UN PONTE TRA
MONDI SEPARATI
ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE
La rivoluzione copernicana nel campo dell’occupazione
secondo l’OBR Campania
Pasquale
Iorio
Vice Presidente OBR Campania
presidenza@obrcampania.it
Con le recenti deliberazioni del C.d.A. di Fondimpresa, finalmente
si può dire che si è messa in moto la macchina per far
decollare il sistema dei nuovi fondi paritetici e interprofessionali.
Ora si può passare alla fase operativa, in stretto raccordo con
gli organismi bilaterali delle varie regioni. L'analisi dei primi
dati (forniti dall'INPS) di adesione delle imprese ai vari fondi
deve indurci a qualche riflessione. Infatti, sul piano nazionale è stato
riscontrato un dato positivo, di forte adesione da parte delle aziende
(con una percentuale che supera nella prima fase il 20% del totale),
con il coinvolgimento di oltre 4 milioni di addetti (pari a circa
il 40% dei lavoratori interessati nei vari comparti produttivi e dei
servizi). Sulla base del prelievo pari allo 0,30% del monte salariale,
si prevede che a pieno regime saranno disponibili risorse consistenti
per finanziare piani e percorsi formativi in tutti i settori privati.
In un paese come l'Italia si può parlare
di una vera e propria "rivoluzione copernicana". Per la prima
volta verrà offerta alle aziende l'opportunità di progettare
e realizzare piani formativi per tutti gli addetti (a partire dai
quadri dirigenti e dai mana- ger). Per essere ammissibili tali piani
devono rispondere a 2 requisiti fondamentali: la qualità dei
contenuti formativi e il vincolo della contrattazione con le organizzazioni
sindacali (in primo ruolo le RSU aziendali, in mancanza delle quali
si ricorre alle strutture di categoria o territoriali). Su questi
aspetti si è concentrata
molto l'attenzione del Comitato Direttivo dell'OBR Campania. In primo
luogo è apparsa urgente l'esigenza di rilanciare una forte iniziativa
di promozione e informazione per far crescere a tutti i livelli una
adeguata cultura della bilateralità. Infatti, se si analizzano
i primi dati di adesione delle imprese in Campania e nelle altre
regioni meridionali, emergono risultati non incoraggianti, con percentuali
in alcuni settori (come quelli dell'artigianato e delle piccole aziende)
irrisorie. Per correre ai ripari, è stato deciso di dare mandato
alla Presidenza di mettere in atto una intensa campagna di comunicazione
sui fondi paritetici (a partire dall'impiego del nuovo sito www.obrcampania.it)
come strumento di servizi e di informazioni utili in rete. Inoltre,
saranno sollecitate e concordate con le sedi territoriali delle 5
Associazioni Industriali e delle Segreterie CGIL-CISL-UIL le date
e le modalità per
organizzare nei capoluoghi di provincia degli incontri sulle tematiche
della formazione continua delle aziende, delle strutture sindacali,
degli operatori del settore e del mondo delle professioni, delle
associazioni di volontariato, delle istituzioni locali (a partire
dalle Province e dalle Camere di Commercio), del mondo della scuola
e dell'università.
Un altro filone di intervento su cui lavorare è il confronto
con la Regione e con le altre istituzioni educative per costruire
percorsi integrati, di concertazione e programmazione dell'offerta
formativa. Su alcuni aspetti occorre definire scelte più avanzate
ed efficaci. In primo luogo, è necessario un intervento concertato
per costruire un sistema di analisi e aggiornamento delle esigenze e
dei fabbisogni formativi e professionali, che sono in una fase di forte
evoluzione e innovazione nella nostra economia. In secondo luogo, non
sono più rinviabili
scelte e soluzioni per costruire strumenti di monitoraggio (a partire
da apposite banche dati e conoscitive) dei vari percorsi, sia per
quanto riguarda la qualità dei contenuti formativi, sia per quanto
attiene alla efficacia dei risultati e delle ricadute sociali in
raccordo alle politiche occupazionali (sistema informativo del lavoro).
