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  Dicembre 2012

Articoli - n° 4 Maggio 2004
 



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AZIENDE E SVILUPPO NELL’UE
LA COMMISSIONE ELABORA NUOVI INTERVENTI

Un Piano di Azione per promuovere lo spirito imprenditoriale in Europa

di Salvatore Vigliar Docente di Diritto dell'Informazione e della Comunicazione - Univ. della Basilicata - Esperto di Politiche Comunitarie Associazione Tecla
savig@tin.it
 

Più volte, in questa rubrica, si è avuto modo di analizzare (seppure sinteticamente, nel rispetto degli spazi disponibili in questa sede) i contenuti di diversi Piani di Azione varati dall'UE e finalizzati alla crescita competitiva ed allo sviluppo delle PMI europee. In realtà, la rilevanza di tali documenti, più che nelle enunciazioni di intenti e di principi generali espressi, risiede nella indicazione dei principali ambiti (o settori) che saranno oggetto di finanziamento in fase di attuazione delle linee guida indicate: si tratta, in altre parole, di interpretare il Piano di Azione, individuandone i temi principali e monitorando, successivamente, i bandi comunitari connessi alle tematiche di interesse. Il vantaggio consiste nell'individuare in anticipo le strategie di intervento finanziario dell'UE e, di conseguenza, predisporre con maggiore efficacia gli strumenti di accesso ai fondi comunitari. È al fine di agevolare tale procedura che si ritiene opportuno dare informazione circa un nuovo programma di intervento elaborato dall'UE. La Commissione europea ha infatti recentemente varato un nuovo Piano di Azione che fissa per i prossimi anni le metodologie di supporto allo sviluppo dello spirito imprenditoriale nell'UE. Il documento prevede interventi in cinque settori strategici. Gli obiettivi prioritari consistono nell'avvicinare i giovani a una mentalità più imprenditoriale, attenuare le conseguenze negative degli insuccessi, fornire un sostegno a donne e minoranze etniche, rendere meno complessa l'osservanza degli obblighi in materia fiscale e facilitare le cessioni di imprese a nuovi proprietari. Particolare attenzione sarà assicurata, nell'escogitare nuove norme, alla voce delle piccole e medie imprese (PMI). Il commissario Erkki Liikanen, responsabile per le imprese, ha affermato: «L'Europa ha bisogno di più imprenditori per poter reggere meglio la concorrenza internazionale. Per rafforzare l'innovazione, la competitività e la crescita, è necessario che siano più numerosi gli imprenditori Europei e, una volta creata, un'impresa deve poter godere di condizioni che le permettano di svilupparsi. Il piano d'azione identifica una serie di misure ben precise in settori nei quali l'Europa può e vuole distinguersi. Esso si propone di contribuire ad accrescere lo spirito e l'attività imprenditoriale. L'Unione europea, tuttavia, non può agire da sola. Perché questa iniziativa abbia successo, è essenziale la partecipazione dei governi degli Stati membri, degli enti regionali e locali e delle organizzazioni degli imprenditori». Secondo l'edizione 2003 del sondaggio "Eurobarometro" sull'imprenditorialità, di cui è imminente la pubblicazione, soltanto il 4% degli europei ha partecipato alla creazione di un'impresa negli ultimi tre anni. Negli Stati Uniti sono quasi il triplo i soggetti che hanno dato vita a nuove iniziative imprenditoriali. Ma anche entro i confini dell'Unione non mancano realtà interessanti: i risultati ottenuti da Irlanda e Grecia non sono lontani, ad esempio, da quelli degli Stati Uniti. Quasi un terzo delle PMI europee hanno dichiarato di considerare la crescita quale obiettivo prioritario, ma troppo poche sono quelle che, nella realtà, conoscono una crescita sostanziale: in media le imprese europee occupano sei persone, tre volte meno che negli Stati Uniti. Le imprese con un rapido sviluppo, le cosiddette "gazzelle", che più contribuiscono alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, sono ancora una rarità nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea. L'invecchiamento della popolazione rischia di aggravare questo ritardo di imprenditorialità. Il gruppo d'età 25-34 anni, in cui si concentrano oggi le persone più attive nella creazione di imprese, è destinato ad assottigliarsi nei prossimi decenni. Un terzo degli imprenditori dell'UE, soprattutto quelli alla guida di aziende familiari, cesserà l'attività nei prossimi dieci anni. Poiché sono sempre meno i trasferimenti di proprietà all'interno delle famiglie, aumenterà il numero di imprese familiari che dovranno essere cedute a terzi.
L'agenda europea per lo spirito imprenditoriale
Il piano d'azione si basa sui risultati dell'ampia consultazione avente ad oggetto il Libro Verde sull'imprenditorialità pubblicato lo scorso anno (cfr. IP/03/87), che ha permesso a tutte le parti interessate di contribuire all'elaborazione della futura agenda per lo spirito imprenditoriale. A seguito della pubblicazione del Libro Verde sono state organizzate numerose manifestazioni e le risposte scritte pervenute sono state circa 240. Il piano d'azione si articola su cinque settori strategici di particolare importanza: cambiare il modo in cui la società vede gli imprenditori; creare le condizioni che incoraggino più persone a diventare imprenditori; rendere le PMI e gli imprenditori protagonisti della crescita e creare le condizioni perché possano affrontare con successo la concorrenza; migliorare il flusso del finanziamento delle PMI e degli imprenditori;creare un quadro normativo e amministrativo più favorevole alle PMI.
La Commissione agirà d'intesa con gli Stati membri e le altre parti interessate per tradurre questi obiettivi in risultati concreti, in particolare al fine di: suscitare nei giovani l'ambizione di creare una propria impresa; studiare la possibilità di modificare le norme vigenti in caso di fallimento, per attenuare le conseguenze negative di un tale evento; facilitare i trasferimenti d'impresa; valutare se le disposizioni in materia previdenziale non scoraggino il passaggio da un'attività dipendente ad una autonoma; predisporre forme di sostegno appropriate per le donne e le minoranze etniche; favorire la capitalizzazione e rafforzare le risorse patrimoniali delle PMI, per giungere ad un migliore equilibrio tra autofinanziamento, credito bancario e altre forme di finanziamento esterno; porsi all'ascolto delle PMI nel procedere ad una valutazione degli effetti delle politiche adottate; semplificare gli adempimenti fiscali.
Documentazione

Libro Verde "L'imprenditorialità in Europa"
http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/green_paper/index.htm

Altre informazioni
http://europa.eu.int/comm/enterprise/library/enterprise-europe/newsupdates/2004/20040226.htm

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