LE CONVENZIONI CONFINDUSTRIA
STRUMENTi PER LA COMPETITIVITÀ
POLITICA COMMERCIALE
CHIEDIAMO REGOLE PIÙ CHIARE
IL FUTURO È "MOBILE"
CORRONO I VEICOLI A NOLEGGIO
POLITICA COMMERCIALE
CHIEDIAMO REGOLE PIÙ CHIARE
Mutare gli equilibri che non corrispondono
alla realtà del mercato globale
Gian
Domenico Auricchio
Presidente Comitato Tecnico di Confindustria per la Tutela dei Marchi
e la Lotta alla Contraffazione
L'attenzione di Confindustria è concentrata su un solo grande obiettivo:
aumentare e sostenere la competitività complessiva del sistema e
delle produzioni nazionali. Per raggiungerlo, la "dimensione esterna" della
competitività avrà un peso sempre maggiore. É su
questo fronte, dominato dalla incessante escalation cinese, che Confindustria
ha rilanciato la sua azione concentrando i suoi sforzi in quattro direzioni:
1. "Made in" e regole di origine non preferenziali
Nel campo delle regole che attribuiscono l'origine alle merci, Confindustria è determinata
a ottenere due risultati: uno di breve periodo, l'altro orientato al medio-lungo
periodo. Nel luglio 2003, in presidenza UE italiana, su sollecitazione
di Confindustria, il Vice Ministro Urso ha avanzato la richiesta all'allora
Commissario Lamy. La commissione ha proposto tre opzioni: il mantenimento
dello status quo; l'obbligatorietà del marchio per i soli prodotti
importati; la doppia obbligatorietà per i prodotti importati e domestici.
Da questo momento si è aperta una consultazione tra la Commissione
UE, l'industria europea (UNICE), i consumatori e gli altri soggetti interessati.
Per quanto riguarda l'Italia, vi è stata costante unitarietà delle
posizioni nei confronti della Commissione, delle altre organizzazioni industriali
e dei governi europei. Ruoli ricoperti, rispettivamente, dalle associazioni
nazionali di settore, attraverso quelle europee, da Confindustria e dal
governo. Tale coesione e la solidità degli argomenti a sostegno
delle nostre tesi hanno consentito di superare il veto di alcuni servizi
della Commissione, della quasi totalità dell'industria europea e
degli Stati membri, permettendo al dossier di avanzare fino a oggi con
significative possibilità di esito positivo. Grazie a Confindustria,
la netta contrarietà della grande maggioranza dell'industria europea
e dei governi non ha prevalso. Il compromesso individuato è stata
una opzione "settoriale", in base alla quale è stata redatta
una bozza di proposta di Regolamento, che, nel complesso, recepisce le
istanze di Confindustria. Si tratta di un documento che è in discussione
all'interno della Commissione. Il suo iter decisionale inizierà non
appena vi sarà l’accordo del Collegio dei Commissari. Le federazioni
europee di settore, che lo hanno richiesto esplicitamente, sono state considerate
ai fini dell'applicazione del Regolamento. Tuttavia, Confindustria ha richiesto
che l'elenco dei settori rimanga "aperto", per favorire l'ingresso
di altri comparti. Il “Made in” obbligatorio verrà proposto
solo per i prodotti importati. Ci attendiamo che esso interessi i settori
del tessile-abbigliamento; calzature; articoli in pelle e cuoio; mobili
per arredo; ceramiche; pneumatici; gioielleria. Il Regolamento in questione,
però, non basterà a mutare gli equilibri e le prassi del
commercio internazionale. Per ottenere regole eque e reciprocamente applicate
vi è bisogno di intervenire a monte del processo. La regolamentazione
commerciale passa attraverso 3 livelli decisionali: nazionale, comunitario
e multilaterale. Dopo l'ultima conferenza ministeriale WTO di Cancun e
la consacrazione dei nuovi attori multilaterali, si profila la necessità di
rivedere le regole di origine a livello multilaterale, ossia i criteri
che attribuiscono l'origine delle merci. Tali criteri non corrispondono
alla realtà del mercato globale e vanno cambiati. Un gruppo di lavoro
di Confindustria è già attivo per produrre un contributo
tecnico per il governo e la UE. É un progetto ambizioso, che richiederà un
lungo e difficile lavoro, ma è necessario predisporre, oggi, le
condizioni per la competizione di domani: regole di origine più attuali,
reciproche e che tengano conto delle caratteristiche costitutive del
Made in Italy.