Infine, si tratta di affrontare l'aspetto più delicato di tutto
il sistema: dotarsi di strumenti e criteri (standard minimi) per la
valutazione, per la certificazione e l'accreditamento dei crediti formativi
e delle competenze acquisite, a partire dalla definizione di un sistema
regionale delle qualifiche riconosciute e di un catalogo dell'offerta
formativa di qualità (sulla base del processo di accreditamento
ormai in fase avanzata). Riguardo alcuni di questi temi, in Campania
sono state avviate esperienze "virtuose" - grazie anche all'apporto
ed al ruolo degli enti bilaterali che hanno dato vita anche ad una
forma originale di coordinamento operativo - come quella in corso nell'Osservatorio
sull'apprendistato, che avrà una prima importante occasione di
verifica con la conferenza regionale dei servizi promossa per il
5 maggio prossimo. Una vera integrazione sarà possibile se riusciremo
a creare un ponte tra due mondi finora separati (quello dell'istruzione
e della formazione professionale). In Campania è in atto un forte
tentativo di rilanciare e riorganizzare l'esperienza dei CTP e dell'educazione
degli adulti, con azioni di sistema e di informazione in cui sono
coinvolti tutti gli attori (istituzionali, sociali e del volontariato).
In tal senso si offre una importante occasione anche per l'OBR per
contribuire a far diventare i percorsi di formazione continua delle
vere e proprie opportunità (per i lavoratori e per le imprese)
di adeguare le competenze professionali rispetto alle esigenze di competitività e
di nuova organizzazione del lavoro; ma anche per rispondere alle
domande di accrescere la propria cultura e i saperi (anche quelli
informali dei vari contesti locali), per poter continuare ad apprendere
per tutto l'arco della vita. Grazie anche alle novità rilevanti
introdotte con la L. 53/2000 (Art. 5 sui congedi formativi) sarà possibile
impiegare le risorse per la formazione continua e per quella professionale
(sia pubbliche che private) con un'ottica capovolta rispetto al passato.
L'attenzione dei piani e dei percorsi di formazione sempre più dovrà essere
spostata dalle esigenze dell'offerta (agenzie ed enti - operatori
e consulenti) verso i bisogni emergenti delle imprese, dei lavoratori
e dei cittadini. Infatti, le imprese potranno considerare gli interventi
in formazione e sicurezza non tanto come costi aggiuntivi, quanto
come investimenti necessari per poter adeguare e innovare il "capitale
umano" per far fronte alle sfide dei cambiamenti produttivi e dell'organizzazione
aziendale, imposti dall'economia di rete e dal mercato globale. D'altro
canto, tra i lavoratori aumentano i bisogni di accrescere i loro
bagagli di cultura e di sapere per una vera cittadinanza attiva (anche
per adeguare gli strumenti della partecipazione e della contrattazione
in modo singolo o collettivo). Sempre più appare evidente che
le competenze professionali rappresentano un patrimonio vitale per
le persone nel contesto aziendale e sociale, per far diventare le imprese
più competitive ma anche
un vero e proprio "luogo di apprendimento". In tal senso occorre
estendere il ruolo attivo delle parti sociali (a partire dalle associazioni
datoriali fino a quelle sindacali e del volontariato) per rivendicare
la definizione di veri e propri patti formativi e progetti integrati
(sul modello realizzato dall'OBR Campania con l'Agenzia territoriale
di apprendimento continuo), intesi come fattori trainanti per uno
sviluppo locale fondato sull'innovazione e sulla qualità delle
produzioni di beni e servizi. In tal senso si possono analizzare
delle forme innovative di utilizzo dei progetti a domanda individuale,
che se accompagnati da efficaci modalità di crescita delle motivazioni
degli individui (magari supportate da strumenti come il bilancio
di competenze, sul modello francese) potrebbero costituire un motore
formidabile per allargare l'interesse del mondo del lavoro verso la
formazione permanente. |