LO SVILUPPO DELLA PROVINCIA DI SALERNO
L’IMPORTANZA DELLA LEVA TURISTICA
LA GOVERNANCE
DEL TRIENNIO FUTURO
LO SCHEMA DELLA “TRIPLA ELICA”
LO SVILUPPO DELLA PROVINCIA DI SALERNO
L’IMPORTANZA DELLA LEVA TURISTICA
Competenze gestionali e organizzative
necessarie per sollevare l’intero settore
di
Emanuele Salsano
Professore Associato di Economia Politica Facoltà di
Giurisprudenza Università
di Salerno
salsano@unisa.it
Il settore turistico nelle aree Obiettivo 1 dell'Unione
Europea può rappresentare una leva importante per lo sviluppo e la
crescita occupazionale. La nostra regione comprende zone caratterizzate
da un ambiente particolarmente attraente e favorevole per il consolidamento
del settore turistico; ciononostante le politiche attuate per questo
settore non hanno avuto finora il successo sperato, anche in virtù della
mancanza di un'attenta analisi del fenomeno e della conseguente predisposizione
di adeguati strumenti di intervento. In sostanza, un primo elemento critico
attiene alla mancata contestualizzazione del turismo all'interno di
uno scenario più ampio, che è quello nazionale. Infatti, l'organizzazione
turistica italiana è caratterizzata da una struttura piramidale, dove
la componente turistica regionale rappresenta il livello intermedio
e quella locale si trova a un livello più basso. Negli ultimi anni
le politiche regionali e locali in Campania si sono rivolte in modo particolare
a un significativo aumento dell'immagine del prodotto, anche se va sottolineato
che la logica elettorale e la necessità di un controllo politico sempre
più marcato
nel settore, che hanno amministrato il comportamento e le scelte degli
organismi regionali e locali, hanno esercitato un ruolo negativo sulla performance
del settore. Il turismo balneare che rappresenta la componente più significativa
deve essere integrato da formule di accoglienza capaci di assicurare
alla domanda servizi complementari (ad esempio strutture sportive, parchi
giochi e tematici) oppure soluzioni di collegamento con l'offerta turistica
dell'entroterra, specialmente nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di
Diano. Dalle rilevazioni condotte dall'EPT di Salerno, emerge che nelle due
aree provinciali a maggiore vocazione turistica, Costiera Amalfitana e Costiera
Cilentana, si presenta un quadro ben definito. Nella prima si registrano
per i turisti italiani 231.097 arrivi e 753.208 presenze nelle strutture
alberghiere, mentre nelle attività extralberghiere 16.103 arrivi e
160.481 presenze, con una permanenza media di 3,7 giorni. Per quanto riguarda
l’afflusso di stranieri
abbiamo 169.973 arrivi con 646.905 presenze nelle strutture alberghiere,
mentre nelle attività extralberghiere si registrano 9.403 arrivi e
69.213 presenze, con una permanenza media di 4 giorni. Si deve sottolineare
che, per quanto riguarda il movimento straniero, la Costiera Amalfitana
vede al primo posto il Regno Unito, seguito da Stati Uniti, Francia e Germania;
mentre rappresentano una componente meno rilevante i flussi provenienti
da altre nazioni. Per quanto riguarda la Costiera Cilentana abbiamo 253.213
arrivi e 1.125.178 presenze nelle strutture alberghiere; in quelle
extralberghiere si registrano 181.356 arrivi e 2.499.147 presenze, con una
permanenza media di 8,3 giorni. Per i turisti stranieri si rilevano 58.885
arrivi e 348.473 presenze in strutture alberghiere, mentre in quelle extralberghiere
gli arrivi sono 118.669 e le presenze 1.623.404, con una permanenza media
di 11,1 giorni. In questa area il paese maggiormente rappresentato è la
Germania, seguita dalla Francia; mentre sono poco significativi i movimenti
provenienti da altre nazioni. Questi dati confermano che il turismo rappresenta
un settore trainante per la nostra provincia; tuttavia, manca una concreta
organizzazione degli interventi volti a consolidare e rafforzare il settore.
