SICUREZZA NEI PORTI DOPO L'11 SETTEMBRE
UN'EFFICACE E CONCRETA AZIONE COMUNE
SISTEMA AEROPORTUALE CAMPANO
LA REGIONE RILANCIA LA SFIDA
LA CRISI DEL MADE IN ITALY
IL SETTORE CALZATURIERO IN AFFANNO
LA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO
NUOVE POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTO
SICUREZZA NEI PORTI DOPO L’11 SETTEMBRE
UN’EFFICACE E CONCRETA AZIONE COMUNE
La collaborazione tra Governi in risposta alle minacce del terrorismo
Suneta L. Halliburton
Console Generale degli Stati Uniti a Napoli
LaPalombaraA@state.gov
I terroristi che hanno lanciato gli aerei contro il World Trade Center di New York, il Pentagono e quel campo in Pennsylvania uccidendo 2823 persone provenienti da più di 90 paesi diversi, hanno visivamente e dolorosamente dimostrato che il mondo non potrà più essere lo stesso. I più recenti attacchi ai treni in Spagna, la terribile morte dei carabinieri a Nassirya e quelle dei membri della coalizione e di civili innocenti che avvengono tutti i giorni in Iraq e in altre zone del Medio Oriente lo confermano. É impossibile sfuggire al prezzo del terrorismo in termini di vite umane, malessere psicologico, danni all'economia. Nello stesso tempo però, individui, governi e istituzioni hanno dato una risposta ammirevole alle minacce dei terroristi. La stampa spesso insiste sulle differenze di opinione e approccio che ci dividono, mentre purtroppo non sottolinea con la stessa frequenza la straordinaria collaborazione che si attua a tutti i livelli, ogni giorno, nella lotta al terrorismo. Vorrei perciò evidenziare un esempio di questa cooperazione che sta rendendo il mondo un posto più sicuro in un settore che noi tutti conosciamo bene: il commercio marittimo e la sicurezza dei porti. L'attività marittima è importantissima per il commercio mondiale. Si stima che il 95% di tutto il traffico avvenga attraverso i porti di mare. Più di 200 milioni di container all'anno si spostano tra i maggiori porti del mondo. E si prevede che nei prossimi sei anni la mole complessiva dei traffici marittimi aumenterà di due terzi, a seguito di enormi incrementi previsti complessivamente nel settore commerciale. Tutto ciò ha importanti implicazioni per paesi come l'Italia e gli Stati Uniti che hanno un'antica tradizione commerciale e molti porti importanti. Il sistema di trasporto marittimo negli Stati Uniti sposta più di sei milioni e mezzo di passeggeri, gestisce oltre un miliardo di tonnellate di petrolio e registra 7500 arrivi di navi. Abbiamo 95.000 miglia di coste e 360 porti di mare. Complessivamente, questo settore contribuisce al prodotto nazionale lordo degli Stati Uniti per più di mille miliardi di dollari. Anche per l'Italia i trasporti marittimi sono di vitale importanza, soprattutto in considerazione della sua geografia, delle tradizioni e della sua collocazione rispetto al mare. L'Italia ha 25 porti importanti e, sulla sua economia, navi e porti incidono più di qualunque altro settore legato ai trasporti. Purtroppo quello marittimo è anche un comparto vulnerabile e lo shock dell'11 settembre ci ha fatto capire che dobbiamo guardare alla sicurezza dei trasporti in modo molto più attento. Allo stesso tempo, dobbiamo mantenere il commercio quanto più possibile aperto e libero ed evitare che le nuove misure di sicurezza rallentino inutilmente le navi regolari. Negli Stati Uniti, dopo l'attacco alle Twin Towers, abbiamo operato sostanziali modifiche in materia di sicurezza. Anzitutto abbiamo trasferito 22 diversi enti nazionali in una singola unità federale chiamata Dipartimento per la Sicurezza Interna (Department of Homeland Secutity) il cui primo obiettivo é quello di proteggere gli Stati Uniti da nuovi attacchi terroristici. Tra le sue responsabilità rientrano l'analisi delle minacce e l'intelligence, il controllo dei confini e degli aeroporti, la protezione di infrastrutture di importanza cruciale, il coordinamento della risposta della nostra nazione ad ogni futura emergenza. Nel campo della sicurezza