FONDO DI GARANZIA
REGIONALE
PARTE LA RIFORMA DEL CONFIDI
Sintesi della relazione del Presidente sull’attività anno
2003
di
Rosario Caputo
Presidente Consorzio Campania Fidi
confidi@unioneindustriali.caserta.it
Pubblichiamo una sintesi della relazione del Presidente Rosario Caputo
all'Assemblea dei Soci del Campania Fidi tenutasi il 26 febbraio scorso
che oltre ai previsti adempimenti statutari ha provveduto a indicare
le strategie per il futuro in considerazione della complessa evoluzione
che all'interno del sistema della garanzia consortile si sta registrando.
«Nell'anno appena trascorso l'attività del Consorzio Campania
Fidi è stata rivolta principalmente verso due obiettivi considerati
di primaria importanza: la partecipazione al bando di gara per la gestione
del Fondo di Garanzia regionale e la predisposizione di un nuovo disegno
di legge regionale per l'assistenza finanziaria ai Confidi.
Fondo di garanzia - Regione Campania
Con delibera del 20 febbraio 2003 n.721, pubblicata sul B.U.R.C. n.11
del 10/03/2003 è stato istituito il Fondo di Garanzia della Regione
Campania. Attraverso tale strumento, la cui dotazione era di 46,5 milioni
di euro, era possibile attivare in Campania investimenti per circa 1
miliardo di euro. Al fine di soddisfare gli stringenti requisiti per
la partecipazione abbiamo costituito un RTI (Raggruppamento Temporaneo
d'Imprese) denominato "Interconfidi Campania" con i Confidi
più autorevoli d'Italia e altri Confidi regionali rappresentanti
di tutte le categorie produttive. Dopo mesi di lavoro e di incontri in
data 23/05/2003 è stata presentata domanda di partecipazione alla
gara presso la Regione Campania, ma il 26 maggio il bando veniva sospeso
per la presentazione di alcuni ricorsi al TAR che ne hanno, di fatto,
bloccato l'avvio. Tali ricorsi si fondano sul principio che la gestione
di fondi pubblici d'incentivazione è competenza di soggetti abilitati
e iscritti nell'elenco di cui all'articolo 107 del T.U. in materia bancaria.
Con l'occasione desidero esprimere i miei ringraziamenti a Luigi Iavarone
e a Carlo Boffa per la grande opera di mediazione attivata che ha reso
possibile pervenire alla più ampia intesa possibile mai registrata
in Campania. Ulteriori ringraziamenti vanno indirizzati al Presidente
di Federconfidi Giovanni Lasagna per essere intervenuto più volte
a livello nazionale a sostegno del nostro progetto. E, infine, un grazie
particolare lo rivolgo a Unionfidi Piemonte e Interconfidi Nordest per
averci affiancato in questa iniziativa che ha creato delle sinergie importanti
tra i nostri Organismi, e a tutti i partecipanti del Raggruppamento per
la collaborazione e disponibilità sempre fornita. Desidero sottolineare
che attorno al nostro progetto presentato alla Regione Campania il sistema
bancario aveva fatto registrare unanimi consensi attraverso la formale
adesione di oltre 25 istituti di credito. Per noi è stata un'esperienza
estremamente positiva, un momento di confronto e di crescita unico che
ha generato sinergie mai registrate nella storia dei Confidi campani.
Il Fondo di Garanzia regionale, che per la sua caratteristica innovativa
e moderna è stato il primo strumento di agevolazione pubblica
presentato in Italia, già risulta in linea con le nuove norme
creditizie imposte da Basilea 2. Infatti la garanzia che potrà concedere è immediatamenteescutibile
e quindi cosiddetta "a prima richiesta". Il Fondo di Garanzia
Regionale ha avuto, inoltre, il merito di aprire un dialogo costruttivo
tra i nostri Confidi e quelli più evoluti e strutturati che operano
in questo settore, nonché consentirci di confrontarci con nuovi
modelli organizzativi che potranno essere esportati anche nelle nostre
aree per favorire una più rapida crescita e sviluppo del sistema
della garanzia. Purtroppo, però le vicende su indicate hanno impedito
la sua immediata attivazione e il nostro auspicio è che si possano
rimuovere quanto prima le cause e dare avvio all'operatività di
uno strumento prezioso per lo sviluppo economico regionale.