Al riguardo, gli interventi di politica economica impongono un attento riesame
del capitale umano, del rapporto banca impresa e dell'ambiente. Questi devono
tentare di influenzare i fattori di cui sopra o meglio ancora rimuovere gli
ostacoli che in qualche caso risultano insormontabili. Tale politica deve
sfatare alcune convinzioni consolidate, a torto o a ragione, che precludono
l'innesco di un processo virtuoso di sviluppo del settore. I nodi critici
riguardano in primo luogo il ruolo del capitale umano e del credito; infatti,
se il nostro territorio presenta elementi di grandissima attrazione, poco
si è fatto
per approfittare di questo rilevante capitale iniziale. Mancano competenze
gestionali, organizzative e di marketing, per cui la professione di
imprenditore nel settore turistico è spesso lasciata all'improvvisazione;
inoltre, non vi è alcuna consapevolezza delle enormi opportunità derivanti
dalla implementazione di network tra imprenditori in grado di qualificare
l'offerta e di incrementare il valore aggiunto. Le carenze dal punto
di vista del capitale umano si traducono nella mancanza e/o non adeguata
offerta di servizi qualificati in grado di ampliare la gamma delle opportunità per
il visitatore-turista. Ciò determina un consistente flusso che trova
le sue motivazioni quasi esclusivamente nel settore balneare. Quest'ultimo
non rappresenta un punto di partenza per un'offerta che sia diversificata
e che faccia leva sui tantissimi elementi di attrattività del territorio,
ma riveste l'unico punto di arrivo dell'approdo turistico soprattutto
nella costiera cilentana. Per una migliore e più qualificata offerta
turistica, occorre puntare su un'adeguata formazione, mirata e continua,
in funzione delle reali idee di sviluppo territoriale turistico. In questo
senso, si avverte la mancanza di una concreta guida a livello regionale,
che espliciti la strategia da seguire e conseguentemente adotti le politiche
e gli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi proposti. Un
secondo nodo critico riguarda il rapporto tra il sistema finanziario e creditizio
e l'imprenditoria turistica; in particolare, le banche locali sono state,
e lo sono tuttora, più propense a finanziare i soggetti piuttosto
che i progetti. In questo modo, il settore turistico viene a mancare delle
risorse finanziarie necessarie all'ammodernamento, ristrutturazione e riqualificazione
delle strutture ricettive; condizioni assolutamente necessarie per poter
pensare a un vero consolidamento e rafforzamento. Infine, un indicatore di
successo da prendere in considerazione è l'ambiente. Questo va inteso
in senso fisico e morale, non solo come vincolo ma anche come risorsa nel
gioco del cambiamento. In tale contesto spetta all'apparato politico e alle
istituzioni offrire un valido ambiente di supporto per il funzionamento del
settore; non è, infatti, auspicabile un atteggiamento dirigista nei
confronti del sistema (sicurezza dei luoghi, politica dei prezzi, maggiore
professionalità,
tutela dell'ambiente). Una migliore conoscenza del territorio, considerato
che quest'ultimo è una variabile cruciale soprattutto per spiegare
opportunità che vengono colte in alcune aree e vincoli posti al processo
di sviluppo, potrebbe rappresentare un indicatore significativo per
rispondere alle istanze che provengono dallo scenario socio economico dell'area
interessata. Le prospettive di una ulteriore crescita del settore turistico
sono auspicabili soprattutto per il futuro dell'intera economia locale, non
solo per il rilevante apporto economico ma anche per l'importante sistema
di servizi di cui il turismo necessita. In conclusione, una più attenta
politica del turismo, considerata la debolezza degli altri settori produttivi,
potrebbe consentire da un lato un rilevante aumento dell'occupazione e dei
redditi, soprattutto nelle aree meno sviluppate della provincia, dall'altro
favorire una crescita economica guidata da criteri di sostenibilità,
e quindi raggiungere anche l'importante obiettivo di preservare le risorse
territoriali per le generazioni future.
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