati, causando effetti deleteri per lo sviluppo economico. Faremo del nostro meglio attraverso le strutture delle Conferenze Ministeriali Euro-Mediterranee del Commercio e molto è già stato portato a termine. Ma supporto e feedback degli imprenditori restano la base per far progredire i nostri sforzi (…), perché molto lavoro resta da fare e gran parte di esso dovrà essere portato avanti dai Governi dei Paesi Euro-Mediterranei e dalle business communities».

Questionario di gradimento Costozero 2000/2005
Libro di Antonio Paravia


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