AZIENDE E SVILUPPO NELL’UE
LA COMMISSIONE ELABORA NUOVI INTERVENTI
Un Piano di Azione per promuovere lo spirito
imprenditoriale in Europa
di Salvatore Vigliar Docente di Diritto dell'Informazione
e della Comunicazione - Univ. della Basilicata - Esperto di Politiche
Comunitarie Associazione Tecla
savig@tin.it
Più volte,
in questa rubrica, si è avuto modo di analizzare (seppure sinteticamente,
nel rispetto degli spazi disponibili in questa sede) i contenuti di
diversi Piani di Azione varati dall'UE e finalizzati alla crescita competitiva
ed allo sviluppo delle PMI europee. In realtà, la rilevanza di
tali documenti, più che nelle enunciazioni di intenti e di principi
generali espressi, risiede nella indicazione dei principali ambiti (o
settori) che saranno oggetto di finanziamento in fase di attuazione
delle linee guida indicate: si tratta, in altre parole, di interpretare
il Piano di Azione, individuandone i temi principali e monitorando,
successivamente, i bandi comunitari connessi alle tematiche di interesse.
Il vantaggio consiste nell'individuare in anticipo le strategie di intervento
finanziario dell'UE e, di conseguenza, predisporre con maggiore efficacia
gli strumenti di accesso ai fondi comunitari. È al fine di agevolare
tale procedura che si ritiene opportuno dare informazione circa un nuovo
programma di intervento elaborato dall'UE. La Commissione europea ha
infatti recentemente varato un nuovo Piano di Azione che fissa per i
prossimi anni le metodologie di supporto allo sviluppo dello spirito
imprenditoriale nell'UE. Il documento prevede interventi in cinque settori
strategici. Gli obiettivi prioritari consistono nell'avvicinare i giovani
a una mentalità più imprenditoriale, attenuare le conseguenze
negative degli insuccessi, fornire un sostegno a donne e minoranze etniche,
rendere meno complessa l'osservanza degli obblighi in materia fiscale
e facilitare le cessioni di imprese a nuovi proprietari. Particolare
attenzione sarà assicurata, nell'escogitare nuove norme, alla
voce delle piccole e medie imprese (PMI). Il commissario Erkki Liikanen,
responsabile per le imprese, ha affermato: «L'Europa ha bisogno
di più imprenditori per poter reggere meglio la concorrenza internazionale.
Per rafforzare l'innovazione, la competitività e la crescita, è necessario
che siano più numerosi gli imprenditori Europei e, una volta
creata, un'impresa deve poter godere di condizioni che le permettano
di svilupparsi. Il piano d'azione identifica una serie di misure ben
precise in settori nei quali l'Europa può e vuole distinguersi.
Esso si propone di contribuire ad accrescere lo spirito e l'attività imprenditoriale.
L'Unione europea, tuttavia, non può agire da sola. Perché questa
iniziativa abbia successo, è essenziale la partecipazione dei
governi degli Stati membri, degli enti regionali e locali e delle organizzazioni
degli imprenditori». Secondo l'edizione 2003 del sondaggio "Eurobarometro" sull'imprenditorialità,
di cui è imminente la pubblicazione, soltanto il 4% degli europei
ha partecipato alla creazione di un'impresa negli ultimi tre anni. Negli
Stati Uniti sono quasi il triplo i soggetti che hanno dato vita a nuove
iniziative imprenditoriali. Ma anche entro i confini dell'Unione non
mancano realtà interessanti: i risultati ottenuti da Irlanda
e Grecia non sono lontani, ad esempio, da quelli degli Stati Uniti.
Quasi un terzo delle PMI europee hanno dichiarato di considerare la
crescita quale obiettivo prioritario, ma troppo poche sono quelle che,
nella realtà, conoscono una crescita sostanziale: in media le
imprese europee occupano sei persone, tre volte meno che negli Stati
Uniti. Le imprese con un rapido sviluppo, le cosiddette "gazzelle",
che più contribuiscono alla crescita e alla creazione di posti
di lavoro, sono ancora una rarità nella maggior parte dei paesi
dell'Unione europea. L'invecchiamento della popolazione rischia di aggravare
questo ritardo di imprenditorialità. Il gruppo d'età 25-34
anni, in cui si concentrano oggi le persone più attive nella
creazione di imprese, è destinato ad assottigliarsi nei prossimi
decenni. Un terzo degli imprenditori dell'UE, soprattutto quelli alla
guida di aziende familiari, cesserà l'attività nei prossimi
dieci anni. Poiché sono sempre meno i trasferimenti di proprietà all'interno
delle famiglie, aumenterà il numero di imprese familiari che
dovranno essere cedute a terzi.
L'agenda europea per lo spirito imprenditoriale
Il piano d'azione si basa sui risultati dell'ampia consultazione
avente ad oggetto il Libro Verde sull'imprenditorialità pubblicato
lo scorso anno (cfr. IP/03/87), che ha permesso a tutte le parti interessate
di contribuire all'elaborazione della futura agenda per lo spirito imprenditoriale.
A seguito della pubblicazione del Libro Verde sono state organizzate
numerose manifestazioni e le risposte scritte pervenute sono state circa
240. Il piano d'azione si articola su cinque settori strategici di particolare
importanza: cambiare il modo in cui la società vede gli imprenditori;
creare le condizioni che incoraggino più persone a diventare
imprenditori; rendere le PMI e gli imprenditori protagonisti della crescita
e creare le condizioni perché possano affrontare con successo
la concorrenza; migliorare il flusso del finanziamento delle PMI e degli
imprenditori;creare un quadro normativo e amministrativo più favorevole
alle PMI.
La Commissione agirà d'intesa con gli Stati membri e le altre
parti interessate per tradurre questi obiettivi in risultati concreti,
in particolare al fine di: suscitare nei giovani l'ambizione di creare
una propria impresa; studiare la possibilità di modificare le
norme vigenti in caso di fallimento, per attenuare le conseguenze negative
di un tale evento; facilitare i trasferimenti d'impresa; valutare se
le disposizioni in materia previdenziale non scoraggino il passaggio
da un'attività dipendente ad una autonoma; predisporre forme
di sostegno appropriate per le donne e le minoranze etniche; favorire
la capitalizzazione e rafforzare le risorse patrimoniali delle PMI,
per giungere ad un migliore equilibrio tra autofinanziamento, credito
bancario e altre forme di finanziamento esterno; porsi all'ascolto delle
PMI nel procedere ad una valutazione degli effetti delle politiche adottate;
semplificare gli adempimenti fiscali.
Documentazione
Libro Verde "L'imprenditorialità in Europa"
http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/green_paper/index.htm
Altre informazioni
http://europa.eu.int/comm/enterprise/library/enterprise-europe/newsupdates/2004/20040226.htm |