2. La difesa commerciale
Per far fronte al termine dell'accordo WTO tessile e della caduta delle
quote di importazione sui prodotti provenienti dalla Cina e da altri
Paesi terzi soggetti a contingentamento fino al 31 dicembre 2004, Confindustria
ha moltiplicato i suoi sforzi per assicurare alle associazioni e alle
imprese il necessario sostegno. L'innovazione principale attiene al livello
tecnico-operativo e mira a favorire il ricorso, da parte delle imprese,
agli strumenti UE per combattere la concorrenza sleale (Regolamento antidumping;
antisovvenzione; Strumento di salvaguardia generale; Meccanismo di salvaguardia
speciale; Clausola di salvaguardia tessile). Confindustria, in accordo
e in stretta collaborazione con la Direzione Generale per la Politica
Commerciale del MAP, sta per attivare uno strumento che, attraverso le
Associazioni, assicurerà alle
imprese la necessaria assistenza tecnica nella preparazione delle denunce
e in tutte le fasi successive all'apertura dell'inchiesta. Il servizio
si ispira al "Trade Remedy Compliance Staff" (TRCS) utilizzato
negli Stati Uniti, mettendo in rete i principali soggetti (imprese, associazioni,
Confindustria, governo), assumendo e mettendo a fattor comune, oltre a
denunce e informazioni, anche dati relativi alle importazioni, prezzi,
eccetera. L'iniziativa risponde all'esigenza di operare un più efficace
coordinamento e una assistenza più mirata in materia di regole UE
di politica commerciale. La Commissione UE si è congratulata per
l'iniziativa e ha assicurato la necessaria collaborazione, nei termini
stabiliti dai regolamenti. Di fatto, le associazioni accederanno direttamente
a un servizio interno a Confindustria che le assisterà nella preparazione
delle denunce. Un apposito Decreto ministeriale allocherà parte
delle risorse appostate per i desk di assistenza legale previsti dalla
Finanziaria per il 2004. Il decreto ha già ricevuto l'accordo
del MAP e si attende a breve la seconda e ultima firma di concerto da
parte del Ministro dell'Economia e Finanze.
3. La lotta alla contraffazione
Ci siamo impegnati perché sia data attuazione alla Finanziaria 2004
per un effettivo utilizzo delle risorse destinate alla valorizzazione e
tutela del Made in Italy. Sui provvedimenti attuativi che sono stati proposti
siamo piuttosto critici, perché vogliamo un'allocazione delle risorse
realmente utile per la tutela dei marchi e delle produzioni italiane. Tra
questi vi è quello dell'istituzione del Marchio di qualità "Uomo
di Leonardo" e, per analoghe ragioni, desta grandi perplessità anche
l'iniziativa di origine parlamentare per la "Istituzione dei marchi
per la riconoscibilità e la tutela della qualità dei prodotti
italiani". Invece, abbiamo ottenuto misure che favoriscono maggiore
efficienza a livello doganale. Il DL per la competitività, recentemente
convertito in legge, prevede, infatti, la semplificazione degli adempimenti
per lo sdoganamento delle merci e risorse per favorire lo snellimento delle
operazioni doganali e per il contrasto di quelle fraudolente. Una misura
molto importante che abbiamo richiesto e ottenuto è la sanzione
amministrativa fino a 10.000 euro anche per chi acquista merci contraffatte,
così da rendere corresponsabile anche l'acquirente. Inoltre, abbiamo
ottenuto che la lotta alla contraffazione possa fare capo di un'autorità specificamente
dedicata: "l'Alto Commissario per la lotta alla contraffazione",
che sostituisce il Comitato nazionale Anticontraffazione già previsto
dalla Finanziaria del 2004. Abbiamo richiesto che Confindustria e le sue
associazioni abbiano un ruolo di rilievo nella definizione delle sue attività.
Prosegue anche l'implementazione agli accordi con la Dogana e la Guardia
di Finanza per contrastare la contraffazione. Il Direttore della Agenzia
delle Dogane ha annunciato che sarà siglato a breve un atto bilaterale
di mutua assistenza con le autorità doganali cinesi. É un
passo importante per una possibile tracciabilità delle merci a
partire dal luogo di produzione.
4. I negoziati multilaterali del WTO
Un quarto punto riguarda la preparazione della Conferenza Ministeriale
WTO di Hong Kong del dicembre prossimo. Anche in questo settore siamo
impegnati a fondo per garantire maggiore accesso ai mercati dei paesi
terzi alle nostre produzioni. L'obiettivo è ottenere importanti
riduzioni tariffarie e limitare le barriere tecniche che ostacolano l'export
dei nostri prodotti in molti mercati.
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