marittima, il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha istituito un programma per la valutazione dei rischi, l'ispezione e il rilevamento di imbarcazioni e mercantili sospetti, nonché la loro intercettazione qualora rappresentino una minaccia per la nostra sicurezza nazionale. Attualmente, quasi il cento per cento dei mercantili che portano container vengono vagliati prima di approdare in un porto americano. Per fare ciò ci si avvale di una forte e positiva collaborazione tra gli Stati Uniti e paesi di tutto il mondo, compresa l'Italia. Un valido esempio di come rispondere al problema della sicurezza avvalendosi della cooperazione è dato dall'Iniziativa per la Sicurezza dei Container (Container Security Initiative) abbreviata in CSI. Introdotta nel gennaio 2002, essa prevede che spedizioni potenzialmente ad alto rischio siano identificate e ispezionate nei porti stranieri, con sofisticata tecnologia e personale ben addestrato, prima che partano per gli Stati Uniti. Comunque, quei porti che non partecipano al programma non sono svantaggiati o esclusi dalle liste commerciali. La CSI è semplicemente un'opportunità per rafforzare la sicurezza che viene offerta a tutti coloro che desiderino usufruirne. Al momento, la CSI è stata applicata nei porti che spediscono il maggiore volume di container negli Stati Uniti, i cosiddetti "mega-porti". In Italia, quelli di Genova e La Spezia sono tra i primi venti al mondo. Un secondo gruppo di venti porti, anch'essi con un elevato traffico di container, tra cui quelli di Napoli, Gioia Tauro e Livorno, sono stati inclusi nella "fase II" della CSI, in corso attualmente. Mentre scrivo, la CSI sta funzionando a pieno regime in 18 porti nel mondo, compresi quelli di Genova e La Spezia. La cooperazione del governo italiano e di tutti quelli che a vari livelli sono coinvolti nelle forniture di beni e servizi ha avuto un ruolo essenziale nella buona riuscita del programma. Una seconda importante iniziativa è il Codice per la Sicurezza delle Navi e delle Attrezzature Portuali (International Ship and Port Facility Security Code) abbreviato in ISPS. A seguito di intense trattative avviate dopo l'11 settembre, più di 100 nazioni si sono messe insieme per sviluppare quello che molti considerano uno strumento internazionale che farà epoca. Dal momento che il commercio marittimo per sua natura è un'impresa globale, l'ISPS rappresenta una soluzione internazionale che garantisce nello stesso tempo la libera circolazione delle merci e una maggiore sicurezza. Entrerà in vigore il primo luglio del 2004 e i paesi firmatari, compresi l'Italia e gli Stati Uniti, si stanno dando da fare per adeguarsi ai requisiti richiesti entro quella scadenza. L'ISPS si applica alle navi che viaggiano su rotte internazionali e ai porti che ospitano quelle navi, non alle strutture portuali e alle navi che svolgono solo commercio interno. In breve, l'ISPS richiede che, in tutti i porti interessati, si effettui una valutazione della sicurezza e si sviluppino dei progetti in questo senso, si tengano periodici corsi di addestramento, simulazioni ed esercitazioni, in coordinamento con le navi e le compagnie di navigazione. I singoli governi hanno poi la loro specifica autorità nel definire come l'ISPS debba essere applicato nei propri confini e i singoli porti possono avere ognuno il proprio approccio alla sua applicazione. Ma è evidente che la presa di coscienza dei rischi e l'impegno ad adeguarsi agli specifici requisiti richiesti dall'ISPS hanno un carattere di globalità. Una volta messo in pratica appieno, l'ISPS rappresenterà un enorme passo in avanti nell'affrontare efficacemente i problemi della sicurezza nel settore marittimo. É vero che condividiamo un rischio collettivo, ma abbiamo in comune anche la consapevolezza e l'esperienza di una maggiore sicurezza collettiva, sia personale che economica, che possiamo raggiungere lavorando insieme. La CSI e l'ISPS sono ottimi esempi di questo tipo di efficace e concreta azione comune.
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