CONSORZIO PER L'AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE
IL PROGRAMMA DELLA NUOVA PRESIDENZA
SCARPE,
CROLLA L'EXPORT
PISANO:«STOP A CHI BARA»
INTERESSE
E ROYALTIES
NUOVA DIRETTIVA EUROPEA
CERTIFICAZIONE
DI QUALITÀ
IL MARCHIO CSQ PER L'UNIONE DI CASERTA
LE CONVENZIONI
DELL'UNIONE
VALORE AGGIUNTO RISERVATO AGLI ASSOCIATI
CONSORZIO PER L’AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE
IL PROGRAMMA DELLA NUOVA PRESIDENZA
Il ruolo dell’Asi per
il rilancio dell’economia casertana
di Federico Lasco
Corrado
Cipullo
Presidente Asi Caserta
LascoFederico@libero.it
A volersi fare un'idea dello stato di salute della provincia
casertana basandosi esclusivamente sul dato statistico, il quadro non è confortante:
al 96° posto per qualità della vita, dal 62° al 74° per
dotazioni infrastrutturali generali, economiche e sociali; tasso di
disoccupazione al 22,4% contro il 21,1% della Campania e il 20,4% dell'intero
Mezzogiorno, con punte più alte nella fascia giovanile. I numeri sono
poco incoraggianti, ma per Corrado Cipullo, neopresidente dell'ASI (Consorzio
per l'Area di Sviluppo Industriale), anche assolutamente insufficienti a
rappresentare correttamente una realtà complessa e variegata come
quella casertana. Un territorio che sta vivendo una fase di notevole dinamismo
sociale, economico e culturale, con grandi positività e potenzialità.
Quella di Cipullo non è una
difesa d'ufficio, ma un giudizio ponderato: «Dal 1995 al 2002 il recupero
di competitività del mercato del lavoro è stato e si mantiene
costante, passando dal 27,8% al 22,4% segnando la migliore performance
sia nel contesto meridionale che in quello nazionale. Il dato demografico
segnala una forte presenza, in controtendenza rispetto al Paese, di giovani,
una risorsa preziosa. Sul piano delle dotazioni infrastrutturali i progetti
avviati e gli investimenti programmati per i prossimi anni consentiranno
un salto di qualità in un territorio che, per la verità, non è proprio
all'anno zero. Volendo restare nell'ambito statistico, Caserta occupa
una posizione rilevante per strade e ferrovie, le migliori del Sud dopo Vibo
Valentia. La sua area industriale è tra le più grandi d'Italia
e d'Europa, con un apparato produttivo significativo; è al 3° posto
in Italia per natalità d'impresa, dopo Roma e Lecce. Sul piano culturale
c'è la nuova realtà universitaria che ha superato quest'anno
le 30.000 iscrizioni e che comincia a dare i frutti sperati nel rapporto
con il territorio. Nel complesso, ritengo che la nostra provincia sia
un territorio in movimento, che può diventare uno dei motori della
ripresa economica della Campania e del Mezzogiorno».
Cosa la rende così ottimista sul futuro di Caserta?
Innanzitutto i segnali di vitalità, le spinte alla modernizzazione
e alla crescita diffusi sul territorio e il fatto che essi vadano ad incrociarsi
con le nuove politiche regionali. Il deficit infrastrutturale è un
dato riferibile a tutta la Campania e al Mezzogiorno in generale. La capacità di
attrarre nuovi investimenti è legata alla riduzione di questo gap
e a una mirata attività di marketing territoriale. Su questi due snodi
cruciali la Regione Campania sta dando risposte importanti. Gli stanziamenti
previsti nell'ambito dell'Intesa Istituzionale Quadro superano i 9 miliardi
di euro da investire per la realizzazione della Metropolitana regionale,
potenziamento di strade e autostrade e relativi collegamenti ai grandi assi
viari, il decollo del sistema interportuale e, non ultimi, gli investimenti
per le infrastrutture a sostegno dell'attività produttiva e per la
ricerca.
Quale parte potrà avere Caserta in questa attività?
Un ruolo importante, per due ordini di motivi. Il primo è la sua collocazione
geografica, a ridosso delle grandi arterie di comunicazione, il secondo è la
sua conformazione territoriale. Caserta racchiude la più vasta estensione
pianeggiante della regione e ha una disponibilità di aree considerevole.
