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  Dicembre 2012

Articoli - n° 2 Marzo 2004
 



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AZIONI INNOVATIVE NEL SETTORE AGRICOLO
I NUOVI INTERVENTI DEL F.S.E.

I Finanziamenti ex articolo 6 per la gestione del cambiamento


di Salvatore Vigliar Docente di Diritto dell'Informazione e della Comunicazione - Univ. della Basilicata - Esperto di Politiche Comunitarie Associazione Tecla
savig@tin.it

La riforma e i cambiamenti delle politica di sostegno agricolo dell'Unione Europea, l'ampliamento delle frontiere e l'apertura dei mercati alle produzioni extra UE rappresentano solo alcuni degli elementi alla base del processo di ristrutturazione e riconversione aziendale in atto nel settore agricolo. A ciò si aggiungano le nuove direttive comunitarie in materia di qualità biologica e tracciabilità dei prodotti, la forte pressione esercitata dall'industria e dalla grande distribuzione.
Dai dati dell'ultimo Censimento emerge la fotografia di un Paese nel quale l'agricoltura ha subito profonde trasformazioni: in dieci anni sono scomparse circa cinquecentomila aziende di questo comparto, il settore zootecnico ha visto dimezzarsi il numero di imprese.
Contemporaneamente, si evidenzia l'avvio di un generale processo di ristrutturazione, che potrebbe rappresentare un punto di partenza per una profonda razionalizzazione del sistema agricolo italiano.
L'analisi effettuata mostra il rafforzamento delle imprese più competitive, in grado di adeguarsi ai cambiamenti in atto nelle politiche agrarie comunitarie e nazionali e alle mutate esigenze della società, nonché la scomparsa di quelle aziende inefficienti ed estranee agli attuali processi di sviluppo del mercato di riferimento.
Queste ultime continuano ad operare nel settore agricolo solo per l'assenza di fonti di reddito alternative o per ragioni che poco hanno a che fare con l'attività di impresa (per motivi residenziali, hobbistici, e altro), e sono fonte di sofferenza per l’intero comparto.
L'obiettivo delle imprese professionali è stato, quindi, quello di potenziare le tradizionali strutture di produzione e per questa via incrementare i redditi, al fine di rimanere sul mercato in maniera competitiva.
Nel corso di questi ultimi dieci anni, di grandi mutamenti sociali, economici e politici, le aziende agricole italiane hanno sempre più perseguito strategie di accrescimento della scala di produzione e la riorganizzazione dell'utilizzazione dei terreni agricoli.
Gli effetti evidenziati dai dati dell'ultimo censimento sono stati: l'incremento delle dimensioni aziendali, una maggiore tendenza alla specializzazione produttiva e l'orientamento alle produzioni di qualità.
L'agricoltura italiana, in virtù delle diverse dinamiche che hanno caratterizzato gli ultimi tempi, mostra di trovarsi in una fase di riposizionamento e di ristrutturazione dell'intero settore.
Non bisogna, inoltre, dimenticare che fenomeni contemporanei e caratterizzanti quali la globalizzazione, Internet, la certificazione dei prodotti hanno offerto al sistema agro-alimentare nuove e più vaste opportunità di mercato. Non tutte le aziende agricole sono state in grado di partecipare a tale riposizionamento e di cogliere le opportunità offerte dai nuovi scenari: rimangono estranee ai processi in atto, e a rischio di "estinzione", quelle imprese che, pur possedendo classe dimensionale e orientamento produttivo adeuati, non dispongono delle competenze, delle risorse, della cultura e conoscenze necessarie.
In particolare, si tratta di quelle strutture che si addensano intorno al valore medio della dimensione aziendale, prevalentemente a conduzione diretta, che costituiscono la componente prevalente del settore. Occorrerebbe quindi spostare la frontiera della ristrutturazione e coinvolgere un numero maggiore di operatori, in possesso delle caratteristiche sopra indicate, tramite attività di assistenza tecnica, formazione e miglioramento/adattamento delle competenze.
Al fine di rafforzare le capacità di adeguamento delle imprese e dei lavoratori del settore rurale, supportandoli nei processi di ristrutturazione aziendale, con particolare riferimento alle piccole e micro imprese nella fase immediatamente successiva allo start up, l'Unione Europea ha programmato una serie di finanziamenti funzionali al perseguimento di tali finalità.
Un intervento specifico è stato predisposto dall'articolo 6 del regolamento relativo al Fondo Sociale Europeo (Linea di bilancio B2-1630, Sottotema: "Gestione del processo di ristrutturazione") relativamente alla realizzazione di un supporto da attuare nella fase immediatamente successiva all'avvio delle piccole e medie imprese agricole, che risulta essere il momento più critico del ciclo di vita di un'azienda, in particolare nell'attuale complessità e incertezza degli scenari industriali e del mercato del lavoro.
L'intervento, pertanto, intende definire un modello di servizi di coaching per le giovani imprese che le supporti e sostenga in tale fase critica del ciclo di vita.
In tal modo si potrà garantire loro di adattarsi in maniera continua al mutamento dello scenario economico e sociale di riferimento.
Tale modello è finalizzato a svolgere all'interno delle imprese un'azione di sistematizzazione delle attività di formazione e gestione organizzativa innovativa. Praticamente, il fine peculiare cui il provvedimento mira è anticipare i bisogni del mercato e dei lavoratori in termini concreti di:
- allineamento delle competenze della forza lavoro a rischio di obsolescenza professionale;
- sviluppo di nuove competenze professionali;
- orientamento e integrazione di competenze interne alle aziende (espresse dalle nuove leve professionali e da quelle più mature).
Queste, tra le altre, le azioni specifiche finanziate dall'intervento in esame:
- monitoraggio delle caratteristiche della forza lavoro attiva e dell'evoluzione/ristrutturazione organizzativa del settore rurale;
- anticipazione dei fabbisogni, innovazione e adattamento dell'offerta formativa in base ai risultati dell'azione di monitoraggio effettuata;
- creazione di strumenti e modelli formativi che riescano a rispondere in maniera flessibile e veloce ai fabbisogni di professionalità espressi dai lavoratori e dalle imprese (modellizzazione e replicabilità dell'intervento).
Le attività da implementare per realizzare le azioni sopra indicate, possono essere sintetizzate come segue:
- mappatura della popolazione dei lavoratori coinvolta nei processi di riorganizzazione aziendale;
- valutazione delle competenze delle risorse professionali;
- confronto tra offerta e richiesta di competenze;
- coinvolgimento e confronto con le parti sociali per la messa a punto delle necessità emerse (ad esempio costituzione di un tavolo di lavoro tra le parti sociali e imprese);
- formulazione di piani di formazione volti all'adeguamento delle competenze dei lavoratori a rischio di obsolescenza (allineamento); per lo sviluppo di nuove competenze richieste dal sistema; di nuove competenze utili alla gestione dell'innovazione e del cambiamento organizzativo;
- confronto con i partner transnazionali su programmi di formazione e strumenti applicativi;
- verifica ricadute formative in azienda;
- modellizzazione dell'intervento.

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