Progetto di legge Regionale
Come noto a far data dal 01/01/2000 è venuto a cessare un importante
strumento di incentivazione costituito dalla Regione Campania per la
costituzione e l'incremento dei Fondi Rischi (legge 35/93), in quanto
incompatibile con la disciplina comunitaria sugli aiuti di stato. Ciò ha
determinato la decisione dei Confidi campani di elaborare un progetto
di legge in sostituzione di quello già citato, oltre ad effettuare
un censimento sull'intero territorio nazionale delle agevolazioni previste
a qualsiasi titolo per lo sviluppo e il sostegno finanziario dei Confidi.
Lo schema di proposta di legge regionale riprende la legge della Regione
Campania n.35 dell' 8 settembre 1993, aggiornandola con l'obiettivo primario
di riattivare la contribuzione ai confidi industriali rendendo gli interventi
regionali compatibili con la disciplina comunitaria in materia di aiuti
di Stato. Considerato che i Confidi vengono, oggi, individuati quale
principale strumento finanziario a supporto dello sviluppo delle piccole
e medie imprese, si sottolinea la necessità di uno specifico sostegno
regionale che consenta loro di svilupparsi maturando una maggiore capacità operativa
nell'interesse delle imprese socie.
La legge di riforma dei Confidi
Ovviamente non poteva mancare un riferimento alla recente riforma della
disciplina dei Confidi contenuta nell'art. 13 del decreto legge 269/2003
convertito con legge 24 novembre 2003, n.326. Con la suddetta legge si
intende promuovere sia il riordino sia l'evoluzione dei confidi, attraverso
una strutturazione del fenomeno su due tipologie: una prima, rappresentata
dagli attuali confidi, alla quale si offre una disciplina normativa di
riferimento per essi specificatamente dettata e attestata ad un livello
di intervento da tutti affrontabile, ma comunque significativo; una seconda,
costituita invece da società di mutua garanzia, di nuova concezione
e disciplina, chiamate a inserirsi nel mercato finanziario con oneri
e diritti non diversi dagli altri soggetti che già a pieno titolo
vi operano. Vengono, fra l'altro, rafforzati i requisiti patrimoniali
che tutti i confidi devono rispettare: a) essere dotati di un fondo consortile
(i consorzi) o di un capitale sociale (cooperative e società consortili)
non inferiore a 100 mila euro, fermi i limiti più elevati di capitale
previsti per le società per azioni e quelle in accomandita per
azioni; b) prevedere una quota di partecipazione dei soci o consorziati
non inferiore a 250 euro (e che, a garanzia della democraticità interna
dei confidi, non superi il 20 per cento del fondo consortile o capitale
sociale); c) possedere un patrimonio netto, comprensivo dei fondi rischi
indisponibili, pari almeno 250 mila euro. Dovranno essere assunti provvedimenti
nel caso in cui le perdite di esercizio eccedano le soglie degli articoli
2446 e 2447 del codice civile. Il bilancio dovrà essere approvato
entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio e depositato al Registro
delle Imprese e si dovranno tenere libri sociali e scritture contabili
simili a quelle delle società di capitali. I nuovi scenari imporranno,
dunque, a tutti i Confidi l'adozione di un'organizzazione societaria
sempre più strutturata e l'attivazione di quei processi di trasformazione
tali da essere, da un lato, soggetto vigilato dalla Banca d'Italia operante
nel settore finanziario, ma dall'altro soggetto dotato di una propria
autonomia patrimoniale e relazionale».. |