Ciò la pone come sbocco naturale ai problemi di saturazione delle
zone industriali del napoletano. Anche del Nord-Est, però, a patto
che vengano soddisfatte altre condizioni, come l'ammodernamento delle aree
industriali, lo sviluppo di un sistema di servizi avanzati alle imprese e
risposte adeguate ai problemi della sicurezza e della legalità. Se
a queste convenienze strutturali si aggiunge la presenza di una vocazione
produttiva importante, di un sistema interportuale nei poli di Marcianise-Maddaloni
e Nola e, nel futuro, la realizzazione dell'Aeroporto internazionale di Grazzanise,
si comprende come l'ottimismo sul futuro della nostra provincia non sia mal
riposto. Certo, le azioni dall'esterno non bastano. É indispensabile
che tutte le componenti interne al sistema sociale, politico, economico e
culturale prendano consapevolezza dell'importanza della partita che si sta
giocando e lavorino tutte nella stessa direzione, ciascuna per la parte di
responsabilità e di attività che le compete.
Quale sarà il ruolo del Consorzio in questo
contesto?
Decisamente di rilievo. In questi anni si sono poste le basi per restituire
al Consorzio un ruolo di guida e di supporto delle dinamiche di sviluppo,
anche nel rapporto con le realtà produttive. Un consorzio visto
non più soltanto nella veste di ente preposto all'assegnazione dei
suoli, ma come soggetto attivo nella programmazione e promozione dello
sviluppo, erogazione e gestione di servizi avanzati alle imprese.
Quali i punti qualificanti del programma del nuovo Comitato?
Il programma è collegato agli interventi infrastrutturali sostenuti
dalla spesa pubblica regionale che sta giocando un ruolo fondamentale. Gli
investimenti in questo settore sono ingenti e in particolare le infrastrutture
rivolte alla mobilità (aeroporto, interporto, Tav, metropolitana regionale)
fanno della provincia di Caserta, un punto di snodo e di integrazione formidabile.
Di pari passo, l'ASI dovrà pianificare l'espansione per nuovi investimenti
produttivi, arrivando rapidamente alla definizione del nuovo Piano Regolatore
Generale e dare una svolta decisiva a progetti di grandi potenzialità che,
fino ad oggi, non hanno dato i risultati sperati. In primo luogo, l'area
a nord della conurbazione casertana. Un bacino enorme, di milioni di metri
quadri, che può diventare un polo industriale d'eccellenza. Accanto
a queste iniziative, che riguardano il ruolo tradizionale dei Consorzi industriali,
va sviluppata una nuova vocazione ai servizi, in strettissimo rapporto di
collaborazione e di sinergia con le aziende e gli altri soggetti pubblici
e privati coinvolti nei processi di sviluppo. Vogliamo, in sostanza, diventare
interlocutori affidabili sui temi della localizzazione industriale e dello
sviluppo locale, dando particolare attenzione all'attuazione degli strumenti
di incentivazione delle Piccole e Medie Imprese, a cominciare dai Contratti
di Programma, che stanno dando risultati significativi e incoraggianti. Sono
una decina quelli già operanti sul territorio.
Che rapporto l'Asi intende stabilire con gli altri attori istituzionali
dell'economia casertana?
Su questi obiettivi abbiamo chiamato ad un confronto tutti i soggetti
coinvolti nei processi di sviluppo: dall'Unione Industriali alla Confapi,
dalla Camera di Commercio ai Sindacati confederali. Abbiamo registrato
con soddisfazione la comune disponibilità ad avviare un dialogo costruttivo
su tutte le principali questioni riguardanti lo sviluppo delle attività produttive,
ma anche ad individuare forme di collaborazione permanenti tra tutti
i soggetti che hanno ruolo e responsabilità nell'ambito delle politiche
industriali e, tra questi, i Comuni, la Provincia e la Regione. Il
discorso è appena
agli inizi, ma è ben avviato. In questa prima fase i temi su cui esercitare
questa nuova collaborazione riguarderanno il PRG dell'ASI, la riqualificazione
delle aree industriali, gli strumenti di incentivazione e le Agenzie
di Sviluppo. Sono convinto che lavorando tutti insieme, con il medesimo
obiettivo, i risultati non potranno mancare.
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