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  Dicembre 2012

Articoli - n° 2 Marzo 2004
 



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CONSORZIO PER L'AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE
IL PROGRAMMA DELLA NUOVA PRESIDENZA

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PISANO:«STOP A CHI BARA»

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CONSORZIO PER L’AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE
IL PROGRAMMA DELLA NUOVA PRESIDENZA
Il ruolo dell’Asi per il rilancio dell’economia casertana

di Federico Lasco


Corrado Cipullo
Presidente Asi Caserta
LascoFederico@libero.it

A volersi fare un'idea dello stato di salute della provincia casertana basandosi esclusivamente sul dato statistico, il quadro non è confortante: al 96° posto per qualità della vita, dal 62° al 74° per dotazioni infrastrutturali generali, economiche e sociali; tasso di disoccupazione al 22,4% contro il 21,1% della Campania e il 20,4% dell'intero Mezzogiorno, con punte più alte nella fascia giovanile. I numeri sono poco incoraggianti, ma per Corrado Cipullo, neopresidente dell'ASI (Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale), anche assolutamente insufficienti a rappresentare correttamente una realtà complessa e variegata come quella casertana. Un territorio che sta vivendo una fase di notevole dinamismo sociale, economico e culturale, con grandi positività e potenzialità. Quella di Cipullo non è una difesa d'ufficio, ma un giudizio ponderato: «Dal 1995 al 2002 il recupero di competitività del mercato del lavoro è stato e si mantiene costante, passando dal 27,8% al 22,4% segnando la migliore performance sia nel contesto meridionale che in quello nazionale. Il dato demografico segnala una forte presenza, in controtendenza rispetto al Paese, di giovani, una risorsa preziosa. Sul piano delle dotazioni infrastrutturali i progetti avviati e gli investimenti programmati per i prossimi anni consentiranno un salto di qualità in un territorio che, per la verità, non è proprio all'anno zero. Volendo restare nell'ambito statistico, Caserta occupa una posizione rilevante per strade e ferrovie, le migliori del Sud dopo Vibo Valentia. La sua area industriale è tra le più grandi d'Italia e d'Europa, con un apparato produttivo significativo; è al 3° posto in Italia per natalità d'impresa, dopo Roma e Lecce. Sul piano culturale c'è la nuova realtà universitaria che ha superato quest'anno le 30.000 iscrizioni e che comincia a dare i frutti sperati nel rapporto con il territorio. Nel complesso, ritengo che la nostra provincia sia un territorio in movimento, che può diventare uno dei motori della ripresa economica della Campania e del Mezzogiorno».

Cosa la rende così ottimista sul futuro di Caserta?
Innanzitutto i segnali di vitalità, le spinte alla modernizzazione e alla crescita diffusi sul territorio e il fatto che essi vadano ad incrociarsi con le nuove politiche regionali. Il deficit infrastrutturale è un dato riferibile a tutta la Campania e al Mezzogiorno in generale. La capacità di attrarre nuovi investimenti è legata alla riduzione di questo gap e a una mirata attività di marketing territoriale. Su questi due snodi cruciali la Regione Campania sta dando risposte importanti. Gli stanziamenti previsti nell'ambito dell'Intesa Istituzionale Quadro superano i 9 miliardi di euro da investire per la realizzazione della Metropolitana regionale, potenziamento di strade e autostrade e relativi collegamenti ai grandi assi viari, il decollo del sistema interportuale e, non ultimi, gli investimenti per le infrastrutture a sostegno dell'attività produttiva e per la ricerca.

