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  Dicembre 2012

Articoli n° 7
AGOSTO/settembre 2005
 


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LE CONVENZIONI CONFINDUSTRIA
STRUMENTi PER LA COMPETITIVITÀ

POLITICA COMMERCIALE
CHIEDIAMO REGOLE PIÙ CHIARE

IL FUTURO È "MOBILE"
CORRONO I VEICOLI A NOLEGGIO

POLITICA COMMERCIALE
CHIEDIAMO REGOLE PIÙ CHIARE
Mutare gli equilibri che non corrispondono alla realtà del mercato globale


Gian Domenico Auricchio
Presidente Comitato Tecnico di Confindustria per la Tutela dei Marchi e la Lotta alla Contraffazione

L'attenzione di Confindustria è concentrata su un solo grande obiettivo: aumentare e sostenere la competitività complessiva del sistema e delle produzioni nazionali. Per raggiungerlo, la "dimensione esterna" della competitività avrà un peso sempre maggiore. É su questo fronte, dominato dalla incessante escalation cinese, che Confindustria ha rilanciato la sua azione concentrando i suoi sforzi in quattro direzioni:
1. "Made in" e regole di origine non preferenziali
Nel campo delle regole che attribuiscono l'origine alle merci, Confindustria è determinata a ottenere due risultati: uno di breve periodo, l'altro orientato al medio-lungo periodo. Nel luglio 2003, in presidenza UE italiana, su sollecitazione di Confindustria, il Vice Ministro Urso ha avanzato la richiesta all'allora Commissario Lamy. La commissione ha proposto tre opzioni: il mantenimento dello status quo; l'obbligatorietà del marchio per i soli prodotti importati; la doppia obbligatorietà per i prodotti importati e domestici. Da questo momento si è aperta una consultazione tra la Commissione UE, l'industria europea (UNICE), i consumatori e gli altri soggetti interessati. Per quanto riguarda l'Italia, vi è stata costante unitarietà delle posizioni nei confronti della Commissione, delle altre organizzazioni industriali e dei governi europei. Ruoli ricoperti, rispettivamente, dalle associazioni nazionali di settore, attraverso quelle europee, da Confindustria e dal governo. Tale coesione e la solidità degli argomenti a sostegno delle nostre tesi hanno consentito di superare il veto di alcuni servizi della Commissione, della quasi totalità dell'industria europea e degli Stati membri, permettendo al dossier di avanzare fino a oggi con significative possibilità di esito positivo. Grazie a Confindustria, la netta contrarietà della grande maggioranza dell'industria europea e dei governi non ha prevalso. Il compromesso individuato è stata una opzione "settoriale", in base alla quale è stata redatta una bozza di proposta di Regolamento, che, nel complesso, recepisce le istanze di Confindustria. Si tratta di un documento che è in discussione all'interno della Commissione. Il suo iter decisionale inizierà non appena vi sarà l’accordo del Collegio dei Commissari. Le federazioni europee di settore, che lo hanno richiesto esplicitamente, sono state considerate ai fini dell'applicazione del Regolamento. Tuttavia, Confindustria ha richiesto che l'elenco dei settori rimanga "aperto", per favorire l'ingresso di altri comparti. Il “Made in” obbligatorio verrà proposto solo per i prodotti importati. Ci attendiamo che esso interessi i settori del tessile-abbigliamento; calzature; articoli in pelle e cuoio; mobili per arredo; ceramiche; pneumatici; gioielleria. Il Regolamento in questione, però, non basterà a mutare gli equilibri e le prassi del commercio internazionale. Per ottenere regole eque e reciprocamente applicate vi è bisogno di intervenire a monte del processo. La regolamentazione commerciale passa attraverso 3 livelli decisionali: nazionale, comunitario e multilaterale. Dopo l'ultima conferenza ministeriale WTO di Cancun e la consacrazione dei nuovi attori multilaterali, si profila la necessità di rivedere le regole di origine a livello multilaterale, ossia i criteri che attribuiscono l'origine delle merci. Tali criteri non corrispondono alla realtà del mercato globale e vanno cambiati. Un gruppo di lavoro di Confindustria è già attivo per produrre un contributo tecnico per il governo e la UE. É un progetto ambizioso, che richiederà un lungo e difficile lavoro, ma è necessario predisporre, oggi, le condizioni per la competizione di domani: regole di origine più attuali, reciproche e che tengano conto delle caratteristiche costitutive del Made in Italy.
2. La difesa commerciale
Per far fronte al termine dell'accordo WTO tessile e della caduta delle quote di importazione sui prodotti provenienti dalla Cina e da altri Paesi terzi soggetti a contingentamento fino al 31 dicembre 2004, Confindustria ha moltiplicato i suoi sforzi per assicurare alle associazioni e alle imprese il necessario sostegno. L'innovazione principale attiene al livello tecnico-operativo e mira a favorire il ricorso, da parte delle imprese, agli strumenti UE per combattere la concorrenza sleale (Regolamento antidumping; antisovvenzione; Strumento di salvaguardia generale; Meccanismo di salvaguardia speciale; Clausola di salvaguardia tessile). Confindustria, in accordo e in stretta collaborazione con la Direzione Generale per la Politica Commerciale del MAP, sta per attivare uno strumento che, attraverso le Associazioni, assicurerà alle imprese la necessaria assistenza tecnica nella preparazione delle denunce e in tutte le fasi successive all'apertura dell'inchiesta. Il servizio si ispira al "Trade Remedy Compliance Staff" (TRCS) utilizzato negli Stati Uniti, mettendo in rete i principali soggetti (imprese, associazioni, Confindustria, governo), assumendo e mettendo a fattor comune, oltre a denunce e informazioni, anche dati relativi alle importazioni, prezzi, eccetera. L'iniziativa risponde all'esigenza di operare un più efficace coordinamento e una assistenza più mirata in materia di regole UE di politica commerciale. La Commissione UE si è congratulata per l'iniziativa e ha assicurato la necessaria collaborazione, nei termini stabiliti dai regolamenti. Di fatto, le associazioni accederanno direttamente a un servizio interno a Confindustria che le assisterà nella preparazione delle denunce. Un apposito Decreto ministeriale allocherà parte delle risorse appostate per i desk di assistenza legale previsti dalla Finanziaria per il 2004. Il decreto ha già ricevuto l'accordo del MAP e si attende a breve la seconda e ultima firma di concerto da parte del Ministro dell'Economia e Finanze.
3. La lotta alla contraffazione
Ci siamo impegnati perché sia data attuazione alla Finanziaria 2004 per un effettivo utilizzo delle risorse destinate alla valorizzazione e tutela del Made in Italy. Sui provvedimenti attuativi che sono stati proposti siamo piuttosto critici, perché vogliamo un'allocazione delle risorse realmente utile per la tutela dei marchi e delle produzioni italiane. Tra questi vi è quello dell'istituzione del Marchio di qualità "Uomo di Leonardo" e, per analoghe ragioni, desta grandi perplessità anche l'iniziativa di origine parlamentare per la "Istituzione dei marchi per la riconoscibilità e la tutela della qualità dei prodotti italiani". Invece, abbiamo ottenuto misure che favoriscono maggiore efficienza a livello doganale. Il DL per la competitività, recentemente convertito in legge, prevede, infatti, la semplificazione degli adempimenti per lo sdoganamento delle merci e risorse per favorire lo snellimento delle operazioni doganali e per il contrasto di quelle fraudolente. Una misura molto importante che abbiamo richiesto e ottenuto è la sanzione amministrativa fino a 10.000 euro anche per chi acquista merci contraffatte, così da rendere corresponsabile anche l'acquirente. Inoltre, abbiamo ottenuto che la lotta alla contraffazione possa fare capo di un'autorità specificamente dedicata: "l'Alto Commissario per la lotta alla contraffazione", che sostituisce il Comitato nazionale Anticontraffazione già previsto dalla Finanziaria del 2004. Abbiamo richiesto che Confindustria e le sue associazioni abbiano un ruolo di rilievo nella definizione delle sue attività. Prosegue anche l'implementazione agli accordi con la Dogana e la Guardia di Finanza per contrastare la contraffazione. Il Direttore della Agenzia delle Dogane ha annunciato che sarà siglato a breve un atto bilaterale di mutua assistenza con le autorità doganali cinesi. É un passo importante per una possibile tracciabilità delle merci a partire dal luogo di produzione.
4. I negoziati multilaterali del WTO
Un quarto punto riguarda la preparazione della Conferenza Ministeriale WTO di Hong Kong del dicembre prossimo. Anche in questo settore siamo impegnati a fondo per garantire maggiore accesso ai mercati dei paesi terzi alle nostre produzioni. L'obiettivo è ottenere importanti riduzioni tariffarie e limitare le barriere tecniche che ostacolano l'export dei nostri prodotti in molti mercati.

 

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