Quale parte potrà avere Caserta in questa attività?
Un ruolo importante, per due ordini di motivi. Il primo è la sua collocazione geografica, a ridosso delle grandi arterie di comunicazione, il secondo è la sua conformazione territoriale. Caserta racchiude la più vasta estensione pianeggiante della regione e ha una disponibilità di aree considerevole. Ciò la pone come sbocco naturale ai problemi di saturazione delle zone industriali del napoletano. Anche del Nord-Est, però, a patto che vengano soddisfatte altre condizioni, come l'ammodernamento delle aree industriali, lo sviluppo di un sistema di servizi avanzati alle imprese e risposte adeguate ai problemi della sicurezza e della legalità. Se a queste convenienze strutturali si aggiunge la presenza di una vocazione produttiva importante, di un sistema interportuale nei poli di Marcianise-Maddaloni e Nola e, nel futuro, la realizzazione dell'Aeroporto internazionale di Grazzanise, si comprende come l'ottimismo sul futuro della nostra provincia non sia mal riposto. Certo, le azioni dall'esterno non bastano. É indispensabile che tutte le componenti interne al sistema sociale, politico, economico e culturale prendano consapevolezza dell'importanza della partita che si sta giocando e lavorino tutte nella stessa direzione, ciascuna per la parte di responsabilità e di attività che le compete.

Quale sarà il ruolo del Consorzio in questo contesto?
Decisamente di rilievo. In questi anni si sono poste le basi per restituire al Consorzio un ruolo di guida e di supporto delle dinamiche di sviluppo, anche nel rapporto con le realtà produttive. Un consorzio visto non più soltanto nella veste di ente preposto all'assegnazione dei suoli, ma come soggetto attivo nella programmazione e promozione dello sviluppo, erogazione e gestione di servizi avanzati alle imprese.

Quali i punti qualificanti del programma del nuovo Comitato?
Il programma è collegato agli interventi infrastrutturali sostenuti dalla spesa pubblica regionale che sta giocando un ruolo fondamentale. Gli investimenti in questo settore sono ingenti e in particolare le infrastrutture rivolte alla mobilità (aeroporto, interporto, Tav, metropolitana regionale) fanno della provincia di Caserta, un punto di snodo e di integrazione formidabile. Di pari passo, l'ASI dovrà pianificare l'espansione per nuovi investimenti produttivi, arrivando rapidamente alla definizione del nuovo Piano Regolatore Generale e dare una svolta decisiva a progetti di grandi potenzialità che, fino ad oggi, non hanno dato i risultati sperati. In primo luogo, l'area a nord della conurbazione casertana. Un bacino enorme, di milioni di metri quadri, che può diventare un polo industriale d'eccellenza. Accanto a queste iniziative, che riguardano il ruolo tradizionale dei Consorzi industriali, va sviluppata una nuova vocazione ai servizi, in strettissimo rapporto di collaborazione e di sinergia con le aziende e gli altri soggetti pubblici e privati coinvolti nei processi di sviluppo. Vogliamo, in sostanza, diventare interlocutori affidabili sui temi della localizzazione industriale e dello sviluppo locale, dando particolare attenzione all'attuazione degli strumenti di incentivazione delle Piccole e Medie Imprese, a cominciare dai Contratti di Programma, che stanno dando risultati significativi e incoraggianti. Sono una decina quelli già operanti sul territorio.

Che rapporto l'Asi intende stabilire con gli altri attori istituzionali dell'economia casertana?
Su questi obiettivi abbiamo chiamato ad un confronto tutti i soggetti coinvolti nei processi di sviluppo: dall'Unione Industriali alla Confapi, dalla Camera di Commercio ai Sindacati confederali. Abbiamo registrato con soddisfazione la comune disponibilità ad avviare un dialogo costruttivo su tutte le principali questioni riguardanti lo sviluppo delle attività produttive, ma anche ad individuare forme di collaborazione permanenti tra tutti i soggetti che hanno ruolo e responsabilità nell'ambito delle politiche industriali e, tra questi, i Comuni, la Provincia e la Regione. Il discorso è appena agli inizi, ma è ben avviato. In questa prima fase i temi su cui esercitare questa nuova collaborazione riguarderanno il PRG dell'ASI, la riqualificazione delle aree industriali, gli strumenti di incentivazione e le Agenzie di Sviluppo. Sono convinto che lavorando tutti insieme, con il medesimo obiettivo, i risultati non potranno mancare.

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